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FARMACI
Se sono farmaci che intendiamo utilizzare nell’infiammazione è necessario che conservino tutte le
proprietà antinfiammatorie, ma quelle ormonali no. Sono stati sintetizzati una serie di prodotti
sintetici simili al cortisonico.
Un’altra proprietà ormonale è quella sodio ritentiva simile all’aldosterone.
Betametasone Desametasone
Farmaci a lunga durata d’azione sono e i quali sono stati studiati in
funzione del meccanismo ormonale da una parte e dall’altra meccanismo antinfiammatorio
prendendo come parametro di misura l’azione sodio ritentiva come caratteristica dell’effetto
naturale.
Nei composti sintetici l’attività sodio ritentiva inizia ad essere limitata e l’attività antinfiammatoria è
aumentata.
C’è stato un progressivo miglioramento di questo rapporto attività ormonale-attività
antinfiammatoria che ha permesso di utilizzarli su larga scala con buon effetto e durata.
Una categoria di cortisonici sono chiamati DISSOCIATI: dove il divario tra effetto ormonale e
antinfiammatorio è amplificato. L’effetto ormonale sembra scomparire.
Fluticasone Budesonide.
Tra gli steroidi dissociati più utilizzati nelle patologia troviamo e
I SOFT STEROIDI hanno impiego limitato perché riguardano le vie respiratorie. Le vie respiratorie
hanno accesso locale; attraverso l’inalazione riusciamo a portare i farmaci direttamente a contatto
con questo distretto.
Questi steroidi hanno il vantaggio di essere profarmaci quindi non sono attivi di per se ma
vengono attivati dalla mucosa delle vie bronchiali, producono il farmaco attivo svolgendo l’attività
antinfiammatoria e non producono effetti metabolici perché non hanno materiale su cui lavorare.
Quando arrivano nel torrente circolatorio non hanno più nessun effetto.
La loro azione si limita al distretto respiratorio.
A livello del tessuto connettivo si ha una riduzione della collagenasi perché il collagene che è il
componente principale del connettivo non viene più prodotto.
13-10-17
I FANS insieme ai cortisonici si usano in molte patologie.
Le preparazioni per uso locale hanno bisogno di meno sorveglianza: i cortisonici sono farmaci
molto attivi e molto efficaci, però sono pieni di effetti collaterali.
La differenza sta nell’uso acuto o cronico; nelle patologie acute si può esagerare con il farmaco.
L’organismo riesce a tollerare quantitativi di farmaci molto elevati.
APPLICAZIONI:
I cortisonici si usano nell’infiammazione (sono farmaci antinfiammatori), per tutte le tipologie di
infiammazione.
Altre applicazioni le trova nelle malattie neurodegenerative dove c’è infiammazione perché c’è
morte cellulare.
Una terapia sostitutiva al cortisonico se c’è una carenza della funzionalità surrenalica e in quel
caso si va a sostituire con il farmaco esterno, in questo caso cortisolo, una carenza che può
essere genetica, traumatica, tossica oppure comparsa di neoplasia che costringe a togliere il
surrene.
A volte si possono formare delle forme di neoplasia benigna, gli adenomi; sono tumori benigni e
non hanno l’invasività che hanno le neoplasie maligne però producono tante sostanze.
L’adenoma del surrene è una forma conosciuta che coinvolge la midollare del surrene quindi c’è
anche produzione di adrenalina e scombina l’organismo perché provoca alterazioni ormonali
importanti, provoca alterazione del sistema cardiovascolare. La malattia si chiama
feocromocitoma perché dipende dal tipo di colorazione dei vetrini con cui viene evidenziata.
Talvolta questo feocromocitoma non è un’unica massa ma è puntiforme, ci sono tante piccole
zone che è difficile separarle anche chirurgicamente dal contesto delle ghiandola e quindi si va a
togliere completamente la ghiandola. Si ha una sindrome da deprivazione e si produce il morbo di
Addison che da intervento chirurgico.
CORTISONICO E COLLAGENE
Un’ultima applicazione è l’influenza del cortisonico sulla riduzione del collagene. Il cortisonico
rende più friabile o meno consistente il tessuto connettivo. Questa alterazione può dare segno di
se nel ritardare la cicatrizzazione delle ferite oppure nel creare le strie rubre ovvero quelle strisce
addominali che vedono trasparire i vasi sanguigni perché il connettivo non è più così consistente.
Questo meccanismo d’azione può trovare un risvolto positivo, se saputo impiegare, in quei
soggetti che hanno processi cicatriziali eccessivi per esempio anche in seguito a un piccolo
trauma formano i cheloidi. Questi sono cicatrici molto più robuste delle normali e sono abnormi
rispetto alla chiusura della lesione che sono destinate a correggere.
Non è tanto il problema estetico che ha indotto a usare il cortisonico quanto un problema nella
chirurgia plastica ricostruttiva perché a volte certi traumi e quindi la formazione di queste cicatrici
abnormi, si concretizzano in regioni dell’organismo che può compromettere la funzionalità.
Una grossa cicatrice cheloide retraente in un’articolazione (gomito, ginocchio) può compromettere
la mobilità e talvolta anche le ustioni sono così.
