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MATER
Mater in latino- Madre in italiano- Matar in antico indiano- Metèr in greco- Madar in gotico* (ricostruito per affinità tra inglese e tedesco)- Macer in tocario B- Mathair in irlandese antico- Motina in lituano ( anche le lingue baltiche sono indoeuropee)È evidente come ricorra la bilabiale nasale sonora e la dentale nel corpo della parola.
Si può effettuare questo confronto anche con i lemmi riguardanti le parti del corpo, come ad esempio‘ginocchio’:
- Genu in latino- Genu in antico ittito (anch’esso lingua indoeuropea)- Ianu in antico indiano- Goni in greco- Kneva in gotico- Ginocchio in italiano (da gen-uculum, quindi abbiamo un suffisso toscano)
I settori del lessico nei quali è possibile rinvenire delle parentele tra le lingue, che ci riconducono andun’antica e unica matrice indoeuropea riguardano i numeri, le parti del corpo, i pronomi personali, alcuninomi di animali, e sono settori del lessico che fanno
indoeuropee e quindirispetto al sistema indoeuropeo più antico, il latino si presenta in parte come una lingua conservativa, in partecome una lingua innovativa. Un primo elemento di conservazione è il sistema dei casi, e i casicaratterizzavano le lingue indoeuropee (oggi le lingue indoeuropee che non hanno i casi è perché nel tempo lihanno persi, hanno subito un'evoluzione queste lingue; il sistema di gestione dei sostantivi, degli aggettivi edei pronomi è una caratteristica etimologica delle lingue indoeuropee). Nel latino rappresentano una ereditàdell'indoeuropeo ed è più semplice rispetto s quello dell'indoeuropeo: nelle parlate indoeuropee troviamocasi di cui troviamo tracce nel latino arcaico ma che poi nel latino dei classici non troviamo, come il casolocativo, che indicava il compl. di luogo, e il caso strumentale; essi si perdono e vengono sostituiti con l'usodelle preposizioni e con il ricorso
all'ablativo o all'accusativo a seconda delle situazioni, e quindi i casi da 8 divengono 6 in latino: nominativo, ossia il caso del soggetto, genitivo, ossia il caso del complemento di specificazione, il dativo, il caso del complemento di termine, l'accusativo, ossia il caso del complemento oggetto, il vocativo, ossia il caso del complemento di vocazione, e l'ablativo, ossia il caso che racchiude tutti gli altri complementi. Un altro elemento da considerare riguarda il sistema dei modi verbali, anch'esso più complesso nel sistema indoeuropeo e semplificato in latino, poiché in latino non abbiamo l'ottativo, mentre in greco c'è, per esempio. Ancora un altro elemento importante è l'accento: da quello che si riesce a ricostruire sulla base della comparazione linguistica, l'accento nelle antiche parlate indoeuropee non era mobile ma fisso, e tendeva a stare sulla prima sillaba delle parole, mentre in latino è.
mobile e dipende dalla quantità dell'ultima sillaba (facendo riferimento al vocalismo latino, un sistema vocalico a 10 suoni vocalici, distinti in relazione alla quantità, ossia le vocali si distinguevano in lunghe e in brevi, e quindi si fa riferimento alla quantità). 14/11/17 L'espansione del latino segue l'espansione di Roma, quindi tutte le vicende di tipo militare, e poi le vicende di tipo politico, ossia la fondazione dell'Impero, rappresentano il quadro generale entro cui vanno collocati la storia e l'espansione della lingua latina. Grazie a tali eventi il latino diviene una lingua parlata da milioni di parlanti molto diversi tra loro, una comunità ampia e variegata. Bisogna ricordare alcune date che costituiscono i momenti importanti nel corso della storia e dell'espansione del latino. Il latino era già verosimilmente parlato nel 9/8 sec. a.C. mentre i primi documenti scritti risalgono al 6/5 sec. a.C., ma soltantointorno al 240 a.C. Roma ha già conquistato la penisola italica, quindi il latino è la lingua parlata nella penisola e che va abbastanza rapidamente a sostituire le lingue italiche praticate dalle comunità parlanti della penisola nella fase di crescita della potenza romana. Poi nel 197 a.C. Roma completa la conquista della penisola iberica; nel 146 a.C. è arrivata a conclusione la conquista dell'Africa settentrionale, che si affaccia sul Mediterraneo; nel 120 a.C. si ha la conquista della Gallia meridionale, ossia di tutti quei territori a sud della