vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
POSIZIONE E TIPO
Può inoltre essere LIBERO o MUSICALE. Spesso ha una funzione distintiva notevole a livello sia semantico che morfologico. Si dice dunque tratto
distintivo della lingua presa in considerazione, poiché non distingue solo varietà diatopiche (o altri tipi di varietà), ma anche termini della lingua standard.
ES. 1 > pèsca/ pésca; verro/ verrò
ES. 2 > amo/ amò; parlo/ parlò 6
Nelle lingue germaniche, esso si è evoluto fino a divenire FISSO e soprattutto ACCENTO DI INTENSITÀ, abolendo in tal modo le funzioni distintive
sovraelencate. Esso diviene perciò un Grenzensignale, ovvero un tratto che evidenzia i confini di una forma. In inglese, l’ accento sta riacquistando in arte
la sua funzione demarcativa:
ES. 3 > sùbject/ to subject
Ma anche in Tedesco:
ES.4 > uebersetzten (= traghettare)/ uebersétzten (= tradurre)
Tali esempi sono piuttosto delle eccezioni, o meglio PRESTITI parzialmente integrati, poiché hanno conservato la funzione distintiva dell’ accento, che non
è caratteristica propria delle lingue neogermaniche.
La SEDIMENTAZIONE dell’ accento sulla SILLABA RADICALE, ha portato il progressivo INDEBOLIMENTO delle vocali della parola. Si tratta
di un fenomeno visualizzabile ancora oggi:
ES. 5 > dévelopment è ritenuta una delle parole più lunghe dell’ inglese moderno. L’ accento posto sulla prima vocale, fa si che le altre siano pronunciate
lievemente o del tutto omesse.
Tale conseguenza, ha causato e causa a sua volta, la vera e propria caduta delle vocali in finale di parola ( vedi caduta di vocale finale al Nom. Nell’
isoglossa del germanico occidentale).
Nei composti l’accento cade sulla sillaba radicale della prima parola. L’ accento della seconda forma è più debole, comunque secondario, rispetto al primo.
ES.6 > aing. ‘brydguma= sposo;
ES.7 > ‘gascaft= creazione;
ES.8 > ‘forasago= profeta.
Anche nei verbi, l’accento è posto sulla radicale preceduta da prefisso atono.
ES. 9 > [ata] begìnnan
9
. Le consonanti
Il sistema consonantico tedesco ha subito molte mutazioni, a partire da quello IE. Molti cambiamenti sono inoltre avvenuti dopo la formazione delle lingue
germaniche e hanno contribuito ad acuirne le differenze. In ata si ha inoltre la seconda rotazione consonantica, che distingue il tedesco da tutte le altre
lingue germaniche.
9.1 La prima rotazione consonantica
Jakob Grimm formulò in modo completo tale legge nel 1822, sulla base di alcune importanti osservazioni a tale proposito, che erano state condotte
precedentemente da Rasmus Rask. Tale rotazione riguarda la mutazione intervenuta nel sistema consonantico tedesco e riguarda in modo particolare il
LUOGO DI ARTICOLAZIONE dei fonemi consonantici.
• *
h h h
Occlusive sorde IE *p,*t,*k e le occlusive sorde aspirate *p , t , k fricative sorde *f, Þ, *h
• Es.1 p, ph > f
IE *peku > lat. Pecu; got. faihu; aing. feoh; ata fihu; ted, Vieh.
• Es.2 t,th > Þ
Got, aing. Þu; ing. Thou; ata thu > ted. Du ( per la 2° rotazione consonantica).
• Es. 3 k,kh > h
IE *kuon > lat. Comis; germ. *hunda > got. Hunds; anor. Hundr; ata hunt; ted. Hund (= mastino, cane feroce).
• Le occlusive sorde rimangono invariate se precedute da una spirante, sia provenienti dall’ IE ( sp, st, sk), che
sviluppatesi dalla mutazione ( f, h nei nessi ft, ht):
• Sp: IE *sper > aing. Spurnan; (lat. Spernere):
• St: IE * Stern > germ sterran > ata sterro > ted Stern;
• Sk: lat. Scindo : got. Skaidan; ata skeidon;
• Ht: (< kt) lat. Octo : got. Ahatau; ing. Eahta, ing eight.
