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Fecondazione e circolazione uteroplacentare, Fisiologia ostetrica Pag. 1
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PLACENTA E CIRCOLAZIONE UTERO-PLACENTARE:

La circolazione utero placentare e quindi il processo di placentazione, essendo complesso e preciso,

può andare incontro ad errori che sono alla base di patologie della gravidanza come:

• Preeclampsia

• distacco di placenta

• IUGR

La parte materna della decidua dove avviene l’impianto si chiama basale, mentre il resto è detto

capsulare. L’utero che non è interessato dall’impianto embrionale si chiama parietale.

Il corion è la struttura della primitiva placenta fetale con sincizio e citotrofoblasto. I villi si formano

solo dalla parte che invade per cui il corion si dividerà in “frondosus” e “laeve”. Quest’ultimo andrà

poi incontro a involuzione. La faccia fetale della placenta è quella con il cordone, la faccia materna

è quella con i villi (cotiledoni) legati alla parete uterina. La placenta ha un tessuto fatto di cellule

che vanno in apoptosi come tutte le altre. Attraverso i nodi sinciziali, il sinciziotrofoblaso libera le

cellule morte nella circolazione materna. Essendo cellule fetali, queste richiamano i macrofagi della

madre. Questa scoperta sottolinea come nel sangue materno siano presenti cellule fetali con DNA

libero (nuove frontiere per la diagnosi prenatale).

All’inizio della gravidanza, la cavità amniotica aderisce completamente all’embrione, per cui non è

una cavità reale. Tra amniotica e coriale vi è una cavità reale che si chiama celomatica e che è

visibile ecograficamente. A 7-8 settimane la cavità amniotica si distacca dall’embrione, che qui

dentro si svilupperà, a discapito della celomatica che diventa così virtuale (9-10 settimane).

Amniotica + coriale = “Le membrane” o complesso bi laminare. Esse sono giustapposte, ma non

fuse. Il sacco vitellino invece fa parte della cavità celomatica; all’inizio è più grande dell’embrione

ed è l’unica cosa che si vede ecograficamente.

L’unità placentare è la camera intervillosa, dove i villi fluttuanti nuotano nel sangue materno. È qui

che avvengono gli scambi materno fetali anche se non vi è mai un contatto vero e proprio tra i due

tipi di sangue. Le arteriole spirali alimentano la camera, i villi ricevono ossigeno che diffonde

nell’asse circolatorio della venula placentare, le venule convergono nella vena ombelicale dove

quindi c’è sangue ossigenato. Nella camera ci sono anche venule che portano sangue venoso ai

polmoni materni per eliminare i risultati del metabolismo fetale.

La vena ombelicale entra nel feto attraverso il canale inguinale per poi passare da fegato, dotto

venoso di Aranzio, vena cava inferiore.

Le due arterie ombelicali invece, dall’ipogastrica escono dall’anello ombelicale e vanno nel

cordone, poi alla placenta per ossigenarsi nei capillari dei villi , fino alle venule.

Alla nascita vi è un cambiamento della circolazione neonatale: il dotto di Botallo si chiude per

evitare ipossigenazione del neonato e il forame ovale si chiude per evitare un circolo di sangue non

ossigenato. Le arterie ombelicali vanno incontro a involuzione spontanea.

TRANSFER PLACENTARI:

• GAS diffusione semplice

• Glucosio  diffusione facilitata

• Ioni, amminoacidi, vitamine  trasporto attivo con carrier

• Macromolecole (IgG)  endocitosi

FUNZIONE ENDOCRINA PLACENTARE:

Ci sono tanti ormoni prodotti dalla placenta di cui non conosciamo nulla.

La placenta agisce sempre con il feto, per questo la chiamiamo unità feto-placentare. Gli ormoni

facilitano lo sviluppo e l’adattamento materno-fetale. La placenta produce ormoni specifici e

aspecifici, cioè utili anche fuori gravidanza.

Ormoni proteici sono per esempio l’HCG, l’HPL, il GnRH, l’INIBINA, l’ACTIVINA, la

RELAXINA, il CRH, PAPP-A, PAPP-B, PP5 e PP13.

Ormoni steroidei sono invece estrogeni e progestinici.

HCG:

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze mediche MED/40 Ginecologia e ostetricia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giu92ly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia ostetrica e medicina dell'età prenatale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Rizzo Nicola.