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SINDROMI NELLE SPECIE DA REDDITO
“CHICKEN EDEMA DISEASE”
È la classica manifestazione osservata in occasione di alimentazione con mangime contaminato (nel 1999
in Belgio ed in altri Paesi Europei, con stima di 500 tonnellate inquinate da PCB e PCDD contenuti in grasso
minerale deliberatamente aggiunto in luogo di quello animale) che ha portato il pollo ad essere
considerata una specie “sentinella”
Nei soggetti colpiti sono stati osservati:
- abbattimento, respiro affannoso, dispnea
- atteggiamento “a papera” per accumulo di liquido in addome
- improvviso calo dell’ovodeposizione
- riduzione dell’accrescimento
- atassia (perdita coordinazione muscolare)
Alla necroscopia è osservabile raccolta di liquido nel sottocute e nelle cavità interne, degenerazione
torbido-grassa fegato, deg. cuore e mm. Scheletrici.
Il suino, pur essendo la specie da reddito più sensibile fra i mammiferi raramente si sono osservate
sindromi caratteristiche nel corso dei recenti casi di contaminazione. Nei casi di massiva contaminazione
si osservano disturbi della fertilità, con espulsione di feti mummificati, che presentano atrofia della milza;
i soggetti in accrescimento mostrano diminuito incremento ponderale.
Il bovino è di osservazione meno frequente rispetto alle segnalazioni riguardanti il pollo ed il suino.
Gli ovini presentano maggior accumulo a livello epatico: questi animali presentano apparato buccale
diverso rispetto al bovino, con possibilità di brucare più vicino al terreno e hanno il pascolo in zone
marginali, più facilmente contaminate.
Nell’uomo la sindrome è caratterizzata da cloracne, immunodepressione, diminuita fertilità
36 37
La principale fonte di introduzione di DL-composti in zootecnia è l’utilizzo di farine ed oli di pesce, la
seconda fonte è rappresentata dai grassi animali. Anche l’utilizzo del pascolo rappresenta una fonte di
introduzione di diossine.
Il terreno rappresenta una fonte non secondaria, soprattutto in particolari circostanze (es. esclusiva
alimentazione al pascolo).
Per l’uomo gli apporti maggiori sono legati a 4 categorie di prodotti: pesce, latticini e carni, ma in parte
anche le uova. INSETTICIDI ORGANO CLORURATI
Primi composti organici di sintesi utilizzati come insetticidi ambientali e per uso topico a partire dalla
seconda metà degli anni ‘40. Il DDT ha contribuito in maniera significativa al debellamento della malaria
per eliminazione del vettore. A partire dagli anni ‘60 si sono individuati gli aspetti negativi del loro utilizzo
dovuti soprattutto alla loro elevatissima persistenza nell’ambiente e sono stati banditi.
→
I composti ciclici sono più tossici del DDT intossicazione acuta.
Il loro utilizzo è vietato in Europa (in Francia ancora usati come ectoparassiticidi); resta il problema della
tossicità cronica legata al loro accumulo e alla presenza di residui in latte, burro e formaggi.
A causa della loro liposolubilità sono stabili e lentamente degradabili dando accumulo non solo
nell’organismo animale ma anche nell’ambiente.
FONTI DI INTOSSICAZIONE
⇢ Azioni dolose: interessano soprattutto piccoli animali e talvolta la fauna selvatica;
⇢ Farmaci: posologia, frequenza di somministrazione, interazione tra farmaci;
⇢ Inquinamento industriale
Aria: fumi originati dalla combustione di combustibili (es derivati del petrolio) con formazione di
contaminanti (es ossido di carbonio, anidride solforosa, ammonioaca, gas nitrosi) oppure dispersione
di sostanze provenienti da industrie che utilizzano sostanze tossiche.
Acque: soprattutto causato da scarichi liquidi, molto grave se si tratta di sostanze a lenta
decomposizione (es Pb, Cu, Hg, As, Cl, idrocarburi). Pericolo per l’abbeverata degli animali, alterazioni
→
quali-quantitative delle colture piante dannose per il bestiame
⇢ Inquinamento agricolo: pesticidi dotati di tossicità poco selettiva, scambio di fitofarmaci, dosi
eccessive, non rispetto dei tempi di sicurezza utilizzo di principi attivi molto persistenti e quindi
soggetti ad accumulo ambientale (es organoclorurati);
⇢ Alimenti tossici o contaminati: piante tossiche, inquinamento fungineo di certi foraggi, procedimenti
particolare cui vengono sottoposti gli alimenti;
⇢ Prodotti ad uso domestico: vernici usate per trattare le infrastrutture (derivati del piombo, arsenico,
cromo), olii lubrificanti o liquido anticongelante tossine animali (glicole etilenico), esche rodenticide,
detersivi e disinfettanti.
Tossicità Acuta
Si intende l’effetto o l’insieme degli effetti che insorgono nell’organismo animale in seguito alla sua
esposizione ad un agente tossico per tempi brevi (alcuni secondi, minuti od ore, non oltre 24, anche una
sola volta).
Le dosi del tossico sono di solito alte (o il tossico è molto potente) e comunque sono sufficienti per
provocare effetti gravi anche se assunte una sola volta. L’esposizione per via inalatoria viene definita
acuta quando si protrae per un tempo minore (max 4-6 ore).
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Tossicità Cronica
Si intende l’insieme di effetti che insorgono nello organismo animale in seguito all’esposizione ad un
agente tossico per tempi prolungati (mesi od anni). Le dosi di xenobiotico sono in genere molto basse e
comunque insufficienti a determinare danni apprezzabili obiettivamente se assunte una sola volta.