Fatta eccezione per le occlusive precedute da spirante, le occlusive sono notevolmente diminuite nel loro numero.
• Le occlusive sonore IE *b,*d, *g occlusive sorde* p, *t, *k
• Es. 4 b > p: lat. Labium : aing. Lippa; ing. Lip; tes Lippe; 7
• Es.5 d > t : IE *ed (mangiare) > lat. Edo : anor. eta; ata ezzan; ted essen.
• Es.6 g > k : lat. Ego : got., Asass., ata ik, aing ic; anor. Ek.
Dove sono state recuperate le occlusive sonore nelle neolingue germaniche, rese tutte sorde dai mutamenti consonantici appena
elencati?
Le occlusive sonore aspirate IE *bh, *th, *kh si sono evolute nelle spiranti sonore đ; b; g, che sono ulteriormente mutate nelle
occlusive sonore b ,d ,g, in particolar modo se la consonante si trovava all’ inizio di parola o dopo nasale.
• Es.1 bh > b/ b (b nel germanico occidentale diviene b in tedesco, v in inglese. Si conserva in asass, nord, got in ambiente sonoro ): IE *leu bh >
germ. *leub > got. liuba [ b ], ata luba, MA ing lufu (dove f è letta /v/, poichè occorre tra due vocali, quindi in ambiente sonoro), ing love.
• Es.2 dh > d/ đ (đ nel germ occ. diviene d MA si conserva in got e nord in ambiente sonoro): IE *kerdha > germ *her đo > aing heord, ata
herta > ted. Herde.
• Es.3 gh > g/ g ( g nel germ occ diviene g, ma si conserva in tutte le altre lingue: IE *Steigh > germ. Stigan.
In posizione iniziale si ha che: bh > b; dh > d; gh > g, in tutte le lingue germaniche.
10 La datazione dei fenomeni
. .
Si tratta di eventi con tempi di diffusione differenziati e soprattutto con processi di completamento diversi.
Occlusive sorde > spiranti = il fenomeno si considera concluso nel III sec. a.C.;
Occlusive sonore > occlusive sorde = fenomeno concluso nel I sec. a. C.
Si tratta tuttavia di periodizzazioni relative e non univoche. Come si è dunque pervenuti a tali datazioni?
Analizzando i prestiti mutuati al popolo romano e celtico. Si osservi che:
I prestiti al latino non presentano gli effetti della prima rotazione consonantica:
æt > ted Strasse (= II mutazione consonantica).
1. Lat. Moneta < aing. minte; lat. Strata < aingl Str
La mancata mutazione consonantica sta ad indicare che la rotazione era già avvenuta al momento in cui si è verificato il
prestito., che quindi non è stato interessato da tale cambiamento, poiché avvenuto dopo la rotazione.
I prestiti al celtico invece la documentano:
Þu Þ
1. Got. Reiks < gall Rig (re)[g > k]; germ. Ha < gall.[t > ] Katu (battaglia).
I prestiti sono avvenuti dunque quando la mutazione non era ancora conclusa.
I contatti più stretti tra celti e germani si sono avuti tra VI e V sec. a.C. Quelli tra germani e romani erano più intensi invece nel I sec. a.C. Dunque la
prima rotazione consonantica la si può collocare con relativa precisione tra il V/ IV sec. a.c. e il III sec. a.C. e forse in parte al II sec. a.C.
Vi lezione 23/ 10/ 2008
11 . Le rune
Si tratta di iscrizioni. Esse sono una delle forme espressive più originali del mondo germanico.
Ne è un esempio l’ iscrizione di Galleus, che traslitterata in caratteri latini, suona così:
Ek Hlewagastir Holtingar horna tawido.
.
