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La filologia è anzitutto studio del testo

La filologia è anzitutto studio del testo, del testo inteso come manifestazione del pensiero attraverso la scrittura, della sua costituzione e, per così dire, della sua storia, cioè della sua trasmissione e delle sue possibili trasformazioni nel corso del tempo. Quindi, una disciplina testuale. Anzi, possiamo dire che fra le discipline testuali, come ad esempio l'analisi letteraria, la linguistica, ecc. (con le quali, peraltro, la filologia ha molti punti di contatto), è quella più strettamente legata al testo di tutte le altre. Dunque uno studio che voglia propriamente definirsi "filologico" non può prescindere da un riferimento preciso e costante ad un determinato testo, o a un insieme di testi aventi delle caratteristiche in comune.

A questo proposito vorrei sottolineare che, poiché i documenti scritti relativi alle fasi più antiche delle lingue germaniche sono spesso scarsi e problematici, anche il più piccolo

può essere una testimonianza preziosa; l'indagine linguistico-filologica prescinde dal valore artistico o letterario dei testi: qualunque testo, anche il più apparentemente insignificante è una testimonianza diretta di un dato momento storico-linguistico ed è quindi altamente significativo. Per esempio si possono studiare delle glosse (postille, note) in tedesco antico, in longobardo o in inglese antico contenute in un testo latino. Il termine "filologia" è di origine greca, ma non si tratta di un composto artificiale, creato e messo in circolazione da noi moderni (come grammofono o televisione), ma di una parola che i Greci hanno veramente usato. Platone (IV sec. aC) definì, infatti, Atenephilologos kai polylogos in contrapposizione a Sparta, definita brachylogos "di poche parole" - ponendo la questione su un piano di maggiore o minore inclinazione alla dialettica (o alla chiacchiera?). Invece Eratostene di Cirene nel III sec.

In età alessandrina, aC attribuisce il termine philologos a se stesso, intendendo "studioso, letterato, erudito". In particolare, philologos indica colui che mostra specifico interesse per ciò che gli Alessandrini coltivarono con maggiore passione nel campo delle lettere: la critica del testo e la grammatica. Gli studiosi moderni si sono resi conto di essere nella stessa sfera di interesse degli Alessandrini e perciò hanno ripreso i termini "filologia" e "filologo", attribuendoli in senso stretto alla scienza e allo scienziato che si occupano della trasmissione e cercano di stabilire con esattezza il contenuto originario e la retta interpretazione di questo o quel testo.

Al fine di delimitare la sfera di interesse di ciascuna filologia è invalso l'uso di aggiungere aggettivi come "romanza", "classica", ecc.

In età romantica il termine filologia si arricchì sempre più di contenuto.

Con il culto del testo e della sua tradizione si combina sempre l'impegno a esplorarne a fondo la lingua, per se stessa e in rapporto a quella di testi affini, nonché a ricostruire la temperie culturale di cui esso stesso è prodotto. Tipicamente romantico è il metodo comparativo per risalire alle origini, cercare di affrontare il problema senza darsi per vinti di fronte alle grosse oscurità che tali origini presentano. Anche la FG è nata in epoca romantica e si è sviluppata particolarmente in mezzo a quelle popolazioni che erano direttamente interessate alle origini germaniche, vale a dire in Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Olanda Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda e rivolgendo la sua attenzione prevalentemente alle manifestazioni linguistiche comuni alle varie nazioni germaniche, nello sforzo di chiarire i rapporti che intercorrono fra queste ultime, risalendo nel tempo fino alla preistoria indoeuropea. La FG è una scienza storica.che ha per principale oggetto di ricerca tutto ciò che riguarda le comuni origini germaniche. Il suo compito non si esaurisce nel tentativo di stabilire quale livello culturale avessero raggiunto i Protogermani attorno al I millennio a.C. e quale lingua parlassero, essa intende seguire gli sviluppi di vicende sempre meno comuni ai popoli che inizialmente costituivano la cosiddetta età germanica, dalla preistoria fino ai nostri giorni. D'altro canto è innegabile il contributo che le nazioni germaniche hanno dato all'asorgere della nuova Europa sulle rovine dell'Impero Romano. La situazione che si presenta nel mondo germanico è paragonabile a quella di un mondo romanzo la cui fase latina sia rimasta preistoria a documentaria. Quando studiamo le lingue romanze (compreso l'italiano), disponiamo di una lingua-madre, il latino, che è prezioso strumento per confronti e chiarimenti. Certo, lo sviluppo della lingua non è mai lineare e non segue deglischemi rigidi, quindiconfrontando le lingue romanze non riusciremo a risalire al latino classico di Cicerone,bensì ad un latino multiforme detto "volgare", che si potrebbe denominare "protoromanzo", molto simile al latino parlato dal popolo nelle diverse province. Invecepurtroppo per le lingue germaniche non conosciamo niente che corrisponda al latino.Un gruppo che parla uno stesso idioma è solitamente caratterizzato anche daanaloga compattezza culturale, la quale a sua volta è il risultato di analoghe vicendestoriche. Quando, in seguito ad una qualunque causa, il gruppo si disgrega, i singolielementi che lo componevano vanno incontro a vicende storiche loro particolari edistinte da quelle di altri elementi del gruppo originario; nascono culture nuove.Per quanto concerne la lingua, essa può dirsi veramente specchio di questi eventi:assumerà fisionomie particolari, subirà delle modifiche e delle infiltrazioni.

passerà eventualmente dall'unità alla molteplicità, frantumandosi in lingue diverse eppur somiglianti, che in ogni caso non rinnegheranno mai se stesse e le loro origini.

