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TERPENI, GLICOSIDI E LORO DERIVATI

Dei terpeni abbiamo già discusso sopra. I glicosidi sono molecole costituite da una parte zuccherina, il glicone, e da una parte non zuccherina, l'aglicone. L'importanza dei glicosidi è legata al fatto che la molecola è anfipatica; ciò è importante a livello fisiologico, in quanto la parte zuccherina polare conferisce alla struttura una maggiore solubilità rispetto all'aglicone isolato, facendo sì che anche strutture poco polari o apolari possano venire assorbite. Una volta somministrati per os, i glicosidi vengono in parte assorbiti come tali e in parte idrolizzati. Da ciò si determina una differente azione farmacologica, riferita unicamente alla natura dell'aglicone. Tra i principali glicosidi troviamo: le saponine, i glicosidi antrachinonici e i glicosidi cardiaci.

STEROIDI E TRITERPENI: strutture derivanti dalla ciclizzazione dello squalene, il più semplice fra i

triterpeni (C30). Esso può ciclizzare secondo due modalità: SEDIA-BARCA dando origine al cicloartenolo oppure SEDIA-SEDIA-SEDIA-BARCA dando origine ai triterpeni. Alcune strutture steroidiche possono rientrare nella categoria dei glicosidi, andando a costituire l'aglicone del glicoside stesso. Un esempio sono i glicosidi cardiaci, in cui la parte non zuccherina è uno steroide, costituito da 3 anelli di cicloesano condensati con un anello di ciclopentano. Questa struttura è legata in posizione 3 ad una catena zuccherina (formata da 1 a 4 monosaccaridi) e in posizione 17 ad un lattone. I glicosidi cardiaci si ritrovano principalmente in: Scilla, Strofanto, Digitale.

SAPONINE: rappresentano un gruppo di glicosidi ampiamente distribuiti nelle piante superiori, costituite da una parte zuccherina ed una non zuccherina. Per idrolisi acida questi glicosidi liberano zuccheri ed agliconi (sapogenine) che, a seconda della struttura chimica,

Si distinguono in steroidei, triterpenici e glicoalcaloidei. Con l'acqua formano soluzioni colloidali che schiumeggiano se agitate, proprio come una soluzione di sapone. Sono sostanze tensioattive che abbassano la tensione superficiale, presentando nella molecola contemporaneamente un gruppo polare ed uno apolare. Provocano, inoltre, emolisi dei eritrociti: aumentano infatti la permeabilità della membrana eritrocitaria ed il movimento degli ioni: sodio ed acqua entrano nella cellula e ne esce il potassio, la membrana cellulare si rompe e si ha la fuoriuscita di emoglobina nel plasma. Ciò può essere facilmente evidenziato: una sospensione di eritrociti in soluzione fisiologica è torbida, ma se ad essa si aggiungono saponine, diventa trasparente e di un colore rosso vivo. Quest'effetto può essere sfruttato per determinare l'indice emolitico di estratti di droghe contenenti saponine, cioè la più bassa concentrazione richiesta per

La completa emolisi di una sospensione contenente una quantità nota di eritrociti. Per questo spiccato potere emolitico le saponine possono risultare tossiche se somministrate per via parenterale, mentre sono innocue per via orale perché scarsamente assorbite nel lume intestinale. Nei pesci invece le saponine continuano ad essere tossiche anche dopo ingestione orale; per questa ragione piante contenenti saponine sono spesso usate per la pesca nei Paesi in via di sviluppo.

Dal punto di vista chimico sono sostanze prive di azoto, generalmente inodori, di sapore amaro (fa eccezione la glicirrizina), fortemente irritanti se inalate. Alcune droghe (liquirizia, ippocastano, camomilla) si comportano da antiflogistiche perché le saponine che contengono interferiscono con il metabolismo dei mediatori dell'infiammazione, inibiscono la degradazione dei corticosteroidi oppure agiscono con più meccanismi. Altre droghe, grazie sempre alle saponine che contengono, si

comportano da adattogene, venotrope, bechiche ed espettoranti. Somministrate in piccole quantità le saponine triterpeniche stimolano la secrezione di muco bronchiale fluido ed in questo modo facilitano l'espettorazione e prevengono la tosse. L'effetto sembra dovuto ad una irritazione della mucosa gastrica che, per azione riflessa, determina un aumento della secrezione bronchiale. Inoltre le saponine triterpeniche, una volta somministrate, vengono a contatto con il muco e, per la loro capacità di abbassare la tensione superficiale (azione tensioattiva), rendono questo più fluido e facilmente eliminabile. L'effetto sulla tensione superficiale favorisce l'assorbimento di altri composti presenti nella droga (sinergismo nel fitoterapico) o di altre medicine (potenziale interazione con farmaci convenzionali). Le saponine tossiche, dette sapotossine, sono invece utilizzate contro gli insetti ed i molluschi, compresi quelli che veicolano lo schistosoma. Alle

Le saponine si attribuiscono inoltre proprietà citotossiche (aederina, astragaloside), cicatrizzanti, antitumorali, diaforetiche e diuretiche (dulcamarina, onocerina). Come emulsionanti sono impiegate nell'industria cosmetica per preparare schiume. Si definisce INDICE DI SCHIUMA la quantità minima di saponine che induce la formazione di una schiuma di determinate dimensioni.

