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Nel corso di una lunga evoluzione, l'uomo primitivo passò a esaltare gli effetti dell'antica percussione corporale
sostituendo la parte del corpo percossa o impiegata nella percussione, con un oggetto più duro ricavato dall'
ambiente naturale o fabbricato da mani umane. Il battito delle mani lasciò il posto al battito dei boomerang di
legno; al pestare dei piedi si aggiunsero sonagli fatti di noci o zoccoli allacciati alle caviglie. I prolungamenti
degli arti non rappresentarono solo l'inizio della musica strumentale, e l'intensificazione del ritmo non era
certamente il loro unico scopo. Quei suoni erano misteriosi, non umani, terrificanti e suscitavano le emozioni
risvegliando l'immaginazione dell'uomo assai più di quanto potesse il percuotere le parti del corpo, che diveniva
nell'immaginazione la voce degli spiriti e dei demoni.
Gli strumenti sono come gli oggetti; non solo le forme e i colori, ma anche i loro suoni e persino le sostanze di
cui sono fatti sono dotati di un significato. Le connotazioni sono concordanti e qualche volta contraddittorie;
possono essere ricondotte a due principi universali: il sesso maschile e il sesso femminile. Anche gli strumenti
erano coinvolti da questo dualismo dei sessi. Secondo un criterio di incomparabile purezza, il maschile è
rappresentato dalla tromba (anche nella sua forma originaria risalente all'età pre-metallica, quando era fatta di
canna/legno); col suo suono aggressivo e minaccioso, essa ha un carattere virile; come un tubo, ha una
connotazione decisamente fallica, e spesso è dipinta di rosso. In virtù di tale simbolismo maschile. La tromba
divenne nelle civiltà successive uno strumento connesso con la guerra e con il fasto principesco; ma in culture
più arcaiche essa era confinata a rituali di natura maschile e solare. Il ruolo del flauto è in origine virile: grazie
alla sua forma tubolare, esso rappresenta il pene; e anche il suo suono ha caratteristiche piuttosto maschili: se il
flauto è lungo e ampio può emettere un suono ruggente ma smorzato, mentre se è corto e stretto possiede la
stridula aggressività di un fischietto. Avendo un significato fallico, in molte civiltà arcaiche non deve essere
visto da estranei che non siano iniziati e da donne e bambini. Il flauto ha dovunque un significato amoroso (il
suono può essere usato per corteggiare le ragazze o per accompagnare rituali di accoppiamento). Inoltre si teme
che, in alcune situazioni, il suono del flauto possa richiamare l'attenzione di spiriti maligni. Gli strumenti a
corde, piuttosto rari nelle civiltà primitive, sono classificati come femminili. Originalmente erano percossi con
una bacchetta sottile e producono un suono, fragile, sommesso e non aggressivo, tanto debole da richiedere una
cassa di risonanza per poter essere udibile (= cavità simile a quella uterina). Agli strumenti a corde è assegnato
un ruolo intimo, introverso.
Alcuni strumenti possiedono caratteristiche discordanti che appartengono a entrambi i sessi, e hanno perciò
connotazioni ambigue e contraddittorie. Qualche esempio: una tromba, ottenuta tagliando la sommità di una
conchiglia è maschile in virtù del suono aggressivo e terrificante, ma è anche femminile in quanto deriva da un
animale acquatico e la fessura ricorda l'organo femminile; i tamburi e i cembali di legno, arrotondati e cavi, sono
femminili per forma, ma maschili perché il primitivo vede nella percussione un simbolo del coito. Ad ogni
modo, tutti gli strumenti subiscono un affievolimento delle loro connotazioni a mano a mano che si indebolisce
o si inverte la credenza magica ad essi associata. Allora assumono un nuovo ruolo sociale. Il sonaglio ricavato
da una zucca possiede una gradazione limitata di significati; quando finiscono gli incantesimi, o le donne
smettono di scuoterlo nei loro riti femminili, esso è lasciato ai neonati e diventa un giocattolo dal fascino
irresistibile.
Il dualismo dei sessi ha la sua parte anche nel passaggio di certi strumenti dai concetti originari del mero suono
al contrasto premelodico di alto e basso, anche se queste due qualità non hanno ancora delle note definite. Oggi
si sarebbe portati a invertire gli appellativi, ma le idee dei primitivi sono diverse: più che di ogni altra cosa, essi
sono coscienti dell'aggressività dei toni più acuti (identificati con l'uomo o padre), e del carattere più passivo e
sommesso di quelli bassi (donna o madre). Le bacchette e persino i battiti seguono lo stesso dualismo: infatti i
giapponesi chiamano la bacchetta dx 'maschio' e quella sin 'femmina'. I percussionisti US di jazz chiamano il
battito forte prodotto dalla mano sin 'mama', mentre la percussione debole della mano dx 'daddy'.
