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III. IL CRONISTA
Il cronista che racconta gli avvenimenti tiene conto della verità che per la storia nulla di ciò che è
avvenuto deve essere mai dato per perso.
Ma di certo, è solo a una umanità redenta che il passato è divenuto citabile in ciascuno dei suoi
momenti .
(ha in eredità piena il passato)
Lemma “Citazione”:
- in III, Contesto escatologico :
Benjamin carica il procedimento letterario della citazione di valenze che lo iscrivono in un
orizzonte escatologico :
(che riguarda i destini finali dell’uomo)
E allora, Il soggetto che dispone della facoltà di citare è “un’umanità redenta” alla
quale è toccato in eredità piena il passato.
Da semplice messa in risalto, la citazione muta in una menzione solenne e pubblica, e
perciò non può che collegarsi con il giorno del giudizio.
- In XVI, Contesto storico:
citare è un atto concreto, politico:
La cosciente riproposizione di un modello politico desunto da un passato da cui si trae
ispirazione, del quale ci si sente prosecutori.
ES. La rivoluzione francese “citava l’antica Roma” facendone rivivere le istituzioni
repubblicane.
ES. La moda, che rende nuovamente attuale un abito.
Per essere citabile, un momento del passato deve presentarsi carico di adesso, e la citazione
presuppone una preliminare operazione di espianto, non privo di violenza, di quel passato dal
continuum della storia.
IV. LA LOTTA DI CLASSE
La lotta di classe è una lotta per le cose rozze e materiali.
Ma in essa sono presenti anche le cose fini e spirituali (le quali, anzi, ne sono forse il carburante –
.
riflessione personale)
Fiducia, coraggio, astuzia, perseveranza ecc… operano a ritroso mettendo costantemente in
discussione ogni vittoria toccata a chi è al potere.
Come i fiori volgono il capo verso il sole, così ciò che è stato tende a rivolgersi verso quel sole che
sta per sorgere nel cielo della storia.
Di questo deve intendersi il materialista storico.
Lemma “Lotta di classe”
Benjamin vi fa riferimento in IV per rammentare che lo storico marxista non può non tenerla al
centro del proprio pensiero, il quale pone a cardine della dinamica storica la contesa per gli
elementi materiali dell’esistenza, dai quali dipende la sfera culturale e sociale.
Ciò detto, Benjamin dichiara la lotta di classe in grado di rimettere in discussione le sconfitte del
passato.
V. L’IMAMGINE DEL PASSATO
La vera immagine del passato è fuggevole.
È solo come immagine che sfugge che il passato è da trattenere:
“La verità non ci scapperà” (Keller)
Ma per fare questo, qui si inserisce il materialismo storico, ogni presente si dovrà necessariamente
riconoscere in essa .
(l’immagine del passato)
Lemma “Immagine”
La nozione di immagine diviene centrale nel momento in cui Benjamin attacca lo storicismo:
l’oggetto del contendere è appunto “la vera immagine del passato” (V).
Benjamin irride la pretesa storicista di offrire “l’immagine eterna del passato” (XVI): “la prostituta
C’era una volta, oltre che all’universo delle fiabe, allude ad una certa futilità dell’intento conoscitivo
perseguito e alla maschera di imparzialità con cui lo storicismo copre i suoi sostanziosi servigi ai dominatori
:
di turno
- Lo storicismo si esprime nell’affermazione ottimistica: la verità non ci scapperà!
Benjamin sostiene che in realtà “la vera immagine del passato” è sfuggente; tale si offre
alla “conoscibilità” per un “attimo”.
- L’immagine è segnata dalla drammaticità dovuta al fatto che “l’attimo della conoscibilità”
non è un qualunque attimo dell’esistenza, bensì quello della situazione di emergenza,
“l’attimo del pericolo” (VI) e solo in esso “l’immagine del passato” si presenta da sé,
“imprevista”.
VI. ARTICOLARE STORICAMENTE IL PASSATO
Articolare storicamente il passato non significa conoscerlo proprio come è stato davvero; vuole dire
far proprio un ricordo così come balena in un attimo (di pericolo).
Quale pericolo?
Il pericolo dell’uomo di prestarsi ad essere strumento della classe dominante: Così, in ogni epoca
bisogna tentare di strappare il passato dal conformismo dominante.
