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Spiegalo, o nata dalla Pleiade, venerabile per la potente verga:
spesso fu visitata da te la reggia dello Stigio Giove.
Venne l’adorato Caducifero. Ascolta il motivo 450
del nome: il motivo fu appreso dal dio stesso.
Appena Romolo tumulò i resti fraterni nella tomba,
e dati i giusti onori a Remo sfortunatamente agile,
Faustulo dolente e Acca coi capelli sciolti
bagnavano con le loro lacrime le ossa bruciate; 455
Poi tornano a casa tristi verso il primo crepuscolo,
e com’era, caddero sul duro giaciglio.
L’ombra insanguinata di Remo sembrò fermarsi accanto al letto,
e dire queste parole con debole voce:
“Ecco io metà e altra parte del vostro affetto, 460
guardate quale io sia e quale ero prima!
Prima, se avessi avuto gli uccelli che ordinano il potere,
avrei potuto essere il capo ha il mio popolo,
ora sono una vuota immagine sfuggita alle fiamme del rogo:
questo è l’aspetto rimasto di quel Remo. 465
Ahimè, dov’è il padre Marte? Se voi in passato diceste il vero,
e quello agli abbandonati diede le mammelle di una fiera.
La lupa lo salvò, la mano temeraria di un cittadino
Lo uccise. O quanto quella fu più mite!
O crudele Cerere, che tu renda l’anima crudele attraverso le ferite, 470
e come me, tu vada insanguinato sotto terra.
Non volle questo il fratello, in lui l’affetto è pari:
per quello che poté, offrì le lacrime al mio destino.
Voi pregatelo con le lacrime, con i vostri mezzi
affinché rende celebre un giorno in mio amore”. 475
affida l’incarico e tendono le braccia:
Desiderano abbracciare lui che
l’ombra sfugge sgusciante le mani che l’afferrano.
Appena l’immagine fuggendo portò via il sonno,
entrambi riferiscono al re le parole del fratello.
Romolo acconsente e chiama Remuri quel giorno, 480
in cui sono resi gli amori dovuti agli avi sepolti.
Nel lungo periodo di tempo la lettera aspra,
che fu la prima in tutto il nome, fu mutata in dolce;
poi chiamarono lemuri anche le anime dei silenti:
forza dell’espressione.
questo il senso della parole, questa era la
Commento di fasti 5
I Fasti costituiscono una delle opere più celebri, ma anche di più difficile comprensione, di Ovidio.
L'opera, scritta molto probabilmente per aderire alla moralizzante propaganda tipica dell'età augustea,
fu progettata in un totale di 12 libri. Se ne sono conservati solamente 6: questo fatto si spiega con la
famosa "relegatio" (esilio che non comportava la perdita dei beni né tantomeno dei diritti civili) che
Il verso ideale è l’esametro, ma Ovidio sceglie il
colpì Ovidio e che non gli permise di terminarla.
distico elegiaco (composto da esametri e pentametri).
Con essa l'autore si era proposto di indagare e rivisitare tutti i riti, le festività e le consuetudini, tipiche
del costume e dell'uomo romano, che, al suo tempo, si praticavano senza ormai conoscerne l'esatta
origine o valenza. Ogni libro tratta di un preciso mese e così sono note le feste e i riti sacri da gennaio
a giugno.
Questa, in particolare, vuole esaminare una festività celebrata il 9, l’11 e il 15 maggio: le Lemuria,
festa dell’antica Roma per esorcizzare gli spiriti dei morti, i lemuri. La tradizione voleva che ad
istituire queste festività fosse stato Remolo, per placare lo spirito del fratello Remo, da lui ucciso. Il
rituale prevedeva che il pater familias gettasse alle sue spalle alcune fave nere per il numero simbolico
di nove volte, recitando formule propiziatorie. Durante queste feste i templi venivano chiusi ed era
proibito sposarsi. I Lemuri (dal latino "lemures", cioè "spiriti della notte", detti
anche Larva[e], termine equivalente a fantasma) sono gli spiriti
dei morti della religione romana, considerati come vampiri,
ossia anime che non riescono a trovare riposo a causa della loro
morte violenta. Secondo il mito tornavano sulla terra a
tormentare i vivi, perseguitando le persone fino a portarle alla
pazzia.