Loira, che si affacciano sul Mediterraneo; nel 50 a.C., grazie a Giulio Cesare, ci sarà la conquista della Gallia settentrionale, fino ad arrivare all'attuale Belgio. È evidente come ci sia una differenza nei tempi di latinizzazione dei territori in Francia e a ciò si collega la differenza sul piano linguistico tra i dialetti occitanici e quelli oitanici; nel 107 d.C. i romaniconquistano la Dacia, ossia l'attuale Romania, grazie all'imperatore Traiano. A cominciare dal 50 a.C. i romani si spingono anche in Inghilterra e installano alcune legioni lì, e che vi rimarranno a lungo, per i tre secoli successivi, e quindi inizierà una latinizzazione dell'Inghilterra che però non arriverà a compimento perché questo processo sarà interrotto dalle invasioni barbariche, che già dalla fine del I sec. d.C. iniziarono a creare problemi ai Romani soprattutto lungo la linea di confine del Reno, il confine più importante. Dato che i romani dovranno impegnarsi a difendersi, gradualmente ritireranno le loro truppe e abbandoneranno l'espansione in territorio inglese. Anche la toponomastica ci attesta, così come la permanenza delle strade e di monumenti, che l'influenza romana ha perdurato e ha avuto un certo peso. Il fatto che il latino si espande e diviene la lingua di tutte le popolazioni
conquistate potrebbe far pensare che i romani abbiano imposto il latino, attuando una politica di sostegno attivo della propria lingua. In realtà ciò non è accaduto, non se ne hanno notizie, quindi bisogna pensare al fatto che i romani si disinteressarono sempre del destino della loro lingua e di quelle dei popoli conquistati, ma è bisogna capire perché queste popolazioni assoggettate abbandonano le loro lingue e si adeguano al latino, che diviene così importante per loro che diviene la loro lingua madre la scelgono per tutti gli usi. L'unica lingua rispetto alla quale il latino non riuscì ad imporsi fu il greco, non ebbe il giusto prestigio, la giusta forza. Sostanzialmente ciò accade perché questi popoli sono spinti naturalmente ad acquisire il latino perché tutti capiscono che essendo la lingua dei dominatori essa è la lingua che permette di avere un qualche ruolo nella società che viene a formarsi, esolo la sua conoscenza e la sua competenza potevano garantire ciò. È anche vero che le lingue di questi popoli erano lingue che in rarissimi casi avevano una tradizione scritta alle loro spalle, e quindi si trattava di lingue che non potevano fondare la loro forza e il loro prestigio su una tradizione culturale messa per iscritto, né potevano contare sul fatto che venissero insegnate in contesti appositi; e invece tutto ciò riguardava il latino che aveva dalla sua il fatto che già all'epoca delle conquiste esso è una lingua scritta ampiamente per usi letterari, giuridico-amministrativo, di tipo religioso, e per tutti gli usi concernenti la comunità, e inoltre era una lingua insegnata a scuola (scuole presenti in tutti i centri urbani man mano che i territori venivano conquistati) in base ad un sistema pedagogico identico in tutti i territori. Ciò facilitò il fatto che le popolazioni scelgano il latino come propria lingua.abbandonino le loro lingue originarie. Tutto ciò avviene in maniera graduale e con tempi diversi, più o meno rapidi (si parla di generazioni) e ciò dipende anche dai contesti: ad esempio nei centri urbani la latinizzazione è stata più rapida che altrove, laddove esistevano scambi commerciali come empori o mercati, dove non vi erano solamente mercanti romani ma anche altri provenienti da altri territori dell'impero, poiché in un territorio così vasto il latino era una lingua veicolare, utile per tutti, per potersi muovere e parlare, per farsi capire (tutti gli imperi sono territori plurilingue essendo molto vasti ma hanno bisogno di almeno una lingua che tutti possano utilizzare per comunicare), per il commercio e la produzione. Nelle campagne e nei luoghi lontani dalle città la situazione è diversa (es. in territori rurali nella Gallia del nord ancora intorno al 5 sec. si hanno iscrizioni celtiche, e quindi qui la
latinizzazione ha avuto tempi diversi). Per le comunità che entrano a far parte dell'Impero, il latino assume tutte le funzioni che servono alla vita, da quelle pubbliche a quelle private, ed è grazie a ciò che i territori vengono latinizzati per