Il cortisonico rallentando questo fenomeno di produzione del collagene e quindi rendendo questo
connettivo e questo processo cicatriziale più morbido e più gestibile, adattabile all'esigenza, può
essere sfruttato un suo lato negativo che in questo caso si trasforma in positivo.
Tra i vari meccanismi d’azione dei cortisonici hanno anche azione antiedema quindi in tutti gli
edemi (di varia natura e origine, possono essere indotti da varie sostanze ma derivano da processi
infiammatori). Ci sono edemi molto gravi come l’edema cardiaco, polmonare, cerebrale che
mettono a rischio nella vita.
PATOLOGIE INFIAMMATORIE...
L’artrite reumatoide ha alcuni aspetti e caratteri che somigliano all’artrite o artrosi perché
quest’ultima è un processo degenerativo della matrice articolare. Questo però non è
accompagnato da una degenerazione della matrice ossea cosa che accade nella artrite
reumatoide. L’erosione riguarda la matrice ossea.
Tutto è accompagnato da un’intensa sintomatologia con infiammazione della membrana sinoviale
per cui a volte c’è l’edema e altre no.
reumatoide
L’artrite è una malattia infiammatoria; è caratteristica di alcune articolazioni e è
definita una malattia autoimmune: autoimmune significa che nell’organismo affetto da questa
malattia, si sviluppa un fattore reumatoide che diventa un corpo estraneo. L’anomalia delle
malattie autoimmune cioè che alcuni componenti considerati normali all’interno dell’organismo
improvvisamente vengono riconosciuti come non self da parte del sistema immunitario. Esso li
aggredisce con linfociti, anticorpi e citochine e questo produce i segni dell’infiammazione.
Questa risposta non può essere allontanata perché la deviazione del sistema immunitario non può
essere corretta ma deve essere solo attenuata perché se c’è questo mancato riconoscimento per
il momento non si sa come intervenire, si sa che ci sono i sintomi e si vanno a correggere quelli.
I sintomi sono persistenti: l’artrite reumatoide non si guarisce, ma si possono attenuare i sintomi e
l’evoluzione. È più frequente nelle persone di una certa età.
Il rischio dell’evoluzione dell’artrite reumatoide è che in seguito a questa erosione ossea e
all’infiammazione delle membrane sinoviali alla fine l’articolazione si blocchi.
Viene compromessa la mobilità sopratutto degli arti.
Sintomi: rigidità, gonfiore, dolore
Possono esserci alcuni sintomi peculiari che riescono a permettere una diagnosi più precisa o
perlomeno indirizzare il paziente verso una diagnosi più precisa, come per esempio la febbre
perchè le citochine in particolare l’interleuchina 1 è quella che sollecita l’ipotalamo e quindi da una
disregolazione del centro termoregolatore e da li la febbre.
Il movimento costa fatica e dolore e si hanno perdita di forze; si tende a diminuire il movimento
con diminuzione di massa muscolare.
ASPETTI CURIOSI:
E’ simmetrica.
L’esordio avviene tra i 40-50 anni, più nelle donne che negli uomini.
A volte ha un’evoluzione lenta mentre altre forme particolari di artrite giovanili sono abbastanza
debilitanti da giovani perché l’organismo del giovane ha un metabolismo molto più accelerato e
quindi anche la risposta agli stimoli nocicettivi è più rilevante.
CHE TIPO DI FARMACI SI USANO?
I FANS e i cortisonici.
FANS: scegliamo quelli che hanno una buona distribuzione nell’ambito delle articolazioni, come
Flurbiprofene, Diclofenac, Fenilbutazone, Indometacina tra quelli meno utilizzati perché hanno
limiti di altra natura.
Vengono utilizzati quelli che hanno una lunga durata d’azione.
Sono stati fatti dei tentativi dove si utilizzava l’Aspirina però questa per avere un’efficacia
nell’artrite reumatoide dovrebbe essere usata in quantità tra gli 8 e i 10 grammi che è una quantità
molto elevata.
Il cortisonico è meglio dell’aspirina o dei FANS sia come riduzione dei sintomi e quindi come
attività antidolorifica e mobilità dell’articolazione però c’è il problema dell’uso nel lungo periodo
perché gli effetti collaterali anche nei composti più lontani dall’effetto metabolico qualcosa viene
sempre fuori.
L’effetto metabolico non è mai zero e nel lungo tempo si vede: il cortisonico usato nel lungo
periodo porta a un aumento dei liquidi circolanti, potenzialmente ipertensione. Può comportare
dei disturbi metabolici tipo iperglicemia tanto più se il soggetto è diabetico; può alterare i lipidi
plasmatici e se un soggetto è predisposto all’atero sclerosi. Abbassa le difese immunitarie proprio
perché dovendo abbassare la risposta di una malattia autoimmune espone a problemi per quanto
riguarda il rischio di infezioni.
I cortisonici non sono farmaci di prima scelta. I FANS non lo sono perché fanno troppo poco,
possono fare qualcosa come sintomatologia nelle prime fasi della malattia ma non sono di prima
scelta in questa patologia.
Sono stati identificati dei farmaci specifici che non appartengono alle prime due categorie e
DMARDs
vengono indicati con questa sigla (Disease-Modifying Antirheumatic Drugs). Questi
farmaci sono stati individuati occasionalmente perchè appartengono a tutt’a