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ALTO-TEDESCO ANTICA

Mutazione consonantica: cambiamento che diventa stabilizzato nei vari dialetti in età carolingia.

VERBO

Il germanico semplifica notevolmente la struttura verbale dell'indoeuropeo. In indoeuropeo avevamo due tipologie di verbo: i verbi forti e i verbi atematici (verbo essere).

Il verbo forte viene mantenuto nel sistema delle lingue germaniche. Il verbo forte è quello che noi chiamiamo verbo irregolare. Il verbo forte si regge su un sistema che chiamiamo apofonia. Successione di un cambiamento di tipo qualitativo (cambia un suono del suono vocalico della radice) e di un cambiamento di tipo quantitativo (lunghezza del suono vocalico).

Drink drank drunk (successione apofonica quantitativa del tipo breve/breve/breve)

Il sistema apofonico serve per determinare il tempo verbale. Nelle lingue germaniche antiche avevamo paradigma formato da quattro forme: presente, preterito singolare, preterito plurale e participio preterito (simple past in inglese).

nell'esempio invece abbiamo solo 3 forme e quindi un solo preterito (nonsg. e pl.). Sleep slept slept (lunga/breve/breve) Un cambiamento di tipo qualitative che si combina con un cambiamento quantitative potrebbe portare ad un numero infinito di combinazioni. Schlafen schlief ge-schlafen Tendenzialmente ci sono successioni che si ripetono in maniera più costante. L'inglese è meno preciso da questo punto di vista poiché subisce il Great Vowel Shift. Il tedesco è molto più stabile dal punto di vista vocalico. Il cambiamento apofonico qualitativo e quantitativo potrebbe essere infinito. Invece nel sistema del germanico questo sistema combinatorio è riconducibile a 7 tipologie= 7 classi dei verbi forti. Questo è un sistema ancora in uso nelle lingue germaniche ed è di tradizione indoeuropea (verbo forte e apofonia). Il sistema germanico introduce una novità nel sistema verbale: nuova categoria di verbi deboli. I verbi deboli

Sono quelli che noi chiamiamo verbi regolari, il verbo della radice non cambia. Ha una derivazione da qualcosa che già esiste. I verbi deboli li dividiamo in verbi deboli deverbali e verbi deboli denominali. Il verbo debole deverbale deriva da un verbo forte. Il verbo denominale deriva da un nome.

1) In tedesco fahren (andare) da cui è derivato il verbo debole condurre. Mentre il verbo fahren ha il suo paradigma da verbo forte: fahren | fuhr | gefahren (lungo/lungo/lungo). Ich führe ich führte ich habe geführt. La vocale qui è uguale in tutto il paradigma. Nel primo caso capivo il tempo verbale poiché cambiava la vocale.

2) To play > play. I play i played i have played. Il vocalismo rimane uguale. Se ho la vocale che è sempre la stessa capisco il tempo verbale dalla presenza o assenza di un suffisso con suono dentale. La forma passata di questi verbi è individuata da un suffisso dentale. Questa dentale dicono sia un verbo attaccato in forma.

enclitica.Play-[verbo] play-[do] si attacca un verbo in forma enclitica “gioco fatto” quindi indica che l’azione è passata. Questo può essere il significato del suffisso. Verbo enclitico con il senso di “fatto”.

Radice + tema (che nel corso del tempo è scomparso) + [suffisso] (può esserci o non esserci) + uscita

Es. Sand + ja (tema)

Sgl. 1,2,3 io/tu/egli

Duale 1,2 noi due/voi due (alcune lingue come il gotico e inglese antico hanno il duale)

Pl. 1,2,3 noi, voi, essi

Il duale scompare nelle lingue germaniche moderne. La successione di singolare e plurale rimane in alcune lingue (tedesco, islandese). L’inglese rende uguali 1 e 2 persona singolare, la 3 è diversa con la s mentre rende assimilate le forme plurale.

Abbiamo verbi forti, verbi atematici e verbi deboli. L’uscita del verbo debole è rimasta in alcune lingue come il tedesco. Sg. e, st, t pl, en, t, en

Il verbo debole a seconda del tema che presenta mi colloca il

Verbo in quattro tipologie diverse che chiamiamo classi. Nel verbo forte abbiamo 7 classi. Se abbiamo lingua in cui il verbo tende ad assimilare forma delle persone del plurale o a far sparire uscita del verbo non riesco più a capire di che persona sto parlando se non ho marca morfologica. Per questo diventa obbligatorio nelle lingue germaniche l'espressione del pronome personale soggetto. In italiano non abbiamo questo obbligo perché è rimasto ben evidente il sistema delle uscite del verbo. Nelle lingue germaniche si perde l'uscita poiché l'accento cade sulla radice del verbo tutte le altre sillabe diventano meno pronunciate (rizotonia). Quindi tende a perdersi. Così come è avvenuto nel passaggio da latino a italiano per quanto riguarda i sostantivi.

Verbo preterito-presente (modali)

  • Can
  • could
  • Will
  • would
  • May
  • might
  • Shall
  • should

Nel paradigma mescolano forme proprie del verbo forte con forme proprie del verbo debole.

