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MODULO 9 – LA DEMOCRAZIA, LA FLOTTA E L’ESERCITO POPOLARE
LEZIONE 23 – LA TALASSOCRAZIA E IL DEMOS
Abbiamo parlato del rapporto tra democrazia e Grecia, abbiamo parlato della democrazia come governo degli uomini liberi, del fatto che esca nasca come democrazia diretta, che coloro i quali governano sono gli stessi che vengono governati. Questo si vede nell’esercito, esercito di poveri, dove i cittadini difendono in prima persona la loro libertà. Su tutte queste cose esistono versioni differenti, e questo significa ad esempio che su cose come il fatto tutti i cittadini abbiano il diritto/dovere di governare o che siano chiamati a controllare il potere non ci sono pareri uniformi. Tutto questo viene contestato dai critici ed i nemici della democrazia che sono almeno di due tipi: i nemici interni ed i nemici esterni. Quelli interni sono coloro i quali fanno parte della città, Atene o altra città democratica, e che sono contrari al regime democratico: il
Il testo in programma dello pseudo-Senofonte è proprio questo, il primo testo organico di un antidemocratico che critica i principi, i valori, i metodi di funzionamento della democrazia ateniese, pur ammettendo quanto il popolo muova le navi e sia esso stesso il motivo della propria ricchezza. I nemici interni della democrazia erano soprattutto due: il partito oligarchico o aristocratico, ed il partito del monarca, re, tiranno. Abbiamo detto che in democrazia lo stato si identifica con i cittadini, esiste lo stato fino a che si identifica con la comunità politica nel suo insieme, infatti il vero apogeo dello splendore ateniese va dalla fine della guerra contro i persiani all'inizio della guerra del Peloponneso, più di cinquant'anni. I nemici esterni della democrazia sono invece i persiani: le due guerre persiane sono guerre che Atene combatte pochi anni dopo la riforma di Clistene che aveva dal punto di vista politico ed amministrativo, definiti tutti i caratteri.
e le divisioni amministrative della democrazia in senso stretto. Non a caso, i persiani erano retti da un unico re, il gran re, il re dei re, Serse, perché dominava su un territorio grandissimo. Nemici esterni e nemici interni sembrarono allearsi contro la democrazia, quando ad esempio nel 490 a.C. a Maratona sbarcarono 30mila persiani e tra questi c'era anche Ippia, figlio di Pisistrato l'unico tiranno che Atene ebbe. Ippia stava in mezzo ai persiani perché fu cacciato dagli ateniesi, trovò rifugio presso i persiani e tornò con l'esercito persiano con la speranza che avrebbero vinto contro gli ateniesi e avrebbe ripreso il potere ad Atene. Comunque, la battaglia di Maratona fu vinta dagli ateniesi e meno male, potremmo dire, visto che altrimenti sarebbe cambiata la vita del mondo intero, non avremmo avuto la filosofia o la tragedia o la commedia o l'architettura greca come la conosciamo. Quindi la vittoria a Maratona fu la vittoria della
libertà dei greci e soprattutto la vittoria della democrazia e degli opliti contro i sudditi persiani. La giovane democrazia greca si oppose a un tentativo d'invasione potente come l'impero persiano che portava con sé anche il rischio della restaurazione di una tirannide da parte di un Ippia che avrebbe governato come un satrapo persiano a nome del re di Persia. Si diceva che la battaglia di Maratona e quella di Salamina sono state importanti anche nella storia della democrazia oltre che nella storia della Grecia, perché a distanza di dieci anni l'una dall'altra permettono agli ateniesi di conservare la propria libertà contro la più grande potenza dell'epoca, ovvero l'impero persiano. Questi due eventi sono importanti per una serie di motivi diversi: in primis mostrarono che una piccola realtà come quella ateniese, esercito popolare, che combatté e vinse contro un grande impero; gli opliti ateniesi ebbero lameglio sulla cavalleria che poteva essere usata solo marginalmente. Maratona è quindi importante perché è la prima vittoria della giovane democrazia ateniese contro un grande impero, e questo ovviamente fortificò la coscienza nazionale ateniese in quanto fu una vittoria di popolo. A Salamina questo elemento della vittoria di popolo si fortificò ulteriormente: a differenza di Maratona combatterono una buona parte dei greci, di quelle colonie greche fondate da città che erano partite per costituirne delle altre che mantenevano rapporti ed interscambi con le origini. Nella flotta che combatteva a Salamina, circa metà delle triremi erano ateniesi e, anche se il comandante in capo della flotta era uno spartano (perché ogniqualvolta combattessero come alleati si usava che comandasse uno spartano), dietro tutto c'era Temistocle, che cercò la strategia vincente nella battaglia sul mare. La differenza la fece anche il fatto che aSalamina non ci fosse il cittadinobenestante della classe media, capace di armarsi dalla testa ai piedi, ma quasi esclusivamente marinai. Latriremi si chiama così perché ci sono tre file di remi e gran parte dell'equipaggio è costituito da rematori: esistono poi alcuni fanti che interverranno in caso di abbordaggio, ma comunque alla base della flotta circa 170 su 200 erano rematori. Salamina è ricordata maggiormente dal popolo, Maratona dalle classi medie. 478a.C, due anni dopo la Battaglia di Salamina, c'è la creazione della Lega di Delo (isola disabitata dove c'era il santuario d'Apollo comune a molte città): questa data è importante perché questa creazione fu fatta in funzione antipersiana, nel senso che si pensò di creare un'alleanza marittimo-militare per contrastare un eventuale nuovo tentativo dei persiani di attaccare Atene, e si pensò di crearla come flotta perché non sarebbestato possibile sconfiggerli sulla terra ferma. La creazione della lega di Delo è significativa perché tutti i partecipanti dovevano contribuire sulla base della propria grandezza nella costituzione della flotta. Ma, chi non era in grado o non voleva costruire le triremi, aveva la possibilità di contribuire con del denaro. Questo meccanismo creò il fatto che gli ateniesi, i quali gestivano il denaro, potevano utilizzarlo come volevano, soprattutto da quando il tesoro della lega fu portato da Delo ad Atene "per motivi di sicurezza", mettendolo nell'acropoli "sotto la protezione della dea". In teoria, essendo il tesoro della lega, era utilizzabile solo in nome della stessa, ma gli ateniesi rivendicavano il fatto di riuscire a difendere la Grecia attingendo dal tesoro pubblico. Il periodo di massimo splendore di Atene e della sua democrazia, con tutto ciò che seguirà, e che sta alla base del testo dello pseudo Senofonte, siLa storia di Atene si fonda sull'elemento popolare e sul fatto che il tesoro della lega serva a valorizzare la città e a retribuire il popolo. Naturalmente, ancora più importante, c'è la ristrutturazione di Atene dopo l'occupazione persiana e l'incendio che scoppiò in seguito a questa, una ristrutturazione splendida grazie anche al denaro della lega, che impose a livello di massa un modello aristocratico.
