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Estratto del documento

UOVO PROSSEMICO

Con una espressione poco accademica, dobbiamo immaginare che ciascuno di noi è

immerso all’interno di una bolla prossemica, che qualcuno ha definito come uovo

prossemico, non sfera perché la sfera è completamente simmetrica mentre la bolla

nella quale ci troviamo immersi è ellittica, molto allungata. La presenza di un estraneo

nell’uovo fa scattare meccanismi di allarme e crea disagio. La grandezza dell’uovo

dipende da molti fattori (cultura, grado di conoscenza, il sesso, ruolo, la stazza,

contesto). [Esempio che il prof ci fa fare in classe: due persone che non si conoscono,

l’una di fronte all’altra, una si avvicina sempre più e l’altra fin quando ritiene lo

permette, dopo la blocca, segniamo il punto in cui l’altra persona viene bloccata, la

cosa si ripete anche di dietro e ai lati, vedremo che alla fine segnando tutti i punti in

cui l’estraneo viene bloccato nell’avvicinarsi, formeranno un uovo. Più la persona è

estranea più grande sarà questo uovo, ma alla fine la forma è sempre quella di un

uovo, più o meno grande].

LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE (DOMANDA MOLTO IMPORTANTE PER GLI

ESAMI)

-Scuola di Palo Alto (California, Usa)

-Gli assiomi della comunicazione:

1) Non si può non comunicare: perché come abbiamo più volte detto.. passare subito

al secondo punto.

2) In ogni comunicazione ci sono aspetti verbali e non verbali: strettamente correlato

al primo. Anche se io non volessi comunicare, il mio silenzio sarebbe comunque una

forma di comunicazione, noi siamo obbligati a comunicare.

3) In ogni comunicazione vi è un aspetto di contenuto e uno di relazione: la relazione

che c’è tra emittente e destinatario è fondamentale per dare significato ai contenuti

che in sé non sono portatori di significato, ma lo diventano se abbinati al tipo di

comunicazione. Quando comunichiamo mettiamo sempre insieme contenuto e

relazione che ho con quella persona.. cioè Tizio mi sta dicendo una cosa, ma io la

interpreto in base alla relazione che ho con Tizio, se Tizio è un docente e mi dice che

sono stupido, questa parola assumerà un certo significato ma se questa stessa parola

me la dice Tizio che è mio amico, la parola assumerà un altro significato. Quindi,

sostanzialmente, il tipo di relazione definisce il significato dei contenuti, questo fa sì

che per capire i contenuti, cioè il significato della comunicazione, bisogna sapere

molto del tipo di relazione altrimenti rischiamo di prendere cantonate. Per esempio,

uno dei problemi che hanno gli investigatori, è che quando in una investigazione si

ascolta il contenuto di una telefonata per esempio tra due delinquenti, generalmente è

il carabiniere che ascolta e poi trascrive, queste trascrizioni vengono date ai magistrati

che devono interpretare e ciò è molto difficile perché bisogna sapere bene che tipo di

relazione c’è e soprattutto in quel dato momento. Perché “io ti ammazzo” può avere

tantissimi significati.

4) La comunicazione è un processo circolare: emittente e destinatario sono figure

intercambiabili e per questo motivo, la circolarità implica un processo di

punteggiatura (Domanda che fa il prof agli esami: cosa è la punteggiatura), dal

punto di vista sociologico è l’attribuzione di un nesso causale a un flusso

comunicativo. La comunicazione essendo circolare, (e non unidirezionale e lineare

come affermava Shannon. Comunicazione in cui c’era un inizio e una fine.. una causa

e un effetto), non c’è un inizio e non c’è una fine e quindi chi è la causa e chi è l’effetto

diventa difficile comprenderlo. Questa è la punteggiatura, che consiste nel fatto che

noi come attori della comunicazione una punteggiatura la diamo, cioè noi comunque

anche inconsciamente troviamo un inizio e una fine, una causa e un effetto. Questi

studiosi oltre ad essere studiosi della teoria della comunicazione, erano anche terapisti

e applicavano questa teoria alle relazioni di coppia, perché attribuivano il fatto che

molte delle disfunzioni relazionali nelle coppie fossero legate non a oggettive

cause/problematiche ma a stili di comunicazione ed erano convinti che lavorando sulla

comunicazione si potessero migliorare le relazioni. Loro affermavano che una buona

parte delle difficoltà relazionali, sono legate a delle cattive interpretazioni della

punteggiatura: capire che non c’è una causa e un effetto ma una circolarità, può

aiutare a superare degli ostacoli.

5) Complementarità e simmetria (potere e competizione): gli studiosi dicono che ogni

comunicazione può essere basata su un rapporto di complementarità o su un rapporto

di simmetria.

Complementarità quando vi è una differenza di status e ruoli e vi è una gerarchia,

entrano in gioco relazioni di potere, perché c’è qualcuno che ha più potere dell’altro.

Professore-studenti.

Simmetria tutti sono sullo stesso piano, non c’è potere ma c’è competizione. In

situazioni apparentemente simmetriche possono esserci però situazioni di gerarchia,

perché non si è mai del tutto completamente uguali, scattano sempre meccanismi di

subordinazione o sovraordinazione, per esempio uno può riconoscere ad un collega

che è più intelligente o più bello/a. L’assoluta simmetria è difficilmente realizzabile.

