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PROCESSO INFIAMMATORIO:
1) Rilascio di istamina: i mastociti hanno dei granuli che con il processo
infiammatorio subiscono degranulazione liberando istamina.
2) L’istamina provoca la vasodilatazione dei capillari della zona lesa generando:
- Rossore e calore: maggior afflusso di sangue che permette il rapido arrivo dei
leucociti (protezione).
- Gonfiore (edema): fuoriuscita di liquidi e proteine (maggiore permeabilità
vascolare).
3) Formazione delle PGE: in seguito alla lesione, nelle membrane plasmatiche
si attivano le Fosfolipasi A2 (enzimi), le quali fanno si che dai fosfolipidi si liberi
Acido Arachidonico. Poi le Ciclossigenasi trasformano l’Acido Arachidonico in PGE
tramite una reazione di ciclizzazione (aggiunta di un atomo di O ).
2
- Rilascio di PGE: meccanismo enzimatico amplificato (fagocitosi e degenerazione
del tessuto superiore alla riparazione del tessuto).
- I farmaci antinfiammatori riequilibrano le perdite per ripristinare la lesione
(maggiore proliferazione di cellule sane).
PGE:
- Azione pro-infiammatoria: aumentano permeabilità vascolare e flusso ematico
nella zona lesa. Sono responsabili del proseguimento dell’infiammazione.
- Iperalgesia (aumento di dolore): sensibilizzano le terminazioni nervose.
- Favoriscono l’apporto di leucociti nella zona lesa.
4) Migrazione dei leucociti (cellule immunitarie): i granulociti neutrofili sono le prime
cellule che raggiungono rapidamente il sito infiammato:
- Marginazione: aderiscono temporaneamente all’endotelio dei vasi lesionati.
- Fagocitano i detriti cellulari del tessuto leso.
- Maturazione: vengono sostituiti dai macrofagi. Nella zona lesa restano PGE e
macrofagi.
INFIAMMAZIONE (sintomi = rossore, calore, gonfiore, dolore):
Risposta biologica utile a compensare la lesione subita.
Il dolore deriva dalla sollecitazione meccanica delle terminazioni nervose dei tessuti
(vasodilatazione, necrosi cellulare, PGE).
1) Infiammazione acuta: si somministra subito il farmaco per evitare l’insorgenza
dei sintomi.
2) Infiammazione cronica: presenza di macrofagi nei processi di necrosi cellulare.
TRATTAMENTO degli INFORTUNI SPORTIVI: l’approccio R.I.S.E. non utilizza
nessun farmaco. Se non è sufficiente, si ricorre alla terapia farmacologica.
1) Rest: riposo.
2) Ice: favorisce una vasocostrizione.
3) Compression: combatte il gonfiore.
4) Elevation: favorisce il deflusso del liquido accumulato nella zona lesionata.
FARMACI ANTINFIAMMATORI non STEROIDEI (FANS): es: aspirina e ibuprofene.
Sono efficaci per lesioni di lieve e moderata entità.
Meccanismo d’azione (farmaco dinamica): sono molecole semplici, quindi
attraversano bene le membrane cellulari sopratutto cutanee.
- Effetto terapeutico: inibiscono il progredire dell’infiammazione. Inibiscono la
sintesi delle PGE perché inattivano le ciclossigenasi legando parte della loro
molecola nel sito attivo dell’enzima.
- Effetto analgesico: limitano il dolore.
1) Uso topico: seguito da un massaggio per spargere il farmaco nella zona lesa.
Permette di drenare ed eliminare il liquido fuoriuscito dalla zona lesa raggiungendo
alte concentrazioni di farmaco nel tessuto sottostante.
2) Uso orale: si usa se il dolore persiste dopo la somministrazione topica.
Effetti avversi: in caso di assunzioni croniche e abbondanti.
- Gastrolesività: le PGE gastriche stimolano la secrezione di muco che protegge le
pareti gastriche dall’HCl. I FANS inibiscono la sintesi di PGE, perciò cala la
quantità di muco che riveste la parete. L’HCL va a contatto diretto con le pareti
gastriche lesionando l’epitelio gastrico (ulcera ed emorragie).