L’assunzione ripetuta, definita generalmente tossicità cronica, a seconda della durata può essere
suddivisa in: subacuta (alcuni giorni 3-4 settimane) subcronica (1 mese, 2-3 mesi) cronica (3 mesi, anni).
La tossicità di una sostanza viene espressa in base alle dosi (mg/Kg p.c.) in grado di determinare
nell’animale un effetto biologico indesiderato.
DMT
» (dose massima tollerata): è anche definita “dose soglia”. Non compaiono effetti tossici rilevabili
clinicamente, in genere non produce effetti rilevabili a carico dei parametri ematici.
MDT
» (minima dose tossica): è la più bassa dose in grado di determinare effetto tossico ma non letale
(secondo alcuni si tratta della “dose soglia”).
DML
» (dose minima letale): dose minima che provoca la morte di un animale.
DL (dose letale)
È la dose in grado di determinare la morte dell’animale, per convenzione, entro le 24h seguenti
l’esposizione.
DL 50
È la dose in grado di provocare la morte nel 50% degli animali trattati una sola volta.
Deve essere accompagnata da altri parametri quali:
- via di somministrazione
- specie animale
- possono essere considerati la razza e il sesso.
La DL è indicativa della sola tossicità acuta e riferita all’effetto letale, non dà indicazioni sugli effetti a
50
lungo termine per esposizioni ripetute, nè su eventuali effetti mutageni, cancerogeni o teratogeni.
Più la DL è bassa più lo xenobiotico è dotato di tossicità acuta.
CL (concentrazione letale 50)
50
Se lo xenobiotico viene assunto per via aerogena sotto forma di gas o di vapore, la tossicità viene espressa
come concentrazione letale a cui bisogna aggiungere il tempo di esposizione (mg/l/min o h).
Le intossicazioni non sono uguali per tutti gli esseri viventi, ma possono essere individuali relative
all’animale o allo xenobiotico.
RELATIVI ALL’ANIMALE RELATIVI ALLO XENOBIOTICO
1. specie 1. caratteristiche fisico-chimiche
2. razza 2. dose
3. età 3. via di esposizione
4. sesso 4. interazioni con altri xenobiotici
5. condizioni fisio-patologiche
POLLO più sensibile all’intossicazione da NaCl per scarso senso del gusto e ridotta area di filtrazione
glomerulare (DL 1.5 Kg bovino; 200 g suino; 2 g pollo)
CAVALLO maggiore sensibilità agli effetti tossici delle tiaminasi (→ ipovitaminosi B1) contenute nello
Pteridium aquilinum (felce). I monogastrici non sono in grado di sintetizzare la vitamina mentre i ruminanti
sfruttano la sintesi batterica ruminale. L’equino non è inoltre in grado di vomitare (manca la funzione
protettiva). 38 39
RODITORI non sono in grado di vomitare, ciò viene sfruttato per certi rodenticidi (ANTU, scilla rossa)
che irritanti, vengono vomitati da cane e gatto (funzione protettiva).
→
CONIGLIO minore sensibilità agli effetti tossici dell’atropina dotato di un’esterasi epatica in grado di
idrolizzarla rapidamente (idrolisi lenta nelle altre specie).
Vi sono differenze anatomo-fisiologiche tra le varie specie animali (es. carnivori ed erbivori e tra questi
ruminanti e non ruminanti).
Nel RUMINE:
- lo xenobiotico viene enormemente diluito
- possono avvenire reazioni di biotrasformazione presistemica che possono determinare fenomeni di:
→ → →
-
bioattivazione (urea; nitrati nitriti; Glucosidi cianogenetici CN ; l-triptofano 3CH indolo) o
3
→ →
inattivazione (organofosfati idrolisi; DDT; Piretroidi idrolisi)
UREA E SALI D’AMMONIO
Avvelenamento tipico dei ruminanti a cui sono somministrati urea o sali d’ammonio come fonte di N non
2
proteico. Tali composti possono generare NH a livello ruminale ad opera di enzimi (ureasi) della flora
3
batterica. L’ NH viene facilmente assorbita e può causare la tossicosi.
3
Fonti
1) somministrati ai ruminanti come fonte di NPN: urea, biureto, fosfato biammonico, solfato di
ammonio.
2) fertilizzanti: urea, nitrato d’ammonio ed altri sali sono usati come fertilizzanti.
Le condizioni predisponenti: la tossicità dell’urea è condizionata da diversi fattori che possono
trasformare gli effetti prodotti da un composto di solito tollerato in una grave tossicosi.
- ABITUDINE: bovini abituati ad assumere urea e derivati possono tollerare dosi fino ad 1 g/kg, tossiche
per animali non abituati. Tale effetto protettivo regredisce con la sospensione della
somministrazione.
- ATTIVITÀ DELL’UREASI: è condizionata dal pH (ottimale 7.5-8) e dalla T° (ottimale > 38-40°c). La
formazione di NH aggrava la tossicosi, il pH tende ad aumentare e sposta l’equilibrio della reazione
3
verso la forma indissociata che viene assorbita a livello ruminale e passa in circolo.
- ETÀ: i vitelli pre-ruminanti sono meno sensibili, mentre i giovani ruminanti sono più sensibili
dell’adulto.
- CARENZA DI H2O: H O diluisce l’NH formatasi nel rumine, limita l’azione dell’ureasi e aumenta
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l’eliminazione urinaria dell’urea.
- PATOLOGIE EPATICHE: vi può essere una riduzione dei processi metabolici detossificanti (vecchiaia,
processi infiammatori, degenerativi, parassitosi).
- FORAGGI RICCHI DI SOIA E DERIVATI: (farine) contengono ureasi.
L’urea