Io Hlewagastir, figlio di Holtigar, feci il corno
L’ iscrizione è datata al V sec. ma la lingua riflette uno stadio ben più remoto, poiché:
Ek > presenta la ‘e’ che diverrà ‘i’ nelle future lingue germaniche;
la a tematica conservata in horna è conseravata mentre sappiamo cade nelle lingue germaniche.
11.1 Il futhark
Le rune erano ordinate nel cosiddetto Futhark, ovvero nel corrispondente dell’ alfabeto delle lingue attuali. Il termine è ottenuto per giustapposizione
delle prime sette rune.
Ma come è stato possibile ricostruire tale codice?
Tramite il ritrovamento di ben 5 supporti di vario tipo (medaglioni, braktea ovvero medaglie incise su entrambe I lati etc.), arrecanti il futhark come
elemento ornamentale. La più antica iscrizione è la pietra di Kilv, sull’ isola di Gotland, che mostra il futhark per intero. Si tratta infatti di ben 24 segni.
Altre 19 rune si trovano incise su un pilastro di pietra, vicino Sarajevo. Il futhark è molto radicato nella società del tempo. Esse possono essere usate anche
singolarmente per indicare divinità o altro tipo di entità.
Esempio: Tiwaz /t/ > divinità. Incisa come buon auspicio per la vittoria in battaglia. 8
La radice del termine runa la troviamo in due forme significative dell’ inglese e del tedesco moderni:
• Aing: writan > il senso originale del termine era incidere e non scrivere;
• Ata: reissen > in ted ha mantenuto la connotazione iniziale, sebbene il verbo significhi strappare.
11.2 Le funzioni delle rune
La funzione principale delle rune non era tuttavia quella strettamente comunicativa. Esse erano piuttosto mezzo di espressione della ritualit à dei popolo
che ne facevano uso. Tale aspetto rituale si connette a sua volta a un numero considerevole di aspetti prerunici. In sintesi:
1. espressione della ritualità del popolo;
2. il significato sacro è stato attribuito loro posteriormente, cmq tenevano lontane le forze del male dalle sepolture;
3. iscrizioni commemorative sulle sepolture.
11.3 Le tipologie di rune
Si è già detto che le rune non hanno solo un valore fonetico, ma anche simbolico, in quanto possono essere usate anche singolarmente, con l’ intento di
indicare una specifica divinità o altra entità. Le runa si distinguono in tre categorie:
1. RUNE DEL MONDO DELLE DIVINITÀ θ)
Th: thorn > spina o gigante (=
Thurisaz
Ansuz
Tiwaz
Inquz
A: divinità quindi Odino
T: tyr
Ng: ing > Dio Ing di cui ci parla anche Tacito > Inghevoni
2. RUNE DEL MONDO DELLA NATURA
u: bue selvatico
Uro
Hogalaz
Isa
Eihwaz
Sowulo
Ehwaz
Berkana
Laguz 9
h: grandine
i: ghiaccio
ei: ramo di tasso > albero di grande importanza presso i germani poiché ha legno flessibile e usato per prevedere il futuro,
lanciano bastoncini del suo legno in aria.
s: sole
e: cavallo > se ne interpretava il nitrito per prevedere l’ esito di una battaglia
b: betulla > era di buon auspicio per la fertilità, quindi veniva piantata nei pressi delle abitazioni
l: acqua
3. RUNE DEL MONDO DELL’ UOMO
VI lezione 28/ 10/ 2008
12. La legge di Verner
Verner formulò l’ omonima legge nel 1875, come completamento di quella di Grimm, avendo individuato una serie di apparenti eccezioni alla seconda, che si
rivelarono piuttosto particolarità, e non casi di consonanti non toccate dalla mutazione.
Verner ha chiarito dunque alcuni mutamenti delle occlusive, che sfuggivano alla legge di Grimm, partendo dall’ osservazione che l’ accento era mobile nella
prima fase del germanico. >
/p, t, k / /ph, th, kh/.
Nella legge di Grimm Tuttavia in alcuni contesti consonantici, le occlusive non rispettavano affatto tale mutazione.
Verner osserv