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- FARMACI A FORTE LEGAME
Come già detto il farmaco legato è INATTIVO, incapace di agire perché non attraversa le barriere
(endoteli vasali).
La quota legata però tende a diventare libera secondo una cinetica particolare mentre non accade il
contrario, cioè la quota libera non tende a trasformarsi in quota legata.
CONSEGUENZE DEL LEGAME FARMACO-PROTEICO
1. Intossicazione nell’ipoalbuminemia (cirrosi, tubulonefrosi).
Se infatti manca l’albumina il farmaco si lega meno e quindi aumentando la frazione libera
piùfarmaco agisce 4 tiisogna ridurre il dosaggio
2. interazioni tra:
• due farmaci. Si verifica uno spiazzamento che provoca un aumento della quota libera del
farmaco che viene spiazzato
• un farmaco ed un componente dell’organismo (sostanza endogena), (es. sulfamidici che
spiazzano bilirubina: il neonato non è capace di coniugare la bilirubina per cui non la riesce ad
eliminare
Si distinguono FARMACI ACIDI e BASICI:
• i farmaci acidi si legano soprattutto all’albumina.
• I farmaci basici (es.neurodepressivi) si legano anche ad una glicoproteina alfa 1.
Alcune considerazioni sul legame alle proteine plasmatiche
1. La frazione legata dalle proteine plasmatiche è dipendente dalla dose di farmaco
impiegata.
Per dosi alte, la frazione legata è bassa, per dosi piccole aumenta.
2. Se un farmaco è molto legato alle proteine plasmatiche, potrà essere spiazzato da
altri metaboliti, e
raggiungere improvvisamente dosi tossiche (vedi oltre, interazioni fra farmaci).
Barriera Emato-encefalica
E’ la barriera cellulare più efficiente: le cellule che la compongono non sono fenestrate,
hanno
una attività endocitosica minima, e soprattutto sono disposte di un rivestimento
continuo di cellule gliali.
Questo permette la diversità fra liquor e plasma, in particolare l’assenza nel primo di
proteine plasmatiche.
• Soltanto farmaci lipofili entrano nel SNC: questi, però, lo fanno con enorme
efficienza, a causa dell’alto flusso che si sviluppa nel cervello, e vi si accumulano
anche parecchio, per la notevole composizione in lipidi che il cervello ha.
• I farmaci idrofili penetrano la BEE solo in casi patologici, come
nell’arteriosclerosi, o in stati infiammatori delle meningi, o nel bambino,
occasionalmente durante stati febbrili elevati.
• Non entrano assolutamente la quota ionizzata e quella legata alle proteine
plasmatiche.
• Il passaggio di farmaco dai plessi coroidei, dove può avvenire la filtrazione di
molecole idrofile, rimane
limitato a causa della piccola estensione di essi.
I farmaci che comunque penetrano nel SNC da questa via raggiungerebbero
concentrazioni efficaci se non ci
fosse un continuo drenaggio di liquor ai seni venosi, e un sistema di trasportatore per
acidi che li allontana
rapidamente. Comunque, in corso di meningite, questi sistemi di trasporto vengono
meno: allora, farmaci
come la penicillina possono essere usati con successo anche nel SNC.
IL METABOLISMO: REAZIONI DI FASE I E II
Per metabolismo si intende la trasformazione chimica del farmaco in uno o più metaboliti,
che ha come scopo principale l’aumento della solubilità del composto e la facilitazione
dell’escrezione,
Vi è la possibilità che il metabolita sia un composto tossico, o che il prodotto originale sia
efficace solo dopo essere metabolizzato (profarmaco), proprietà che può essere
utilizzata ad esempio per
attivare un farmaco solo nel tessuto che abbia particolari enzimi.
Nell’organismo fegato, polmone, rene, gastroenterico, cervello, muscoli scheletrici, cute,
sangue e batteri
intestinali agiscono efficacemente sui farmaci introdotti allo scopo di metabolizzarli.
Nell’organismo esistono principalmente due ordini di reazioni che metabolizzano i
farmaci: Reazioni di fase I, o di funzionalizzazione, così chiamate perché
• introducono o mettono in evidenza nella molecola dei gruppi funzionali sui quali
poi intervengono le reazioni di fase 2.
Reazioni di fase II, o di coniugazione, che sfruttano i gruppi funzionali detti
• per attaccare le molecole di farmaco ad altre che possono essere più solubili o
meglio escrete.
REAZIONI DI FASE I
Ossidazioni
Le reazioni di ossidazione sono legate a:
1. ossidasi a funzione mista, che sono presenti nei microsomi del fegato, del
rene, del polmone e dell’intestino
2. ossidasi mitocondriali che hanno come punto di arrivo il citocromo p450.
3. ossidasi, non microsomiali e non mitocondriali, si trovano nel reticolo
endoplasmatico, e
pur essendo coinvolte nell’ossidazione dei composti endogeni sono capaci di
trattare diversi farmaci.
Le variazioni individuali del p450 sono moltissime, ed alcune di esse possono essere
pericolose.
Ad esempio, la variante CYP2C9 è legata ad una incapacità di detossificare la Warfarina
e i FANS, e il paziente in questione può avere un sanguinamento gastrointestinale anche
grave con dosi normali di farmaco.
Riduzioni
Principali bersagli dell’azione riduttiva, che collaborano accettando elettroni anche dal
p450, sono i
nitrocomposti e gli azocomposti. La caratteristica di questo tipo di reazione è di produrre
numerosi composti
potenzialmente tossici o reattivi.
