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VIE ENTERALI:
VIA ORALE:
- è la via più utilizzata perché meno invasiva. Come svantaggi
ha la biodisponibilità perché, tra tutte le vie, è la più bassa in assoluto
perché il farmaco subisce delle modifiche dovute al cibo o alle bevande,
quindi non arriva nel sangue intatto. Un altro svantaggio è la
collaborazione del paziente: se il paziente è semicosciente o incosciente,
problemi di deglutizione, gastriti non può essere utilizzata.
L'assorbimento è molto lento, ma costante.
VIA RETTALE:
- rispetto alla via orale, ha una biodisponibilità più alta
perché una parte del farmaco passa direttamente nel circolo, mentre il
50% fa assorbimento. È un’alternativa di via di somministrazione
soprattutto per i bambini e anche per quei pazienti che non possono
usufruire della via orale. Molte volte però i pazienti soffrono di emorroidi,
perciò, una supposta può essere dolorosa. L’assorbimento è più veloce
rispetto a quello della via orale, ma incostante.
VIA SUBLINGUALE:
- ha solo vantaggi perché non sentiamo nemmeno il
sapore di ciò che prendiamo ed è una via per eccellenza che potrebbe
essere usata per tutti i farmaci. L'assorbimento è molto veloce.
VIE PARENTERALI
VIA INTRAVASCOLARE:
- comprende la via endovenosa. Non esiste
assorbimento, quindi il farmaco arriva direttamente in circolo, non si ha il
metabolismo di primo passaggio. Potrebbe essere una via preferita per le
emergenze. Ha anche degli svantaggi: effetti locali, cioè le flebiti,
infiammazioni delle vene, causate da stravaso del farmaco o da farmaci
se non si seguono correttamente le indicazioni del bugiardino. Può avere
anche effetti sistemici perché il farmaco, una volta iniettato, altera
l’equilibrio dell’organismo in quanto è sempre qualcosa di estraneo al
corpo.
VIA INTRAMUSCOLARE
- alternativa alla via endovenosa. Ha assorbimento
:
che è abbastanza veloce perché il gluteo è molto irrorato, la
biodisponibilità è molto alta, quindi si ha un’efficacia maggiore.
Svantaggi: il dolore del liquido, lesioni vascolari o nervose, dovute al fatto
che molte volte non si aspirava. Alcuni farmaci (voltaren) causano una
paresi alla gamba perché si è preso il nervo sciatico; possono causare
anche ascessi, cioè delle infezioni, il che vuol dire che il farmaco non
veniva assorbito in maniera idonea.
VIA SOTTOCUTANEA:
- è la via preferita per alcuni farmaci: gli
anticoagulanti, i vaccini e le insuline. Si ha assorbimento lento e costante
perché il sottocute non è tanto irrorato.
VIA INTRATECALE:
- è la via più invasiva. Si usa per edema cerebrale o
emorragia cerebrale. Viene usata per agire in loco nello spazio sub-
aracnoideo.
ALTRE VIE:
- Via inalatoria: sfrutta le vie aeree. I polmoni metabolizzano ed eliminano;
- Vie mucose
- Vie topiche: pomate
- Via transdermica: cerotto
- Via ionoforesi: serve a riabilitare un arto da un ictus, un infarto, un
incidentee. Sfrutta gli elettrodi, cioè il calore, ma molte volte non basta.
C'è anche un cerotto che contiene un farmaco, come antidolorifico.
2) DISTRIBUZIONE
Il farmaco, dal circolo sistemico, deve essere trasportato ai vari tessuti e
organi.
Il farmaco ha delle precise caratteristiche che gli permettono di essere
trasportate: liposolubilità (supera il doppio strato fosfolipidico), grandezza
(devono essere piccoli), grado di ionizzazione. Se il farmaco non ha queste
caratteristiche entrano in gioco i meccanismi di trasporto.
Ci sono tanti tipi di barriere cellulari: la mucosa gastrointestinali,
l’ematoencefalica, la placenta, alcuni capillari, il glomerulo.
Per la diffusione passiva non si ha bisogno di carrier. Nella diffusione facilitata e
nel trasporto attivo entrano in gioco i carrier: nella prima il trasporto avviene
secondo gradiente, il secondo avviene contro gradiente. Nella pinocitosi si
forma una vescicola dove all’interno veicola il farmaco.
Nel caso della diffusione facilitata e nel trasporto attivo, le proteine che
servono per trasportare il farmaco sono le proteine plasmatiche (albumina o
betaglobuline). Il legame con la proteina serve solo a far trasportare il farmaco:
l’albumina si lega al farmaco, forma un legame farmaco-proteico sempre
reversibile, cioè si può dissociare; quindi, man mano che viene trasportato
aumenta la quota libera del farmaco, cioè la parte non legata alla proteina e
attiva. La parte legata alla proteina, invece, è inattiva.
La parte che deve passare la membrana impermeabile è solo la quota libera
perché ha un peso minore rispetto alla parte legata alla proteina, che
rimarrebbe intrappolata e non passerebbe nei capillari.
La quota libera dipende dall’affinità e dal legame che il farmaco ha con la
proteina plasmatica. Ci sono farmaci che si legano per 95% o 98% per cui si ha
una quota libera. Ma, anche se il legame è reversibile, con un’affinità così alta,
non si potrà mai avere il 100% di quota libera.
Ci sono anche farmaci che si legano con una percentuale più bassa, per cui la
quota attiva è più elevata.
Le situazioni che ostacolano il trasporto possono essere legate anche alla
membrana.
