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DR
complesso, che si forma, può diventare : questo sta ad indicare che il complesso farmaco-recettore subisce
un’alterazione strutturale e funzionale (=si attiva), che porta a modificare il recettore (espresso sulla superficie della
cellula target) e ad avere un’azione farmacologia. Alla fine, da questa azione farmacologica si vedrà un effetto
misurabile, quantificabile e valutabile da un punto di vista matematico sia qualitativamente che quantitativamente.
Esempio riferito al muscolo retto dell’addome di una rana.
A livello della placca neuro muscolare, ci sono dei recettori di placca ai quali
risponde la stimolazione con acetilcolina (ACh): l’ACh induce la contrazione di
questi muscoli. Se il muscolo viene posto all’interno di una struttura e attaccato a
degli strumenti particolari che possono rilevare l’eventuale contrazione, si
somministra ACh al preparato in modo da indurre la contrazione. La contrazione è
rappresentata in figura dall’innalzamento del picco. Una volta arrivati al massimo
della contrazione, si rimuove ACh e si ritorna alle condizioni normali.
Se nel preparato, oltre a metterci ACh, ci si mettesse anche la d-tubocuranina
(bloccante della placca muscolare), questa sostanza va a legarsi agli stessi recettori
a cui si lega l’ACh e impedisce all’ACh di legarsi a sua volta. Tutto questo fa sì che, se si somministra ACh in presenza
di d-tubocuranina, la concentrazione è più bassa. Somministrando invece dosi più alte di d-tubocuranina, la
contrazione scampare completamente.
Se, oltre alla d-tubocuranina e all’ACh, si aggiunge la neostigmina (blocca la degradazione di ACh), l’ACh non viene
perduta totalmente ma anzi riesce a superare il blocco del curaro: rimane una quantità sufficiente di ACh per indurre
la contrazione.
Questi sono tutti effetti di tipo farmacologico e misurabili di molecole che sono considerate:
• →
Acetilcolina agonista, perché induce una risposta misurabile
• →
d-Tubocuranina antagonista, perché blocca l’effetto dell’ACh
• →
Neostigmina blocca gli enzimi che degradano l’ACh e quindi rallenta l’effetto del curaro
I recettori sono strutture proteiche presenti a livello della membrana cellulare e del citosol: sono uno dei principali
bersagli delle sostanze endogene/farmaci. Non esistono recettori in grado di interagire solo con farmaci o solo con
sostanze di natura xenobiotica che vengono introdotte nell’organismo come medicali. Qualsiasi recettore, presente
all’interno del nostro organismo, ha la funzione di rispondere ad una sostanza endogena che noi produciamo. Il
farmaco, poi, utilizza la stessa via perché il recettore si fa riconoscere come sostanza endogena, anche se non lo è, e
quindi risponde alla stessa maniera.
Oltre ai recettori, i farmaci possono avere anche altri bersagli come:
Enzimi
→
Canali Ionici i farmaci calcio antagonisti, che vengono somministrati per ridurre la pressione arteriosa,
agiscono sull’ingresso del calcio a livello dei vasi periferici, in modo da provocare vasodilatazione e rallentare
così le resistenze periferiche e la pressione cala progressivamente
→
Trasportatori i farmaci che bloccano il trasporto della pompa ionica, che si trova a livello dello stomaco per
+
immettere ioni H ed aumentare i livelli di acidità gastrica, provocano dunque una riduzione dell’acidità
gastrica
Acidi nucleici
Lipidi di membrana
Tutti questi farmaci hanno un’azione di tipo specifico e sono caratterizzati da:
• →
Elevata potenza basta utilizzarne una piccola quantità per vedere un effetto
• →
Specificità strutturale un farmaco che è, ad esempio, caratterizzato dalla presenza di un centro chirale, è
possibile che uno dei due isomeri non funzioni sul recettore mentre l’altro funziona in maniera corretta
• →
Specificità del sito d’azione non tutti i farmaci, somministrati, interagiscono dappertutto con la stessa
intensità. Ad esempio, la noradrenalina ha sicuramente effetto sulla muscolatura striata presente a livello
cardiaco (stimolando una contrazione), ma non ha alcun effetto se viene somministrata a un muscolo
volontario perché non ci sono recettori specifici
• →
Antagonismo selettivo alcuni farmaci funzionano da antagonisti selettivi, come il curaro, che va a bloccare
i recettori della placca muscolare e non altri tipi di recettori
• Specificità strutturale anche degli antagonisti, come per gli agonisti
I farmaci hanno delle peculiarità e delle caratteristiche che devono essere valutate e rispettate ogni volta. Non tutti i
farmaci, presenti in commercio, hanno queste caratteristiche: infatti, ci sono alcuni farmaci (=antiacidi, diuretici…)
che agiscono, non perché hanno un recettore su cui vanno a funzionare o perché hanno un enzima o una proteina
target particolare, ma semplicemente per delle loro caratteristiche chimico-fisiche. In questo caso, gli effetti di questi
farmaci hanno un’azione abbastanza specifica.
Gli antiacidi, che vengono somministrati per os, servono semplicemente per formare un film adesivo all’interno dello
stomaco o per neutralizzare l’iperacidità gastrica. Altre molecole, come i diuretici o i lassativi osmotici, una volta
entrati a livello del tratto intestinale o dei tubuli renali, riescono a richiamare acqua all’interno di questa cavità in modo
da aumentare la massa fecale (nel caso dei lassativi) e la diuresi (nel caso dei diuretici).
