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IPERTENSIONE.”
Lo stato patologico di ipertensione può essere accertato dopo 3 misurazioni
attuate sia a livello ortostatico che clinostatico. L’ipertensione può essere di
carattere essenziale. Essa provoca esposizione a fattori di rischio relativi a
diverse patologie come: l’ictus, l’insufficienza cardiaca congestizia, malattia
coronarica ed insufficienza renale. L’insorgere di suddette patologie è spesso
correlato alla presenza di altre patologie concomitanti come
l’ipercolesterolemia, il diabete,ecc.
Possiamo distinguere tre forme di ipertensione essenziale:
- Leggera: In cui i valori, per quanto riguarda la pressione diastolica, sono
compresi tra 90 e 104 mm/mercurio
- Moderata: con valori di pressione diastolica compresi tra 105 e 115.
- Grave: con valori di pressione diastolica superiori a 115.
La pressione sistolica rappresenta la forza di pressione di spinta del cuore,
mentre quella diastolica rappresenta la pressione di periferia. Il primo battito
cardiaco è quello sistolico, mentre il secondo è quello diastolico.
13.1 - TERAPIA NON FARMACOLOGICA DELL’IPERTENSIONE.
Essa prevede il sostenimento di diverse misure di prevenzione come: la
riduzione del peso corporeo, la riduzione del sodio alimentare, riduzione
dell’assunzione di fumo ed alcol, svolgimento di attività fisica, terapia con
potassio e terapia di rilassamento.
Gli elementi coinvolti nella misurazione della pressione arteriosa sono
rappresentati dalla gittata cardiaca e dalle resistenze periferiche, per questo
motivo assumono grande importanza l’efficacia contrattile del miocardio, il
ritorno venoso e la volemia, per la gittata cardiaca, e il tono delle pareti delle
arteriole pre-capillari, l’elasticità delle grandi arterie e la viscosità del sangue
(tendenza a creare trombi), per le resistenze periferiche. Nei soggetti anziano,
ad esempio, la diminuzione dell’elasticità dei vasi sanguigni, provoca un
aumento della pressione diastolica.
I sistemi che interagiscono nella regolazione della pressione arteriosa sono
rappresentati dal sistema simpatico, dal sistema Renina-Angiotensina-
Aldosterone e dal Rene. Qui i barocettori possono avvertire i cambiamenti della
pressione arteriosa. Ad esempio, in caso di ipotensione, stimolando le cellule
iuxtaglomerulari a produrre renina e stimolando il simpatico nel rilascio di
adrenalina si può ottenere un aumento della pressione ristabilendo i valori
standard.
13.2 - TERAPIA FARMACOLOGICA.
Le linee guida relativamente al trattamento dell’ipertensione sono diverse.
Quella di stampo americano, prevede l’uso di Diuretici tiazidici
(idroclorotiazide), dell’ansa (furosemide) e risparmiatori di potassio (amiloride).
In seconda istanza avremo l’utilizzo di simpaticolitici, tra cu abbiamo agenti ad
azione centrale come la metildopa, la clonidina (usato anche come surrogato
del metadone), i farmaci ganglioplegici (trimetafano), alfa bloccanti (prazosina,
terazosina) o betabloccanti (propranololo), vasodilatatori arteriosi (minoxidil),
farmaci calcio antagonisti (verapamil, diltiazem) ed infine gli ACEinibitori
(enalapril, lisinopril). Quest’ultimi secondo la scuola italiana, sono i farmaci di
prima istanza, in quanto, non solo migliorano la qualità della vita ma anche la
quantità.
