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VOCALI LUNGHE

Indoeuropeo > ai Germanico > ai

Got. aia.n/aat eiēas āagslat. ghaidis got. gaisa.n. geitgātags

Questi sono i diversi esiti di un dittongo di origine i.e. che nel germanico più antico è ancora mantenuto, mentre presenta esiti differenti in ant. nordico e a in aat. ī

Indoeuropeo > ei Germanico > stheigh a.n. stigaags stigangot. steigan (ei che si legge i)

Indoeuropeo > oi Germanico > aioinos got. ainsa.n. eimags anaat ein

Il primo elemento vocalico breve, la o breve, si trasforma in germanico in a breve. Questo esito del dittongo oi ricade nelle stesse trasformazioni del dittongo ai, dittongo ai e oi i.e., hanno gli stessi esiti in germanico.

Indoeuropeo > au Germanico > au

Got./a.n. auaat aēaags ōasaug got. aukana.n. auokaags eacian

Indoeuropeo > eu Germanico > Got. iuAgs eoeug got. iusanags cheosanteuta got. piudaags peotaat diotaa.n. piot

Lo stesso esito che abbiamo per au lo abbiamo anche per il dittongo ou dell'i.e.

modifica il timbro della vocale ma solo la sua quantità. Inoltre, nel gotico si osserva anche una particolare evoluzione del dittongo indoeuropeo *eu, che diventa iu. Questo fenomeno è noto come "mutazione di Umlaut" e è tipico del gotico. In sintesi, le differenze tra le forme antico sassone, antico alto tedesco e gotico sono dovute alla distanza cronologica che le separa. Queste differenze riguardano principalmente gli esiti del dittongo indoeuropeo e i fenomeni vocalici, sia di carattere quantitativo che qualitativo.È quindi attivato dallapresenza di un particolare fonema della sillaba successiva, e riguarda solo il gotico. Invece latrasformazione da e in i nelle altre lingue germaniche, per esempio nel nordico, nell'anglosassone o neltedesco (germanico occidentale) dipende dalla presenza di particolari fonemi nella sillaba successiva,non c'è un automatismo nella trasformazione da e in i, ma c'è questa trasformazione soltanto indeterminate condizioni, cioè se nella sillaba successiva c'è una vocale palatale o una semivocalepalatale, poi se c'è un nesso dopo la e.Il gotico ha il passaggio da e in i sempre, nel nordico e nel germanico occidentale la e passa in i se nellasillaba seguente abbiamo e + i / J(semivocale), e + nesso nasale + consonante. Nel caso di nasale piùconsonante nella sillaba successiva, o nel caso che nella sillaba successiva ci sia una i o una semivocalec'è la trasformazione da e in i.Aggettivo

latino medius, si ricostruisce la forma i.e. di questo tipo: medhios. Il gotico presenta midis(mutazione indipendente), nell'anglosassone presenta la forma midd e l'antico nordico presenta la forma mid. La vocale della sillaba successiva in gotico si vede ancora, perché è una forma linguistica antica. Poiché ci sono almeno 4 secoli tra gotico e nordico e anglosassone, succede che nell'arco di 4 secoli queste lingue dimostrano che l'accento forte sulla sillaba radicale ha prodotto un tale indebolimento delle sillabe finali da provocarne la caduta, abbiamo la scomparsa delle sillabe debolmente accentate, soprattutto in sillaba finale. Sia in anglosassone che in antico nordico non c'è più traccia della vocale i che aveva provocato il cambiamento da e in i nella sillaba tonica. Che ci fosse questa vocale palatale, lo dimostra il fatto che l'ags presenta un raddoppiamento della consonante, questo è un fatto tipico semivocale i

Spesso cade e provoca raddoppiamento consonante. L'a.n. non ha raddoppiamento consonante ma presenta metafonia, cioè cambiamento da e in i per effetto della presenza della i nella sillaba successiva. Sia l'antico nordico che l'anglosassone non mostrano più la presenza della i nella seconda sillaba perché è caduta per effetto dell'accento forte sulla prima sillaba. Questo tipo di mutamento è un mutamento di tipo combinatorio, non si sarebbe verificato il passaggio da e in i se non ci fosse stato un'altra i nella sillaba successiva, per quello che riguarda il nordico e il germanico occidentale, in gotico invece è un mutamento indipendente.

w ags fīf (forma numerica per 5) i.e. penq e got. fimf an fimm

Passaggio da e ad i perché nella sillaba seguente c'è una nasale + consonante. C'è un passaggio intermedio in questa labiovelare da "q" a "p", una forma da cui noi avremo gli

