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La Germania e il nazismo
Erano necessari un vasto consenso popolare e l'appoggio dell'esercito per il nazismo. Il nazismo affonda le proprie radici nella rivoluzione conservatrice. Una parola chiave di questa cultura politica era "comunità", che si riferiva ad una presunta solidarietà originaria. L'altra parola chiave era "popolo" considerato un'entità vivente.
L'arrivo di capitali statunitensi, nel quadro del "Piano Dawes", riuscì a dare un po' di respiro all'economia. Una parte delle riparazioni fu pagata. Venne creata una nuova moneta tedesca. La Repubblica, basata sulla Costituzione di Weimar, sembrò stabilizzarsi.
Il piano Dawes, dal nome del banchiere statunitense Dawes, prevedeva la rivalutazione e la stabilizzazione del marco tedesco, una dilazione del pagamento e la possibilità per la Germania di ricevere prestiti internazionali. Ciò permise alle banche statunitensi di prestare denaro alla Germania.
mettendola in grado di risarcire i danni al Regno Unito, alla Francia e all'Italia, che, a loro volta, furono in grado di sdebitarsi con gli Stati Uniti. La Costituzione faceva della Germania una repubblica federale, con i Lander, ovvero regioni dotati di autonomia. Il cancelliere era finalmente responsabile nei confronti del Parlamento, ma il suo ruolo era bilanciato da un presidente della Repubblica, eletto ogni 7 anni a suffragio universale. Il sistema elettorale era di tipo proporzionale: ogni partito aveva in Parlamento un numero di deputati proporzionale ai voti ottenuti. I governi dovevano quindi nascere sempre da coalizioni di più partiti, che potevano sfociare in crisi di governo. Le principali forze politiche erano da sinistra a destra: il Partito Comunista (KPD), il partito socialdemocratico (SPD), il Partito Democratico (DP) e il partito nazionalpopolare (DNVP). In quel momento, il partito nazista era solo una delle tante piccole formazioni dell'estrema destra. Allastabilità contribuì pure l’elezione a presidente della Repubblica del vecchio maresciallo Hindenburg. Il suo arrivo al vertice dello stato, rappresentò la garanzia della stabilità. Si inaugurarono così gli anni d'oro di Weimar.
Francia, Gran Bretagna e Irlanda
In Francia i settori più radicali subivano l'attrazione della rivoluzione russa; in questo paese fu proprio la maggioranza del partito socialista a decidere, nel 1920, di costruire il partito comunista. A destra, in risposta alla sfida rivoluzionaria, ceti medi e borghesia cominciarono ad organizzarsi in associazioni, per contrastare anche in piazza la sinistra. La Francia ebbe una notevole instabilità ministeriale dovuta alla frammentazione politica. Nel 1919 ci fu un governo di centro-destra, che, l'anno dopo, chiese lo scioglimento della CGT, confederazione sindacale creata nel 1985. Il sindacato vinse il ricorso presentato e ottenne la revoca del provvedimento.
Dopo
alcuni governi conservatori, la sinistra, formata da socialisti e radicali, riuscì a vincere le elezioni del 1924, ma si rivelò nuovamente divisa al suo interno e debole nell'affrontare la crisi economica. Nel 1926 venne nominato Presidente del consiglio Raymond Poincaré. Il suo esecutivo di "Unione Nazionale", formato dalla destra e dai radicali, rassicurò i mercati e i risparmiatori. La Gran Bretagna si impegnò sul fronte delle riforme sociali: costruì centinaia di migliaia di case popolari e, con l'Unemployment Insurance Act, stabilì un'indennità di disoccupazione per le donne e gli uomini disoccupati. Venne introdotto il suffragio universale maschile e in seguito quello femminile. Il comunismo non ebbe un gran seguito, e a uscirne rafforzato fu il partito laburista. L'ascesa di quest'ultimo, mise in crisi il sistema imperniato, fino ad allora, su due partiti, quello liberale e quello conservatore.conservatore. In Gran Bretagna era in vigore un sistema elettorale maggioritario a turno unico. Negli anni 20, la trasformazione del sistema politico da bipolare in tripolare, non garantiva più il raggiungimento della maggioranza assoluta dei deputati all'una o all'altra forza politica. Nel 1924 la sinistra arrivò al governo, anche se solo per pochi mesi. Il suo successo elettorale spinse comunque, negli anni successivi, le ali più progressiste a confluire nel Labour ("Partito Laburista" centrosinistra). Il sistema politico tornò così ad assumere l'aspetto sostanzialmente bipolare. Dopo il ritorno al governo dei conservatori, un evento che suscitò molto clamore fu lo sciopero dei minatori, nella primavera del 1926, contro gli imprenditori, che volevano abbassare i salari e allungare le giornate di lavoro. Lo sciopero rappresentò il più grande momento di conflitto sociale della storia inglese moderna ma, perquanto la tensione fosse alta, gli incidenti furono molto limitati e comunque non gravi. I governi conservatori si dimostrarono in grado di rispondere con riforme profondamente innovative. Le ferite lasciate dallo scontro del 1926 aiutarono però i laburisti a recuperare voti nelle elezioni di tre anni più tardi e a tornare al governo. In Irlanda nel 1919-1920 si era combattuta una feroce guerriglia tra il movimento repubblicano indipendente, organizzato nell'IRA, e le forze di occupazione britanniche, che comprendevano i famigerati gruppi paramilitari detti "black and tans". Alla fine, da un lato il governo britannico di Lloyd, e dall'altra parte, l'ala, che nel movimento indipendentista faceva capo a Collins, raggiunsero un compromesso. Nacque un cosiddetto stato liberale d'Irlanda, al quale non era però riconosciuta una piena indipendenza. Per Collins la soluzione raggiunta rappresentava comunque un successo, però per l'IRAEra inammissibile che i deputati del nuovo Parlamento irlandese dovessero giurare ancora fedeltà alla monarchia britannica e, soprattutto, che l'Ulster (Irlanda del Nord) restasse separato dal nuovo stato. Da considerare che la maggioranza degli irlandesi era per l'indipendenza, mentre gli abitanti dell'Ulster, in parte, volevano restare uniti alla Gran Bretagna, in contrapposizione alla consistente maggioranza cattolica, che voleva uscire da quell'unione come il resto dell'isola. L'IRA riprese le armi e aprì una campagna terroristica nel corso della quale venne ucciso lo stesso Collins. Il governo dello Stato libero allora varò una legislazione d'emergenza, a cui seguì una sequenza di fucilazioni. La conflittualità si risolse nei secondi anni '20, quando il partito repubblicano "Fianna Fail" si spostò su una linea legalitaria. Il paese cominciò così a spostarsi verso la piena indipendenza.