La Scelta dei farmaci antipertensivi Dipende da:
• Caratteristiche del paziente
• Valori pressori
• Presenza o meno di danni d’organo
1° scelta: Diuretici (più consigliati per situazioni d’emergenza e non per cure
durature), Beta-bloccanti, Ace-inibitori, Calcio antagonisti, Antagonisti recettori
Angiotensina II (sartani)
2° scelta: Diuretici + beta bloccanti, Diuretici + Ace inibitori o antagonisti Ang
II, Calcio antagonisti + beta-bloccanti, Calcio antagonisti + Ace inibitori o
antagonisti Ang II, Calcio antagonisti + diuretici
13.3 - FARMACI SIMPATICOLITICI AGONISTI DEI RECETTORI α2
Utilizzati da tempo nel controllo dell’ipertensione arteriosa e talora delle
emergenze ipertensive (riduzione delle resistenze periferiche grazie alla
vasodilatazione, diminuzione della renina, diminuzione frequenza cardiaca).
Hanno anche altri usi terapeutici grazie ad i loro effetti a livello del SNC.
Questo perché Il loro gruppo
“imidazolico” permette anche il legame a recettori delle imidazoline I1, I2 ed I3
a livello centrale e/o periferico. Tra essi ricordiamo la Clonidina, la Guanfacina e
il Guanabenz.
13.4 - LA CLONIDINA.
Essa rappresenta un agonista del recettore alfa2. Esso è un autocettore
presente soprattutto a livello presinaptico, collegati ad una proteina G inibitoria
che, in condizioni fisiologiche viene stimolato dalle catecolammine quando vi è
una sovrastimolazione del simpatico. La sua azione è quella di inibire il rilascio
di catecolammine in modo da abbassare la pressione arteriosa. In questo caso,
quindi, l’agonista simpatico-mimetico, attua la stessa funzione delle
catecolammine, ovvero lega il recettore, permettendo a quest’ultimo
l’inibizione del rilascio di adrenalina e noroadrenalina. I recettori alfa2 a livello
del snc sono presenti nei nuclei del midollo allungato, mentre a livello periferico
sono presenti sia a livello presinaptico (dove provocano inibizione del rilascio di
noroadrenalina e quindi vasodilatazione) sia a livello postsinaptico (dove
causano vasocostrizione. E’ per la presenza di questi recettori che la
somministrazione rapida di clonidina, per via endovenosa o intramuscolare, in
primo luogo provoca un aumento della pressione per poi dare ipotensione).
Usi terapeutici
- Trattamento dell’ipertensione arteriosa (di lieve e moderata intensità)
con Somministrazione per via orale, via intramuscolare, via endovenosa
- Trattamento delle emergenze ipertensive con Somministrazione per via
endovenosa mediante infusione lenta
- Preanestesia
- Trattamento sindrome d’astinenza (oppiacei, alcool, nicotina) grazie all’
inibizione dei neuroni adrenergici del locus coeruleus , struttura
mesencefalica implicata nell’ansia, nello stress e nella regolazione del
tono neurovegetativo e dello stato affettivo.
Effetti indesiderati
Secchezza delle fauci e degli occhi, sonnolenza, sedazione, cefalea, rash
cutanei, ipotensione ortostatica, nausea, vomito e anoressia. C’è da dire,
inoltre, che la sospensione della somministrazione di questo farmaco, deve
essere attuata gradualmente in un periodo compreso tra i 4 e i 6 giorni. La
sospensione improvvisa, infatti, può causare una sovrastimolazione del
simpatico andando quindi ad accentuare quei sintomi per i quali la clonidina
era stata somministrata, ottenendo la cosiddetta ipertensione da rimbalzo.
13.5 - FARMACI ALFABLOCCANTI (ALFA1 ANTAGONISTI)
Tra essi ritroviamo i derivati chinazolinici (Terazosina, prazosina), i derivati della
4-aminopiridina ( (indoramina) e i derivati dell’uracile (urapidil). Essi
rappresentano degli antagonisti competitivi del recettore alfa1 (competono con
le catecolammine per il legame con il recettore) e provocano vasodilatazione
arteriosa e venosa con conseguente abbassamento della pressione.