Le forme del passato nel paradigma presentano una dentale e hanno la costante del vocalismo. Non cambia il vocalismo tra il preterito e il participio preterito. Suono dentale può essere sordo o sonoro. Verbo modale forma il suo preterito e participio preterito sulla base di come si costruisce un verbo debole. Se vado a coniugare can non ho la forma she cans con la s che mi indica la terza persona. Non abbiamo una forma propria del verbo debole. Qui non abbiamo un uscita. La stessa cosa avviene in tedesco tranne per la seconda persona kann kannst kann. Freterito presente è forma di verbo forte che però da un punto di vista apofonico qualitativo e quantitativo è al passato (la vocale di questo verbo forte). È il passato di un verbo forte, una forma preterita. Can come dire "potevo". Dobbiamo distinguere forma linguistica dal valore linguistico. Perché forma del passato viene ad avere valore presente? Viene sottolineato aspetto risultativo del verbo.

Mette in luce volontà dell'azione. Nell'italiano colloquiale si usa verbo di tipo modale al passato quando pensiamo che l'azione si stia svolgendo al presente. Entro dal tabaccaio e chiedo "Volevo un pacchetto di caramelle". La volontà di comprare le caramelle è già nel passato quando entro nel negozio per farlo. Nel tempo questo verbo modale, che aveva una sua forma forte al passato, viene ad assumere significato di presente. Per distinguere presente dal passato diventa una costruzione di tipo deverbale, il verbo forte utilizza una forma debole del verbo. Non cambia la vocale e rimane suono dentale. Vengono chiamate preterito-presente. Si costruisce come un verbo debole e ha valore di presente. L'indoeuropeo aveva delle proprie uscite per quanto riguarda la forma passiva e il futuro. Il germanico non eredita dall'indoeuropeo le forme del futuro e del passivo. Il passivo si costruisce con una struttura perifrastica (con verbo servile) mentre per il futuro.

non ha una forma e per le lingue germaniche antiche viene espresso dal presente. Lingue germaniche entrano in meccanismo di semplificazione del sistema verbale ma hanno bisogno di maggiore chiarezza espositiva per non confondersi. Diventano degli elementi costanti nella struttura sintattica della frase germanica che per questo si va sempre di più irrigidendo. Mentre nelle lingue indoeuropee la struttura della frase è piuttosto mobile c'è invece un ordine fondamentale nelle lingue germaniche S V O (soggetto verbo oggetto). È obbligatoria sempre più la vicinanza tra soggetto e verbo per intendere di cosa si sta parlando. Il nome viene declinato nelle lingue germaniche. Prevalgono 5 casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo e strumentale (in maniera più residuale). Strumentale si ritrova in alto-tedesco antico e gotico e inglese antico. Ora i casi sono presenti soltanto nel tedesco e nell'islandese. Anche se in tedesco il dativo sta

Soppiantando il genitivo. In islandese il dativo si mangia l'accusativo. DATIVITE. Anche aggettivo viene declinato. Aggettivi si differenziano anche per il genere: maschile, femminile e neutro. Aspetto che si vede nel tedesco. Non si nota più nell'inglese.

LE MIGRAZIONI GERMANICHE (SEZIONE II)

Nella storiografia italiana definiamo l'ingresso delle popolazioni germaniche nell'impero romano d'Occidente come delle invasioni e non come migrazioni. Il linguaggio è debitore della cultura ottocentesca in cui il barbaro germano veniva considerato distruttore della città, esseri primitivi. Per il mondo di area anglo-germanica non si parla di invasioni bensì di migrazioni. Questo è più aderente alla realtà storica perché non si trattò di vere e proprie invasioni bensì di spostamenti di genti.

Le genti germaniche che parlavano una delle tante varianti di una lingua germanica provenivano dal bacino da cui provenivano gli

indoeuropei che si collocavano intorno al mar Caspio. Popolazioni dediche all'arte guerriera. Da una parte si spostano verso Oriente (verso il continente indiano) dall'altra verso Occidente (centro settentrionale Mare del Nord e Mar Baltico, Polonia settentrionale e Scandinavia). Si collocano soprattutto intorno al mare del Nord e al mar Baltico. Costa della Polonia e parte meridionale della penisola scandinava. Genti si stanziano verso sud e si spostano verso il bacino del fiume Reno, raggiungendo pian piano il crinale delle Alpi. Siamo intorno al I sec. a.C. Un primo incontro tra le genti germaniche e il mondo romano interviene intorno al 101 a.C. quando ci sono delle popolazioni che prendono il nome di Cimbri e di Teutoni che dall'Europa centrale entrano dentro i confini della Repubblica romana. Cominciano a devastare il territorio che oggi coincide con l'area del Piemonte e da lì scendono fino alla Provenza. Queste popolazioni vengono affrontate da Caio Mario (ci vienenarrato da Plutarco, che scrive le Vite Parallele in cui mette a confronto un personaggio famoso del mondo latino con uno del mondo greco). Caio Mario combatté contro queste genti a Aquae Sextiae (Aix-en-Provence) in cui questi barbari vengono sconfitti dall'esercito romano. Queste genti vengono scacciate fuori dai confini dell'area romana e non si sente più parlare di loro. Questa incursione lascia influenze nell'inglese: Teutons è il nome che usiamo oggi per barbari (germani) per non confonderlo con Germans = tedeschi. Il successivo incontro con questo tipo di genti lo ha Caio Giulio Cesare il quale durante le sue campagne di Gallia non solo conquista quest'ultima (ce ne parla nel De bello Gallico) ma si spinge anche al di là del fiume Reno tentando di ampliare le proprie conquiste. Il De bello gallico non è un lavoro assolutamente veritiero ed onesto, non è un resoconto sto
Dettagli
A.A. 2020-2021
110 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisafesti2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Zironi Alessandro.