Il termine fas indica ciò che è lecito per una divinità, e si oppone a ius, che è ciò che è lecito per gli
Gli studiosi non sono d’accordo sull’etimologia del termine
uomini. fasti, perché secondo Varrone
derivano da narrio, ovvero racconti volti al mettere al corrente qualcuno; per altri il nome fas deriva
significa “emettere voce dotata di significato”.
da fatur, verbo che
Nei fasti, soprattutto nel 5, Ovidio prende in giro Augusto e soprattutto Romolo. Per l’età augustea
era importantissimo il passato: c’è una vera propria idealizzazione del passato. Ovidio con i suoi
scritti dava fastidio ad Augusto, che infatti lo esiliò. Questo fasto prende in giro il mito di Romolo e
Remo.
420. Ubi
Avverbio temporale (ubi, ubi primum: non appena, appena che, quando)
420. Protulerit
Prōfĕro, prōfĕrs, protuli, prolatum, prōfĕrre (mostrare).
Indicativo futuro anteriore terza persona singolare. Composto di fero.
421. Ter/ter
Anafora. Ripetizione tipica di un rito magico.
421. Dederint
das, dedi, datum, dāre
Do, (dare, concedere)
Indicativo futuro anteriore terza persona plurale.
421. Victa victum, vincĕre
Vinco, vincis, vici, (vincere)
Participio perfetto passivo neutro plurale nominativo, congiunto con sidera.
422. Nocturna Lemuria
Sono gli dei negativi della casa.
422. Erit
Sum, es, fui, esse (essere)
Indicativo futuro semplice terza persona singolare.
423. Dabunt
das, dedi, datum, dāre
Do, (dare)
Indicativo futuro semplice terza persona plurale.
424. Brevior
Aggettivo al grado comparativo di maggioranza di brevis.
424. Norant noscis, novi, notum, noscĕre
Nosco, (cominciare a conoscere)
Indicativo piùcheperfetto terza persona plurale; forma sincopata (noverant).
Verbo difettivo con solo forme derivate dal perfetto da tradurre con corrispettive al presente.
426. Exstincto exstinguis, exstinxi, exstinctum, exstinguĕre
Exstinguo, (morire)
Participio perfetto passivo maschile singolare dativo, congiunto con cineri
426. Ferebant
fĕrs, tuli, latum, fĕrre
Fĕro, (portare)
Indicativo imperfetto terza persona plurale.
427. Piabat
Pĭo, pĭas, piavi, piatum, pĭāre (compiere riti espiatori)
Indicativo imperfetto terza persona singolare.
428. Dictus
Dīco, dīcis, dixi, dictum, dīcĕre (parlare, chiamare)
Participio perfetto passivo maschile singolare nominativo
429. Habet
Hăbĕo, hăbes, habui, habitum, hăbēre (Avere)
Indicativo presente terza persona singolare.
430. Ubi
Ubi temporale
430. Media est
Predicato nominale: medius + est.
430. Praebet
Praebĕo, praebes, praebui, praebitum, praebēre (offrire)
Indicativo presente terza persona singolare.
431. Conticuistis
Contĭcesco, contĭcescis, conticui, contĭcescĕre –
(tacere) Da tradurre con un imperativo.
Indicativo perfetto seconda persona plurale.
433. Surgit surgis, surrexi, surrectum, surgĕre
Surgo, (alzarsi)
Indicativo presente terza persona singolare.
433. Habent
Hăbĕo, hăbes, habui, habitum, hăbēre (Avere)
Indicativo presente terza persona plurale.
434. Dat das, dedi, datum, dāre
Do, (dare)
Indicativo presente terza persona singolare.
