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Dal mondo antico al Medioevo
Milano dell'imperatore Teodosio, il cristianesimo diventa religione di Stato quindi Roma ufficialmente abbandona i culti pagani. A partire da quel momento, IV secolo, l'Impero Romano è ormai al crepuscolo e in questi 100 anni abbiamo questo trapasso del mondo antico al mondo medievale, il medievale che è il mondo dominato dal cristianesimo e quindi non ci sono più le caratteristiche del mondo antico e ormai il cristianesimo ha vinto, si è consolidato e quindi crea un mondo nuovo che non elimina ciò che deriva del mondo antico ma vengono inglobate e modificate. La grande crisi spirituale che il mondo antico vive è il motivo per cui alla fine abbraccia la nuova fede, venendo meno quell'elemento di costruzione dell'identità che è la sfera pubblica, il cristianesimo da una risposta alla domanda di identità e ridefinizione della sfera privata e nell'invenzione della sfera dell'interiorità.
Trattandosi di un'epoca così profondamente dominata dal cristianesimo, l'etica medievale è profondamente modellata dalla presenza di Dio che getta un'ombra lunghissima su tutta la civiltà e il modo di essere dei medievali e quindi in particolar modo anche nell'etica medievale. Due caratteristiche fondamentali del Dio Cristiano sono: 1. Il Dio Cristiano si differenzia dagli antichi Dèi perché ha una struttura profondamente contraddittoria. Gli Dèi pagani riflettono la società gerarchica dei greci e soprattutto dei romani, sono immortali, vivono di un'eterna giovinezza, però allo stesso tempo presentano delle caratteristiche molto umane, sono soggetti a delle passioni, sono spesso invidiosi degli esseri umani, c'è proprio una specie di lotta, una guerra tra gli umani e i divini, il rapporto che gli dei intrattengono con gli umani non è niente altro che la causa di lottare intestino (es.la dea Atena protegge Achille ed ecco che quell'altra Dea che è nemica della dea Atena fa di tutto perché Achille muoia). In generale però gli dei antichi, delle religioni pagane, non hanno un rapporto con gli esseri umani o ce l'hanno solo in questi termini profondamente distonici, le due sfere non hanno nulla a che fare, la sfera divina è una sfera senza tempo mentre la sfera umana è una sfera temporale e quando collidono succedono sempre guai (es. guerra di Troia, la guerra tra gli Dei si trasforma in una guerra tra gli umani) gli umani tendenzialmente sono le marionette degli Dei i quali a loro volta sono le marionette del destino, la più alta autorità, il fato, completamente oscuro ed inspiegabile che governa tutte e due le sfere (il più potente domina il più debole). Per il Dio Cristiano non è così perché Dio si è incarnato, si è fatto uomo a tal punto da morire e subire quello cheè il destino di ogni essere umano e cioè la morte. Il Diocristiano è morto in croce (morte dolorosa, lenta ed umiliante), non solo quindi si è fatto uomo ma cerca l'uomo continuamente e disperatamente il dialogo con gli esseri umani, l'Antico Testamento presenta un Dio che cerca continuamente gli esseri umani a tal punto da sacrificare il suo unico figlio. L'interiorità in questo senso ha un valore molto importante perché è la dimensione dove avviene il dialogo tra l'uomo e Dio, attraverso la preghiera che è un affidarsi l'un l'altro, che non ha niente a che vedere con la sfera dell'interiorità degli antichi greci che conoscono una qualche sera dell'interiorità ma non ha il valore che gli da il cristianesimo, per gli antichi greci è il luogo in cui compaiono i messaggi da parte degli Dei ma sono dei messaggi enigmatici, non si capisce cosa vogliano dire quindi tendenzialmente.sono sempre molto pericolosi. Per i cristiani abbiamo un Dio vicinissimo addirittura ci abita dentro. Abita in quelle dimensione dell'interiorità che simbolicamente è il cuore (dice: "Prega nel segreto del tuo cuore"), dall'altro lato invece il Dio Cristiano è lontanissimo perché presenta delle caratteristiche che gli antichi Dei non hanno posseduto, qui c'è relazione tra l'uomo e Dio ma resta lontano, si è fatto uomo ma non è umano, è un Dio onnipotente ed eterno (gli Dei greci erano immortali, qualcosa di molto meno forte), un Dio che a tutti gli effetti è inconcepibile e irrappresentabile, per quanto l'essere umano si sforzi con la sua ragione di rappresentarlo non ci riesce mentre gli antichi dei dell'Olimpo sono delle rappresentazioni degli umani con maggiori pregi e meno difetti. Questo fa sì che il Cristiano abbia un rapporto con la divinità contraddittorio, quellaChe il grande filosofo Hegel nella fenomenologia dello spirito chiamerà coscienza infelice, ma perché nasce questa idea della coscienza infelice? Secondo Hegel la coscienza cristiana è lacerata da questa contraddizione, da questo rapporto con un Dio così infinitamente vicino ma anche così infinitamente lontano. Questo rapporto permea tutta la visione della vita dell'uomo medievale e quindi egli vive una profonda incertezza e lacerazione proprio perché ha questo rapporto così contraddittorio con questo Dio che per lui è così importante perché il rapporto con Dio è tutto nella vita del medievale, tutto il resto è secondario. Coltivare il rapporto con Dio è fondamentale per vari motivi, avere un rapporto con Dio si tratta di raggiungere la salvezza perché rispetto al mondo antico, il mondo Cristiano introduce anche delle cose terrificanti come la nozione di peccato.