Idrolisi
Esteri, amidi, carbammati ed altre sostanze vengono tutte idrolizzate.
Il più importante enzima implicato in questi processi è la colinesterasi.
Fra le idrolasi delle idrazidi c’è l’enzima che si occupa del metabolismo della isoniazide.
Idratazioni
Sono reazioni che avvengono prevalentemente a carico degli epossidi.
REAZIONI DI FASE II
Sono le reazione sintetiche che mirano ad eliminare completamente la molecola
metabolizzata.
Di solito avviene un legame covalente con una molecola endogena, sfruttando un
gruppo funzionale inserito in fase I (OH, -COOH, -NH , -SH), con una attivazione mediata
2
dall’ATP.
Questi in genere vengono trasformati in prodotti più solubili.
Glicuronoconiugazioni
Sono le principali perché agiscono su moletplici composti, e perché l’acido
UDP-glucuronico è
relativamente disponibile in grande quantità. Gli enzimi preposti sono localizzati nel REL,
a differenza degli altri che sono quasi tutti citosolici, e sono principalmente epatici.
La reazione consiste in: ⇒ β-glucuronidi,
Coniugazione dello xenobiotico con acido glucuronico formazione di
altamente idrofili.
I glucuronidi possono anche essere escreti dai sistemi di trasporto tubulari renali.
Si forma un legame covalente tra un eteroatomo nucleofilo dello xenobiotico (O, N, S) e
l’atomo di carbonio 1 della molecola di acido glucuronico.
L’acido glucuronico è prima ‘attivato’ con formazione di uridin-difosfato-acido glucuronico
(UDP-acido glucuronico).
L’enzima che catalizza la reazione tra lo xenobiotico e l’UDP-ac. glucuronico è
l’UDP-glucurunosiltransferasi, presente soprattutto nel fegato ma anche in altri
tessuti.
I glucuronidi formatisi nel fegato possono essere escreti con la bile oppure passare nel
sangue ed essere escreti dai reni.
Il modo di escrezione è determinato dalle dimensioni molecolari del glucuronide: i
glucuronidi più grandi (PM>350) sono eliminati per via biliare, quelli più piccoli per via
renale.
La glucuronidazione è una reazione detossificante.
β-glucuronidi β-glucuronidasi
Tuttavia i formatisi possono essere idrolizzati dalla della flora
⇒ ⇒ ⇒
intestinale liberazione dello xenobiotico (o del suo metabolita) ri-assorbimento
circolo entero-epatico. Gli xenobiotici possono inoltre essere ulteriormente metabolizzati
con formazione, in alcuni casi, di metaboliti reattivi tossici.
Solfatazioni
Reazioni a carico dei fenoli, di alcooli, di amine e tioli, catalizzate da enzimi della famiglia
delle
solfotrasferasi. Essi trasferiscono gruppi –SH attivati con adenosina, sottoforma di
un composto di nome
PAPS derivato dal metabolismo della cisteina.
Metilazioni
Reazioni di coniugazioni che riguardano quasi solo i composti endogeni, tuttavia alcuni
farmaci sono
substrato di alcune metil-trasferasi polmonari. Esse però agiscono diminuendo la
solubilità, mascherando
altri gruppi reattivi e non facilitano l’eliminazione dei farmaci
Acetilazioni
La coniugazione con l’acetil-CoA è la reazione principale del metabolismo delle
arilamine.
Coniugazione con glicina
Coniugazioni con aminoacidi
E’ il caso ad esempio della coniugazione di composti negli acidi biliari (acido taurocolico
con la taurina), ed
è l’unico tipo di reazione in cui si trova attivato il composto da eliminare e non la sostanza
endogena al quale
viene legato.
induzione ed inibizione farmaco-metabolica.
Il metabolismo di primo passaggio ha diversi effetti sulla vita dei farmaci:
- sono necessarie dosi maggiori di farmaco per ottenere lo stesso effetto
- e’ imprevedibile a causa della grande variabilità individuale, e questo può
essere molto pericoloso
- un farmaco può essere in grado di influenzare grandemente il metabolismo
di se stesso o di altri farmaci, di variarne gli effetti tossici e terapeutici, la
capacità di produrre metaboliti, eccetera.
Questi effetti detti di induzione / repressione, che sono descritti a se, possono fare
anche guai grossi.
- sono possibili fenomeni di tolleranza, ossia la necessità che ad una
somministrazione successiva si deve dare una dose maggiore di farmaco per
ottenere lo stesso effetto
- la variazione della capacità metabolizzante, di primo passaggio o di altro, è
responsabile di una buona parte di casi di variazione della risposta in corso
di terapia
Fattori che influiscono con il metabolismo dei farmaci
- Differenze sub – popolazionali su base genetica: un classico esempio di questo
sono i così detti
“acetilatori lenti”: sulla base della velocità di acetilazione di un substrato (isoniazide),
si possono
dividere i caucasici in due gruppi, avendo questa caratteristica una distribuzione
bimodale. Spingendosi
oltre, si può riscontrare tutta una differenza genetica in quanto alla capacità di
metabolizzazione che
permette di dividere in due gruppi la razza Europea, i metabolizzatori “poveri” e quelli
“ricchi”. Oltre a
questo c’è differenza della colinesterasi plasmatica, e un marcato polimorfismo delle
idrolasi.
- Età: la capacità di metabolizzare è molto bassa alla nascita, cresce con l’età
raggiungendo il picco
nell’età adulta, cala di nuovo nel