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Conserva nei confronti della propria opera un atteggiamento distaccato e riduttivo, che non è
un’ostentazione ma è convinto che la poesia sia qualcosa di importante, non la considera come la
missione del predicatore ma è convinto che sia più intenso e profondo. Si dimostra indifferente al
regime fascista perché secondo lui il vero combattimento, le anse e i dolori devono essere
combattute attraverso l’impegno poetico. La condizione umana è importante, alla base della
letteratura di montale c’è un forte sentimento di disarmonia, un adattamento che caratterizza le
persone introspettive. Tutte le nature poetiche. Ma guardando a questa disarmonia su altri piani
appare come il mal di vivere. Cioè un senso di angoscia che attanaglia l’uomo moderno che si sente
abbandonato e solo in un mondo di fedi. Montale non ha un’accettazione della condizione di crisi
del tempo, non rinuncia all’idea che la vita abbia un significato, e la sua poesia è una ricerca
interrotta, continua che costantemente sfugge, fatta di domande inevitabilmente senza risposte, nei
suoi versi si affollano azioni, istanti di vita irripetibile, inserisce immagini di oggetti colti nella
maniera materiale, qui ci riconosce i segni della condizione umana che non può comprendere la sua
esistenza e in attesa del miracolo che apra un varco che ci permetta di scoprire il mistero dietro
l’apparenza. La sua politica è dell’oggetto, le idee le emozioni sono materializzate in oggetti
sensibili. Ricerca le sonorità aspre, le più adatte ad esprimere la disarmonia del vivere, alla lingua
astratta, oppone una lingua che attinge da vari linguaggi, aulico, tecnico, usuale. Si ispira al poeta
Eliot. Anche egli un cultore dell’oggettivo, riconosce alle idee e alla emozione spazio nei suoi
componimenti attraverso un serie di oggetti che diventano simboli. La poetica diventa impenetrabile
e incomprensibile. È una poetica simbolista che è poco comprensibile. Questa impenetrabilità
rappresenta una visione del mondo come una ricerca che non offre risposte.
Ossi di seppia
Relitti scarnificati di seppia che il mare porta sulla spiaggia. Li paragona ai suoi versi
In questa raccolta rappresenta i paesaggi liguri, ma non quelli ridenti ma quelli aridi, battuti dal
vento. E il poeta esprime il desiderio di identificarsi e perdersi nelle cose. Nei suoi componimenti
non riesce a staccarsi. Il sentimento dominante è quello del distacco. C’è una crisi del sistema reale,
e anche quando sembra in comunione con il paesaggio cerca sempre un tarlo che elimini, uno
spiraglio da cui sporgersi per vedere oltre. Non si cimenta in nessuna ricerca sperimentale,
ignorandola. Le sue scelte liriche usa i verso libero e le forme metriche 800esche, usando le
quartine in endecasillabi. La sintassi è ben strutturata, il tono dei componimenti è a volte discorsivo,
colloquiale, altre volte è sostenuto, ricercato ma l’elemento tipico è la discorsività che la
caratterizza. Il titolo della seconda raccolta le occasioni rappresenta il paesaggio tra un cultura fuori
dal tempo, tra l’io del poeta e la natura. L’esperienza e gli eventi sono particolari circostanze. L’io
del poeta è in alcune circostanze e fa riferimento ad esperienze di vita e di altri esseri umani. Tema
fondamentale è l’amore. Un amore fatti di assenza, di lontananza fatto di ricordi. Le figure sono per
lo più femminili, ma appare nel ricordo, fissata in un gesto, in un atteggiamento. La memoria cerca
di vivere un ricordo e questo tentativo di distacco dal passato. C’è bisogno di andare al di là
dell’umano, ma tutto ciò è vano. Nel 1956 pubblica la bufera ed altro, lo stesso tema di ossi di
seppia e nelle occasioni viene ripreso anche qui, riprende le poesie dei tempi della guerra. Sullo
sfondo della tragedia popolare guarda alla guerra come una conseguenza, fa riferimento a momenti
tragici, ad una visita di hitler a Firenze. Ha un tono diabolico, e sembra riprende i suoni di dante.
Riprende la stanchezza con toni mistici. La donna diventa donna angelo, una realtà sovrannaturale,
solo lei può essere portatrice di un riscatto dalla bufera. Include anche le poche poesie dopo la
guerra, tra le più importanti sono quelle in cui il poeta si confronta con la guerra fredda, dove esalta
il valore dell’autonomia individuale. Rifiuta di schierarsi, di diventare un chierico rosso o nero,
vuole conservare la propria integrità personale. In questa raccolta lo stile si evolve, fa sparire i
passaggi riflessivi e risolve il conflitto tra la lirica ed il commento delle raccolte precedenti. Si
concentra sul rappresentare il soggetto con oggetti sempre più carichi di simbolismo. Realizza una
poesia che contiene i suoi messaggi ma non li rileva. Fa una poesia piena di stili di vita, ma non
mai autobiografica. Una poesia ancora più difficile, perché gli oggetti assumono un valore
inafferrabile. Utilizza un tono discorsivo. Espressione chiara della padronanza. Esprime grandi
significati senza forzature, mantenendo tutto su un tono discorsivo. Si rivolge alla donna amata, un
desiderio di dialogo, comunicazione. Utilizza molto l’endecasillabo sciolto, utilizza molto le
quartine, li struttura a volte in sonetti. Riprende i metri della tradizione lirica italiana. Ma gioca
anche con i versi. Crea, alternando endecasillabi e altri versi, delle sfasature. Alludendo al fatto che
anche le vecchie letterature non avevano armonia, e anche la sua disarmonia con la realtà. Gioca
molto con le rime, le assonanze interne e utilizza le allitterazioni.
