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Estratto del documento

Risale infatti alla prima metà del 1940, l’opera di protesta avviata da alcune chiese, affiancate dagli

ospedali della Missione interna protestante e della Caritas cattolica che tentarono di impedire la

registrazione e il trasferimento dei loro pazienti. Infatti prima dell'Agosto del '39 il ministero degli

interni tedesco aveva ordinato che tutti i dottori e le ostetriche registrassero i casi di bambini nati

con gravi malformazioni allo scopo di essere trasferiti in "sezioni speciali" dei reparti di pediatria per

ricevere cure appropriate, o almeno con questa scusa venivano tranquillizzati i genitori, ignari del

fatto che di lì a poco i loro figli sarebbero stati uccisi da un’iniezione letale. I bambini segnalati

normalmente soffrivano di disturbi quali idiotismo o mongolismo, idrocefalia o microcefalia,

deformazioni soprattutto degli arti o della colonna celebrale. C’è da dire che, a volte, i bambini

venivano scelti sulla base di malattie che non tutti i periti sembravano comprendere: per esempio, il

perito Wentzler si oppose inizialmente all'inclusione di bambini mongoloidi nel programma,

sostenendo che questi possiedono un gusto particolare per la musica e un amore per la vita.

Fatto sta che dopo vari reclami, tra cui una lettera di richiesta di immediata cessazione della

procedura, inviata il 19 luglio 1940 (a circa sei mesi dall’inizio delle uccisioni) dal vescovo

protestante del Wurttemberg, Theophil Wurm, il Reich decise di proporre alla Chiesa cattolica, e

agli altri esponenti che si erano mobilitati, un compromesso che venne respinto dal Vaticano, ossia

la possibilità di somministrare i sacramenti alle vittime che di lì a poco sarebbero morte.

~6~ Il sangue non è acqua

Infine, fu il vescovo di Munster, cardinale Clemens August von Galen, per assurdo sostenitore di

Hitler nella guerra contro il comunismo sovietico, che fece il passo decisivo contro l’eutanasia del

programma T4. Nel corso di una sua omelia, letta poi in tutte le chiese della sua diocesi, denunciò

senza mezzi termini la soppressione dei disabili, affermando che se si accettava la loro uccisione in

a

quanto esseri improduttivi, allora sarebbe bastato ben poco per estendere questo metodo anche «

coloro che soffrono di malattie polmonari incurabili, ai vecchi deboli o invalidi, ai soldati

gravemente mutilati».

A quel punto fu inevitabile per Hitler ordinare la sospensione delle uccisioni che ormai venivano

effettuate con l’uso del gas e non solo su bambini disabili ma anche sugli adulti. Tuttavia, Hitler

non era di facile resa. Così le uccisioni ripresero negli ospedali tedeschi con altri mezzi e

coinvolgendo in definitiva direttamente le SS, che in Polonia avevano già assassinato i disabili,

prima ancora che la T4 prendesse il via in Germania.

Una macabra prova generale celata dietro l’aktion t4

Dando per scontato che fosse conosciuto al pari della Shoah, finora vi ho parlato del programma

di eutanasia o programma Aktion T4, ma esattamente di cosa si tratta?

Si è soliti affiancare il genocidio nazista alla morte di milioni di ebrei. Ma come in tutte le

procedure, anche in questo caso, per arrivare al successo senza intralci, fu necessario mettere in

pratica le tecniche di eliminazione di massa su piccoli gruppi, più facili da manovrare e controllare.

Bisognava preparare i medici in vista di un progetto molto più ambizioso: Hitler voleva raggiungere

l’apice della sua follia.

Così come sostiene Friedlander, il genocidio nazista non ebbe come unico bersaglio gruppi che

possiamo definire nazionali, ma fu diretto contro tutti gli esseri umani che si supponeva

condividessero determinate caratteristiche biologico-razziali. Le misure eugenetiche praticate

contro ebrei, zingari e portatori di handicap furono praticamente identiche: le restrizioni in materia

di matrimoni, le sterilizzazioni, le deportazioni e lo sterminio nei campi di concentramento

colpirono tutti, anche se in proporzione numerica diversa.

Il genocidio nazista trova la sua sperimentazione, le sue cavie da laboratorio, nei disabili torturati,

sterilizzati e infine eliminati per mezzo del programma Aktion T4, che prende il nome da un

Tiergarten straße

indirizzo: il numero 4 di a Berlino, dove una villa confiscata dai tedeschi a un

ricco ebreo si trasformò nella sede generale del programma.

Furono medici e nazisti a tenere le redini del programma. Convinti di agire per il bene della

nazione e della razza, e consapevoli di non poter essere puniti, sfruttarono l’occasione per

perfezionare le procedure di eliminazione di massa e svolgere esperimenti di ricerca scientifica su

cavie umane. Appare dunque inequivocabile che l’assassinio dei disabili fu precedente allo

sterminio sistematico degli ebrei.

Lo scopo principale era sempre lo stesso: ottenere il miglioramento della razza tedesca ariana.