- Alterazione funzionalità renale: si verifica in pazienti con maggiore rilascio di
vasocostrittori (Angiotensina II) o in soggetti sani dopo assunzioni croniche di
FANS. Se questi pazienti assumono FANS, la vasocostrizione renale diventa
permanente causando l’alterazione flusso ematico. Nei reni, normalmente ci
sono PGE vasodilatatrici che si oppongo all’angiotensina II. I FANS inibiscono la
sintesi di PGE, lasciando incontrastata l’azione dei vasocostrittori.
- Ipersensibilità (difficoltà respiratorie): reazione allergica in soggetti che rilevano il
farmaco come un antigene.
- Emorragie (inibizione dell’aggregazione piastrinica: l’acido arachidonico a livello
delle piastrine forma dei trombossani rilasciati per iniziare la 1° fase del coagulo.
I FANS inibendo le ciclo-ossigenasi, limitano anche la formazione di trombossani.
- Sindrome di Reye: forte alterazione epatica degenerativa che può portare alla
morte (epatopatia fulminante). Si verifica quando il FANS è somministrato per
controllare un infezione virale (influenza). Riguarda sopratutto i bambini, perché
sono meno predisposti a bio-trasformare ed eliminare i farmaci.
CICLOSSIGENASI:
Ciclossigenasi Costitutive (cox-1): regolano omeostasi renale, gastrointestinale e
• aggregazione piastrinica.
Ciclossigenasi di tipo 2 (cox-2): si attivano durante il processo infiammatorio.
•
In passato, erano stati creati dei farmaci selettivi per le ciclossigenasi-2. Dopo i
buoni risultati iniziali, il farmaco scoperto riduceva gli effetti avversi gastrointestinali
mantenendo lo stesso effetto farmacologico, poi si presentarono effetti avversi più
gravi (insufficienza renale ed ipertensione) che portano al ritiro di questi farmaci.
PARACETAMOLO: alternativa ai FANS.
- Effetto terapeutico: più debole rispetto ai FANS.
- Effetto analgesico e antipiretico buono: combatte dolore e febbre.
- Agisce a livello del SNC: inibisce la sintesi di PGE, ma non influenza
l’aggregazione piastrinica.
- Evita gli effetti avversi dei FANS: viene biotrasformato e eliminato correttamente.
FARMACI ANTINFIAMMATORI STEROIDEI (glucocorticoidi):
Contengono gruppi steroidei: colesterolo, acidi biliari, aldosterone e cortisolo.
Meccanismo d’azione:
- Effetto terapeutico maggiore dei FANS, ma hanno effetti avversi più gravi.
- Effetti metabolici: stimolano gluconeogenesi, lipolisi e proteolisi.
- Riducono la sintesi di PGE: inibiscono le fosfolipasi A2 e le ciclossigenasi-2.
- Riducono rilascio di istamina e bloccano proliferazione di macrofagi e leucociti.
Uso topico/orale/inalatorio/endovenoso: la via topica (migliore) limita gli effetti
avversi facendo assorbire pochissimo farmaco.
Effetti avversi: in caso di assunzioni croniche ed abbondanti.
- Gastrolesività: inibiscono la sintesi di PGE, importanti per la secrezione del muco
che riveste l’epitelio gastrico (ulcere ed emorragie gastrointestinali).
- Infezioni e ritardo per la guarigione delle ferite: rallentano l’attività dei globuli
bianchi sopratutto se usati per via topica.
- Iperglicemia (diabete): stimolano la gluconeogenesi.
- Riduzione della massa muscolare: stimolano la proteolisi.
- Edema: aumentano la ritenzione idrica.
- Osteoporosi (infortuni): riducono l’assorbimento di Ca a livello intestinale.
- Disturbi emotivi: alterazione del ritmo veglia-sonno.
Glucocorticoidi e sport: sono inclusi nel programma di monitoraggio:
In competizione: sono proibiti se assunti 12 ore prima della competizione per via
• orale, rettale, endovenosa, intramuscolare.
