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STRUMENTI STUDIO VARIAZIONI
glossatura: pratica di accompagnare un testo in una lingua poco familiare con annotazioni interlineari o marginali che rendono una o più voci della lingua del testo con parole di un'altra lingua (glosse di Reichenau, fine VIII secolo / Glosse emilianesi 1000).
Vocabolari dialettali: prodotti da borghesi colti che mirano a fornire ai dialettofoni il termine italiano. Si basano sulla parlata dei grandi centri urbani con tradizione di dialetto colto e letterario.
Descrizioni grammaticali: le prime risalgono al medioevo e sono quelle francesi per coloro che sono di lingua madre inglese. È lo studio del singolo dialetto ma la metodologia è basata sulla raccolta diretta da parte dell'autore di dati.
Dialettologia: non normalmente tratti dal parlato.
Etnolinguistica: studio del lessico dialettale non basato sulla semplice traduzione della parola dialettale in standard, ma sono necessarie specificazioni ulteriori. Sviluppato nel 900 come metodo.
“parole e cose”. Ricostruisce sia le forme di espressione, sia i contenuti della cultura di una comunità contadina e artigiana.
Sociolinguistica: adotta la sociologia e la distinzione tra inchieste micro e macro (a scala ridotta o grande). È volta allo studio della variazione nei grandi centri urbani.
Geografia linguistica: si occupa di risolvere il problema dell’esistenza o meno di confini dialettali attraverso indagini sistematiche che accertano la distribuzione nello spazio di determinati fenomeni linguistici. È una tecnica elaborata da Carl Jaber e Jacob Jud in Svizzera. E’ una raccolta di carte ATLANTI LINGUISTICI: il cui fondo è costante e muta dell’area studiata con la sola indicazione dei punti di inchiesta (cartografia rappresentazione schematica linguistica). Su questo fondo costante, ogni carta rappresenta un singolo fenomeno, riportando le varianti che esprimono lo stesso concetto nei diversi punti d’inchiesta (carte onomasiologiche: concetti,non parole). Da queste varianti si possono tracciare le isoglosse e quindi definire -tramite uno studio approfondito dei fasci di isoglosse( ossia un loro addensamento nello spazio geografico che indica la prossimità di zone critiche dei sistemi linguistici)- i confini linguistici delle diverse lingue o parlate dialettali della regione(sebbene una unità dialettale non sia esattamente individuabile mediante isoglosse perché non è possibile tracciare confini netti tra una varietà linguistica e l'altra), di rintracciare le zone in cui un fenomeno si realizza o meno e le zone al centro di innovazioni, e di comprendere le relazioni cronologiche intercorrenti fra due fenomeni diversi. Di fatto, un'isoglossa segna il confine tra due aree che presentano una o più differenze linguistiche.
LA SPEZIA-RIMINI: sono tracciate 6 isoglosse diverse che per la maggior parte coincidono. Da nord a sud corrono invece, nella pianura padana, due isoglosse che
oppongono i dialetti gallo-italici(a ovest) da quelli non gallo italici (a est). Ortiga-Ortica=a nord dell’isoglossa, non avviene al sud dove rimane sorda.sonorizzazione della consonante in posizione intervocalicaGros-grosso= caduta vocale finale a nord –P –V-.Cavei-capelli=lenizione della consonante intervocalica con successiva spirantizzazione in Scempiamento e successivo–L-.dileguo della laterale intensa –E- Al sud cade la R del latino “telarium”Tlar-telaio= sincope della vocale in posizione debole fra occlusiva e vibrante.Spale-spalle= scempiamento a nord della laterale intensa. Intatta al sud.Pa-pane= erosione della parola nella parte finale.DIGLOSSIA: fenomeno collettivo, una comunità attribuisce a due varianti linguistiche funzioni comunicative diverse, legate aldominio linguistico (particolare ambito comunicativo). Una varietà è legata agli usi “bassi” e l’altra agli usi “alti”( dinorma è quellache si apprende a scuola). Implica differenze di prestigio e di funzione fra le lingue compresenti.
BILINGUISMO: fenomeno individuale per cui un singolo parlante è in grado di usare 2 o + varietà. Non implica differenze di prestigio e di prestigio la le lingue compresenti.
Si ha diglossia senza bilinguismo là dove i gruppi sociali le usano le 2 varietà sono nettamente divisi, come accadeva nelle colonie europee dove né gli europei si curavano della lingua degli indigeni, né viceversa. Si ha bilinguismo senza diglossia là dove sono parecchie le persone che conoscono due o + varietà ma non esiste una differenziazione sistematica del loro uso.
rapporto con l’inglese oggi è la + rilevante forma di contatto
CONTATTI RECENTI e SCAMBI LESSICALI:il tra lingue romanze e non romanze; l’uso dell’inglese come lingua universale di molte scienze e tecnologie produce nelle lingue romanze un gran numero di