PRAZOSINA
Oltre ad essere un inibitore selettivo dei recettori α1-adrenergici, interferisce
con i flussi di calcio ed inibisce le fosfodiesterasi, ciò permette all’AMPc di non
essere denaturato in 5’-AMP e di prolungare il suo legame con le catene
leggere della miosina impedendo la vasococtrizione, e quindi l’aumento della
pressisone.
Gli alfabloccanti, in gerenale Provocano vasodilatazione sia a livello delle
arterie che delle vene, diminuendo così anche il precarico cardiaco con
conseguente riduzione del lavoro e del consumo di ossigeno da parte del cuore.
Possibili azioni centrali con riduzione delle scariche efferenti simpatiche.
Essi sono Meglio tollerati rispetto ad altri vasodilatatori. Hanno, infatti, Minori
effetti cardiaci indesiderati (tachicardia riflessa ed aritmie) , Scarso effetto sui
livelli di renina circolanti. Indicati in tutte le forme di ipertensione, buona
biodisponibiltà per os, emivite differenti.
Effetti indesiderati: Ipotensione ortostatica (fenomeno di prima dose) : iniziare
il trattamento con piccole dosi da assumere la sera prima di coricarsi.
13.6 - BETABLOCCANTI.
Possono essere divisi in aselettivi (agiscono sia sui recettori beta1 che 2) e
selettivi.
- Aselettivi: Propranololo, Atenololo, Timololo
- Selettivi: Metoprololo, Acebutololo
Gli antagonisti aselettivi interagendo sia con i recettori beta1 che beta2
provano diversi effetti.
- interagendo con i recettori beta1 presenti a livello cardiaco, renale e
oculare provocano: Diminuzione della frequenza e della contrazione
cardiaca, diminuzione della produzione di renina, diminuzione della
secrezione di humor acqueo.
- Interagendo con i recettori beta2 presenti a livello bronchiale, vasale ed
epatico possono causare: Broncocostrizione (gli aselettivi quindi
sconsigliati per i soggeti ipertesi che soffrono anche di attacchi asmatici)
vasocostrizione (possono quindi causare come effetto collaterale
un’ipertensione di rimbalzo) e inibizione della glicogenolisi (causando
minore capacità di compensare l’ipoglicemia)
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
● Ipertensione arteriosa
● Aritmie cardiache
● Angina pectoris
● Prevenzione secondaria dell’infarto miocardico
● Cardiomiopatia ipertrofica
● Insufficienza cardiaca
La scelta del β-bloccante è determinata in funzione delle sue PROPRIETA’
ANCILLARI:
- Selettività recettoriale (cardioselettività)
- Agonismo parziale o attività simpaticomimetica intrinseca (ISA)
- Proprietà vasodilatanti accessorie
- Liposolubilità
Beta bloccanti con più: tipo di betabloccante Effetto specifico
Attività Pindololo Carteololo Minore rischio asma
simpaticomimetica (collirio) Oxprenololo Minore depressione
intrinseca (ISA) Acebutololo ( funzione cardiaca
Liposolubilità Propranololo Timololo Maggiori effetti SNC:
Pindololo Metoprololo (s) ridurre o abolire i
Acebutololo tremori legati
all’attivazione
simpatergica
Azione su altri recettori α e β1 bloccanti Maggiore
Labetalolo Carvedilolo vasodilatazione Uso:
Agonismo parziale β2 antiipertensivi e
Celiprololo antianginosi
Azione anesteticolocale Propranololo Potenziamento azione
Oxprenololo Acebutolol antiaritmica ??
Il meccanismo ipotensivo indotto dai betabloccanti è il risultato dell’interazione
con più sistemi.
- A livello cardiaco: (blocco recettori β1) Riduzione della gittata e
frequenza cardiaca, rallentamento della conduzione atrio-ventricolare.
- A livello renale (blocco recettori β1): Inibizione del rilascio di renina
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