Il periodo Tokugawa è definito come un'epoca di dualismo e contrapposizione, in
considerazione della polarizzazione delle attività culturali ed economiche in due aree
contrapposte: quella del Kinki,con la capotale Kyoto e la città di Osaka, e quella del Kanto.
Queste caratteristiche di dualismo sono osservabili anche in altri ambiti linguistici (come i
socioletti), nella differenziazione tra la lingua dei cittadini e quella dei samurai. Gli studi di
storia della lingua tendono a dividere in due periodi separati il giapponese del periodo
Tokugawa, descrivendo nella prima fase la varietà del Kinki, e in quella più recente la
varietà di Edo(Edogo). Le fonti disponibili per la prima metà del periodo sono il prodotto
dell'area della capitale imperiale e della cultura cittadina di Osaka, da cui ebbero origine
diverse opere narrative e rappresentazioni del kabuki. Nel 18° secolo, il prestigio culturale
si sposta a Edo, che porterà anche un ruolo diverso della varietà lì parlata, con la
conseguente nascita di dizionari dialettali.
-Fonologia-
Nel periodo Tokugawa si nota la scomparsa dell'opposizione dei tratti "aperto" e "chiuso"
della /o/; la differenziazione viene conservata solo in alcuni generi testuali particolari. Per
quanto riguarda i nessi vocalici, si nota una stabilizzazione del fenomeno di allungamento
della vocale /u/ quando segue sillabe terminanti in /i/ o /u/.La perdita di distinzione tra
affricate e fricative sonore giunge a compimento . Si nota la perdita della semivocale /w/
nelle sillabe /kwa/ e /gwa/, che diventano /ka/ e /ga/. Le vocali diventano tutte semplici.
Si intensificano i mutamenti eufonici con un'accentuazione della valenza sociolinguistica
identificativa di questi tratti con l'opposizione Kansai/Edo. I mutamenti onbin dei periodi
precedenti si stabilizzano, giungendo a un sistema di variazioni praticamente uguale a
quello moderno. In questo periodo giunge a compimento lo sviluppo del sistema
dell'accento.
-Grammatica-
Nella varietà di Edo si riscontrano le alloforme di "ore",come "ora" e "oira",con il suffisso
pluralizzatore "tachi". Per la seconda persona è attestata la forma omae ,usata senza
distinzione di sesso. La forma anata, che fino alla prima metà del periodo Tokugawa
designava la 3a persona, dalla seconda metà passa ad essere usata per la 2a persona.
Tra le forme poco cortesi troviamo kisama,ware,unu e unura. Per la terza persona si nota
il ricorso ad ano kata. Tra i pronomi interrogativi si diffonde "dare".
Dalla 2a parte del periodo Tokugawa le coniugazioni verbali si riducono a cinque: verbi
consonantici (yodan), verbi vocalici (kami ichidan e shimo ichidan), e verbi irregolari
(kahen e sahen). Si tratta di un cambiamento che normalizza la lingua standard senza più
mutamenti rilevanti. Il processo di riduzione delle coniugazioni (ichidanka) si diffonde nella
lingua di comunicazione; questa assimilazione porta a far combaciare la forma attributiva e
la forma finale del verbo, con un'economia nella morfologia verbale. Si nota anche una
specificazione nell'uso delle coniugazioni, con il ricorso a ulteriori ausiliari che riducono
l'incidenza d'uso di alcune forme.
Per quanto riguarda gli aggettivi, viene usata un'unica coniugazione,essendo scomparsa
la distinzione tra -ku e -shiku. L'evoluzione negli usi degli aggettivi è analoga a quella dei
verbi per quanto riguarda le forme mizenkei e izenkei. Si diffonde l'uso del prefisso o- con
valore esornativo, legato agli aggettivi (o-hazukashii koto).
Nella varietà del Kinki, al posto della coniugazione con -tari, si nota un uso di na , sia nella
rentaikei che nella shuushikei, per quanto riguarda gli aggettivi nominali; mentre nella
varietà di Edo viene utilizzata la copula da per la forma finale. Si delinea, quindi,il modello
d'uso del giapponese moderno. La coniugazione di questo tipo di aggettivi prevede
l'alternativa cortese desu.
Per i verbi ausiliari, molte delle forme attestate in precedenza, non sono più presenti in
epoca Tokugawa,ma ne compaiono di nuove. Le forme -ruru e -raruru, usate per il
passivo,potenziale e onorifico, mutano in -reru e -rareru, mentre -suru e -sasuru mutano in
-seru e -saseru. -Tari diventa obsoleto e viene sostituito da -ta per il passato. Come
ausiliari dubitativi sono frequenti -gena, -sona, -rashii e -bei. Il primo è tipico dell'area del
Kinki. L'ausiliare -rashii è attestato principalmente nella seconda parte del periodo
Tokugawa ed è usato soprattutto con i sostantivi. Per gli ausiliari verbali negativi si nota la
forma -nai, che sostituisce -nu e -n, così come -nakatta sostituisce -nanda. Per la copula è
attestato -ja,mentre più tardi si diffondono da e desu. A queste due forme si affianca
nari,usata spesso come forma sospensiva correlativa (sia...sia..), oppure nella forma
finale. Da e desu non avevano ancora la stessa restrizione odierna, secondo cui,
appartenendo a due registri diversi non possono stare nella stessa frase. L'ausiliare
comparativo gotoshi rimane solo nella forma gotoku ,che però viene sostituita dalla
costruzione yoo-na.
Le particelle assumono in molti casi l'uso che hanno oggi. Tra le particelle finali si notano
nuove forme , ad esempio yo con valore esclamativo e altre.