ANTRACHINONI: i derivati antrachinonici sono glicosidi in cui spesso lo zucchero è il glucosio o il ramnosio. Sono molecole scarsamente solubili in acqua fredda, ma solubili in alcool e altri solventi organici; generalmente sono composti colorati in rosso-arancio. Due reazioni permettono di identificare la presenza di questi composti: la reazioni di Bornträger, per i derivati idrossiantrachinonici, e di Schouteten per gli antroni. La prima risulta positiva solo per gli antrachinoni liberi (colorazione rossa); per questo motivo è necessario procedere ad un'idrolisi preliminare.

e gli eventuali antroni devono essere ossidati ad antrachinoni. Ichinoni sciolti in soluzione acquosa alcalina mostrano un colore rosso. Gli agliconi dei glicosidi antrachinonici sono i principi farmacologicamente attivi. I derivati dell'1,8-antrachinone esplicano un effetto lassativo. L'attività è correlata alla struttura di questi composti: gli O-glicosidi dei diantroni, gli antrachinoni e i C-glicosidi degli antroni sembrano essere le strutture più interessanti per le loro proprietà farmacologiche. I glicosidi degli antroni monomerici stimolano eccessivamente la motilità intestinale e per questo motivo le droghe che li contengono vengono utilizzate solo dopo un lungo periodo di conservazione (circa 1 anno). Il loro meccanismo d'azione è stato alquanto chiarito in questi ultimi anni; si pensa che i glicosidi antrachinonici non siano assorbiti dal tratto gastrointestinale e che perciò, dopo somministrazione orale giungano

immodificati all'intestino crasso. Nel colon la flora batterica intestinale ivi presente li degrada, ossidandoli, ed è in tale forma che i composti sembrano esercitare la loro massima attività. Il processo attraverso il quale si formano i metaboliti attivi nel colon richiede un intervallo di tempo (circa 6 ore) tra l'assunzione della droga e l'effetto lassativo. I principi attivi favoriscono un accumulo di liquido intraluminale (secrezione > assorbimento); inoltre, modificano il tono della muscolatura liscia intestinale e quindi l'attività peristaltica e soprattutto rilasciano la muscolatura liscia circolare. L'intimo meccanismo d'azione di questi composti prevede, tra l'altro, l'inibizione della Na /K ATPasi ed il rilascio di sostanze endogene (monossido d'azoto). A parte l'azione lassativa, gli antrachinoni (l'aloe-emodina in particolare) inibiscono la sintesi proteica in alcuni batteri Gram

negativi quali Pseudomonas, Vibrio, Salmonella e Shigella, riducono la presenza del batterio che converte gli acidi biliari coniugati in acidi biliari liberi, responsabili di disturbi epatici e biliari; possiedono inoltre proprietà antiflogistiche, analgesiche ed antitumorali (reina, emodina). Il loro uso può provocare crampi addominali e/o flatulenza, in conseguenza del metabolismo che subiscono nel lume della parte terminale dell'intestino (colon). Un uso quotidiano continuato, specie di preparazioni non standardizzate, può produrre effetti indesiderati come melanosi, iperaldosteronismo, ipokalemia, diarrea e danno renale.

• GLICOSIDI ALDEIDICI: sono presenti in diverse piante. I più noti sono la glucovanillina e l'alcol gluco-vanillico, presenti nel frutto di alcune specie di Vanilla. È la droga costituita dai frutti completamente sviluppati, ma non ancora maturi, di Vanilla planifolia (Orchidaceae). La vaniglia era usata in Messico

Già presso gli Aztechi per aromatizzare il cioccolato. I frutti freschi contengono due glucosidi, glucovanillina (aveneina) ed alcoolglucovanillico. Il primo si scinde durante la fermentazione, liberando la vanillina (aldeidevanillica). Anche l'alcool glucovanillico dà, per idrolisi, alcool vanillico che durante la fermentazione si ossida a vanillina. La droga contiene anche il 10% di zuccheri, il 10% di olio fisso ed ossalato di calcio. Queste sostanze modificano le caratteristiche organolettiche della vaniglia, conferendole un aroma ed un sapore migliori rispetto a quelli della vanillina. La vanillina è una polvere fine bianco-giallastra, costituita da cristalli aghiformi che hanno sapore ed odore che ricordano quelli della vaniglia. La vanillina può essere estratta dalla vaniglia, oppure sintetizzata a partire dalla coniferina (presente nel pino), dall'eugenolo (presente nei chiodi di garofano) o dalla lignina (gran parte della vanillina deriva dallalignina).

La tintura di vaniglia si utilizza come eccipiente farmaceutico e come aromatizzante. Come aromatizzante si usa anche l'etilvanillina, un analogo sintetico dellavanillina, di minor valore. Non sono riportati effetti collaterali né tossicità.

DERIVATI DELL'ACIDO SHIKIMICO: con il nome generico di fenilpropanoidi si indicano alcuni prodotti naturali che derivano dagli aminoacidi fenilalanina e tirosina o da intermedi del metabolismo dell'acido scikimico. Questi composti aromatici presentano una catena laterale propilica attaccata ad un anello fenilico e sono privi di azoto. I fenilpropanoidi sono presenti in numerose specie vegetali, nelle quali vengono utilizzati anche come building units nella formazione di polimeri ad alto peso molecolare e possiedono proprietà biologiche molto diverse. Sebbene siano numerosi, i fenilpropanoidi verranno presi in esame le cumarine, i flavonoidi ed i tannini.

CUMARINE: derivati del 5,6-benzo-2-pirone, sono sostanze

comunemente diffuse nelle piante. La cumarina è una sostanza cristallina, incolore, di odore caratteristico che ricorda il fieno appenatagliato, di sapore amaro aromatico, solubile in alcool. In soluzione
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
211 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher willhelm di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia e farmacognosia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mazzanti Gabriela.