Realizza molti saggi ed articoli, saggi di varia cultura. Un’opera importante è opere in prosa, nel
1960 scrive farfalla di Ninar, una raccolta di brevi racconti che aveva pubblicato sul corriere della
sera, dove descrive tipi curiosi, lo stile è singolare, usa un tono ironico, distaccato ed utilizza una
prosa sobria ed elegante. Nel 1966 pubblica una raccolta di articoli di cultura e costume intitolato
auto da fe, critica aspramente la società di massa che si stava costruendo in questi anni, grazie allo
sviluppo economico. Egli è scandalizzato da questo modo di vivere che suscita emozioni. La poesia
le vede coinvolte in questa vita frenetica alla rincorsa delle mode, l’arte non è più caratterizzata da
artisti veri ma da alcuni artisti improvvisati. L’uomo guarda ma non contempla, vede ma non pensa.
Non ha rimpianti del passato perché è razionale, ma sente la necessità di costruire un futuro
migliore per gli uomini, e anche quando questa speranza sembra spegnersi, sostiene la necessità di
difendere lo spazio di quei pochi che sono ancora in grado di esprimersi veramente, quelli che
sanno stare a occhi aperti senza farsi schiacciare dalla massa. Altra raccolta è sulla poesia del 1976,
raccoglie recensioni, articoli e saggi di critica letteraria. L’impegno critico gli occupò tutta la vita,
con articoli su vari autori. Dopo un silenzio di circa 10 anni, riprende a scrivere. Nascono le raccolte
della vecchiaia. Nel 1971 pubblica satura, il titolo significa piatto misto quindi il titolo fa intendere
la varietà degli argomenti affrontati, però si rifà anche a satira, che caratterizzerà i componimenti
ironici. Nel 1973 pubblica diario del 71 e 72, e nel 1977 quaderno di 4 anni. Un insieme di appunti,
sentimenti. La poesia dell’ultima fase è diversa da quella iniziale, non più meditazione sulla
condizione umana ma l’autore riflette su spunti personali, un posto di primo piano ce l’ha l’amore.
Dialoga con il fantasma della moglie morta. In una sezione di satura, zenia ci sono le riflessioni
sulla moglie, ricordi anche di persone scomparse, ma discute di attualità, riprende le discussioni del
suo tempo, parla dei limiti della società di massa e della stupidità dell’uomo. Per la forma gli ultimi
componimenti sono caratterizzati da un tono basso, vicino a quello quotidiano, ci sono elementi
della conversazione, della pubblicistica politica e culturale. Utilizza il verso libero che sembra
casuale, improvvisato. Ma ancora una volta cura l’aspetto metrico dei componimenti, usa pause ed
utilizza l’enjamblement. Predilige in questi componimenti l’uso dell’endecasillabo. La poesia nasce
dal crollo di ogni certezza, crisi di valori. Ma la sua poesia indica come si può vivere con dignità un
periodo storico senza fedi ed illusioni, questo è dato dalla lucidità con cui guarda alla realtà.
Procede conservando la sua autonomia senza farsi influenzare dalle modi culturali e dai miti
collettivi ne dal potere, egli crede fermamente nell’indipendenza culturale e morale dell’individuo
che si identifica con la fede nella poesia. La vita è un mistero, il significato sfugge ma vale la pena
di essere vissuta.
Non chiederci la parola
Tratto da ossi di seppia è un invito che l’autore fa al lettore, ci si rivolge dando del tu. È un
atteggiamento tipico degli artisti del tempo. Ma il poeta non ha nessun messaggio positivo per gli
uomini, la sua anima è spaccata e può solo denunciare il male di vivere, mondo privo di valori.
Strutturato in 3 quartine di vario metro.
Spesso il male di vivere
Tratto da ossi di seppia, strutturato in due strofe, nella prima rappresenta tre simboli del mal di
vivere, e nella seconda ci sono altri 3 simboli dell’indifferenza del mal di vivere, 3 quartine da 12
versi e l’ultimo è un doppio settenario.
I limoni
Tratto da Ossi di seppia, è una poesia programmatica cioè in cui l’autore pone i suoi modi di
scrivere nuovi. Si rivolge dando del tu al lettore e sottolinea la distinzione tra il suo nuovo modo di
fare poesia rispetto al tradizionale. Simbolo di innovazione è il profumo dei limoni e gli sembra
quasi possibile penetrare il mistero del destino ma non può, e quando dopo l’estate si torna
all’autunno e alla vita quotidiana.
La casa dei doganieri
Componimento del 1930, dedicata ad Annetta, una fanciulla morta dove si immagina che lei e il
poeta abbiano vissuto un momento di vita vera nella casa dei doganieri, poi le loro vite si sono
separate. Lei è morta. In lui è rimasto forte il ricordo di quel momento. L’apparente condizione del
poeta, l’allontanamento apparente della donna possono essere ingannevoli, formata da quattro versi,
le pari di 5 e le dispari di 6, prevalgono gli endecasillabi. Il titolo ha un significato importante
perché la casa ha la funzione di limite, e c’è differenza tra interno ed esterno, interno c’è il ricordo
mentre all’esterno è vita falsa, espressione del fascismo e della società di massa. C’è il confronto tra
interno ed esterno. Importante nel componimento la bussola impazzita che