Fuori competizione: sono proibiti se assunti per le altre vie di somministrazione
• Se assunti per via inalatoria è necessaria la dichiarazione d’uso terapeutico.
Sono abusati per:
- Effetto ergogenico positivo: aumento di glucosio ematico (alterazione del
metabolismo glucidico).
- Guarire in tempi brevi da lesioni infiammatorie.
TERAPIA FARMACOLOGICA agli ATLETI:
1) Esenzione a fini terapeutici: richiesta se il farmaco somministrato è incluso nella
lista delle sostanze proibite. E’ concessa per farmaci specifici, dose, via di
somministrazione, frequenza e durata del trattamento.
Per ogni variazioni è necessaria una nuova richiesta di esenzione.
- Patologia acuta: richiesta tempestiva.
- Patologia cronica: richiesta inviata 21 giorni prima della gara.
2) Dichiarazione uso terapeutico: richiesta se il farmaco somministrato non è
incluso nella lista delle sostanze proibite. Nei controlli antidoping è utilizzata una
scheda di raccolta dati dove sono annotate le dichiarazioni dell’atleta su assunzioni
di farmaci, prodotti salutistici (es: integratori alimentari) o altre preparazioni nei 7-10
giorni precedenti il prelievo.
ASMA: patologia cronico-progressiva con infiammazione bronchiale.
I bronchi degenerano e si ispessiscono, si restringe il lume e si accumula muco
(alterazione del flusso d’aria). Riguarda il 5% degli atleti.
1) Broncocostrizione (15 minuti): fase iniziale.
2) Fase tardiva (4-8 ore): infiammazione dei bronchi.
Asma e sport: i fattori scatenanti sono:
- Umidità, temperatura e inquinamento dell’aria: aria secca, fredda ed inquinata
aumenta l’infiammazione dei bronchi.
- Aumento della ventilazione dovuto all’attività sportiva stessa.
TERAPIA FARMACOLOGICA dell’ASMA:
1) Farmaci broncodilatatori: si oppongono alla broncocostrizione.
- Beta 2-agonisti.
- Teofillina: farmaco di 2° scelta.
2) Glucocorticosteroidi: via inalatoria (1° scelta), via orale e via endovenosa.
Riducono la sintesi di PGE quindi limitano l’infiammazione dei bronchi.
BETA 2-AGONISTI:
1) A rapida insorgenza (5-10 minuti) con breve durata d’azione.
2) A lenta insorgenza con lunga durata d’azione (formoterolo e salmeterolo).
Vie di somministrazione:
- Via inalatoria (evento acuto): rapido effetto con limitati effetti avversi.
- Via orale (evento cronico): agisce dopo alcune ore.
- Via iniettiva: soggetto in grossa difficoltà respiratoria.
Meccanismo d’azione: si legano ai recettori beta-2 adrenergici presenti sulla
muscolatura liscia dei bronchi provocando gli stessi effetti dell’adrenalina.
Legandosi ai recettori, attivano l’adenilciclasi che trasforma ATP in AMP ciclico
(2° messaggero cellulare). L’AMP ciclico attiva enzimi cinasi che causano la
broncodilatazione (regolare flusso d’aria) e diminuiscono l’entrata di Ca
intracellulare inibendo la fosforilazione delle catene leggere di miosina.
Effetti metabolici:
- Stimolazione glicogenolisi: aumento della concentrazione di glucosio ematico
(aumenta la risposta energetica).
- Mobilizzazione degli acidi grassi liberi da parte del tessuto adiposo (aumenta la
risposta energetica).
- Azione broncodilatatrice.
- Effetto cronotropo cardiaco.
Effetti avversi: diminuiscono se assunti per via inalatoria.
- Tachicardia: stimolano l’aumento della Fc (rischio di ipertensione).
- Tremori muscolari.
- Iperglicemia (diabete): stimolano il metabolismo glucidico.
- Tolleranza: avviene in seguito a somministrazioni elevate e ripetute. Il paziente
non risponde più alla terapi