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LA CRONACA ANGLOSASSONE
La CRONACA ANGLOSASSONE è una collezione di annali scritti in Old English. Il primo manoscritto è stato redatto alla fine del IX nel Wessex presso la corte di Alfredo il grande, a Winchester.
Le varie copie vennero distribuite nei monasteri inglesi, che le aggiornavano a seconda della storia locale. In un unico caso è stata aggiornata fino al 1154. Le parti più antiche sono datate 60 a.C. (invasione di Cesare in Britannia).
Solo 7 manoscritti sono interamente in Old English (sassone occidentale, dialetto prebalente nell'area anglosassone) e la maggior parte dei documenti a noi pervenuti sono in s.c. (minuscolo anglosassone, spesso alcune abbreviazioni non si comprendo servono studio paleografico).
Uno dei più importanti è la versione E detta Cronaca di Laud (o di Peterborough) a Bodleian, MS. Laud 636, che contiene elementi unici sulla storia dell'Inghilterra dopo la conquista normanna. Probabilmente è stato copiato nel 1121 per poter salvare i documenti rovinati nell'incendio del 1116 (così il manoscritto "E" fa parte del "Notham Recension". Il termine "Laud" deriva dal nome dell'arcivescovo che per ultimo lo ebbe in possesso (1635)).
Il testo è posto su due colonne usando la minuscola insulare (inchiostro nero/bruno) e la maiuscola (inchiostro rosso; rubrica, elemento paratestuali). Sono presenti molte abbreviazioni (segni tachigrafici). La punteggiatura non è sintattica, ma ritmica, va quindi interpretata.
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La punteggiatura sintattica e' un'interpretazione moderna, non si trova nelle edizioni diplomatiche, ma solo in quelle interpretative moderne. Lo stesso vale per le capitali, che sono incipitarie, ma non usate come le moderne.
· Inizia con una formula in latino, in riferimento al concilio di Calcedonia avvenuto proprio nel 451
· “Martianus ⁊ Ualenthus” = Marziano e Valentina, imperatori romani nel 5° secolo, rispettivamente d'Oriente e d'Occidente, il secondo figlio di Gallia Placida
· “7” = nota tironiana, corrisponde a “et”
· “onfengan” = preterito plurale (past simple), 7ª classe, verbo forte (on-fān), assumere
· “rice” = potere, regno, ricco, ne derivano “reich” e “rich” la base è indeoeuropea (+rēg > *rīg)
· “vii. winter” = 7 numeri (anni), unità di tempo arcaica (per categorie passive)
· “wyrtgeorn” = re delle popolazioni selvagge
· “cyning” = re, dall'indoeuropeo *kun-ing-oz (king)
· “sceoldan” = modale “shall”
· “secgan”= “to say”, dire. Geminazione consonantica provocata da “ja”, da qui deriva il nor. “segja”, saga
· “Brytwaloina” = celti, “walos”, in germanico
· “nahtscipe” = nullità, composizione lessicale nominale che crea nuovi sostantivi (determinante + determinato): “naht” = 0 ing. naught= (zero, nullità); nāǥan (aver bisogno di mancare di) → “scipe” → forma maschile (-ship)
· “cysta” = sostantivo astratto per “abbondanza” legato al verbo forte della 2° classe, dalla quale deriva “choose”
LA "PARKER CHRONICLE"
Si tratta del manoscritto più antico giunto fino a noi ed è noto come Parker Chronicle dal nome del vescovo Matthew Parker che lo ebbe in possesso. Non si sa molto di questo manoscritto, solo che venne in parte copiato nel "Manoscritto G" tra il 1001 e il 1012/13 d.C., e che nell'XI secolo era a Christ Church (Canterbury) dove venne usato dal copista del "Manoscritto F", ed esteso fino al 1070 in Old English e poi fino al 1043 in latino.
Questa cronaca ha un aspetto prosimetrico, nel manoscritto originale i versi non sono identificabili graficamente, ma scritti di continuo; si riconoscono dei versi solo leggendo versi lunghi allitterativi; ne risulta quindi un componimento encomiastico ed epico insieme, nonché un documento di propaganda nazionalistica sassone occidentale che celebra la vittoria di un re di una famiglia del Wessex contro un'orda celto-vichinga.
(Al nord dell'Inghilterra ci sono Pich, Scoti, una popolazione celtica, e un re di Dublino vichingo in Irlanda che l'aveva conquistata, regno iro-scandinavo, Anlaf)
E' un testo arcaicizzante nella sintassi, non sono quasi presenti articoli o preposizioni relative, anche se ha uno stile giustappositivo. Sono presenti molte "variatio" che collezgano i versi fra di loro.
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