È importante parlare della flotta ateniese per una serie di motivi, primo tra tutti il fatto che essa sia alla base della potenza di Atene, la quale permette alla democrazia di essere tale in quanto si basa sulla partecipazione popolare. La democrazia costa in quanto costano le retribuzioni delle persone che partecipano alla cosa pubblica, argomento ricorrente da parte dei critici. La flotta ha dunque un rapporto con la democrazia perché è la flotta che garantisce la ricchezza della città, essendo presente sulle rotte commerciali di tutto il Mediterraneo Orientale.
Più di un autore ricorda che tra il Pireo e Atene si trovino tutte le merci non solo dell'Attica ma di tutto il Mediterraneo. Ma questa ricchezza non era ottenuta con la forza, perché comunque Atene richiamava mercanti da ogni dove, primi tra tutti i meteci che spesso erano commercianti. La flotta garantiva anche l'arke, l'impero, il dominio sugli alleati che col passare degli anni diventano sudditi. Tutto questo, la costituzione dell'impero ateniese, si costituisce nel periodo che va dalla battaglia di Salamina 480 fino alla guerra del Peloponneso, 432 a.C: proprio a cavallo di questa guerra, gli spartani hanno paura che Atene si rafforzi ulteriormente e diventi incontrastabile, quindi danno origine alla guerra. Lo scritto dell'Anonimo Oligarca, muove la critica ad Atene secondo cui democrazia, flotta ed impero sono la stessa cosa, ma dire flotta vuol dire popolo e quindi si parla di democrazia radicale in funzione degli ultimi, nonostante gli.Ultimi fossero alla fine quelli che facevano muovere le navi, i signori del mare. Vale però la pena di ricordare che la flotta ateniese non rappresenta soltanto un elemento a base popolare, bensì una scelta strategica di sviluppo e di strategia militare: la potenza di Atene viene costruita sulla flotta, su basi commerciali, sul fatto che essa domini un'alleanza marittima (se c'erano scontri tra alleati si dovevano risolvere ad Atene) e sul fatto che essa sia preparata all'eventuale prossimo scontro che dovrà comunque esaltare la flotta. Questa strategia militare viene in qualche modo già definita da Pericle, che spinge la città alla guerra contro Sparta, sostenendo che fosse il caso di sbarazzarsi dell'ultimo forte avversario sul suolo ellenico per favorire eventualmente l'espansione a occidente. L'idea di attaccare la Sicilia diventa un dato di fatto quando, nel corso della guerra del Peloponneso, spinti da Alcibiade.
iniziano a vedere la Sicilia come una fonte di ricchezze e di prodotti utili ad Atene. Questo sarà l'inizio della fine perché questa spedizione contro la Sicilia e soprattutto contro Siracusa sarà una spedizione disastrosa. In più, Siracusa era una democrazia, quindi Atene che diceva di combattere per rendere la Grecia libera, in realtà combatte esclusivamente per una logica di potenza egemonica. Per buona parte della guerra, la logica era quella di fare una guerra attraverso la flotta, chiudendosi dentro le mura quando la lega peloponnesiaca avrebbe invaso l'Attica ed aspettare che questa si ritirasse per uscire e controattaccare attraverso la flotta, sbarcando nelle località nemiche con una guerriglia per poi ritirarsi subito dopo l'attacco. Pericle voleva evitare programmi di conquista, cercando di sponsorizzare sempre la tecnica appena descritta, per evitare campagne sul territorio contro nemici più capaci e superiori nello scontro.
E questa fu la tecnica usata per buona parte della guerra del Peloponneso. Pericle morirà in seguito all'epidemia di peste, che si sviluppò anche per il sovraffollamento entro le mura. Dopo Pericle, altri gestirono alterne vicende della guerra, compromessa da due eventi: l'assassinio di Alcibiade e la sconfitta ateniese nella battaglia di Egospotami.