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BPCO ASMA
Inizio in età adulta Inizio in età prescolare o scolare
Sintomi lentamente ingravescenti Sintomi ampiamente variabili
Ma quali farmaci si utilizzano?
β -agonisti
2 β-adrenergici
Sono agonisti dei recettori (recettori di adrenalina e noradrenalina), ma di tipo 2, sono
quindi dei recettori secondari.
Agiscono rilasciando la muscolatura liscia; oltre ad essere quindi broncodilatatori, sono anche
vasodilatatori. β2?
Ma perché si sceglie i Perché questo tipo di recettori sono assolutamente prevalenti a livello del
muscolo liscio bronchiale.
L’altro motivo è che se noi stimoliamo direttamente questi recettori, questi si trovano in maniera
β
minore a livello cardiaco, motivo per cui i recettori cardiaci sono meno stimolati.
Ne esistono di due tipologie:
1. Azione rapida (agiscono in circa 5 minuti e durano fino a 6 ore). Tra questi troviamo il
salbutamolo, la terbutalina e il fenoterolo.
2. Azione protratta (agiscono in circa 20-30 minuti e durano fino a 12 ore). Tra questi farmaci
troviamo il salmeterolo e il formoterolo.
Si somministrano per via inalatoria, sono quindi farmaci ad azione topica. La sostanza si deposita
nei polmoni, in parte viene assorbita, in parte deglutita. Arriva a livello del cuore, entra in circolo e
una volta arrivato al fegato viene metabolizzata.
L’azione principale è la dilatazione della muscolatura liscia.
Gli effetti collaterali sono dovuti alla parte che entra in circolo. Questa parte può provocare
β
tachicardia, per via del legame con alcuni recettori presenti comunque anche a livello cardiaco.
2
Oltre a questo evento può provocare aritmie cardiache e ischemia cardiaca.
Questi farmaci sono controindicati in pazienti cardiopatici: in queste persone possono infatti
provocare anche morte. Nei cardiopatici sono controindicati in quanto, anche essendo selettivi per i
β
recettori , il concetto di selettività in farmacologia non è del tutto applicabile. A livello cardiaco,
2 β
in particolare a livello del nodo seno atriale, un 30-40% sono recettori : la tachicardia indotta da
2
questi farmaci, in pazienti con patologie cardiache, può essere quindi altamente pericolosa.
Un altro effetto collaterale importante è il tremore dei muscoli scheletrici. Questo avviene per via
della vasodilatazione in quel punto, tale da aumentare anche la contrattilità muscolare in quella
zona. Ancora altri effetti sono: ipopotassiemia, ipomagnesia, iperglicemia, iperinsulinemia,
aumento degli acidi grassi. Si ha inoltre una progressiva desensibilizzazione a queste sostanze, è
quindi importante non abusarne.
Antagonisti dei leucotrieni
I FANS non eseguono un’azione sulla via di demolizione dei fosfolipidi, che porta alla produzione
l’enzima 5-lipossigenasi,
dei leucotrieni. Questa via, attraverso porta alla formazione di leucotrieni.
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
Essendoci due vie, il blocco di una delle due, attraverso l’eccessivo utilizzo di FANS, può portare
ad un aumento esponenziale dell’utilizzo dell’altra via, che ha come conseguenza una produzione
l’utilizzo di questa seconda
eccessiva di leucotrieni. Gli antagonisti dei leucotrieni, impediscono
via, riducendo quindi la formazione di tali sostanze.
I corticosteroidi
Agiscono su una serie vasta di cellule.
Il colesterolo, nella sua demolizione, può prendere diverse vie: cortisolo, aldosterone, estrone,
testosterone o estradiolo.
Il cortisolo viene sintetizzato nella zona fascicolata della ghiandola surrenale; qua avviene lo
stimolo della corticotropina, rilasciata dietro stimolazione dell’ipotalamo, il quale libera una
sostanza che stimola l’adenoipofisi a rilasciare appunto ACTH (corticotropina), che a sua volta
stimola la produzione di cortisolo.
Il cortisolo è un ormone essenziale per la nostra vita; esistono per esempio delle sindromi, dovute
all’assenza di alcune di queste tappe suddette, che sono addirittura incompatibili con la vita.
Questo è infatti l’ormone che ci permette di rispondere allo stress. A sua volta questo ormone
provoca un’inibizione retrograda del rilascio della corticotropina (feedback negativo).
Tra gli stimoli, oltre allo stress, abbiamo anche stimoli che vengono dal sistema immunitario: sono
potenti attivatori di questa via anche le citochine.
Ma cosa fa il cortisolo precisamente?
Questo supera molto facilmente le membrane, motivo per cui i suoi recettori sono all’interno della
cellula. Questi recettori sono legati a delle proteine (heat shot protein); quando arriva il
glucocorticoide, questo si lega al recettore. In coppia con un altro recettore attraversa la membrana
nucleare e si va a legare a degli elementi in grado di riconoscere il glucocorticoide. Questi lo legano
e iniziano a trascrivere (o viene inibita, a seconda del segnale che fornisce) una serie di RNA
messaggeri.
Il cortisolo è una sostanza che agisce grazie all’attivazione genetica (inibizione o sintesi di
proteine). Quasi tutti gli ormoni di tipo steroideo agiscono in questo modo, promuovendo o
inibendo la trascrizione genica.
Come già detto possono o attivare o inibire la produzione e quindi la trascrizione di proteine
proinfiammatorie. La loro azione generale è antiinfiammatoria. Essi attivano la trascrizione della
inibitore dell’enzima fosfolipasi A2, responsabile della
lipocortina-1, liberazione di acido
arachidonico. I corticosteroidi agiscono quindi inibendo la liberazione di acido arachidonico.
