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Novembre [lettere di valentino croce ad un amico. Vive in un castello. Nella seconda parte rivolta il

romanzo con la scomparsa di Valentino con una serie di voci su dove possa essere. Parodia.] Il

codice di Perela [perela è un uomo fatto di fumo. Egli risponde sempre “io sono leggero” e,

attraverso questa risposta, giunge a diventare confessore. Un confessore del re, per diventare

leggero, si fa bruciare vivo, perela viene catturato ma nessuna prigione può contenerlo essendo fatto

di fumo. E' una fiaba che demistifica i falsi perbenismo e dice che non esiste una piena leggerezza.]

Gozzano:

Il magior esponente del Crepuscolarismo: osserva una Torino in decadenza, patria dei moti che

avrebbero reso l'italia unita. Egli si scoprì malato di tubercolosi, fronteggiando la malattia con un

ricovero in svizzera ed un viaggio in india. Da questa esperienza egli guardò alla vita con ironia,

umore verso le cose e verso se stesso, con disincanto. Egli stesso si definisce minuscolo e “quel

coso a due gambe” ossia come tutti gli altri. La sua ironia è cultura, infatti colora di ironia Dante,

Petrarca, Leopardi e Nietzce. Fa ironia metrica in un momento in cui le rime si stavano rompendo.

La sua poetica segna il tempo, non il suo stagnare: mostra una torino viva e piena di possibilità.

Gozzano crede che in quel momento non ci fosse molto spazio per la poesia. Invernale [in questa

poesia il poeta si mostra abbastanza inetto. Viene fuori la tematica amorosa con una donna dai tratti

“fatali” dannunziani. Si trovano molte citazioni dantesche. Lei lo mette alla prova in un lago

ghiacciato. Egli va via lei lo disprezza. Rapporto difficile con una superdonna e lui ne riconosce la

vacuità]. Cocotte [ società borghese nel tempo che passa e che invecchia. Un amore lontano con

ironia e drammaticità. Il protagonista non vedrà il suo sogno realizzato, i genitori impediscono di

vedere la Cocotte, che perderà. Il su sogno è ritrovarla, oramai invecchiata. ] La Signorina Felicità

[è un gioco di parole. Felicità Felicita indica che la protagonista potrebbe giungere ad essere felice,

ma non lo sarà mai. Vive in uno spazio provinciale, piccolo-borghese, sepolta nei rituali della

provincia. La poesia non ha accenti forti, la li cancella. E' una parodia colta sella Silvia di Leopardi

e l'Avvocato che non torna è il padre pascoliano. La sua famiglia ha acquistato caa, uno dei valori

borghesi. Felicita viene presentata con un tono protettivo. La sua bellezza viene paragonata a delle

cose di casa, bella ma semplice, ironico].

Il Futurismo:

L'anima del futurismo fu Marinetti autore del Celebre Manifesto [ di 11 punti, dove si parla del

futurismo come avanguardia europea. Il futurismo si ribella alla tradizione letteraria con coraggio e

aggressività. Condivide alcuni temi col fascismo. Dice che devono cambiafe i modelli di bellezza

che l'uomo che guida una macchina guida il mondo. Il bello non è stasi, ma violento movimento. Il

tempo e lo spazio sono morti e non viviamo nell'assoluto. La guerra è una realtà in divenire in cui il

futurismo deve inserirsi. Viene promulgata la distruzione dei musei e delle biblioteche visti come

cimiteri della cultura. La città è idolatrata] Marinetti aveva gia scritto sulla distruzione. Il verso del

futurismo è libero (teorizzato da Lucini). Marinetti organizzava anche raduni, pubblicava libri ed

era il centro focale del futurismo. Secondo lui l'avanguardia doveva essere anche un movimento

politico. Nel 1912 pubblicca il Manifesto Tecnico del Futurismo [ che non è una serie di valori ma

un modo tecnico di operare. Sempre in 11 punti perchè l'undici suggerisce il codice binario. Conslia

al poeta di sentirsi un corrispondente di guerra. Deve usare una catena di sostantivi, pochissima

punteggiatura, simboli presi dalla matematica e dalla musica, aprendo il testo alla grafica. Non si

deve ragionare secondo schemi ma seguendo l'immaginazione dunque non esiste più poetico e non

poetico. Si usa molto la sinestesia per coinvolgere più sensi del lettore]. L'anno dopo si suggerisce

anche l'uso delle onomatopee. La macchina viene vista come la nuova santità. Molti tra cui Govoni

e Palazzeschi, si unirono al futurismo ma presto si arrivò ad un punto di rottura con Marinetti, tanto

che si divisero in futuristi e marinettisti.

Lucini:

Tra anarchia e socialismo utopico. Si interroga sulla funzione del poeta e della poesia , sul registro

da usare. Il pubblico oramai era borghese. Nel 1909 pubblica le Revolverate, il cui titolo originale

era Canzoni Amare, cambiato da Marinetti in fase di pubblicazione. “Per chi?” [è il testo iniziale,

dove si domanda per chi scrive. Numerosi sono gli analfabeti e i pochi che sanno leggere sono gli

agiati. Vuole rappresentare la sofferenza della città, gli operai, le prostitute, i contadini, gli umiliati,

che però non potranno leggere il testo, non essendone capaci. Lucini vuole mostrare il suo sdegno.

Evidenzia i falsi miti della borghesia].

La voce e i Vociani:

La Voce è una rivista del 900 con due fasi, una dal 1908 al 1914 con direttore Prezzolini, trattando

temi culturarli, politici, mentre la seconda fase, con direttore De Robertis, dal 1914 al 1916, trattò

temi più letterari. Molti intellettuali del tempo collaborarono con la rivista, che doveva essere

promotrice di cultura, dato che la politica aveva perso i suoi valori. Si affrontò la questione sociale,

meridionale, scolastica; la religione e molti altri temi.