esiti del numerale 5 nelle l. germaniche, quello che interessa dal punto di vista vocalico è che la forma i.e. ricostruita con un fonema originario in e nella sillaba tonica, in germanico questa e diventa i. In an diventa i perché la e è seguita da il nesso di nasale + consonante. In an abbiamo il passaggio da e a i con il raddoppiamento della consonante e la caduta della nasale e assimilazione di questo fonema consonantico alla consonante precedente. In ags in genere il nesso nasale + consonante cade completamente (fenomeno piuttosto frequente in ags) e produce un allungamento di compenso nella i. Allungamento della i è un effetto della caduta della nasale. Questo cambiamento di tipo combinatorio è un tipo di mutamento metafonico antico, trasformazione della vocale in vocale di timbro diverso per effetto di una vocale o di una semivocale palatale. Abbiamo altre trasformazioni che interessano il timbro vocalico, che sono di tipo velare (metafonia).velare), prodotte da un altro fonema vocalico nella sillaba successiva. Metafonia Velare: i > e u > o per effetto di una vocale a/e/o nella sillaba successiva è un fenomeno antico di epoca pre-letteraria. i.e. viros lat. vir got. wiraz (i originaria mantenuta, cambiamento di o breve in a e la z rappresenta la desinenza. an verr ags / aat wer (uomo) Passaggio da i a e in antico nordico e in anglosassone è provocato dalla a originaria nella sillaba successiva che poi scompare per la caduta delle sillabe finali per effetto dell'accento sulla sillaba radicale. i.e. ghltom g. comune gulpa (liquida sviluppa la vocale d'appoggio u, l'occlusiva sonora aspirata si trasforma in una sonora semplice, la occlusiva dentale sorda si trasforma in una fricativa sorda e la o diventa a). Questa a interferisce sul timbro vocalico della u originaria e la modifica da u in o. an goll (assimilazione della dentale alla liquida precedente) ags gold Se invece della liquida c'è una

nasale questa trasformazione non avvienelat. lingua (esito l di lingua è successivo, originariamente al posto della l c'era la d, lat > dingua)

Tenendo presente questa forma più antica abbiamo la forma gotica tungo, prima g in gotico ha valore dinasale velare, in ags tunge e in antico nordico tunga. Queste trasformazioni attestano che qui la vocale originaria u non si è modificata perché è seguita dalla nasale, quindi nasale + cons blocca la metafonia, il passaggio da u a o non si verifica.

Una metafonia più recente da i riguarda tutti i timbri vocalici che confluiscono nel germanico a (dall'i.e.a, o breve e schva), questa a passa ad e per effetto di metafonia di i o di J.

Got. stajan (gotico non attesta metafonia, che però successivamente si produce): aat seЗЗenan setia ags settan germanico gastiz (lat hostis) an gestr

Questa i trasforma la a in e, metafonia che interessa il germanico occidentale e settentrionale, il gotico non

viene toccato. Questa semivocale trasforma la a in e, produce il raddoppiamento della consonante. Questa metafonia da i o da semivocale palatale lunga riguarda anche altre vocali, la o che diventa una ometafonizzata, così come la u diventa una u metafonizzata. Metafonia palatale interessa tutte le vocali. La metafonia da u (Vocale velare) invece si ha in condizioni più limitate, provoca questa trasformazione di fronte a consonante liquida oppure di fronte a una labiale, fenomeno limitato all'anglosassone. e > eoi > io a > ea, per effetto della u nella sillaba successiva. aat ebun ags eofr produce in ags una specie di dittongo, la e per effetto della u preceduta da labiale, diventa eogot silubr ags siolufr metafonia in io per effetto u nella sillaba successiva. aat habuh ags heafor la u modifica il timbro della a davanti una consonante labiale. Questo tipo di metafonia non va confusa con la frattura, fenomeno tipicamente anglosassone che vede la modifica di una

a davanti a r, l, h + cons. oppure davanti alla spirante h, questa a per fratturasviluppa un appoggio vocalico ulteriore e da esito di eagot. nahts ags neath H+ consonante produce cambiamento in a che diventa ea

Infine abbiamo il caso di alcuni preteriti deboli (tempi passati che si formano con suffisso indentale) chevedono per effetto del mutamento combinatorio vedono la caduta della nasale di fronte a H e quindil'allungamento di compenso della vocale precedente. Abbiamo lo sviluppo di una a lunga che ingermanico si trasformava in un o lungo.got brāhtagot. briggam g.com. branh-to (la caduta della nasale determina un allungamento dicompenso)ags brōhte

Questo è il preterito per il verbo portare, è un verbo debole ma ha questa forma particolare di preteritocon l'allungamento della vocale.

Germ.c. pah-to got pagkjanGot pāhta ags pōhte (preterito verbo penasre, verbo debole).Questi mutamenti sono tutti di tipo combinatorio che si verificano perchè nella

Parola c'è un particolare contesto fonetico che provoca cambiamento vocale radicale. Non si verificano sempre, ma solo nelle parole in cui un particolare fonema della sillaba tonica è seguito da particolari fonemi nelle sillabe successive.

L'apofonia invece è un mutamento indipendente, l'alternanza apofonica è l'alternanza di una serie di vocali in parole etimologicamente connesse tra di loro, fenomeno già di origine indoeuropea, comune ad altre lingue i.e. L'innovazione del germanico è l'applicazione di questo meccanismo apofonico, di un'alternanza secondo una serie precostituita di timbri vocalici per marcare la differenza tra i vari tempi e modi all'interno del sistema verbale. Quello che è nuovo è l'applicazione sistematica coerente di questo mutamento apofonico all'interno della coniugazione verbale. Innovazione del germanico.

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
21 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia Germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Del Zotto Carla.