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L'UOMO COME ANIMALE SIMBOLICO (Cassirer)
Lui era un filosofo tedesco formato in una scuola d’impronta kantiana, quella di Marburgo. Se
riprende il pensiero kantiano, Kant è il punto di partenza, ma viene innovato. Nella critica alla
ragion pura Kant aveva come scopo quello di scoprire cosa caratterizzasse la scienza e come
fosse possibile la scienza. Per Kant la scienza era la fisica newtoniana. Kant è convinto che le
legge della fisica newtoniana siano necessarie e universali, perché i giudizi della scienza sono
sintetici a priori. L'esperienza mi dà qualcosa d’immediato, descrive qualcosa che è qui ed ora,
quindi serve qualcosa che sia a priori, ma che provenga dall'esperienza. La crisi dei fondamenti fa
traballare molte convinzioni e anche la fisica newtoniana non può più essere considerata come da
Kant. La nostra conoscenza del mondo deriva non più dalla scienza, ma dalla cultura, quindi i
nuovi filosofi non s’interrogano più della scienza ma della cultura. Cassirer nasce in questo
contesto, in cui la cultura prende il sopravvento. Lui si trasferisce negli Stati Uniti dopo aver già
pubblicato tre scritti in Italia, "la filosofia delle forme simboliche". In America pubblica il Saggio
sull'uomo, che però ha lo stesso contenuto. Questo cambio di titolo avviene perché per Cassirer
l'uomo ha questa componente simbolica. Cassirer dice che tutti gli animali hanno un sistema
reattivo e uno ricettivo. L'uomo ha qualcosa in più oltre ai due sistemi, ha anche un sistema
simbolico, quindi sa creare e utilizzare dei simboli. Un simbolo è un segno di tipo particolare. Un
segno è qualcosa che sta per qualcos'altro (come i segnali stradali). La caratteristica del segno è
di aver un significato fisso e determinato. Il segno è qualcosa che viene utilizzato come portatore di
un significato fisso deciso convenzionalmente. Il simbolo è portatore di un significato universale,
ma è variabile, perché viene determinato dal contesto in cui si trova. Il significato del simbolo è
universale, nel senso che fa riferimento a qualcosa di universalmente condiviso, ma per alludere a
questo significato può utilizzare elementi diversi. Il nero nella nostra tradizione è il colore del lutto,
in altre culture il lutto è associato al bianco. Il significato universale è il lutto, ma a seconda del
contesto può essere espresso in modi diversi. La ragione per Cassirer è un termine poco
adeguato, perché non può esaurire la ricchezza e la varietà che assumono le forme della vita
dell'uomo, quindi sarebbe più appropriato chiamare l'uomo animale simbolico. (La ragione dopo
Cartesio è diventata strettamente correlata alla matematica, il metodo di Cartesio è matematico,
per questo si è pensato alla ragione come mera ragione calcolante e questa identificazione è stata
rafforzata dalla convinzione galileiana che noi possiamo conoscere solo gli aspetti quantificabili e
misurabili della realtà. Questa accezione della ragione è stata condivisa sia da chi l'ha appoggiata
che da chi l'ha contestata, perché si è disfatto della ragione. Questo è davvero l'unico modo di
intendere la razionalità? La razionalità potrebbe essere non solo pensiero calcolante, perché ci
vuole razionalità anche per scrivere un poema, una poesia o una sonata.) Anche Cassirer è un po'
vittima di questa ragione, perché la regione non è un termine poco adeguato di per sé, dipende da
come intendiamo la ragione. La nostra capacità di saper usare simboli fa un po' parte della nostra
razionalità, quella del saper cogliere i significati.
SEGNO=convenzionale, inequivocabile e sostanziale (valuto una cosa per quello che è)
SIMBOLO=universale, variabile e funzionale (valuto una cosa per la funzione che ha)
LINGUAGGIO=sistema simbolico per eccellenza
Non esiste una netta distinzione tra segno e simbolo, perché qualsiasi segno usato in un modo
funzionale può diventare simbolo; e qualsiasi simboli se ridotto al minimo è un segno. La funzione
generale del sistema simbolico è quella di farci passare dalle emozioni soggettive ad un emozione
oggettiva, cioè condivisibile. Il primo sistema simbolico è il linguaggio, perché è il primo e
principale strumento con il quale è possibile trasferire il soggettivo e personale su un piano
oggettivo e universale. Posso rendere condivisibile con altri la mia felicità se riesco ad esprimerla,
quindi con il linguaggio. Le altre forme simboliche sono il mito, l'arte, la religione e la storia.
L'obiettivo di Cassirer è di spiegare da dove vengono e da dove nascono le varie forme culturali e
quali sia la loro finalità. Cassirer arriva a dire che l'obiettivo è di rendere comunicabile la
soggettività. L'uso dei simboli a vari livelli è quello che ci consente di vivere in un mondo comune,
un coinon cosmon. L'esistenza senza linguaggio sarebbe solipsistica. Senza la cultura ognuno di
noi vivrebbe in un mondo suo e solo suo. La cultura costituisce e costruisce una prospettiva
comune a più esseri umani.
