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PREDISPONIBILITA’.
“essere nel mondo significa avere un mondo già interpretato in un
modo determinato” : mondo nel quale già è stabilito, almeno al
momento della nascita, in un mondo in cui è già stabilito come
devono essere spesi i giorni, stabilito è il senso della vita, almeno in
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un modo dominante. Proprio perché si nasce all’interno di un mondo
dove è già stabilito in maniera dominante qual è il senso della vita,
questo stesso mondo circoscrive i problemi, le soluzioni, i pensieri,
(le categorie). Ereditare un senso della vita non è ereditare una
fantasia, significa ereditare una prospettiva dove ci sono cose che
hanno senso o non hanno senso. Viene trasmesso un senso della
vita che già orientano tra ciò che può essere problema o ciò che
può essere soluzione.
“il mondo CI è già così e così, e con esso anche il mio esserci in quel
mondo è già ben determinato, mentre nell’avere a che fare con
esso è già dominante e determinato un modo di rivolgersi al mondo
in cui ci si prende cura di essere e se ne discute”.
Immediatamente la PRECOGNIZIONE comporta la PRE-VISIONE : un
modo di guarda re il mondo , di avere a che fare con il mondo, con
se stessi con gli altri, già predeterminato da ciò che si è trovato,
cioè dal senso della vita che viene trasmesso. Perche questo uso del
“mondo” CI è già cosi e così? in tedesco esistenza si dice DAS HEIG,
questo che Heideger a è staccare i due componenti, DA s e eig, la
traduzione italiano diventa ESSER-CI questo CI non indica luogo, ma
all’interno della precognizione e previsione il fatto che l’esistenza
sia un esserci, significa che l’esistenza proviene da una storia ed è
prodotto da questa storia, questo perché il fenomeno primario che
si rileva nella vita come essere nel mondo, è l’essere dominato da
un interpretazione dominante. Il CI è il mondo storico ambientale
nel quale nasco e nel quale cresco. Questo mondo storico
ambientale di volta e in volta orienta questo Ci.
22 Marzo 2018
Analisi del reale
ESSER-CI: può sembrare un gioco terminologico. Solitamente
dicendo “io sono” sintetizziamo la nostra realtà in questa frase
(Heidegger). Fin dall’inizio egli denunci la superficialità di questa
affermazione perchè il “sono” ha molto da dire. La concezione
stessa della vita ci è già. Dunque in quanto ci ritroviamo sempre in
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un mondo già definito questo non equivale sempre ad una
costatazione di un dato neutro, ma comporta che il modo dell’avere
a che fare con il mondo con se stessoe con gli altri, con la stessa
conoscenza, poichè cresce in questa predisponibilità è già orientata
(previsione: c’è già una prospettiva). Questo viene sintetizzato nella
affermazione che la predisponibilità equivale ad un determinato
senso corrente dell’essere.
Il passaggio che Heidegger fa dalla semplice costatazione “io sono”
all’ “esserci” ha come giustificazione che il “sono” è già carico di
storia ed è una storia della quale non disponiamo. Sul piano della
comprensione della storicità (territorio dell’essere storico) il già dato
non funziona mai come qualcosa di neutro e privo di effetti, ma al
contrario delimita una determinata possibilità del concepire, del
porre domande e problemi (il passato non è solo ciò che è stato, ma
è sempre avanti perchè può orientare il futuro al punto tale da
assoggettarlo completamente).
Il già dato, la tradizione, di per se’ ha questo potere di orientare,
cioè di delimitare le possibilità. Si vive nell’inganno che l’essere
soggetto equivalga alla possibilità empre di decidere e di avere
aperte sempre tutte le possibilità: sul piano storico questo non
esiste perchè la singolarità non è intesa come essenza. La prima
conseguenza è che la storicità sempre e comunque delimita le
possibilità del pensare, del porre problemi e dell’impostare
soluzioni. Questo è ciò che Heidegger chiama previsione, cioè la
prospettiva che segue alla predisponibilità (trovarsi un mondo già
ben definito).
Di fronte alla concezione dell’essere nel mondo ritiene inadeguato
mantenere l’espressione “esistenza” e ritenere ancora l’essere
umano all’ “io sono”.
Il mondo del diritto è l’essere storico: bisogna entrare in un
territorio è del tutto inedito e spesso non abbiamo gli strumenti, in
special modo terminologici. L’operazione che a un certo punto tutte
le scienze umane hanno fatto è stata l’invenzione di un linguaggio
adeguato per la reltà così come essa veniva incontrata.
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Questo territorio si rivela immediatamente non riducibile alle
categorie per noi abituali (del mondo metafisico; predisponibilità e
previsione). Tutto sta ad indicare all’interno di questo mondo che
l’uomo prevalentemente è vissuto dalla tradizione e dalla rpevisione
che questo mondo già dato definisce i problemi e le soluzioni che si
possono impostare. È questo che giustifica la trasformazione
terminologica dall’ “io sono” all’ “esser-ci”. Questo “ci” merita
attenzione perchè se è vero che delimita un mondo all’interno del
quale noi non siamo soggetti, ma è un mondo del vissuto, questo
stesso mondo innesca la dinamica (cfr.Freud) che con questo mondo
bisogna averci a che fare.