Il primo passo funaturalmente l'abolizione dell'obbligo del giuramento alla monarchia britannica. La Repubblica d'Irlanda sarebbe stata proclamata solo nel 1949, non avrebbe recuperato l'Ulster. Europa Orientale I nuovi stati nati dalle ceneri dell'impero austro-ungarico accettarono la democrazia, ma i nuovi venuti non avevano una cultura politica, che ne permettesse il radicamento. Mancava una solida borghesia, dotata di spirito imprenditoriale e capace di svolgere una funzione mediatrice tra proprietari terrieri e contadini; questi costituivano, in quasi tutta l'Europa orientale e balcanica, la maggioranza della popolazione. L'istruzione di base era debole e già sappiamo quanto pesasse il problema delle minoranze etniche. Per quanto riguarda il conflitto russo polacco, inizialmente i Polacchi si spinsero fino a Kiev con un progetto, che a noi appare sconsiderato: inglobare in una struttura, più o meno federale, tutta l'area che andavadallaLituania alle sponde dell'Ucraina sul Mar Nero. La reazione sovietica li costrinse però a indietreggiare fino alle porte di Varsavia. Un'ulteriore controffensiva polacca portò alla definizione di stabili frontiere. Nel territorio polacco vennero peraltro comprese consistenti minoranze ucraine. La guerra aveva convinto molti europei, che il pericolo bolscevico andava arginato ad ogni costo, ma la sconfitta dei bolscevichi segnò il momento in cui la rivoluzione russa cessò di essere pensata come una rivoluzione mondiale e cominciò a limitarsi entro le proprie frontiere. In Jugoslavia, nel 1929, il re Alessandro I sciolse il Parlamento, revocò la costituzione ed instaurò una dittatura personale, in cui furono vietati i partiti e le organizzazioni sindacali e religiose. Si impegnò poi a frenare le spinte di croati e sloveni. Nell'ottobre dello stesso anno cambiò il nome dello Stato in Regno di Jugoslavia. Nel 1931Emanò una nuova costituzione, che tornava a riconoscere le libertà civili, ma in cui il re conservava comunque notevoli poteri. Alcuni anni più tardi pure la Grecia divenne una dittatura militare. Anche in Austria nacque un regime autoritario, di tipo cattolico. In Ungheria, il ruolo decisivo fu svolto dall' ammiraglio Miklos Horthy. Il suo regime si caratterizzò per le forti venature antisemite e diede il via a una repressione molto più brutale di quella attuata nel breve periodo di governo comunista. L'unica eccezione era rappresentata dalla Cecoslovacchia, in cui erano presenti una notevole borghesia industriale, una solida classe operaia sindacalizzata, una forte socialdemocrazia, un'istruzione relativamente diffusa e una classe politica preparata.
Nascita dell'Unione Sovietica
Nell'ex impero zarista, la guerra civile finì nel 1921. A prevalere fu il governo guidato da Lenin, la sua polizia politica e il suo esercito.
L'Armata Rossa. Il partito bolscevico fu ribattezzato "comunista". Nel corso del conflitto i bolscevichi, vinsero anche perché guardavano al futuro e non al passato, ma risultò difficile per loro trovare una soluzione alla questione nazionale. Prendiamo il caso dell'Ucraina; c'era una parte della popolazione, che parlava russo e che si sentiva russa e un'altra parte della popolazione, che parlando ucraino si sentiva ucraina. Il problema si radicalizzava nei territori più orientali: nel Caucaso, in Asia centrale e in Serbia. In questi paesi probabilmente agì anche sui comunisti il pregiudizio etnocentrico, nutrito da molti, nei confronti di culture considerate inferiori. Nel 1922 lo stato creato dalla rivoluzione bolscevica assunse una forma federale e prese il nome di "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" (URSS). Creando questa Unione, i comunisti garantirono sia la continuità che la discontinuità storica.
Assicuraronola sostanziale unità dello spazio politico, già occupato dall'impero zarista e consentirono alla Russia di conservare il ruolo centrale. Ma riconobbe anche, le identità