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farmaci antibatterici
I farmaci antibatterici, come gli antibiotici, erano conosciuti
per la loro attività molto prima della loro identificazione e
denominazione; i cinesi, per esempio, utilizzavano la soia
ammuffita per curare i foruncoli e combattevano le infezioni dei
piedi indossando sandali cosparsi di muffa, così come già nel XV
secolo si curava la sifilide con il mercurio. Ma la nascita della
chemioterapia delle malattie infettive risale al 1910, quando
Paul allievo di Koch, scoprì un sale arsenicale organico
Ehrlich,
(arsfenamina, commercialmente Salvarsan) selettivo per la cura
delle malattie causate da spirochete (per esempio la sifilide) e
i coloranti attivi contro i tripanosomi (agenti della malattia
del sonno). Questo sale arsenicale fu la prima sostanza chimica
utilizzata per la terapia di malattie infettive in grado di
essere tossica in vivo per i germi e sostanzialmente atossica per
le cellule dell’ospite.
Partendo dagli studi sui coloranti fatti da Ehrlich, il chimico
tedesco nel 1935 presso la IG-Farbenindustrie in
Gerard Domagk
Germania dimostrò l’attività antibatterica del colorante
Prontosil rosso nei confronti degli streptococchi. Poco dopo
Jacques Trefouel, in Francia, isolò dalle urine di pazienti
trattati con Prontosil un suometabolita a struttura più semplice
dotato di spiccata attività antimicrobica, la il
sulfanilamide,
primo farmaco di successo della numerosa famiglia dei
sulfamidici. L’enorme successo dei sulfamidici fece riscoprire
un fenomeno già osservato e riferito da Pasteur eHoubert nel 1877
e poi da molti altri: l’inibizione di una coltura batterica
indotta dai prodotti dimicrorganismi inquinanti la coltura. Un
esempio di tale fenomeno venne riportato nel 1925 da Alexander
Penicillium
a Londra, che osservò come colonie dimuffe (
Fleming
notatum ) inibissero in piastra di agar la crescita del batterio
Staphylococcus aureus ;