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EUGENIO MONTALE

Nasce a Genova nel 1896 da una famiglia benestante. Compie gli

studi irregolari a causa della cattiva salute. Nel 1917 compie il

servizio di leva, che interrompe per partire volontario al fronte.

Nel 1925 pubblica la sua prima raccolta di poesie “OSSI DI SEPPIA”

e nello stesso anno pubblica il manifesta fascista di BENEDETO

CROCE, allontanandosi lui stesso dal FASCISMO; è un momento

emblematico per lui, dato che ci dimostra il proprio pensiero,

cioè che l’attività poetica ed intellettuale non deve essere

influenzata da quella politica. È molto aperto alle novità,

infatti è uno dei primi a riconoscere il genio di ITALO SVEVO e la

sua celebre opera “OMAGGIO A ITALO SVEVO”.

Nel 1927 si trasferisce a Firenze, dove gli viene affidata la

direzione del GABINETO VISSEUX, ma da cui viene allontanato

successivamente perché non faceva parte del partito. Qui conosce

DRUSILLA TANZI, la MOSCA di moltissime sue poesie, con la quale si

sposa successivamente. Nel frattempo entra in contatto con la

poesia FRANCESE ed INGLESE, soprattutto quella di T.S. ELLIOT, del

quale traduce un poemetto e riprende la tecnica del CORRELATIVO

OGGETTIVO (un evento concreto fa generare l’ispirazione poetica; è

quella forma poetica che prende spunto da elementi, paesaggi

naturali, e li rende METAFORA di una CONDIZIONE ESISTENZIALE di

STATI D’ANIMO: in tutte le poesie ci sono i paesaggi che esprimono

gli stati d’animo di Montale).

Nel 1939 pubblica la sua seconda raccolta di poesie “LE

OCCASIONI”. A Firenze, Montale passa gran parte del periodo della

guerra, ed accoglie suoi amici scrittori come CARLO LEVI e UMBERTO

SABA. Finita la guerra, si iscrive al PARTITO D’AZIONE, e gli

viene conferito un incarico culturale dal COMITATO NAZIONALE di

LIBERAZIONE, ma la durata dell’attività politica sarà molto breve.

Nel 1948 si trasferisce a MILANO e lavora come redattore presso il

CORRIERE DELLA SERA e dal 1954 come critico musicale del CORRIERE

D’INFORMAZIONE.

Nel 1956 pubblica “LA BUFERA ED ALTRO”.

Tra le sue ultime raccolte troviamo “SATURA” del 1971, di cui fa

parte XENIA, una sezione dedicata interamente al ricordo della

moglie morta. Nel 1975 gli viene conferito il PREMIO NOBEL, mentre

tra le sue opere in prosa ricordiamo “SULLE POESIE” e “AUTO DA

FE’”. Muore a Milano nel 1981.

LA POETICA

Per Montale la poesia è la forma di vita che non vive: tra poesia

e vita c’è una sorta di antitesi che è generato fondamentalmente

dall’incapacità della parola di esprimere stati d’animo.

La sua poetica viene definita “POESIA DEGLI OGGETTI”, in quanto è

tutta incentrata sugli elementi quotidiano con cui gli uomini sono

in contatto, come ad esempio l’ASPRO PAESAGGIO della LIGURIA.

Tutto ciò è l’emblema del suo MALE DI VIVERE, che nasce dalla

presenza di incertezze interiori. Montale è alla ricerca continua

del suo VARCO verso l’assenza delle cose, ma non troverà mai una

via d’uscita al suo male di vivere (ma non esclude che gli altri

ci possono riuscire). Viene molto influenzato dalla letteratura

italiana dell’800 e del ‘900, come ad esempio LEOPARDI, da cui

prende il suo stato sconsolato e desolato della vita; da PASCOLI

invece con la politica del NIDO, e dai CREPUSCOLARI, dai quali

prende il LINGUAGGIO SEMPLICE legato alle PICCOLE COSE.

FIGURE FEMMINILI

Anche se le poesie LE OCCASIONI vengono chiamate CANZONIERE

D’AMORE, l’amore è un tema molto poco presente nelle opere di

Montale; tuttavia tutte le poesie si riferiscono ad un TU

femminile, con la presenza di figure femminili che, grazie al

CORRELATIVO OGGETTIVO, emblema poetico degli stati d’animo. Non

sono mai descritte fisicamente, ma vengono inserite in un gesto,

un elemento (camminate, capelli), perché sono delle

trasfigurazioni poetiche di donne reali, con il quale il poeta non

può avere contatto diretto, in quanto incarnazioni di un segno di

salvezza.

Legata all’adolescenza di Montale e ARLETTA (o ANNETTA),

pseudonimo di ANNA DEGLI UBERTI, che Montale conosce durante i

suoi soggiorni a Monterosso e parla della sua prematura morte

(anche se da alcune testimonianze si sanno cose differenti).

Questa sua scomparsa (Metafora della perdita del tempo giovanile)

permette di sviluppare a Montale la poetica dell’ASSENZA, in cui

la donna è ancora la salvezza degli uomini.

La donna salvatrice la ritroviamo anche in un’altra figura,

CLIZIA, alla quale lui dedica numerose liriche.

È la studiosa IRMA BRANDIS, con la quale ha una relazione fin

quando lei non è costretta a fuggire perché ebrea. La donna assume

il nome di Clizia, perché richiama alla ninfa di cui apollo si

innamorò e la trasformò in girasole; essa incarna la figura della

cultura e dei suoi valori umanistici di fronte alle barbarie nazi-

fasciste. Considera la nuova Beatrice per Dante, LA DONNA ANGELO.

VOLPE, la poetessa MARIA LUISA SPAZIANI, è la controparte di

Beatrice perché rappresenta la donna erotica, sensuale e

terrestre.

MOSCA, DRUSILLA TANZI, la donna che rimase al fianco di Montale

per tutta la vita. È una figura molto affettuosa, il cui ricordo è

l’unico conforto per il poeta nei confronti della negatività del

presente: lei riesce a fargli vedere le cose che lui invece non

riesce (HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO). Lei segna il passaggio

dell’ultima stagione poetica in cui Montale passa dal trascendente

alla realtà quotidiana e privata.

CRISALIDE, pseudonimo della scrittrice peruviana PAOLA NICOLI, che

rappresenta la donna sensuale ed erotica per il poeta, ma allo

stesso tempo condivide con lui il senso di desolazione della vita,

in una ricerca destinata al fallimento.

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giammarcos1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Costa Simona.