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I SOFISTII

Sofisti sono un gruppo di filosofi che si trovano ad operare nell'Atene del V secolo, quando essa da anonima città diventa una ricca, fiorente, attraente e culturalmente meravigliosa polis. I Sofisti arrivano dalle colonie e rappresentano un po' una rottura con la tradizione filosofica precedente che si era concentrata principalmente sulla realtà che stava attorno all'uomo, sulla conoscenza della natura, su quei fattori che governavano la realtà intorno all'uomo.

Quest'ultimo veniva concepito come parte della catena naturale. La riflessione dei Sofisti rappresenta uno spostamento dello sguardo: l'attenzione si sposta sugli uomini stessi e la loro vita sociale e politica. La polis comincia a rappresentare una entità che plasma la vita di chi vive al suo interno conferendo a chi vive nella città una identità: io sono quello che sono perché sono cittadino di Atene. Non tutti erano cittadini allo.

Lo stato di Atene nell'antica Grecia era caratterizzato da una forma di governo che si avvicinava più a un'oligarchia che a una democrazia. Solo pochi cittadini avevano il diritto di partecipare alle assemblee e alla vita politica, mentre le donne avevano pochissimi diritti. Tuttavia, l'idea di uguaglianza dei cittadini venne sviluppata da Aristotele, che la considerava quasi naturale nonostante alcuni dubbi e problemi.

Il movimento dei sofisti si distingueva per un nuovo metodo espressivo e di ricerca, nonché per una forte critica verso le convenzioni e le credenze accettate nell'etica dell'epoca. Questo gruppo di pensatori è stato denominato "Illuminismo greco", anche se questa definizione è metodologicamente scorretta, poiché l'Illuminismo si sviluppò molto tempo dopo, nel XVIII secolo. Tuttavia, è difficile fare a meno delle nostre categorie per etichettare le concezioni dell'antichità.

Importante però capire quest'operazione). I Sofisti pongono delle domande scomode alle istituzioni della città, le passano al setaccio e cercano capire razionalmente quando siano utili e giuste. Esse dai conservatori venivano date per indiscutibili, ma i Sofisti le mettono in dubbio. I Sofisti non sono una scuola e non elaborano un pensiero omogeneo, ciascuno di questi filosofi esprime un pensiero differente riguardo al diritto e alla giustizia, ma vengono accomunati da alcuni caratteri fondamentali. Non erano visti di buon occhio dai conservatori, tra cui Platone. Saranno definiti come dei "Negozianti di merce spirituale" o "maestri di eloquenza". Sofisti furono chiamati quei filosofi che negavano la possibilità di raggiungere una verità definitiva, per cui tutto poteva essere messo in discussione, tutto era relativo, ogni argomento poteva essere confutato. Molti sofisti si facevano pagare per impartire le lezioni di filosofia,

teorica e dialettica (quella arti legate all'uso del Logos, della ragione). Tutto questo si sviluppa in un contesto in continuo cambiamento, all'interno del quale inizia a svilupparsi il ceto mercantile. Il concetto di Agathos, delle virtù competitive, si trasferisce alle virtù della pace. Perché un cittadino possa essere definito un Agathos, non bastano le virtù del coraggio, ma serve la capacità di usare il logos: il confronto avviene attraverso l'uso della dialettica e della retorica. I Sofisti cominceranno a sviluppare una serie di competenze, suscitando le ire dei conservatori, sulle capacità del linguaggio. Aristofane li chiama "prostituti della cultura" e ci dice: "La giustizia e la modestia erano tenute in conto (...) un ragazzo non doveva sentirsi nemmeno a bisbigliare una parola; poi dovevano sfilare per la via in ordine, verso la casa del maestro, tutti quelli del quartiere insieme, nudi, anche se"

nevicava come farina da un setaccio; il maestro cominciava a insegnare loro un canto, mantenendo l'armonia tramandata dai padri, e se qualcuno faceva il buffone e provava a gorgheggiare, era ben conciato di botte." (Questa è la scuola di un tempo) "Setu fai quello che ti dico avrai sempre petto robusto, corpo nitido, spalle forti, lingua corta (...) Se invece ti dedichi all'arobaccia di ora (cioè all'educazione dei sofisti) avrai colorito pallido, spalle piccole, torace stretto, lingua lunga; e questa gente ti convincerà con le chiacchiere che è brutto ciò che è bello e bello ciò che è brutto." (Aristofane, "Le nuvole" 423 a.c.) L'ultima frase lascia intendere che "le chiacchere possono essere usate non solo per esprimere la verità ma anche per esprimere qualcosa di diverso dalla verità: convincere con le chiacchere significa che i Sofisti metteranno in campo una