Ogni membrana ha un coefficiente di ripartizione, uno spessore della parete,
una superficie.
Se il coefficiente è basso, il farmaco ha più difficoltà nel passaggio; anche nel
caso di spessore elevato o di superficie piccola, o di dimensioni della molecola
grandi.
Al contrario, ci sono situazioni che lo agevolano: coefficiente alto, spessore
sottile, superficie ampia, dimensione molecola piccola.
3)METABOLISMO
Il farmaco subisce delle trasformazioni, cioè delle reazioni chimiche messe in
gioco dal fegato. Partecipano anche polmoni e reni.
A livello epatico, il metabolismo è formato da due reazioni, reazioni di fase 1 e
reazioni di fase 2.
Le reazioni di fase 1 vengono dette anche di funzionalizzazione, cioè può
essere aggiunto o tolto un gruppo funzionale: le reazioni di fase 2 vengono
anche dette di coniugazione, cioè il metabolita deve essere coniugato con delle
sostanze.
Nelle reazioni di fase 1 il farmaco può essere ossidato, ridotto o idrolizzato.
Nella fase dell’ossidazione entrano in gioco gli enzimi che citocromo P450.
Questi enzimi sono delle ossidasi a funzione mista. Si parla di polimorfismo
genetico: ognuno ha una risposta individuale e diversa al farmaco in base
all’espressione dell’enzima P450. Questi enzimi li troviamo nei microsomi
epatici.
Il farmaco può subire idrolisi. Si forma un metabolita o un farmaco più
idrosolubile. Molte volte succede però che si forma uno più reattivo o più
tossico. Quindi deve subentrare la seconda fase di coniugazione.
Lo scopo delle sostanze è legarsi al metabolita o al farmaco reattivo o più
tossico, coniugarlo, renderlo più idrosolubile e eliminarlo.
Dal farmaco originario posso ottenere molecole più semplici, i metaboliti, che
sono sempre attivi. Ne esistono quattro:
- Profarmaco: molte volte il farmaco originario ha una breve emivita;
quindi, arrivando nel fegato può prolungare la sua azione. Esempio:
l’aziatioprina fa parte della famiglia degli immunosoppressori. Esso viene
dato contro il rigetto del trapianto o nelle malattie autoimmuni.
L’aziatioprina è un farmaco inattivo che arriva nel fegato, dove subisce
una modificazione e diventa un metabolita attivo. Cambia anche nome e
diventa mercaptopurina, che da l’efficacia;
- Matabolita più attivo: viene aumentata la durata d’azione perché
all’interno dell’organismo abbia un’efficacia maggiore; ho un farmaco
attivo, arriva nel fegato e si trasforma in un metabolita più attivo, quindi
viene aumentata la sua emivita. Un esempio di farmaco sono le
benzodiazepine. Nno tutte però si trasformano;
- Metaboliti qualitativi: perdono una qualità. Magari aveva due funzioni,
ma ne rimane una sola. Un esempio è l’acido acetilsalicilico, farmaco
antinfiammatorio non steroideo. I FANS sono antinfiammatori,
antidolorifici o analgesici, hanno azione di antipiretico, hanno azione di
antiaggregante piastrinico, cioè agisce sull’aggregazione delle cellule
piastriniche. L’aspirina ha funzione di antiaggregante, rispetto a tutti gli
altri FANS, perché cambia la posologia, che si aggira ai 75 mg.
Aumentandolo, si hanno anche gli altri effetti. Io prendo questo acido,
cambio dosaggio e perso una caratteristica di questo farmaco perché
subisce una reazione e viene idrolizzato e trasformato in acido salicilico.
Rimane solo l’azione antinfiammatoria;
- Metabolita tossico: il paracetamolo ha una debole attività
infiammatoria. In questo caso entrano in gioco le reazioni di fase 2. Il
metabolita del paracetamolo agisce velocemente e si muore per epatite
fulminante. Può essere fatto l’antidoto.
4)ELIMINAZIONE
I farmaci vengono eliminati attraverso urina, feci, placenta, allattamento,
lacrime.
L’organo escretore per eccellenza è il rene.
Il nefrone, unità funzionale del rene, è formato dal glomerulo, dove vengono
filtrate tutte le sostanze; un tubulo prossimale; l’ansa di Henle; tubulo distale;
dotto collettore, dove si concentra la pre-urina.
Le sostanze che passano dal filtrato glomerulare sono sostanze di piccole
dimensioni. In caso contrario, entra in gioco il trasporto: secrezione tubulare
attiva, avviene nel tubulo prossimale ed è un trasporto attivo. Come arriva la
sostanza nel tubulo se rimane intrappolato? Il farmaco subisce un
riassorbimento tramite la circolazione peritubulare. A questo punto, il farmaco
si lega alle proteine plasmatiche e viene trasportato all’ansa di Henle. Dall’ansa
di Henle al tubulo distale rientra la diffusione passiva.
Ci sono fattori che rallentano l’eliminazione: grosse dimensioni del liposolubile,
legame con le proteine perché aumentano il peso, patologia al rene, l’età
(bambino lattante perché il rene non è maturo o over 65 perché la filtrazione è
più rallentata), contemporanea somministrazione di farmaci (nella politerapia
c’è agonismo-antagonismo).
FARMACI ANTINFIAMMATORI
Sono FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e glucocorticoidi (farmaci
antinfiammatori steroidei), prodotti dalla corteccia surrenale.
Molte volte l’infiammazione è una reazione di difesa del nostro corpo a
patogeni esterni o a sostanze non patogene. Su