UOMO COME APERTURA AL MONDO (Husserl)
L'uomo è in grado di mettersi in relazione con la realtà che lo circonda. Husserl rappresenta il
recupero di una concezione dell'uomo che è costitutivamente in relazione con il mondo. Cartesio
mette in dubbio questa teoria dell'uomo in relazione con il mondo che verrà ripristinato da Husserl,
perché Cartesio elimina qualsiasi certezza. Cartesio fonda tutta la conoscenza sull'auto
coscienza, perché non posso dubitare di esistere come coscienza e di pensare. Cartesio riduce
l'essere umano a res cogitans e alle sue idee, di cui però non posso sapere se ci sia nella realtà
una corrispondenza. Cartesio crea un dualismo tra il piano della coscienza e il piano della realtà.
Husserl assume l'idea che l'io, il soggetto sia fondamentalmente autocoscienza, ma dice anche
che il soggetto è naturalmente in relazione con il mondo, anzi dice che l'io e il mondo non si danno
separatamente. Questa teoria la deve a Cartesio e a Frank Bertano. Husserl parte con una base
matematica, m dopo aver seguito all'università di Vienna le lezioni di Frank Bertano, che aveva
una spiccato interesse psicologico, ma era un filosofo. Lui nel 1874 pubblica un libro che si intitola
"la psicologia dal punto di vista empirico". In questo testo Brentano si pone una domanda
importante, cioè che cosa contraddistingua i fenomeni fisici da quelli psichici. La risposta che si da
è che mentre i fenomeni psichici sono intenzionale, quelli fisici no. Lui era stato un sacerdote
cattolico, quindi aveva ben presente gli scolastici, che distinguevano tra identità fisica, ciò che
fisicamente si identifica con il soggetto conoscente (sono il mio mal di denti, mi identifico
fisicamente con quello) e identità intenzionale, ciò che hai in mente, anche se fisicamente non
coincide con te (penso alla fermata della metro, quindi c'è nella mia mente). Per Brentano i
fenomeni psichici sono caratterizzata dall'in-esistenza intenzionale, ovvero mentale. Ogni
fenomeno psichico contiene in sé qualcosa come oggetto, nell'amore qualcosa viene amato, nel
desiderio desiderato. L'intenzionalità è la caratteristica dei fenomeni psichici sempre diretti verso
qualcosa, verso un oggetto. Husserl recupera questo concetto, perché per lui la coscienza è
sempre intenzionalità, cioè implica sempre un oggetto, tanto che Husserl riprende pari pari un
pezzo del brano di Brentano sui fenomeni psichici. La coscienza di Cartesio era rivolta all'idea, ma
a cui non corrispondeva la realtà, mente per Husserl la coscienza è proprio relazione con
l'elemento della realtà. Husserl recupera anche la concezione di corpo, che è inteso come laib,
cioè corpo senziente. La coscienza per Husserl è incarnata in un corpo, il nostro rapporto con
l'oggetto è mediato dal corpo senziente. L'uomo è anche soggetto conoscente. La nostra
conoscenza non è immediatamente garantita al contrario della nostra relazione con l'oggetto che
avviene nell'immediato. Sono consapevole del mondo, esserne consapevole vuol dire esperirlo.
L'uomo ha un atteggiamento naturale che da per scontato il mondo, perché spesso diamo per
scontate tutte una serie di cose (sorgerà il sole, non ci saranno terremoti o alluvioni...). L'ovvietà è
ciò che caratterizza il mondo naturale, ma ciò che è ovvio, dice Husserl, non è evidente, perché se
noi vogliamo cogliere la realtà vera e profonda di ciò che appare dobbiamo fare un percorso, che
per Husserl è la fenomenologia trascendentale. Da questo punto ripartirà Heidegger.
Fenomenologia=ciò che appare, ciò che si manifesta
Trascendentale=ciò che trascende le categorie, cioè quegli aspetti della realtà così generali da
essere presenti in tutti gli enti, cioè ciò che rende possibile la conoscenza dell'essere delle cose.
Per Kant trascendentale è tutto ciò che si riferisce alle condizioni di conoscibilità delle cose.
Andiamo quindi a cercare ciò che sta alla radice di ciò che si manifesta in superficie. L'uomo
coscienza e corpo senziente intrattiene una relazione costitutiva con il mondo. La coscienza è di
qualcosa, quindi implica qualcosa che è altro da sé. Questa relazione tra coscienza e mondo
consiste nell'ovvietà della presenza di un oggetto, ma in una non ovvietà della relazione tra la
coscienza e l'oggetto. Husserl si chiede quali sono le condizioni alle quali l'oggetto può essere
conosciuto e quindi può avvenire questa relazione. Questa domanda otterrà una risposta nella
fase della conoscenza.
UOMO, UNICO ENTE CHE PONE LA DOMANDA SULL'ESSERE (Heidegger)
Heidegger è un filosofo tedesco, nasce nel 1889. La sua formazione è novecentesca. Nella sua
prima opera "essere e tempo" del 1927 si parla di crisi dei fondamenti, quindi è già più che chiaro
quello che è successo. Il primo Heidegger è quello di "essere e tempo" del 1927. Questa è la data
di nascita dell'esistenzialismo, anche se Heidegger non lo ammetterà mai. Essere e tempo è un
volume che viene pensato con un progetto molto ampio, ma che ad un certo punto viene interrotto.
La seconda parte non viene scritta perché Heidegger dice che sono venute meno le parole, non
aveva quindi più parole per espri