Studenti-studenti.

Sociologia della Comunicazione – 29/10/2018

Comunicazione come azione (Pragmatica).

Attraverso la comunicazione si definiscono le situazioni. Nella definizione delle

situazioni esistono dei meccanismi innati che guidano i processi di interlocuzioni,

vengono definiti “euristiche” cioè delle forme di semplificazioni, utili a risolvere

rapidamente micro-problemi tanto che non ci rendiamo neanche conto di attuare

questi meccanismi. Questi meccanismi che guidano il nostro agire, sono gli stessi

responsabili della formazione dei pregiudizi. Ci sono diverse euristiche, queste sono:

Rappresentatività

1. : la nostra mente tende ad attribuire caratteristiche simili

ad oggetti simili. Se ci troviamo di fronte un oggetto che non conosciamo bene,

lavoriamo di analogie e tendiamo ad attribuire a ciò che ci è nuovo le

caratteristiche di qualcosa che conosciamo già.

Disponibilità

2. : tendiamo a stimare le probabilità di un evento sulla base

dell’impatto emotivo di un ricordo. E’ qualcosa che ci ha colpito e quindi

tendiamo a sottostimare o sovrastimare la probabilità che qualcosa accada. Qui

si parla di emozioni e ricordi.

Affettiva

3. : prendo una decisione e mi baso sulle emozioni, c’è qualche

emozione che mi spinge ad agire. Ad esempio la pubblicità lavora molto su

questa euristica, per far fare al consumatore una scelta basata sulla propria

emozione.

Conferma

4. : tendiamo a trovare indizi che confermano le nostre abitudini.

Le euristiche spiegano come siamo fondamentalmente degli esseri conservatori,

perché tendiamo a semplificare le cose sulla base di ciò che abbiamo già conosciuto. I

pregiudizi e gli stereotipi sono delle euristiche, delle forme semplificate di pensiero.

Tutti abbiamo stereotipi e pregiudizi, la differenza la fa lo sforzo di limitare o ampliare

l’invadenza di tali semplificazioni.

Il frame è uno schema che fornisce senso ad un flusso di eventi ed un’altra operazione

di semplificazione delle interazioni sociali è il Framing (di Bateson e Goffman) cioè

quando interagiamo creiamo delle cornici che rendono riconoscibili e standardizzabili

una serie di sequenze di atti di comunicazione. Goffmann dice che comunichiamo

all’interno di cornici che sono quasi più importanti delle informazioni stesse. Es. una

notizia messa nella sezione di cronaca piuttosto che in quella della politica, cambia il

significato che gli attribuiamo. I media creano continuamente notizie all’interno di

cornici, ad esempio adesso la cornice è l’emergenza immigrazione.

Teoria degli atti linguistici.

La scuola di Oxford è una scuola filosofica i cui principali esponenti sono Austin e

Serve, hanno elaborato una complessa teoria della comunicazione del linguaggio

come azione, secondo cui produrre linguaggio è equivalente ad agire. In particolare ci

sono diverse forme di azioni linguistiche che vengono detti atti performativi cioè

esecuzione di un’azione attraverso un enunciato.

Locutivi: noi pronunciamo enunciati che descrivono stati di cose. (Es. oggi

 piove) e può essere vero o falso

Illocutivi: sono degli atti che trasformano il mondo non agendo fisicamente ma

 linguisticamente con degli enunciati. Es. al matrimonio quando viene detto “vi

dichiaro marito e moglie” con questa formula linguistica viene trasformata la

realtà, così come quando nella seduta di laurea lo studente viene nominato

“dottore”. Si può verificare se l’atto è inadeguato o adeguato.

Perlocutivo: atti linguistici che hanno la facoltà di influire, persuadere (es.

 pubblicità, campagna elettorale), si può verificare se tale atto è stato efficace o

inefficace.

Un enunciato può contenere tutti gli atti performativi.

Nella comunicazione come azione esiste l’analisi, lo studio delle regole del discorso

cioè l’atto del discorrere è un processo soggetto a delle regole implicite o esplicite.

Secondo Grice la conversazione è un processo APPARENTEMENTE libero ed in realtà

non è libero, perché le regole e le conoscenze tacite sono fondamentali. Lakoff ha

studiato le regole di cortesia dell’atto comunicativo come l’imporsi, offrire alternative

etc.

Goffman invece ha dedicato il suo lavoro all’analisi della gestione della facciata, il

concetto della ribalta del retroscena. La vita di tutti noi è come un teatro e le

interazioni sociali sono delle rappresentazioni teatrali, una buona parte della nostra

vita è impiegata a gestire la nostra immagine. Da una parte prestiamo attenzione a chi

sono gli altri, dall’altra parte cerchiamo di far fare agli altri un’idea di noi che noi stessi

consideriamo positiva. Questo aspetto è una dimensione teatrale xk c’è una gestione

di una maschera, ma non è qualcosa di negativo perché il problema è che ciascuno di

noi è quasi obbligato a fare questo e lo facciamo in maniera quasi inconsapevole.

(Come vestirci ad es.) In questo contesto quindi vi è il rapporto tra scena e retroscena

ed essendo una metafora drammatur

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
43 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Federica.R.97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Nicolosi Guido.