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REAZIONI DI IDROLISI
Sono realizzate dalla carbossiesterasi cioè enzimi ubiquitari (sangue, microsomi
epatici, rene ed altri tessuti) che catalizzano l’idrolisi di esteri e di amidi. Alla classe
delle carbossiesterasi appartiene la colinesterasi che idrolizza gli esteri della colina.
12/10/17
FASE II: REAZIONI DI CONIUGAZIONE
Servono per coniugare il farmaco con eventuali molecole nel nostro organismo.
La fase II subentra quando porto a termine la fase I, durante la quale il farmaco ha
già subito delle modificazioni atte a rendere il farmaco il più idrofilo possibile, in
maniera da renderlo facilmente eliminabile. Alcuni farmaci sono già polari come ad
esempio il paracetamolo quindi arrivano direttamente in fase II, bypassando la I.
A volte arrivare direttamente alla fase II è un fenomeno positivo poiché bypassiamo
la specie tossica per gli epatociti nella fase I.
Coniugazione significa inattivazione del farmaco che non produce specie tossiche.
L’obbiettivo del metabolismo è quello di rendere più polare possibile il farmaco, ma
quelle reazioni che avvengono in fase I non sono sufficienti, quindi devono essere
addizionate di altri gruppi che subentrano in questa seconda fase. Queste reazioni in
fase II sono divise in 5 gruppi e sono catalizzate da enzimi (transferasi) che possono
essere localizzati sia nei mitocondri che nel citoplasma. Quali sono?
- Glicuronoconiugazione (coniugazione con acido glucoronico)
- Solfoconiugazione
- Acilazione 26
- Coniugazioni con glutatione
- Coniugazione con amminoacidi come la glicina, glutammina e cisteina.
PROCESSO DI GLUCORONAZIONE
C’è il trasferimento del glucuronato mediato dall’enzima UDP-glucuroniltransferasi,
il farmaco legato a questo generalmente viene reso inattivo e pronto per essere
eliminato o attraverso la bile o attraverso il fegato. Ci sono però eccezioni per cui il
farmaco rimane attivo e cioè la morfina (deriva dal profarmaco codeina), questa a
sua volta quando riceve acido glucoronico forma due intermedi, se si inserisce in
posizione 3 forma la Morfina-3-glucuronide, con attività opposta alla morfina, se
invece si inserisce in posizione 6 a formare la Morfina-6-glucuronide ha attività
ancora più elevata rispetto alla morfina stessa.
L’aspirina in fase I attraverso l’idrolisi permette la formazione di acido salicilico, che
ha un gruppo ossidrilico importante perché la transferasi in fase II quando inserisce
glucuronato produce una molecola con PM più elevato e la molecola è ancora più
polare.
Quando ci sono condizioni in cui la coniugazione con l’acido glucoronico porta a
molecole con PM > 500 la via di eliminazione è quella epatica, se si formano invece
molecole con PM < 250 la via di eliminazione è quella renale. Quindi dipende dalle
caratteristiche che si generano una volta che si inserisce questo acido.
SULFOCONIUGAZIONE
La coniugazione dei farmaci con acido solforico avviene ad opera delle
sulfotransferasi, enzimi citosolici che richiedono come cofattore il 3’-
fosfoadenosina-5’-fosfosolfato (PAPS). L’attività di questo enzima è elevata a livello
di fegato, intestino, rene, polmone e cervello.
Il paracetamolo supporta anche questo tipo di coniugazione.
CONIUGAZIONE CON AMMINOACIDI
Sono amminoacidi come la glicina, glutammina e taurina che permettono la
coniugazione. Sono farmaci e metaboliti di fase I che presentano gruppi carbossilici
liberi. Qui succede che vi è un cofattore che aiuta l’enzima N-acili transferasi a far
avvenire il trasferimento di un amminoacido.
ACETILAZIONE
Le acetilazioni sono importanti per quei farmaci che possiedono gruppi amminici
aromatici (es. sulfanilimide) e gruppi idrazinici.
La reazione è catalizzata dall’enzima citosolico (e principalmente espresso nel
fegato) N-acetiltransferasi che ha come cofattore l’acetil CoA.
Esistono due forme dell’enzima NAT1 e NAT2, codificate da geni diversi: esistono
inoltre diverse forse alleliche di NAT2 (polimorfismo genetico) a ridotta attività 27
catalitica responsabili del fenotipo acetilatore lento (aumento della biodisponibilità
dei farmaci con effetti tossici sull’organismo).
Questi enzimi transferasi, così come i citocromi P-450 potranno subire delle
modificazioni genetiche che possono portare alla produzione di altri enzimi ed
evocare un aumento o diminuzione della loro attività modificandone i contenuti a
livello ematico: aumento (effetto terapeutico maggiore o effetti indesiderati), o
diminuzione (inefficacia della terapia).
CONIUGAZIONE CON GLUTATIONE
Il glutatione è un tripeptide dotato di proprietà antiossidanti presente in diversi
tessuti, soprattutto nel fegato. I farmaci coniugati con glutatione sono privi di
attività farmacologica e vengono eliminati sia attraverso la bile o con le urine solo
dopo ulteriore trasformazione in derivati dell’acido mercapturico.
METILAZIONE
Abbiamo altri meccanismi di fase II come le metilazioni che avvengono
particolarmente su farmaci che contengono eteroatomi, quelli che maggiormente
incidono sono O, N, S.
Catalizzano il trasferimento di un gruppo metilico alla molecola attraverso enzimi
metiltransferasi che hanno come cofattore la S-adenosilmetionina (SAM).
Le catecolamine vengono inattivate grazie alla metilazione dovuta all’enzima
Catecol-O-metiltransferasi (COMT).
