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Egli scrisse “ Le sette lampade dell’architettura”. Esse sono:
1. LAMPADA DEL SACRIFICIO: la dedizione, la volontà di fare una cosa bene per la cosa in sè;
2. LAMPADA DELLA VERITA': accogliere la difficoltà, la resistenza, l’ambiguità;
3. LAMPADA DEL POTERE: potere temperato non solo cieca volontà;
4. LAMPADA DELLA BELLEZZA: bellezza del particolare più che in generale;
5. LAMPADA DELLA VITA: vita uguale lotta , energia;
6. LAMPADA DELLA MEMORIA: la guida fornita dalle epoche precedenti;
7. LAMPADA DELL’OBBEDIENZA: nei confronti dell’esempio proposto dalla pratica di un
maestro, più che dalle sue opere.
Citiamo, in tale contesto,WOODWARD progettò il Museo di Storia naturale dell’Università di
Oxford, grazie all’appoggio del maestro Ruskin (quest’ultimo progettò alcuni organismi interni,
come alcune finestre). Ruskin criticò fortemente il progetto del tetto in ghisa, simbolo a suo dire
della deumanizzazione della società contemporanea. Venne realizzata una volta a carena in legno,
tipicamente di spunto veneziano. All’interno vennero inseriti numerosi richiami all’arte dal gusto
italiano (bicromatismo e ripetizione iterattiva delle arcate).
Museo di Storia naturale dell’Università di Oxford
Ad opera dello stesso architetto citiamo anche l’“Union Debating Hall” ad Oxford, in cui la
decorazione della volta (ad opera di artisti della seconda generazione preraffaellita) venne realizzata
gratuitamente. Union Debating Hall
STREET, fu architetto e maestro di Morris. A Roma progettò la chiesa di “San Paolo entro le
mura”, in cui alla bicromia tipicamente italiana dell’esterno si oppone un interno sormontato da una
volta a carena di nave, cui sottostà l’immissione di maioliche realizzate dallo stesso Morris. Sempre
ad opera di Street citiamo almeno la chiesa di “All Saints” in via del Babuino, sempre a Roma.
I “PRERAFFAELLITI” , “ARTS AND CRAFTS”
(la prima generazione) (la
seconda generazione)
Constable e Turner sono contemporanei nel senso che esprimono le proprie emozioni di fronte alla
realtà in cui vivono. Altri pittori romantici vogliono essere contemporanei recuperando i temi antici,
religiosi o no, dando a loro una veste dimessa, quotidiana, attuale. Nasce così, intorno alla metà del
secolo, ad opera di DANTE GABRIELE ROSSETTI, WILLIAM HOLMAN HUNT e JOHN
EVERETT MILLAIS la “Confraternita dei preraffaelliti”. Come altri pittori dell’Ottocento, anche
i preraffaelliti intendono rifarsi alla pittura del passato, anzi, come dice chiaramente la parola, a
quella che precede Raffaello; in essi però non vi è, come in altri, la ricerca del “primitivo”, perché
la loro indagine non si spinge al di la del Quattrocento. I preraffaelliti vogliono recuperare non la
presunta “ingenuità” dal medioevo, ma la purezza dell’arte del primo rinascimento italiano. Ci sono
nella loro pittura molte contraddizioni, tipiche di un’età che sta vivendo tutta la crisi sociale del
trapasso da una società agricola e artigianale a una società industriale: antico e contemporaneo,
semplicità e raffinatezza estenuata, realtà naturale e aspirazione a un mondo superiore, a un “dover
essere” ideale più che all’“essere nel presente”. Si spiegano la tematica storica o religiosa,
l’eleganza formale, e si spiega anche il tentativo operato da WILLIAM MORRIS ormai nella
seconda metà dell’Ottocento, di applicare la stessa raffinata bellezza anche ai prodotti destinati
all’uso quotidiano, come la carta da parati, i vetri o i tessuti, in contrasto con la squallida, uniforme
e mortificante produzione in serie e opponendosi alla prevalenza della macchina. Alla più
importante iniziativa di Morris, il movimento “Arts and Crafts”, si deve il merito di aver tentato di
superare la scissione fra arte come prodotto dell’inventiva umana e oggetto d’uso come prodotto
dell’industria (rivalutazione dell’artigianato e l’opera singola nei confronti dell’industria e della
produzione seriale). Citiamo la famosa opera di Morris “Ofelia”, trattante del tema del suicidio
desunto dall’Amleto di Shakespeare; in cui è rinvenibile, oltre al tema antico, quello dal gusto
idealizzante tipicamente romantico dei “NAZZARENI” tedeschi (HAYEZ … il “Bacio”, “I Vespri
siciliani” … in cui al tema letterario o storico si aggiunge un tocco di sano realismo cromatico),
sulle orme del lombardo PICCIO e dell’emiliano FONTANESI (esponenti del “PURISMO”
italiano”). La morte di Ofelia