Classificazione dei farmaci
I farmaci possono essere classificati in funzione del risultato che si ottiene sul nostro organismo:
▪ Favorevoli alla guarigione e al bloccaggio della malattia
Preventivi (anticoncezionali orali, vaccini…)
Trattamenti sostitutivi (insulina, progesterone in gravidanza, acqua…)
Combattono la causa della malattia (antibiotici, chemioterapici…)
Correggono i sintomi di uno stato patologico (sono il 90% dei farmaci presenti in commercio e venduti
con e senza ricetta medica)
▪ Sfavorevoli
Tossici o veleni
Diagnostici, che vengono introdotti all’interno del nostro organismo, per bocca o per endovena, per
condurre degli esami, per esempio, con i mezzi di contrasto
Quelli che vengono considerati come farmaci veri e propri, sono quelli che combattono la malattia.
Effetti farmacologici
Gli effetti “fondamentali” che si hanno dopo la somministrazione di un farmaco sono quelli che vogliamo e per cui
prendiamo quel dato farmaco. Ci sono poi degli effetti, definiti effetti “collaterali o secondari o avversi al farmaco”
che si vedono anche alle dosi consuete con cui il farmaco viene somministrato e possono essere di tipo non
prevedibile, quando variano da soggetto a soggetto e sono soprattutto determinati da varianti geniche che abbiamo.
Come abbiamo visto, ci sono delle persone che non hanno il trasportatore per la Pravastatina e quindi hanno dei livelli
molto elevati di questo farmaco nel sangue, tanto da poter diventare tossici perché non riescono ad eliminarlo
correttamente.
L’altra possibilità è che l’effetto collaterale o secondario sia prevedibile perché è dovuto al farmaco stesso. Si possono,
ad esempio, avere diarree da antibiotici perché ci sono alcuni antibiotici che, oltre ad aggredire il batterio responsabile
del processo infiammatorio, distrugge la flora batterica intestinale che ci permette di avere un corretto assorbimento
dei farmaci e una corretta funzionalità intestinale. Quando gli antibiotici sono così aggressivi da alterare la flora
batterica intestinale, si tende ad assumere l’Enterogermina (o un suo simile) perché contiene le sostanze in grado di
ripristinare e aiutare la flora batterica intestinale a crescere normalmente. Ovviamente, gli antibiotici che vengono
utilizzati recentemente non hanno questo tipo di effetto massiccio e deleterio.
Un’altra possibilità è che l’effetto possa essere non conseguente all’effetto fondamentale (=l’antibiotico attacca tutti
i batteri, sia quelli cattivi che quelli buoni) ma indipendente da questo. Ad esempio, nella prima generazione di
antistaminici che è somministrata e messa in commercio c’era scritto di non assumere il farmaco di fare attività che
prevedono concentrazione e attenzione: gli antistaminici davano sonnolenza. Ma che collegamento c’è tra
raffreddore e sonnolenza? Gli antistaminici sono farmaci in grado di passare la BBB e di andare ad agire a livello di
altri recettori, dando delle crisi di sonno e di stanchezza diffusa. I nuovi antistaminici, messi in commercio, non
riescono ad attraversare la membrana BBB e quindi non si manifestano questi effetti collaterali.
Obiettivi della farmacodinamica
Gli obiettivi della farmacodinamica sono quelli di:
o Identificare i siti a livello dei quali il farmaco ha effetto
o Indentificare le interazioni chimiche e fisiche che si instaurano tra il farmaco e il sito d’azione target
o Capire gli effetti dovuti all’attivazione del complesso che si origina dall’interazione tra farmaco e recettore
I recettori sono i bersagli più frequenti dei farmaci, perché sono in grado di recepire un messaggio proveniente da una
cellula e a trasdurlo nella cellula in cui si trova. Essi possono essere localizzati sulla superficie cellulare o all’interno
della cellula: qualunque sia la sua localizzazione, il recettore svolge la stessa funzione.
Le cellule, per crescere, hanno bisogno di comunicare tra di loro: crescono bene quando riescono a formare delle zone
di crescita vicine, in modo da poter comunicare tra di loro e passarsi informazioni.
Le cellule si scambiano le informazioni molto velocemente attraverso una sorta di Gap junctions,
dove la cellula si attacca fisicamente ad un’altra cellula e i loro citoplasmi comunicano mediante
questi canali/pori, che si trovano generalmente in particolari cellule eccitabili (=miociti, cellule
uterine…).
Un altro tipo di interazione può avvenire a partire da una cellula che produce una molecola
segnale (ormone, neurotrasmettitore…). Questa molecola segnale può funzionare su una
struttura recettiva presente sulla cellula stessa (in questo caso si risponde ad un segnale
autocrino) oppure viene allontanata, non di troppo, dalla cellula per agire su strutture
recettive presenti su altre cellule nell’immediata vicinanza. Questo è quello che avviene,
per esempio, a livello delle sinapsi quando si libera ACh o un qualsiasi neutrotrasmettitore che va nello spazio
intersinapstico, dove trova una cellula analoga sulla quale può portare il messaggio.
Il passaggio di informazioni non avviene solamente tra cellule uguale. Infatti, la
cellula endocrina produce una molecola segnale che può anche andare ad agir