Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BANDAKA SUDDITO
DAIVA / DAEVA 22 ottobre 2014
Messaggio del re inviato sotto diversi formati, in tavolette e pergamene, in diversi paesi; nel libro di Ester
si parla degli editti del sovrano achemenide, divenendo quindi fonte insieme alle iscrizioni stesse. Aspetti
ideologici + mitici + religiosi: appartengono a questa forma di comunicazione, la LETTERA (genere
dell'epistografia, che ha una vera e propria ritualità).
La lingua aramaica era quella più usata, perché lingua del re e lingua delle amministrazioni.
Sistema postale, sistema delle comunicazioni delle infrastrutture, ordini del sovrano e dei suoi satrapi,
governatori, funzionari: abbiamo diversi documenti che ci fanno capire questa trasmissione, scambio di
comandi, idee, ecc: sistema capillare ed efficace.
Centralità del sovrano e del suo messaggio.
Pratica dell'epistografia: rappresenta il re nella sua assenza, mostra il sistema complesso postale, rimarca
la sua ideologia, eternizzandola.
Lettera con varie valenze, simboliche, religiose, legate al tema della salvezza, perché la parola del sovrano
libera o vincola, oltre al normale valore politico. La parola del sovrano è una parola di comando, che
impone, vincolando il destinatario, ma comunque può portare sollievo, salute, fattore che viene rimarcato
molto spesso nelle lettere, tramite i 'saluti' finali (uso che è arrivato fino ai nostri tempi).
Lettera di Dario, riprodotta su una stele, un manufatto di pietra: mandata tramite pergamena ma
talmente importante da essere riprodotta in greco su una stele, trasmessa in zona di cultura greca, dove il
sovrano e la sua corte doveva utilizzare proprio la lingua greca. Integrazione della etnoclasse dominante
degli achemenidi con i popoli stranieri, utilizzando quindi terminologie locali in modo tale che siano
comprensibili.
Tema della concezione degli achemenidi verso altre culture e divinità.
Parla il mittente, il re Dario, poi il destinatario, e dopo i due punti viene trascritto il contenuto, con uno
stile simile alla nostra lettera: le loro lettere erano rotoli chiusi con sigilli reali, gesto cerimoniale di estrema
importanza, che ufficializzava il messaggio.
Auto presentazione di Dario, 're dei re', si rivolge al 'suddito', bandaka, resa in greco con una parola che
indica lo schiavo (deviante traduzione, non corretta); la formula iniziale è ripetitiva, uguale a tutte le altre
iscrizioni del Re Dario, tipica sua apertura ad ogni esposizione: affermazione del sovrano che parla in
terza persona.
Il contenuto del messaggio fa capire come era radicata la rete degli informatori del sovrano (spie,
informatori, occhi e orecchie del re: onniscienza del sovrano, paragonata a quella del dio); contiene
lamenti ma anche desideri, esortazioni del mittente verso il destinatario.
Vengono mostrate le tecniche agricole che aveva un'importanza fondamentale e che rendevano
preoccupato il re, se questa non veniva valorizzata, perché la terra porta frutto, vita, la terra deve essere
fatta fertile (lode del re alle intenzioni del satrapo, da questo punto di vista): riconoscenza dei benefattori
del sovrano, premiati, inclusi nelle 'liste ufficiali' del sua casa, archivi in cui venivano segnati le persone che
avevano ben agito, come sistema di controllo e riconoscenza, oltre a riportare i fatti del giorno e
registrare le attività amministrative, giuridiche, ecc.
Informazioni sul rispetto degli achemenidi verso altri dei, tipo Apollo, legato ad una dimensione oracolare,
di profezia; sia Dario che i suoi avi avevano mostrato questo rispetto verso Apollo.
Importanza di ciò che è vero: Dario agisce unicamente per far capire ai suoi ascoltatori che quello che
dice rappresenta la verità; vista l'importanza di Apollo, questa divinità doveva essere rispettata: il
destinatario ha imposto ai giardinieri di Apollo di coltivare zone profane, questa è l'accusa posta da
Dario, che rappresenta un sacrilegio perché viene profanato un mestiere sacro.
Messaggio conciliante, dove viene mostrato un animo offeso, incitando a cambiare atteggiamento
altrimenti sarebbe arrivata l'azione del sovrano... Ma il testo si interrompe, quindi non sappiamo come
continua l'ammonimento.
Testo breve, testimonianza che completa gli effetti della parola del sovrano.
Lettere persiane: lettere, in cuneiforme, con al centro il sovrano assiro, che aveva attenzioni nella sua
parola e nella sua persona. L'effetto era quello di suscitare un determinato comportamento, reazione,
performare la persona.
Performance: rappresentazione per definire determinati usi, atti linguistici; il linguaggio non è mai neutro,
vuole provocare reazioni (fisiche o di semplice ascolto): il potere performativo è quello di suscitare una
reazione, far accadere qualcosa di positivo o negativo: un complimento può provocare un rossore, un
ringraziamento, uno schiaffo può provocare una reazione violenta, un ordine può provocare un
movimento corrispondente alla richiesta.
Comunicazione fatta di parole e di gesti, di mimica (approvazione o negazione), tutti gli effetti che il
linguaggio provoca. La comunicazione che ruota intorno al sovrano vuole provocare un'attenzione, una
reazione e infine una risposta al messaggio.
Questi messaggi nel fatto stesso di essere trascritti mostrano l'omaggio ma anche la deprecazione nelle
risposte dei sudditi del sovrano: quello che scrive è legge, ufficializzato con il sigillo reale.