Boine:

E' dalla filosofia di Boine che possiamo dar inizio alla stagione dei frammenti: la poesia deve

rappresentare il mondo nella sua interezza, esprimere un sentimento senza nascondersi dietro

l'idillio e dietro le illusioni, senza doversi nascondere dietro l'interezza dell'opera. La vita non è una

dimensione astratta ma composta da realtà diverse fra loro. Per questo per boine il romanzo è

composto da tasselli.

I vociani saranno espressionisti, dal linguaggio teso, forte ed esasperato, forzando le immagini per

trasmettere maggiore tensione della realtà.

L'”ignoto” di boine sottolinea che la poesia non deve basarsi sull'estetica Crociana, ossia di distinti

a compartimenti stagni, secondo la quale un poeta è un poeta e un filosofo è un filosofo, ma tutto

deve unirsi in una rappresentazione più forte del reale

Jahinier: Resultanze in merito alla vita di gino bianchi, romanzo con linguaggio burocratico e

protesta al sistema stesso.

Sbarbaro: “Pianissimo” tono in sordina, dialogo tra poeta e la sua anima. Tema dell'aldilà,

desolazione, malinconia e depressione, di un dolore che non sa come manifestarsi. Stanchezza.

Rebora:

La vita è una tensione tra momnti euforici e abbattimento. Nella poesia vociana si usa

l'autobiografismo, il frammentismo e l'espressionismo. Rebora aveva una formazione vastissima,

era insegnante per questo scrisse un saggio sulla voce al riguardo. La sua è una continua ricerca. La

prima guerra mondiale aveva messo in dubbio molto: uno scoppio provocò un trauma cranico a

rebora che si ritirò in monastero, donvertendsi e facendosi prete nel 1936. Egli era sempre

combattuto tra desiderio di integrità e consapevolezza di limitazione e contaminazione. Fa parte

della sua poetica la contrapposizione tra città e campagna. Ne i “frammenti lirici” c'è questa

spaccatura netta, tensione, inafferrabilità del presente che delude le speranze in un futuro migliore.

O poesia nel lucido verso[ mostra sonorità aspre, dicendo che la bellezza varia nella dimensione. Il

lucido verso è ciò che esalta la spinta della primavera in estate, mentre il livido verso è la fanghiglia

dell'autunno verso l'inverno]. Il Terzo Frammento [mette in rapporto la città e la campagna. La

città rappresenta, al contrario del futurismo , l'alienzazione, la campagna la calma. In questo

frammento mostra l'immagine di una tempesta, paragonata ad un cavaliere che affronta prima la

campagna poi la città. Urtando la città si frammenta in tanti piccoli cavalieri . Fa riferimento alle

occhiaie mostrando disagio e tensione. Sonorità aspre e forti. Sintassi articolata e tradizionale , rime

e versificazione. Non sono vocaboli ne estetizzati come d'annunzio ne usa un registro medio-

basso.]. Secondo Rebora Dio è una realtà irraggiungibile, se nella natura è visto è illusorio, se

conoscibile dall'uomo perde di significiato. Quando si conosce ogni cosa viene sottoposta a dubbio.

Nel “frammento LXVII [estraneità di vivere. Pesantezza del corpo. Stanchezza e alienazione.

Mostra l'alba, gia vecchia e che ha un qualcosa di “mai nato” e “non nato”. Segna angoscia e

torpore dell'anima nelle difficoltà nel vivere la propria vita in positivo. Tutto si sgretola. Il tema

della folla non è consapevole di se e della sua condizione ma vive attraverso comportamenti amorfi

e privi di personalità.]

Campana:

La sua unica opera sono i “Canti Orfici” (1914). La figura di Campana e la sua poetica sono

connesse alla sua biografia. Egli infatti soffriva di disturbi psichiatrici, tanto che morì in

manicomio. Fu sempre un emarginato, fuori dalla realtà. La sua scrittura è in frammenti malgrado

abbia tentato di dare continuità all'opera. “il più lungo giorno”, assieme a i “canti orfici”

dovevano rappresentare una meta. Utilizzava un tipo di poetica musicale e colorita, nel senso di

immagini visive molto forti. Egli citava spesso Baudlaire e Rimbaud, infatti Campana è cosniderato

l'unico poeta maledetto italiano. Lui si mostra in dubbi, contraddizioni, e fa vivere un viaggio che si

sa da subito, probablmente non porterà ad alcuna meta. L'ansia di libertà si traduce in questa

tematica del viaggio e del vagabondare senza meta. Passa da una situazione descrittiva ad una

visionaria, evocando immagini coloristiche e remote in “fiammate” repentine. I canti orfici si

aprono con “la notte” un poemetto in prosa [la notte è protagonista dell'esistenza. E' piena di

mistero. Il tempo e il passare delle ore sembrano sospese. Descrive una città dalle mura rosse e

turrite ad una vasta pianura, ossia dal chiuso all'aerto. La figura degli zingari è simbolica, il

vagabondare. Campana, come Caronte, trasporta i lettori dal reale al surreale.] Genova [invece

conclude lo scritto. Il viaggio metaforico che inizia di notte e termina nel giorno di genova, città

portuale. Sembra una città di unico passaggio, nella quale non ci si può fermare. Cala la notte e tutte

le certezze si perdono, si ribaltano: la figura di una prostitut

Dettagli
A.A. 2013-2014
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescofederico.migliaccio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia e letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Carlino Marcello.