Mentre in tempi arcaici gli strumenti servono a marcare il ritmo o esprimere dei semplici suoni, senza sforzarsi
di produrre melodie con la voce, nella fase del contrasto sessuale assistiamo all'arricchimento del linguaggio
strumentale tramite l'opposizione di alto e basso. Non sarà sempre facile decidere se questa distinzione pre-
melodica e questa possibilità di apprezzare la qualità alta/bassa rappresentino una evoluzione del concetto
monotonico o un adattamento – qualche conclusione si potrà trarre da particolari esterni attinenti alla struttura
tecnica non musicale dello strumento. Laddove tutti i tratti si conformano al livello primitivo della civiltà
originaria, le caratteristiche musicali sono quasi certamente genuine; quando un'incisione ornamentale tradisce
un'influenza esterna, si ha il diritto di dubitare del carattere puro e indigeno della musica. Tra gli strumenti
effettivamente melodici incontriamo i flauti; in questa fase essi sono di medie proporzioni, producono un suono
sommesso, e possono competere con la voce umana grazie a dei fori aperti o chiusi, che si presentano nelle
disposizioni più strane. I fori possono essere equidistanti per tutta la lunghezza dello strumento o disposti in due
gruppi, ove ciascuno dei quali comprendere fori equidistanti. La distanza più favorevole alla digitazione è di
circa un pollice – questi avevano però dimensione diversa in base al periodo, il paese, ecc. In tempi più recenti
dal punto di vista culturale ognuno dei molti trattati sulla costruzione degli organi e sulla funzione delle
campane insegna a procedere canna per canna e campana per campana, secondo il rapporto 9:8 per la distanza
pari a un tono intero; si misura così la lunghezza o il peso.
Gli strumenti a corde si dividono generalmente in due tipi: quelli a corde vuote e quelli a corde piene. Lire, arpe
e cetre appartengono al primo gruppo, le lire invece al secondo. Poiché la maggior parte di questi strumenti sono
attribuibili a livelli post-primitivi, basterà dire che il primo gruppo in genere è accordato a orecchio secondo un
ciclo di quarte e di quinte, mentre il secondo gruppo è regolato da un sistema “divisivo” entro cui metà della
corda produce l'ottava della nota aperta, un terzo della sua lunghezza dà la quinta, un quarto la quarta, un quinto
la terza, ecc. Per raggiungere l'isotonia si può: 1) partire dall'ottava come un tutto dato e dividere lo spazio
tonale in 4 o 5 parti uguali; 2) procedere per intervalli uguali fino a raggiungere l'ottava. La prima è inattuabile,
mentre la seconda è problematica, eppure il 2° metodo è effettivamente applicato.
Gli xilofoni sudafricani ci introducono in un terzo regno, quello degli strumenti “portatori di melodia”: le
campane a percussione, una serie di elementi prefabbricati, lastre, campanelli, gong, coppe e tamburi, di cui
ogni elemento produce una sola nota, e tutti insieme costituiscono una scala. Le origini di uno strumento come
la campana risalgono a periodi preistorici e premelodici, quando 2 o 3 lastre sbozzate approssimativamente
venivano posate sulle gambe distese di una persona seduta a terra e percosse con due bacchette che portavano in
cima una specie di pomo. Ma se questi primitivi xilofoni da gamba siano da considerarsi veri precursori, o
forme regressive, è difficile da stabilire. Dovunque la tecnica dell'esecuzione musicale è altamente sviluppata, il
virtuosismo spesso incredibile dei suonatori ha dato vita a una musica strumentale genuina e idiomatica. I
parenti più prossimi dello xilofono, cioè litofoni, metallofoni e cristallofoni, sono sempre arretrati, e così anche i
cugini secondi, cioè tamburi, coppe di porcellana e campane gong. La risonanza non soffocata non è compatibile
con la tecnica agile e disinibita che è possibile ottenere con le lastre di legno dalla risonanza + modesta.
Delle curiose pietre ritrovate negli scavi condotti in Indocina nel 1949, Schaeffer dice che nulla consente una
datazione. L'aspetto musicale della questione è ancora più complesso. Di per sé quei reperti consistono in 11
lastre sconnesse e scheggiate di pietre sonore di misure diverse. Per quanto riguarda la scala pentatonica,
dobbiamo ritenerci soddisfatti di misurazioni non definitive e contraddittorie. Ci si chiede addirittura se fossero
destinate all'esecuzione musicale; l'ipotesi, ad ogni modo, ha disposto le pietre in modo orizzontale su due
supporti, simili a quelli di uno xilofono. Le pietre emettono suoni diversi quando percosse, ma nulla sta a
indicare che fossero usate secondo accordi intonati in base a una scala.
Accenniamo al problema dell distribuzione generale. Una veduta d'insieme mostra molte aree distinte nelle loro
inclinazioni musicali, nonostante la diffusione da paese a paese e attraverso il mare. In Indonesia xilofoni,
metallofoni e campane gong rivestono un ruolo di primo piano e insieme con un unico tamburo si uniscono
spesso a formare i gamelan od orchestre. Nell'Estremo Oriente, in Birmania e in India si incontrano campane
idiofoniche che rivestono un ruolo più modesto. Solo gli xilofoni raggiunsero l'Africa nera, per poi passare alle
Indie occidentali e nell'America centrale. In India il tamburo assume un ruolo musicale di primo piano. Nell'
Africa nera il tamburo è quasi indispensabile negli assolo e nelle esecuzioni d'insieme; anche se esso sembra
appartenere a un periodo più tardo. Al di sotto del livello cui appartengono i tamburi, si assiste alla curiosa
prevalenza degli strumenti a corde. Molte di esse dipendono da una diffusione irradiatasi dall'antico Egitto e
dall'Arabia; ma parecchi tipi non si trovano in nessun altro luogo, perciò sono originali. Le isole del Pacifico
sono povere di strumenti; a eccezione dei flauti di Pan, la loro musica strumentale non ha una grande rilevanza.
La musica strumentale è perlopiù uno sfoggio vistoso, rapido e brillante di virtuosismo. A differenza delle
melodie vocali, chiare e distinte, esso consiste di figure e rapidi passaggi che sovente riportano l&