Bloccano quindi entrambe le vie, sia quella della 5-lipossigenasi che quella della ciclossigenasi,
impedendo quindi la formazione di leucotrieni e prostaglandine (tra i più importanti segnali solubili
per l’infiammazione).
I glucocorticoidi attivano dei geni antiinfiammatori, che bloccano gli stimoli infiammatori,
attraverso il blocco della PLA2 e dell’NFk-B (due fattori proinfiammatori).
Per riassumere, hanno una potente azione sia sull’immunità che sull’infiammazione; quindi, sia
sulla risposta cellulo mediata, che su quella mediata da fattori pro-infiammatori solubili.
Il cortisolo, che ha una certa similitudine con l’aldosterone, ha prevalentemente un’azione
antiinfiammatoria; tuttavia, ha anche una certa azione mineralcorticoide (ritenzione idrica), ossia
effetti simili a quelli dell’aldosterone. Anche il primo cortisone, tra gli effetti
provoca degli
collaterali primari presentava edema e gonfiore. Questo effetto è quello mineralcorticoide.
Grazie alla ricerca farmaceutica, sono stati creati farmaci che hanno la massima potenza
antiinfiammatoria, ma bassa, o nulla, attività mineralcorticoide. (non tanto usati per l’asma).
Tra i farmaci più usati oggi troviamo: desametasone e betametasone
Il cortisolo viene usato soltanto per la terapia sostitutiva, in caso di deficienza surrenalica primitiva
o acquisita. Esistono tuttavia molti altri farmaci, che differiscono per la durata d’azione.
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
Ma per cosa vengono utilizzati i glucocorticoidi?
Vengono utilizzati per l’asma, ma anche per una serie vasta di altre patologie.
Sono utilizzati per terapie sostitutive di insufficienza surrenalica, nelle malattie reumatiche, LES,
carditi o miocarditi di tipo reumatico, artrite, sindrome nefrotica, glomerulo nefrite.
Si utilizzano anche per malattie allergiche e infettive, come polmoniti e meningiti; in molte malattie
gastrointestinali, come la malattia di Chron, la rettocolite ulcerosa cronica.
Sono utilizzabili anche ad uso topico, in quanto, una volta ingeriti, agiscono rapidamente sulla
mucosa intestinale; tuttavia la parte che passa nel circolo sistemico viene rapidamente
metabolizzata.
Vengono utilizzati per le malattie epatiche, come l’epatite cronica, nelle malattie neoplastiche,
come la leucemia linfatica acuta; nel trattamento di edemi cerebrali, e, infine, in una serie di
malattie come la sarcoidosi, trombocitopenia su base autoimmune, lesione del midollo spinale,
come immunosoppressore nel trapianto di organo e in caso di shock.
In generale si utilizzano ogni qual volta si voglia ridurre l’effetto infiammatorio e di risposta
immunitaria.
Ma quali sono le vie di somministrazione?
Tutti sono attivi per via orale. Si utilizzano tuttavia anche per via cutanea, inalatoria, topica nelle
malattie infiammatorie del tratto intestinale.
NB: Nelle domande che ci saranno, potrebbe essere chiesto come si differenziano (per durata
d’azione), quali sono alcuni effetti collaterali.
Ma quali sono nel dettaglio gli effetti collaterali?
1. Osteoporosi; uno degli effetti più importanti è il mancato riassorbimento osseo nella terapia
cronica di questo farmaco.
2. Obesità e ridistribuzione del grasso
3. Riduzione dello spessore e atrofia della cute
4. Immunosoppressione; diminuzione delle difese naturali contro le infezioni
5. Riduzione delle masse muscolari
Modificazioni dell’umore
6. aumento dell’ipertensione (in persone predisposte)
7. Ritenzione idrosalina con dell’asse
8. Inibizione e soppressione ipotalamo-ipofisi-surrene (RICORDA). Se aumento la
concentrazione plasmatica di una sostanza corticosteroide, questo non solo ha gli effetti
periferici, ma inibisce anche il rilascio di ACTH. L’asse descritta all’inizio di questi farmaci,
è inibita. Se cesso improvvisamente la somministrazione, dopo 12h posso avere una
sindrome di insufficienza surrenalica acuta (molto grave). Occorre diminuire
progressivamente la dose, in particolare nelle terapie prolungate.
9. Ulcere peptiche; effetto simile a quello dei FANS.
10. Iperglicemia e diabete (soprattutto in persone predisposte)
Metilxantine
Una classe di farmaci importanti sono le metilxantine (hanno come base le sostanze contenute nel tè
e nel caffè). Queste sostanze hanno principalmente due effetti:
1. Broncodilatazione
2. Stimolazione dei centri del respiro (in particolare agiscono sulla formazione reticolare, dove
sono presenti i centri del respiro); sono utilizzate anche nei bambini che hanno necessità di
una stimolazione esogena del centro del respiro.
Sono molto utilizzate nei bambini che presentano asma.
Come effetto collaterale hanno: aumento della frequenza cardiaca, tremori, insonnia,
ipereccitabilità. Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
La teofillina, uno dei principali farmaci appartenenti alle metilxantine, può essere somministrata per
via orale; è tuttavia polimorfica: in alcuni individui funziona maggiormente, in altri meno.
Viene metabolizzato a livello epatico, grazie all’enzima CYP 1A2; talvolta questo enzima tuttavia
non funziona o è mancante, causando così una presenza eccessiva di teina, e, successivamente, di
caffeina (il fegato senza questo enzima trasforma la teina in caffeina