-Il lessico-
Ad una prima parte in cui è preponderante il peso della cultura di Osaka, ne segue una
seconda in cui è Edo a diventare polo egemone della cultura. Dal 18° secolosi afferma una
varietà conosciuta come Edogo , che può essere definita un ibrido tra dialetti del Kanto,di
Kyoto e di Mikawa. L'irrigidimento del sistema a quattro classi (nobili e
samurai,contadini,artigiani,mercanti), porta a una differenziazione del vocabolario e allo
sviluppo di gerghi particolari. Con l'istituzione di scuole superiori e la diffusione dei
Terakoya, si incoraggia la conoscenza dei lessici tipici della lingua scritta e un graduale
uso del vocabolario della lingua comune. Le scuole destinate all'istruzione superiore
basavano l'insegnamento su testi neoconfuciani e sulla lettura di kanbun ; i terakoya
contribuirono ugualmente a diffondere la terminologia sino-giapponese, influenzata dal
vocabolario religioso. I kango continuavano ad essere ampiamente usati nella
conversazione quotidiana. Ci fu anche la formazione di verbi da singoli morfemi cinesi,
grazie all'aggiunta del suffisso -ru o -zuru (suru), come in ryooru(cucinare). Va,infine
ricordato il contatto con le lingue occidentali, importante per l'introduzione di prestiti
dall'olandese, ma anche per la formazione di lessici tecnici attraverso i calchi (es:
garasu,koppu,..). Inoltre gli studiosi occidentali (rangakusha) contribuirono alla traduzione
di termini scientifici attraverso l'uso di morfemi di origine cinese, cui veniva assegnato un
rapporto con i morfemi della terminologia originaria.
-Linguaggio onorifico-
In questo periodo nascono città di grandi dimensioni, il cui tessuto sociale è costituito da
cittadini appartenenti a ceti molto differenziati. Per questo motivo si nota un aumento nella
frequenza d'uso delle forme onorifiche. Si nota una sistematizzazione dell'uso dei prefissi
onorifici come -go e -o,il primo per i lessemi sino-giapponesi e il secondo per quelli
giapponesi. L'uso di o- si diffonde anche nella formazione di verbi onorifici secondo la
struttura o-verbo+nasaru , che rimarrà anche nel giapponese odierno. L'onorifico degli
aggettivi si forma aggiungendo o- come prefisso, oppure con la forma avverbiale
dell'aggettivo, seguita dal verbo cortese gozaru. Per i suffissi,oltre -dono e -go si
diffondono anche -sama e -san. Per la formazione di verbi onorifici, in assenza di forme
alternative, le strutture sono costituite dalla ren'yookei o da un sostantivo sino-giapponese
usato come verbo più suru (fare). Nel linguaggio umile ci sono molte forme derivanti da
quello cortese, ad esempio quelle derivate da gozaru. L'ausiliare -masu diviene molto
comune per la forma cortese dei verbi.
Capitolo 6- Il Giapponese moderno:dal periodo Meiji in poi
Già nel periodo Meiji la storia del giapponese è volta specialmente alla creazione di una
lingua nazionale (kokugo), intesa come strumento di comunicazione unitario. I mutamenti
essenziali del giapponese moderno riguardano principalmente il lessico.
-Distribuzione geografica delle varietà regionali-
Per i periodi precedenti esistevano varietà regionali del parlato con uno status superiore
rispetto alle altre e l'unico codice linguistico "nazionale" era la lingua scritta. Questa
centralizzazione della lingua scritta aveva determinato un allontanamento sempre più
marcato fra scritto e parlato. Con la restaurazione Meiji e le prime riforme scolastiche, il
nuovo governo giapponese da il via a una politica tesa a creare una lingua parlata
nazionale, in grado di essere compresa da tutti i cittadini. Con la diffusione di una lingua
comune attraverso l'istruzione scolastica, e poi in seguito con la radio e la televisione, il
grado di diglossia e di diffusione dei prestiti interni cambia. Le differenze tra i dialetti e il
giapponese delle isole principali sono tali che le varietà delle Ryuukyuu sono state
considerate lingue affini,invece che dialetti del giapponese. Per le Ryuukyuu fu pianificato
un programma di diffusione della lingua nazionale, grazie a dizionari e grammatiche
bilingui.
-Flussi migratori e contatti tra varietà regionali-
La restaurazione Meiji, l'abolizione dei feudi e l'istituzione delle prefetture,
l'industrializzazione, la colonizzazione delle terre vergini di Hokkaido, sono avvenimenti
che hanno favorito un aumento della mobilità sociale e delle migrazioni interne. Lo
sviluppo delle industrie favorisce la migrazione dalle campagne alle città,dove vengono
create nuove fabbriche. Si determina,quindi, una ridistribuzione della popolazione sul
territorio,che aumenta in modo costante fino al 1930. La politica seguita dal governo
prevedeva la scomparsa della lingua Ainu,non considerata degna di essere studiata,a
differenza delle varietà delle ryuukyuu.
-Mutamenti fonologici e fonologia del giapponese moderno-
Il sistema fonologico moderno non differisce particolarmente da quello del Periodo
Tokugawa. Quello della lingua standard contemporanea vede la presenza di 5 vocali
(a,i,u,e,o) con la /u/ aprocheila. Si notano,tuttavia,piccole variazioni: per quanto riguarda le
vocali si verifica una dittongazione di /au/ e /ou/,determinati dalla vocale della radice del
verbo yodan,che nel periodo precedente producevano la /o/ lunga. Per quanto riguarda le
consonanti,la realizzazione delle sillabe di origine sino-giapponese del tipo kwa e gwa si
stabilizza con la successione velare+ consonante (diventando ka e ga). Il contatto con