Grande e istruttiva miniera di osservazioni è la storia della lingua di Roma, dai primi documenti in latino dell'età imperiale, da questo, attraverso il Medioevo, alle lingue neolatine di oggi.

Complessivamente, dunque, si può dire che la Filologia Germanica è "la scienza che studia ed interpreta le testimonianze scritte di quelle civiltà che hanno avuto comuni origini nel mondo germanico antico e che tali origini riflettono nella loro successiva evoluzione" (Molinari, La filologia germanica, Bologna 1987, p. 1).

1.2 ora vediamo meglio cosa si intende per "germanica". Il cosiddetto germanico comune appartiene ad una più grande famiglia detta indoeuropeo. È merito della linguistica storico-comparativa (Rasmus Rask,

Franz Bopp) l'aver individuato e descritto una serie di elementi comuni a più lingue, dando fondamento scientifico al concetto di "parentela genealogica". Per praticità distinguiamo due sottogruppi: orientale e occidentale. GRUPPO ORIENTALE: indoario (che comprende il sanscrito, lingua classica dell'India); iranico orientale (avestico-lingua sacra dei seguaci di Zaratustra 1000 a.C.); persiano antico (lingue iraniche oggi: afgano, persiano moderno); armeno (parlato oggi da pochi superstiti ai massacri operati dai Turchi; anche in Italia vi sono comunità religiose di Armeni sull'isola di San Lazzaro - Venezia - e a Roma); albanese che ha una posizione a sé stante nell'ambito delle lingue ie. (forse continua l'illirico); (in Italia colonie albanesi in Calabria e in Sicilia); lingue baltiche (lituano e lettone) documentate dal XVI sec.; lingue slave meridionali (bulgaro, serbo-croato, sloveno, slavo ecclesiastico), orientali (russo, bielorusso, ecc.).

ucraino), occidentali(ceco, slovacco, polacco); greco.

GRUPPO OCCIDENTALE: celtico continentale (gallico) e insulare – (britannico-oggi bretone in Bretagna-, gallese o cimrico nel Galles, cornico in Cornovaglia) quantosopravvive oggi è detto “gaelico”. > irlandese; italico (osco, umbro, latino-da cui lingueromanze: spagnolo, portoghese, catalano, francese, italiano, romeno); germanico.

SCHEMA LINGUE INDOEUROPEE E LINGUE GERMANICHE

Le lingue germ presentano una serie di tratti peculiari che le individuano rispettoalle altre lingue ie.- Si è indotti a postulare l’esistenza di una fase comune che si cercapoi di ricostruire mettendo a confronto le caratteristiche delle singole lingue germantiche tra cui eccelle la lingua gotica.

Le lingue germaniche che posseggono una documentazione antica rilevante, tale daconsentirci l’individuazione di elementi culturali caratteristici sono: il gotico, linguaoggi estinta, tesimoniata nel IV-VI sec. DC e unica

rappresentante delle lingue germorientali, l'inglese, il tedesco il nederlandese (olandese e fiammingo), il frisone (gr.occidentale) e poi islandese, norvegese, svedese, danese (gr. settentrionale). Saranno materia d'indagine gli elementi comuni che consentono di individuare in queste lingue e culture origini comuni che definiamo appunto germaniche e anche il diverso modo con lui tali civiltà entrano in contatto con il mondo europeo non germanico (latino-cristiano) e ne accolgono gli apporti culturali, modificando di conseguenza le direzioni della loro evoluzione. La FG oggi è spesso scissa in diversi settori e sotto branche più specialistiche, come la filologia nordica, la fil inglese, tedesca ecc. In Italia l'insegnamento della FG è ancora sostanzialmente unitario, cioè comprensivo di tutti i vari settori. 1.3. Rapporti con le altre discipline. La FG è quindi in un certo senso interdisciplinare, in quanto il testo, per

Essere correttamente interpretato deve essere studiato non solo per se stesso, ma nell'ambito del coevo contesto culturale. L'interpretazione storica consisterà dunque sia nella ricostruzione dell'originaria forma linguistica, sia nella lettura secondo codici stilistici e culturali contemporanei, per la cui individuazione, anche parziale, sono necessari gli apporti di altre discipline.

Sono di fatto molto sfumati i confini tra la FG e le varie storie della lingua inglese, tedesca, olandese ecc, ugualmente con la dialettologia tedesca, inglese, scandinava, ecc. Particolarmente stretti i rapporti con la fonetica storica, la linguistica storico-diacronica, l'indoeuropeistica, discipline insieme alle quali è nata la stessa FG. I rapporti con le altre filologie a volte sono indispensabili, come quelli con la filologia romanza, quando si entra sul terreno dei contatti linguistici germanico-neolatini trattando dei prestiti germanici nelle lingue romanze (e

viceversa) e trattando delle tracce di onomastica germanica (nomi propri di persona e nomi di luogo) in regioni

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Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Frau81 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Fazzini Elisabetta.