FATTORI CHE INFLUENZANO IL METABOLISMO
Generalmente i farmaci passano in fase I dove si inseriscono quei gruppi per renderli
compatibili con la fase II.
I fattori che influenzano questo metabolismo dei farmaci sono:
- Età: è importante perché nei neonati i sistemi enzimatici oltre alle pareti che
non sono ancora ben formate, sono ancora immaturi, quindi viene a mancare
quella componente in più che ha una persona adulta. Negli anziani invece il
fegato si riduce di dimensioni ed ha un modesto apporto di sangue ed una
attività enzimatica meno intensa.
- Sesso
- Stato di nutrizione
- Razza: sempre tenendo in considerazione il CYP2D6, negli europei posso
avere metabolizzatori lenti del 5-10%, africani 2-5% ed orientali <1%; mentre
metabolizzatori molto rapidi sono molto sviluppati in alcune razze di etiopi
nella percentuale del 20% molto elevata, poi spagnoli 7% e scandinavi 1.5%.
- Patologie: che sono soprattutto a carico del fegato, se questo non svolge le
proprie funzioni come chi è affetto da cerrosi epatica; vengono a mancare
tutti quei presupposti che portano all’inattivazione del farmaco. 28
- Un’altra patologia può essere lo scompenso cardiaco che riduce l’apporto di
sangue al fegato. Se il fegato viene a meno alcuni farmaci vengono
metabolizzati in misura inferiore, per questo è necessario ridurre le
concentrazioni
- Interazioni tra farmaci
Farmacogenetica: lo studio da un punto di vista genetico che varia da individuo a
individuo nei confronti della risposta ai vari farmaci. Fu studiato per prima nel 1959.
Oggi è una branca molto importante.
Farmacogenomica: branca che si occupa di analisi e determinazione del genoma e
dei suoi prodotti allo scopo di correlare queste informazioni con la risposta al
farmaco presente a livello cellulare, tessutale, di individuo o di popolazione, alla fine
di individuare nuovi bersagli terapeutici, scoprire e sviluppare farmaci o studiare la
risposta ad essi.
La farmacogenetica è limitata ad un numero definito di geni noti, mentre invece la
farmacogenomica si estende all’intero genoma.
Identità genetica nella nostra specie Homo Sapiens: i vari genomi sono identici al
99,9%. 3200000 nucleotidi sono differenti. Tra ogni coppia di individui i genomi
differiscono per circa 3 milioni di basi nucleotidiche e tra ogni coppia di individui i
proteomi differiscono per circa 100.000 aa.
Geni che influenzano la risposta al farmaco:
1) Farmacocinetica: la maggior parte dei farmaci si diffondono in maniera
passiva, altri mediati da trasporto attivo, qui uso proteine che possono
subire modificazioni genetiche così come enzimi del metabolismo.
2) Farmacodinamica: recettori, canali ionici, enzimi e proteine regolatrici,
anche questi sono tutte proteine che possono subire modificazioni
genetiche.
Tutte queste proteine della farmacocinetica e dinamica se vengono modificate
geneticamente portano a risposte diverse.
Le variazioni genetiche più frequenti sono:
- i Poliformismi di fase I: varianti alle eliche presenti > 1% della popolazione.
Dovute a sostituzioni di singole basi, inserzioni e delezioni, ed a variazioni del
numero di tandem ripetuti. Il tipo più comune sono i polimorfismi a singolo
nucleotide.
Il polimorfismo a singolo nucleotide consiste nella sostituzione di una singola
base che porta a conseguenze di cambiamento delle funzionalità di queste
proteine.
L’1% può avere un significato biologico se cade nelle regioni codificanti o
regolatrici.
Questi polimorfismi possono essere collegati in fasi diverse del cromosoma o
a livello di esoni o di introni. Il polimorfismo genetico dipende quindi dalle 29
mutazioni genetiche che determinano l’espressione di proteine varianti tra gli
individui ed è responsabile della variabilità della risposta dei farmaci.
Quando si hanno polimorfismi a singolo nucleotide si generano
metabolizzatori lenti o rapidi. Quali sono le conseguenze?
Sono un accumulo sistemico per ridotta clearance epatica e rischio di reazioni
avverse.
Anche qui dobbiamo sempre fare riferimento alle concentrazioni ematiche del
farmaco. Quindi le conseguenze sono le concentrazioni emivita del farmaco
nel sangue.
Quando ho un fenotipo lento cioè metabolismo lento, aumenta il farmaco di
concentrazione andando incontro a maggior propensione di avere effetti
indesiderati. Questa è la condizione in cui il polimorfismo mi ha creato un
metabolismo lento. Qui può intervenire il sistema di inibizione. Nel lato
opposto quando il polimorfismo accelera il metabolismo, le concentrazioni di
farmaco diminuiscono e quindi ho inefficacia terapeutica.
Un normale metabolismo arriva ad un massimo e poi si abbassa rapidamente
quando viene metabolizzato ed è tutto nella norma.
Il citocromo P450 CYP2D è responsabile per il metabolismo del 25-30% dei
farmaci, tra cui antiaritmici, antidepressivi triciclici, neurolettici,
β-bloccanti,
antitussivi e narcotici.
Tutti metabolizzati da questa sottofamiglia di citocromo P450, la quale può
andare incontro a queste modificazione genetiche a singolo nucleotide che
portano ad un metabolismo lento o veloce.
Effetti farmacologici in pazienti con polimorfismi di CYP2D6
Se io sto assumendo degli antidepressivi e ho un metabolizzatore lento ho un
aumento della concentrazione ematica e quindi