Proprio perché il cristianesimo coltiva un rapporto così stretto con Dio, come in tutte le relazioni va portata avanti. Ovviamente questa relazione deve essere mantenuta attraverso comportamenti buoni e giusti, etici e morali e ogni qualvolta però, siccome questa relazione non è con un tuo simile ma con il Padre Eterno, viene meno a quelli che sono i comportamenti corretti per far fiorire la relazione, tu fai qualcosa di male, commetti un peccato. Questa relazione con Dio è fondamentale per il tuo essere, coltivare una cattiva relazione con Dio o addirittura negare ogni relazione con Dio può significare per il cristiano medievale la sua autodistruzione, la sua morte perché naturalmente il Dio Cristiano è un Dio creatore.
Altra grande novità rispetto al mondo antico, il Dio Cristiano è un Dio creatore perché gli Dei del mondo antico non creano il mondo, danno forma al mondo, a partire da qualcosa che preesiste già.
si trovano la materia e danno forma alla materia, il Dio Cristiano crea il mondo, prima c'è solo il nulla. Dio esiste da tutta l'eternità e per tutta l'eternità e dal nulla Dio crea il mondo quindi la realtà del mondo nel suo essere dipende dall'essere di Dio; allora, allontanarsi da Dio vuol dire mettere a repentaglio il nostro stesso esistere.Etica Medioevale
Per i medioevali il discorso sul peccato e sulla salvezza è un discorso molto importante perché non ne va solo della loro anima a livello etico e morale, la quale è fondamentale poiché immortale mentre il corpo è passeggero, ma anche a livello ontologico. Non salvarmi vuol dire darmi alla dannazione infernale, mentre invece la salvezza vuol dire che avrò accesso ad un altro tipo di dimensione, quella paradisiaca, che è la dimensione della felicità eterna che qui il cristianesimo invece prende completamente da Platone. Il prigioniero
chefugge dalla caverna vede la realtà vera che non è la realtà temporale ma è la realtà eterna delle idee e soprattutto dell'idea del bene, tanto più ti liberi dalla caverna, tanto più ti lasci alle spalle la falsa credenza che esista solo la realtà corporea tanto più ti avvicini alla realtà spirituale, alla realtà immateriale, al mondo delle idee che è il mondo dell'eternità e tanto più sei felice perché quello delle idee è un mondo non soggetto al tempo, non soggetto al divenire. Tanto più il prigioniero abbandona la caverna e si avvicina al mondo delle idee, tanto più sarà felice, la stessa cosa vale per il cristianesimo il quale sostituisce alle idee platoniche e all'idea del bene, l'idea di Dio che comunque i medievali, riprendendo alla lettera Platone chiameranno "il sommo bene", la fonte della massima.felicità ciò che è massimamente felice di per sé non che la massima fonte di felicità. La salvezza quindi non soltanto ti impedisce di annientarti, non facendo il male non soltanto non ti allontani da Dio e il tuo essere non viene meno ma la salvezza è anche la porta verso la felicità, esistono vari gradi della salvezza e i gradi supremi della salvezza sono la contemplazione di Dio, lo stare presso Dio che è l'etimo che molti medievali davano della parola Paradiso, alla lettera "lo stare presso Dio" non è questa in realtà l'etimologia, pare che sia invece una parola persiana che è "pardes" e che indica il giardino incantato, il giardino della felicità dove risiede Dio (Nella Genesi si parla del giardino dell'Eden dove appunto abita Dio). L'idea è che la felicità è avere la relazione con Dio, avere una buona relazione con Dio vuol dire esserefelici equesta è l'idea fondamentale dell'etica medievale e quindi l'etica medievale è un'etica spiritualistica (troviamo alcuni lasciti di Platone, le cui orme saranno seguite da Agostino, platonico che rimastica le idee di Platone e le "inserisce" nel nuovo mondo medievale che lui più di ogni altro contribuisce a fondare). La prima caratteristica fondamentale dell'etica medievale è appunto il rapporto con Dio che però è modellato da questa figura contraddittoria, una divinità insieme infinitamente lontana ma anche infinitamente vicina, la vita del medievale è una vita angosciosa per la 'coscienza infelice', il medievale sa di avere a portata di mano una felicità che nessun greco o romano ha mai potuto neppure lontanamente immaginare, sa che questo Dio lo ama, quindi è una felicità che lui può raggiungere però questo Dio al tempo stesso.è irraggiungibile. Tutto quello che l'uomo ha a disposizione sono i dieci comandamenti e tutta quella che è la legge divina che spesso p