434. Iunctis
iungis, iunxi, iunctum, iungĕre
Iungo, (unire, legare insieme)
Participio perfetto passivo
435. (Ne) Occurat
occurris, occurri, occursum, occurrĕre
Occurro, (imbattersi)
Congiuntivo presente terza persona singolare.
Finale negativa.
436. Cum
Cum temporale: quando (+ indicativo)
436. Perluit
Perlŭo, perlŭis, perlui, perlutum, perlŭĕre (lavare bene)
Indicativo presente terza persona singolare.
437. Vertitur vertĕre
Verto, vertis, verti, versum, (girare)
Indicativo presente passivo terza persona singolare. (forma passiva con valore riflessivo)
437. Accipit
Accĭpĭo, accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre (prendere)
Indicativo presente terza persona singolare.
438. Iacit
Iăcĭo, iăcis, ieci, iactum, iăcĕre (gettare)
Indicativo presente terza persona singolare.
438. Dum
Dum iacit: temporale (mentre)
Vuole sempre il presente indicativo, ma se nella reggente c’è un tempo storico va tradotto
all’imperfetto.
438. Mitto mittis, misi, missum, mittĕre
Mitto, (mandare)
Indicativo presente prima persona singolare.
439. Inquit
Inquam, inquis, inquii \(dire)
Verbo difettivo, indicativo presente/perfetto terza persona singolare.
439. Redimo rĕdĭmis, redemi, redemptum, rĕdĭmĕre
Rĕdĭmo, (redimere, riscattare)
Indicativo presente prima persona singolare.
439. Meque meosque
Doppio enclitico sociale: tono alto.
440. Hoc novies
Sacro nel numero. (9 = 3x3)
440. Dicit
Dīco, dīcis, dixi, dictum, dīcĕre (dire)
Indicativo presente terza persona singolare.
440. Respicit
Respĭcĭo, respĭcis, respexi, respectum, respĭcĕre (guardare indietro)
Indicativo presente terza persona singolare.
440. Putatur
Pŭto, pŭtas, putavi, putatum, pŭtāre (credere)
Indicativo presente passivo terza persona singolare.
(no “è creduto” ma “si crede”)
Forma impersonale
441. Colligere
Collĭgo, collĭgis, collegi, collectum, collĭgĕre (raccogliere)
Infinito presente
441. Nullo vidente
Ablativo assoluto, con valore temporale.
441. Sequi sĕquĕris, secutus sum, sĕqui
Sĕquor, (seguire)
Infinito presente deponente
442. Tangit tetigi, tactum, tangĕre
Tango, tangis, (toccare)
Indicativo presente terza persona singolare.
442. Concrepat
Concrĕpo, concrĕpas, concrepui, concrĕpāre (far risuonare)
Indicativo presente terza persona singolare.
443. Rogat (ut)
Rŏgo, rŏgas, rogavi, rogatum, rŏgāre (chiedere)
Indicativo presente terza persona singolare.
Rogat ut: completiva volitiva + exeo (composto di eo)
443. Exeat
Exĕo, exis, exii, exitum, exire (uscire)
Congiuntivo presente terza persona singolare.
444. Dixit
Dīco, dīcis, dixi, dictum, dīcĕre (dire)
Indicativo perfetto terza persona singolare.
444. Exite
Exĕo, exis, exii, exitum, exire (uscire)
Imperativo presente seconda persona plurale.
445. Respicit
Respĭcĭo, respĭcis, respexi, respectum, respĭcĕre (guardare indietro)
Indicativo presente terza persona singolare.
445. Peracta pĕrăgis, peregi, peractum, pĕrăgĕre
Pĕrăgo, (ultimare, terminare)
Participio perfetto passivo neutro plurale nominativo, congiunto con sacra.
445. Putat
Pŭto, pŭtas, putavi, putatum, pŭtāre (valutare, credere)
Indicativo presente terza persona singolare.
445. Pure peracta putat
Triplice allitterazione della “p”
446. Dicta sit
dĭcas, dicav