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TERAPIA ACS
La rottura della placca porta a trombosi e all'occlusione del vaso. Questo fa sì che si verifichi un'ischemia
ovvero il sbilanciamento tra richiesta di ossigeno e l'offerta di ossigeno.
Se prevale la richiesta abbiamo un angina stabile, solo in particolari momenti. L'unico sintomo al dolore
toracico. Questa patologia non fa però parte delle sindrome coronariche acute (ACS). Invece ne fanno parte
la angina instabile e l'infarto miocardico.
Il sintomo più evidente è il dolore retro sternale e al braccio sinistro (15/20 min).
Tecniche strumentali come l'ecocardiogramma e le analisi del sangue permettono di verificare se c'è un
infarto ovvero una necrosi del tessuto del cuore. Con le analisi del sangue si va a notare un enzima che è la
creatin chinasi CK isoforma cardiaca e la troponina.
L'infarto può essere stemi (con sopraslivellamento del tratto ST) o non stemi.
Terapia
Il trombo è costituito da fibrina e piastrine come un coagulo. Se il soggetto va incontro ad un evento bisogna
ripristinare la perfusione e proteggere gli organi. Ultimamente con le varie innovazioni di tecniche e di
farmaci si è abbassato mortalità da malattie cardiovascolari e anche la sopravvivenza. Per spegnere il dolore
si usa ossigeno e morfina.
Procedure di rivascolar izzazione
Farmaci
Si usano farmaci trombolitici.
Il nostro organismo ha un sistema detto fibrinolitico, che serve per sfaldare il coagulo:
• plasminogeno: viene attivato a plasmina che degrada la fibrina;
• attivatore tissutale del plasminogeno: catalizza la reazione di prima (taglia il plasminogeno in
posizione specifica: tra l’Arg560 e la Val561);
• Plasmina: degrada oltre alla fibrina anche altre proteine. L’alfa 2 antiplasmina ne modula l’attività.
• PAI1 è un inibitore dell'attivatore tissutale del plasminogeno.
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La plasmina invece è una serin proteasi: triade catalitica è composta da almeno una serina. I trombolitici
mimano l’azione del tPA.
Fibrino specifici
Il primo ad entrare in commercio è la Streptochinasi (proteina prodotta dal beta emolitico streptococco). Non
è una proteasi, a un emivita di 30 minuti,
viene degradato dalla plasmina, è però
pirogenica e immunogenica (endotossine
dei gram – sono pirogene).
Dell'immunogenicità non m'importa perché
non è da terapia cronica.
Questo farmaco lega il plasminogeno e lo
fa diventare esso stesso una proteasi che,
lega prima un altro plasminogeno, e poi lo
attiva a plasmina che poi spacca il trombo
legando la plasmina.
L'effetto secondario è l'emorragia
intracranica.
Il secondo è Alteplase, una forma
ricombinante del tPA e viene prodotto in
cellule di mammifero. Il tPA serve per
tagliare il plasminogeno che si è legato alla fibrina. Il prodotto di questo taglio è la plasmina. Il tPA presenta
quattro domini: uno che serve per legare la fibrina, uno che serve per la clearance epatica (siti per attacco di
carboidrati), uno proteasico e l’ultimo è il dominio sul quale agisce l’inibitore PAI.
Purtroppo questo farmaco non riduce gli stroke emorragici.
Come farmaci sono più o meno uguali (per gli effetti sia primari e secondari, sia sulla diminuzione della
mortalità dopo sei settimane).
Controindicazioni: storia di ictus emorragico o di origine sconosciuta, ictus ischemico (meno di sei mesi),
chirurgia maggiore o trauma (meno di tre settimane), emorragia gastrointestinale (meno di un mese),
patologie emorragiche note, lesioni del sistema nervoso centrale o neoplasie.
Riperfusione è indicata dal TIMI flow grad (il 3 è quello ottimale). Dall'avvertimento del dolore alla terapia, più
passa tempo e più si innalza la mortalità dopo sei settimane dall'evento. Il tempo è composto da:
avvertimento, trasporto, diagnosi e trattamento.
L’alteplase a un tempo di infusione di 90 minuti e secondo il principio di prima è veramente troppo. Come lo
miglioro?
Io vorrei un farmaco che sia, con un emivita più lunga, che mi porti un aumento della percentuale di pazienti
con TIMI 3 (rispetto solo al 50% al massimo delle persone trattate), minor rischio di emorragie.
Viene quindi modificato il tPA:
Reteplase e Tenecteplase. Il primo
è una variante forma tronca perché
manca la porzione responsabile del
catabolismo epatico. Ha quindi più
emivita viene somministrati in
doppio bolo, ma purtroppo a meno
selettività per la fibrina. Il secondo
è la sequenza intera con
aminoacidi modificati. È stata
variata la sequenza che è
riconosciuta dal PAI1, mettendo
tutte alanina. Ha più emivita,
somministrato singolo bolo ed è
selettivo per la fibrina.
Un'altra modifica è il Lanoteplase che non è il commercio perché causa più stroke emorragici. Aveva una più
alta emivita, nello selettivo per la fibrina e somministrato singolo bolo.
Intervento meccanico PCI
Angioplastica coronarica. Rimuovo il trombo e la placca con un
catetere che arriva dall'aorta ed è stato inserito nell'arteria femorale a
livello inguinale. Arrivo nei pressi della placca, gonfio il palloncino e
riapro il vaso. 3
In termini di mortalità, reinfarto non fatale, ictus, emorragie intracraniche si è constatato che l'intervento
angioplastico è meglio della terapia con i farmaci fibrinolitici.