Serie di argomenti, una serie di artifizi, attraverso i quali persuaderanno l'interlocutore per convincerlo che qualcosa è diverso da come la realtà lo descrive. I Sofisti instaurano un nuovo rapporto tra linguaggio e verità, il linguaggio non è solo lo specchio della realtà, ma ha anche una funzione ulteriore, quella di creare una realtà, di illustrare realtà che dipendono dal nostro logos, dalla nostra ragione. Protagora ci dirà che l'uomo è la misura di tutte le cose e che la verità non è misurata da una realtà oggettiva ma da un soggetto che esprime il giudizio: si comincia a pensare che le verità assolute non esistono (absolutus, sciolto da ogni condizione). Si comincia ad elaborare l'idea di relativismo dei valori: essi non sono necessariamente quelli del maestro ma che possono essere anche dei nuovi valori che vengono illustrati attraverso il linguaggio. Si comincia a lavorare

sull'idea di giustizia, instillando il dubbio su di essa. Si comincia a porsi il problema del rapporto tra la giustizia di Antigone e la giustizia di Creonte. Quindi i Sofisti iniziano a porre questa distinzione tra giusto per natura e giusto per legge (Physis e nomos). Altri caratteri sono dunque: - il Razionalismo (si instaura un nuovo rapporto tra linguaggio e verità); - il Relativismo etico e conoscitivo (non esistono valori assoluti e verità assolute). Si apre per la prima volta la discussione sull'origine e la validità delle leggi della polis. Se non derivano dagli dei, ma dipendono dall'arbitrio degli uomini, cosa obbliga a rispettarle se non il timore delle pene? E questo arbitrio non si pone in contrasto con una legge più vera e universale, la legge di natura comune a tutti? - Giusto per natura: Corrisponde alle esigenze razionali e tendenze naturali umane; - Giusto per convenzione: È frutto della volontà degli uomini e delle leggi della polis.

dell'autorità e della forza dello stato. Il ragionamento dei Sofisti è legato alla democrazia, sul potere della parola e dell'eloquenza. "Vivere attivamente in democrazia significa partecipare alle assemblee, prendervi la parola, far valere la propria opinione con un discorso efficace; saper pesare i significati dei vocaboli e le loro sfumature, riuscire a disporre i periodi in un ordine che incanti l'attenzione, accenda le fantasie e catturi i consensi; significa possedere l'arte dell'eloquenza. I sofisti furono appunto maestri di eloquenza, virtù indispensabile al ceto dirigente e che apriva le vie al successo nella vita politica" (L.Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico). Gorgia (Encomio di Elena): Il potere della parola "La parola, infatti, è un gran signore che, con un corpo piccolissimo e invisibile, porta a termine imprese in tutto degne degli dèi; può infatti far cessare la paura,

Portar via la tristezza, suscitare la gioia, e accrescere la pietà." Il discorso sull'importanza dell'impiego della parola è importantissimo, lo ritroveremo anche in Cicerone. Gli strumenti dei Sofisti sono:

  • Retorica: l'arte del persuadere;
  • Dialettica: l'arte del discutere, del confronto, dello scambio, diventa lo strumento attraverso il quale Socrate insegna la via della conoscenza e della filosofia.

Entrambi questi elementi li ritroveremo in Socrate. La verità si scopre attraverso il confronto, attraverso un percorso che incrocia inevitabilmente altre persone.

Protagora (491- 421? a.C.): "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono"; "Intorno agli dei, non ho modo di sapere né che sono né che non sono, né quale sia la loro natura: troppe sono le difficoltà che lo impediscono, l'oscurità della questione e

La brevità della vita umana". Non esiste altro criterio per stabilire la verità se non l'esperienza, il solo criterio per giudicare la realtà è ciò che viene percepito soggettivamente dal singolo individuo attraverso i sensi. Da ciò deriva che non esiste una sola verità, perché lo stesso fenomeno percepito in un certo modo da un uomo, può essere percepito diversamente da un altro, in tal caso entrambi i giudizi costituiscono verità, seppur relative e soggettive.

Relativismo etico: Gli uni dicono che altro è il bene, altro è il male; altri, invece, che sono la stessa cosa; la quale per alcuni sarebbe bene, per altri male; e per lo stesso individuo sarebbe ora bene, ora male. E così la malattia per i malati è un male, ma per i medici è un bene. E ancora, la morte per chi muore è un male, ma per gli impresari di pompe funebri è un bene.

Relativismo culturale:

“Presso i Macedoni si ritiene bello che le fanciulle prima di sposarsi amino e si congiungano con un uomo, e dopo le nozze brutto; presso i Greci è brutta l’una e l’altra cosa. Presso i Traci il tatuaggio per le fanciulle è un ornamento, presso altri popoli una pena che si impone ai colpevoli.” (Anonimo, IV sec. AC)

Alcuni dei principali Sofisti:

  • Trasimaco (460 a.c.?) (Platone Repubblica) “La giustizia è l’utile del più forte”;
  • Callicle (Platone, Gorgia), “Le leggi sono opera dei più deboli che si riuniscono per fronteggiare i più forti, mentre è giusto per natura che il più forte prevalga sul più debole”;
  • Ippia (443-a.c.?) (Platone, Ippia); “Per natura siamo tutti fratelli, mentre per legge questo non avviene perché la legge spesso fa violenza alla natura”.

SOCRATE

Nell’antica Grecia la vita anche politica della polis era strettamente

Incrociata con l'aspetto religioso, quindi non si può parlare di diritto da una parte e di morale dall'altra. Questa riflessione la si trova in Socrate e soprattutto nel suo allievo migliore, Platone. Tutta la riflessione di Platone sarà una riflessione che avrà a oggetto proprio la polis, la politica e i suoi valori.

Socrate (Atene 46

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A.A. 2021-2022
75 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AdeleLai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Foddai Maria Antonietta.