Carisma del sovrano assiro così come quello achemenide; così come era uguale il saluto, ŠULMU, cioè
salve, derivante poi nell'Ebraico Shalom, parola propizia utilizzata nelle lettere per augurare salute, in
conclusione del messaggio: deriverà nel messaggio di salvezza.
Pag 161
Libro 3* di Erodoto
Erodoto ha dedicato vari libri alla Persia, importante perché contiene notizie anche differenti dei fatti
storici, dando il suo parere e dicendo la fonte.
Fatto: uccisione di due ambasciatori di Dario, fatto visto ingiustamente. Viene descritta la reazione di
Dario, che vuole punire Orete per le sue colpe.
Questa persona non era completamente assoggettato a Dario, quindi non poteva mandargli contro
l'esercito; cerca di giocare d'astuzia: convoca i persiani, chiedendo loro di portargli Orete: bisogna
fermarlo con la morte, prima che commetta altri danni. Vennero tirati a sorte i contendenti. Venne
designato Bageo, che scrisse varie lettere con sigillo di Dario (segno di distinzione) e andò dal traditore,
in modo tale che leggesse le lettere, tramite il segretario regio.
Riferimento del rispetto manifestato dai soldati nei confronti di lettere provenienti dal loro sovrano.
Comportamenti provocati ben prima che venga conosciuto il messaggio.
Aspetto performativo, che ha provocato l'azione di lasciare le armi: successivamente, in un'altra lettera
venne comandato loro di tirare fuori le armi ed uccidere Orete, cosa che fu subito fatta dai soldati
persiani. Obiettivo era limitare la violenza pubblica, spargimenti di sangue. Il fatto che la parola del re
viene resa pubblica, parlata ad alta voce, la fa accettare senza esclusioni: anche per questo i soldati
reagirono d'istinto, richiamando l'appartenenza etnica, per farsi ubbidire.
Grande gioco d'astuzia, realizzata tramite lettere del re: lo rappresenta anche in sua assenza, in differita.
Quando le parole vengono declamate, è come se il sovrano fosse presente.
Non si presta referenza verso un oggetto, come la lettera, ma verso le parole che rappresentano il
sovrano.
Pag 143
Spedizione di Dario contro gli Shiiti: dinamiche di scontro tra Dario e questo popolo, contro i suoi re,
che mandarono un araldo con doni ai persiani (uccello, topo, rana, cinque frecce: messaggio cifrato, per
oggetti, per evidenziare il fatto che gli Shiiti non conoscevano la scrittura, ma comunicavano tramite
oggetti, nodi, tacche su bastoni, sigilli, segni; rudimentale ma efficace).
I persiani cercarono di capire il significato dei doni, tramite una consultazione del consiglio: messaggio di
sottomissione o di minaccia?
Ambiguità del messaggio, vi erano vari modi per comunicare, con oggetti, mezzi strani come tatuaggi in
schiavi, segni, decorazioni particolari... Soprattutto valeva per i popoli senza scrittura, delle steppe.
Pag 155
Libro di Tucidide
Scambio di lettere tra Pausania, comandante spartano, e Serse: quest'ultimo, rallegrandosi della lettera,
mandò un suo rappresentante a Bisanzio per portare la sua risposta sigillata col suo stemma,
attendendo con trepidazione la sua risposta.
Il mittente, il re, dice al destinatario...: poi c'è il contenuto della lettera. Il re manifesta il suo favore verso la
persona con cui parla, che diviene un suo benefattore, rientrando negli archivi favorevoli del sovrano.
Riferimento alla notte e al giorno: quello che il re vuole deve essere compiuto sempre, giorno e notte.
La reazione su Pausania non fu solo il consenso, ma gli provocò un senso di superbia, che non riuscì più
a contenersi, cominciando ad eccedere nei comportamenti, comportandosi come i persiani, in modo
ridicolo, inaccessibile, iracondo tanto che nessuno gli si poteva avvicinare.
Viene mostrato l'effetto concreto della lettera nel destinatario.
Ci viene mostrato come i greci vedevano i persiani e loro stessi: inorgoglirsi, andare oltre la misura, non
era accettato; è un'accusa e una denuncia verso quei greci che assumevano modi di fare in stile persiano,
chi 'medizzava'. Aspetto non neutrale che non è più una moda di canoni lussuosi, ma si diviene preda
dell'ira, inaccessibili: Tucidide mostra l'effetto di una lettera di favori, di ringraziamenti, da parte di un re.
Imitare: forma di superiorità, di invidia, per scimmiottare comportamenti, ostentazioni che non
appartenevano alla mentalità greca.
Pag 222
Libro degli stratagemmi di Polieno
Paragrafo 5, in cui un satrapo compie un assedio, quando poi riceve una lettera da parte del re in cui gli
veniva proibito di assediare la città: compì sacrifici per ringraziare le buone notizie, come se fossero
benefici da parte del re, come se lui fosse presente (gesti di rispetto nei suoi riguardi).
Questo concetto si può estendere anche secoli dopo, ad altre situazioni, nei rapporti tra Persia e Roma
e poi con Bisanzio, dove troviamo una venerazione della lettera reale, perché manifesta il sovrano agli
occhi dei suoi sudditi: contesto tipicamente orientale, persiano, che si estende in altri ambiti occidentali.
Reazioni: rispetto, omaggio, orgoglio, imitazione, sacrifici, ubbidienza. 23 ottobre 2014
Iscrizione sulla Tomba di Dario:
Grande circolazione, alcune citazioni le ritroviamo in testi greci, divenendo così molto simile alle iscrizioni
achemenidi, persiane.
Questa iscrizione, leggendo Erodoto, ci immette negli usi funerari orientali, soprattutto quelli che
riguardano i soldati achemenidi, inumati in