Il problema principale è la restenosi ovvero la riformazione della placca
che avviene in neanche troppo tempo. Si usa quindi uno stent che è una
maglia metallica o un polimero che tenta di tenere la placca ha i lati del
vaso e non farla ingrossare troppo chiudendo poi il vaso. Si posiziona allo
stesso modo in cui viene fatto entrare il catetere nell'angioplastica
semplice. A livello della placca si gonfia il palloncino, che ha lo stent che lo
ricopre, e lo stent stesso si posiziona a
livello della placca. Si è però notato
che questo intervento porta ad una
maggior formazione di stenosi ai bordi di dove viene posizionato lo stent
che diventa tra l'altro parte integrante dell'endotelio del vaso in quanto le
cellule in proliferazione lo inglobano. Cosa faccio quindi? Si è pensato di
fare uno stent medicato, posizionato nello stesso modo, ma su di esso
vengono posti nei farmaci che rallentano la formazione della placca: anti-proliferativi. Così facendo si
abbassa la mortalità e la probabilità di una restenosi.
Antiaggreganti
Il trombo è una forma patologica del coagulo. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti prevengono la sua
formazione agendo: i primi sulla piastrina, i secondi sulla fibrina.
Le piastrine sono delle entità non nucleati con mRNA, derivano dai Megacariociti, non aderiscono al vaso.
Quando l'endotelio va incontro ad un danno le piastrine si attivano. L'endotelio si trasforma in superficie
adesiva esprimendo molecole di adesione che legano cellule circolanti e fattori di von Willebrand che
attivano e fanno aderire le piastrine. Esse stesse producono fattori che inducono la loro aggregazione come
ad esempio il trombossano TXA2.
Gli antiaggreganti si possono anche chiamare antitrombotici e vengono usati per le sindromi coronariche
acute e per la prevenzione di eventi cardiovascolari. I primi agiscono sull'aggregazione piastrinica mentre i
secondi sull'attivazione piastrinica.
Prevenzione CV 4
COX inibitori
La COX è un enzima (COX1 e 2 Ciclossigenasi) presente 1 nelle
piastrine e 2 dall'endotelio e nelle cellule infiammatorie. Trasforma
l'acido arachidonico in degli intermedi che poi vengono trasformati in
TXA2, prostaglandine e PGI2. Quest'ultima e il NO sono vasodilatatori
prodotti dall'endotelio.
L’Aspirina è un inibitore della COX1 alla quali si lega irreversibilmente
alla serina 529. 50 mg/100 mg vengono somministrati solo per dare
l'effetto antiaggregante piastrinico (per tutta la vita della piastrina, essa
non saprà più produrre il TXA2). Ad alte dosi, maggiori di 325 mg, può
legare anche la COX2 e dare un effetto analgesico. Con questo
meccanismo d'azione dell'acido arachidonico non può più entrare nel
canale dell'enzima e quindi essere trasformato degli intermedi che poi
porteranno al TXA2 e le altre prostaglandine.
Misurazione dell'efficacia: somministro 100 mg ad un paziente, faccio un prelievo, separo al plasma con
dentro le piastrine e in vitro vado ad aggiungere uno stimolo pro aggregazione evada misurare
l’aggregazione con la torbidità.
A basse dosi mi lega solo la COX1 e ad alte dosi anche la COX2. Questo lo noto testando i livelli di TXA2 e
PGI2. Con una bassa dose (quella ottimale per avere un effetto antiaggregante) ho una riduzione sensibile
solo del TXA2 (75/150 mg al giorno) e mi riduce gli eventi cardiovascolari. Con dosi più elevate si nota anche
la diminuzione della PGI2.
• Antiaggreganti dose minore di 325 mg al giorno.
• Analgesico dose fra i 325 e 650 mg al giorno.
• Antipiretico dose come l'analgesico.
• Antinfiammatorio dose di 1 g al giorno.
Emivita è di 4/6 ore.
Purtroppo non è favorevole l'impiego del aspirina in prevenzione primaria perché da problemi di
sanguinamento, soprattutto gastrico, perché inibendo la sintesi del TXA2 vado a inibire la citoprotettività
gastrica. Il rapporto rischio beneficio non è quindi ottimale per la prevenzione primaria. Per la seconda
invece è buono e il paziente viene trattato a vita.
Effetti collaterali: ulcere gastriche ed emorragie.
Controindicazioni: asma, ulcere gastriche, emorragie, ipersensibilità, ridotte funzioni renali.
È un farmaco definito Gold Standard per la prevenzione di eventi cardiovascolari in riferimento ai farmaci
antiaggreganti.
Vi è però un fenomeno di resistenza. Se faccio un test ad alcuni pazienti circa il 10/15%, non ho un riscontro
ottimale.
L’Indobufene ha invece un meccanismo simile a reversibile.
Acidi grassi n-3 EPA e DHA
Sono acidi grassi poli insaturi omega-3. Possono avere differenti azioni a differenti dosi:
• Antiaritmica a 1 g al giorno. 5
• Ipotrigliceridemizzante.
• Antitrombotica: vanno a sostituirsi nei fosfolipidi di membrana.
Vengono usati in prevenzione secondaria alla dose di 1,8 g al giorno.
P2Y inibitori (tienopiridine)
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Questo è un recettori per l’ADP ed è accoppiato ad una Gi
quindi va a diminuire i livelli intracellulari di cAMP. Ticlopidina,
Clopidogrel, Prasugrel. Solo dei profarmaci attivati
nell'organismo in metaboliti attivi che vanno ad inibire questo
recettore e quindi l