Il bersaglio del programma era la parte malsana della popolazione: ritardati, malati di mente,

degenerati, tossicodipendenti, omosessuali, persone aventi malformazioni fisiche, schizofrenici,

persone pigre o deboli, epilettici, persone affette da malattie quali sindrome di down, persone

sorde e tutti quegli ammalati ritenuti portatori di malattie ereditarie e pertanto pericolose e dannose

per la riproduzione della specie sana. ~7~ Il sangue non è acqua

È chiaro che i nazisti avevano un’idea abbastanza contorta sulle malattie ereditarie, questo perché

influenzati dagli studi sull’eugenetica. Fatto sta che con la nascita del programma T4 non si dava più

tanta importanza alla sterilizzazione coatta, tanto è che nel ’39, con lo scoppio della guerra, di colpo

le sterilizzazioni cessano. Oltre 400.000 persone erano state sterilizzate ma nel corso dell'Aktion T4

più di 70.000 furono uccise. Diciamo che il programma nazista della politica demografica e razziale

fece un salto di qualità e passò direttamente a «eliminare chi rallenta la marcia, sopprimere vite

indegne di essere vissute, applicare l’eutanasia di stato». (M. Paolini)

Il termine “eutanasia”, così come “morte pietosa”, non erano altro che definizioni ingannevoli per

celare la realtà che stava dietro l’Aktion T4. Dopo tutto, “eutanasia” era sinonimo di "morte non

dolorosa” e consisteva nel porre fine alla vita di un paziente per evitare, in caso di malattie

incurabili, sofferenze prolungate nel tempo o una lunga agonia. Inoltre, il termine eutanasia aveva

già ottenuto la sua fama quando nel 1920, Alfred Hoche e Karl Binding pubblicarono il libro

L'autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne di essere vissute",

" nel quale svilupparono

il concetto di “eutanasia sociale”: i malati incurabili erano da considerarsi non soltanto portatori di

sofferenze personali ma anche di sofferenze sociali ed economiche, perciò la loro uccisione

.

avrebbe giovato a loro così come alla società

Dunque, agli occhi di molti lo scopo del programma era alleviare le sofferenze dei malati terminali

e infatti, gli artefici e spettatori del destino dei disabili consideravano eticamente giusto rendere più

breve la loro triste e dolorosa esistenza. Altre persone probabilmente, o almeno così mi piace

pensare, non erano a conoscenza del reale scopo del programma. Era palese che non tutti i disabili

presentassero reali disturbi incurabili: molti erano solo sordi o ciechi, altri erano portatori di

deformità fisiche o affetti da disturbi della personalità.

Fin dall'inizio la pianificazione e l'attuazione dell'eutanasia furono classificate "top secret" e la KdF

(Cancelleria privata di Hitler), che era l’ufficio che gestiva le uccisioni, doveva restare invisibile. Gli

venne dato il nome di “Comitato per la registrazione scientifica di gravi disturbi ereditari”. Questo

ente fittizio, chiamato per brevità "Comitato del Reich", esisteva soltanto sulla carta: il suo indirizzo

era una casella postale.

D’altronde Hitler non voleva rischiare di generare un'ondata di disapprovazione contro il partito

prima di avere l'opinione pubblica dalla sua parte. Per questo, si servì del ministero per proseguire

nel suo piano, tramite la pubblicazione del decreto sull’Obbligo di dichiarazione di neonati deformi

che, all’apparenza, sembrava prefiggersi l'obiettivo di realizzare un'indagine scientifica che avrebbe

La registrazione tempestiva dei casi appropriati in

aiutato i bambini che soffrivano di gravi disturbi: "

cui siano presenti deformazioni e ritardo mentale ereditari è essenziale per la chiarificazione di

problemi scientifici". I medici erano obbligati a denunciare tutti i bambini disabili di età inferiore ai

3 anni”.

Al decreto, seguì un processo di selezione dei disabili, dove una specifica commissione composta

da 3 periti, medici e membri del partito nonché sostenitori militanti dell'eutanasia, corrispondenti ai

nomi di Werner Catel, Hans Heinze ed Ernst Wentzler, esaminavano le pratiche inoltrate dagli

ospedali. Essi decidevano se eliminare o risparmiare i malati unicamente sulla base dei moduli di

dichiarazione, senza visitare mai i bambini. Nei moduli oltre al nome, l’età e il sesso del bambino,

veniva riportata la descrizione della malattia, una spiegazione del modo in cui la funzionalità del

bambino veniva compromessa dalla malattia, dettagli relativi alla degenza e al nome dell’ospedale,

una stima della speranza di vita, e possibilità di miglioramento. I periti annotavano un voto a testa

per ogni bambino. Non vi era spazio per lunghi commenti. Si pretendeva di decidere la sua sorte

con un semplice segno più (+) che indicava l'inclusione nel programma e dunque l'uccisione del

~8~ Il sangue non è acqua

bambino, o con un semplice segno meno (-) che indicava l'esclusione e fortunatamente la possibilità

per il bambino di continuare a vivere. Se il perito era indeciso, annotava "osservazione" o (?). Catel,

Heinze e Wentzler non votavano separatamente ma sullo stesso foglio in modo tale che ognuno

era a conoscenza dei voti espressi dagli altri due.

I primi disabili che ottennero “l’autorizzazione” per essere “sottoposti al trattamento” furono

soprattutto i bambini piccoli. Forse perché era più facile: i neonati non avevano la forza di

ribellarsi, spesso non capivano quale sorte li attendeva e se lo capivano non potevano difendersi

così per i medici era meno complicato e forse meno doloroso porre fine alla loro vita.

Due istituti scientifici in particolare trassero profitto dalle uccisioni dei bambini: la Clinica di

psichiatria e neurologia dell'Università di Heidelberg, diretta da Carl Schneider e l'osservatorio di

ricerca presso l'istituto Gorden, diretto da Heinze. Questi e altri

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Publisher
A.A. 2013-2014
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valesau2 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia sociale dell'Europa e del Mediterraneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bellassai Alessandro.