In questa strada si può capire il totalitarismo cos’ come si è
affermato nel XX secolo , al cui caratteristica principale è che il
totalitarismo affermatosi tra le due guerre poggiava sul consenso,
differenziandosi radicalmente dalle dittature che avevano
caratterizzato i secoli precedenti. Almeno nella sua fase di
affermazione non era qualcosa di imposto, ma poggiato sul
consenso.
Il problema che pone il totalitarismo è che l’intero occidente si è
basato sull’ “io soggetto” (colui che ha diritto ad un proprio tempo e
ad un proprio mondo).
Storicamente l’ io soggetto non ha nessun’arma per comprendere :
non si realizza come io soggetto, ma come assoggettato. Ciò che
viene delineato è esattamente il contrario della soggettività: oltre
questa noi non abbiamo nessun elemento per spiegare questo
fenomeno. Nonostante tutto è esistente il negazionismo .
Cioò che è successo nell’epoca dei totalitarismi è un assurdo:
l’uomo si realizza abdicando a se stesso. La conseguenza è quella di
considerare il totalitarismo un accidente storico. Sul piano della
storicità il fatto che l’uomo non sia solo soggetto diventa una realtà
comprensibile. Interpretazione dominante (le linee che configurano
come spendere i giorni sono già stabilite) che non lascia spazio alla
scelta e alla soggettività, ma determina una quotidianità dell’essere
vissuto. Tutto viene fatto ponendo l’interpretazioe economica come
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valore primario e tutto viene subordinato a questa. Sono problemi
reali soltanto quelli di tipo economico.
L’essere vissuto trasforma l’essere stesso un lasciarsi vivere,
secondo le tradizioni, il linguaggio, i modi, che quell’interpretazione
dominante comporta. Strutture economiche = strutture dominanti.
Ciò rende il tutto non riconducibile l’azione di un io soggetto.
Questo si trasforma in uno specifico modo di temporalizzarsi.
Dove l’intepretazione domaninante è l’economico il modo del
temporalizzarsi è quello della certezza e della sicurezza. Questo dà
senso ai giorni; tutto ciò che allontana o infrange la sicurezza è una
minaccia. Tutto ciò si trasforma in strutture e in strutture dominanti.
Tutto viene improntato alla sicurezza economica.
Le strutture si trasformano in mentalità: il cittadino acquista la
consapevolezza di avere dei diritti.
Questa dinamica della vita effettiva è in grado di fornire elementi
per comprendere come è potuto accadere il totalitarismo. Proprio a
partire da questo fenomeno del “vissuto”. Ciò si trasforma in una
sorta di teorema: il passato non è semplicemente ciò che sta dietro,
ma è sempre anche avanti perchè ha il potere, come
interpretazione dominante, circoscrivendo la prospettiva all’interno
della quale si danno probleimi, pensieri, linguaggio.. , di orientare il
futuro.
Quando l’interpretazione dominante poggia sulla sicurezza e sulla
certezza questo fenomeno del passato, cioè di ciò che è conosciuto,
acquista sempre più potere perchè è in grado di riempire anche il
futuro. Questo lo fa facendo sì che i giorni siano la ripetizione di
qualcosa che già si conosce. Sul piano della vita effettiva questa è
una tendenza (proiettare sui giorni futuri questa sicurezza). Il
problema è quando questa interpetazione coincide con le forme
della sicurezza del vivere. Quando questo diventa primario il
fenomeno tendenziale diventa un fenomeno dominante:
costantemente si tende ad escludere che il futuro possa presentare
sorpese. 41
Ripetendo il passato, o qualcosa di già stabilito, si evita il timore del
futuro.
Questo oggi ha per noi la struttura dell’economico, che è una
variante della struttura nel mondo tecnico. Ciò lo sorregge e ce lo fa
trattare come ineluttabile è che garantisce sicurezza, cioè fa sì che
niente possa presentarsi come sorprendente (tutto ciò che è
sorprendente è scandaloso).
28 Marzo 2018
Se si prende la vita come modo d’essere, questo modo d’essere è
un essere nel mondo. Questa è una interpretazione dominante.
Essere nel mondo significa esserci in una interpretazione
dominante.
Questione della singolarità=punto decisivo.
Il problema è che tutte queste dimensioni vengono date come dati
di fatto, come realtà sulle quali non bisogna discutere. Così ci si
riferisce alla singolarità di tutte queste dimensioni.
Il problema di fronte al quale ci pone la scienza del ‘900 è che è
vero che per noi quelle sono le dimensioni alle quali fare riferimento
e che il problema è la singolarità, ma questi non sono d