E il dono di recuperare nel passato la speranza è presente solo in quello storico che è compenetrato
dall’idea che neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se questi vince.
Lemma “Attimo”
Benjamin intende l’urgenza e la drammaticità che caratterizzano la situazione rivoluzionaria.
E ogni attimo è portatore, se la si sa cogliere, di una chance rivoluzionaria!
In un tale attimo si concentra, però, anche il pericolo di consegnare la conoscenza dal passato al
conformismo della classe dominante.
Benjamin sostiene che il passato si offre alla conoscenza per
(In polemica con lo storicismo)
immagini fuggevoli che si danno soprattutto in presenza di una situazione critica.
Lemma “Classe dominante”
La classe dominante è evocata nella sua continuità storica, nel suo odierno procedere trionfale e
oppressivo, che la rende padrona del contesto culturale e beneficiaria di ogni storiografia fondata
sull’immedesimazione.
VII. L’IMMEDESIMAZIONE DELLO STORIOGRAFO
lo storico che vuole rivivere un’epoca dovrebbe togliersi dalla testa tutto ciò che sa del corso
successivo della storia .
(questo è il procedimento con il quale il materialismo storico ha rotto)
Si tratta di un processo di immedesimazione emotiva che ha origine dalla tristezza.
Ma con chi si immedesima lo storiografo dello storicismo? Con il vincitore, così da cancellare la
sua tristezza.
Ma questo è un problema: l’immedesimazione con il vincitore torna sempre a vantaggio dei
dominatori di turno che fanno del loro bottino di guerra il patrimonio culturale.
Il materialista storico: dovrà porsi, invece, come osservatore distaccato, cioè slegato
emotivamente.
Cosi facendo egli non potrà non guardare al patrimonio culturale e alla sua trasmissione come un
bottino ricolmo di barbarie da riportare alla luce.
Lemma “Storicismo”
E’ l’antagonista teorico delle tesi:
- Le tesi intendono combattere la fiducia storicista nel fatto che la verità sul passato non
potrà sottrarsi alla conoscenza (Per Benjamin è vero l’opposto: solo alcuni momenti possono
essere salvati, e solo se tempestivamente colti. Ed è a partire da questi istanti di pericolo che il
materialista prende a scrivere storia).
- Per le tesi il materialista storico deve abbandonare l’atteggiamento di pretesa neutralità di
cui si riveste lo storicista.
- Per le tesi il materialista non si deve accontentare di stabilire un nesso causale fra momenti
diversi della storia.
Lemma “Immedesimazione emotiva”
L’invettiva all’immedesimazione emotiva è un caposaldo della critica benjamiana allo storicismo:
l’immedesimazione emotiva è indicata come il “procedimento” storiografico “con il quale il
materialismo storico ha rotto”.
I motivi del rigetto:
- La sua natura intrinsecamente pessimistica “che dispera di impadronirsi dell’immagine
storica autentica”.
- Il suo radicarsi in un’originaria accidia, che è fonte di tristezza.
La presenza della tristezza è l’elemento chiave di Benjamin per la critica della politica storicista:
triste, lo storicista finisce di volta in volta per immedesimarsi con il vincitore, cosicché non può che rendere
servigi a coloro che detengono attualmente il potere.
VIII. LO STATO DI ECCEZIONE
La tradizione degli oppressi ci insegna che lo stato d’eccezione (legittimità, non legalità) in cui
viviamo è la regola.
Ci troviamo a vivere in uno stato che gli oppositori affrontano in nome del progresso, come se
questo fosse una norma della storia.
Lemma “Tradizione”
La preoccupazione di Benjamin è per il pericolo che minaccia la tradizione degli oppressi: divenire
strumento della classe dominante, che ne cancelli la memoria, venendo esclusa dal patrimonio
culturale dei vincitori.
Lemma “Progresso”
Benjamin evidenzia tre aspetti dell’eccezione comune di progresso fatti propri da parte di quei
politici che hanno deluso le aspettative degli antifascisti (X):
(socialdemocratici, ma non solo)
- Globalità
- Interminabilità
- Inarrestabilità
Per Benjamin questi aspetti fanno del progresso una fede ottusa!
Esemplificazione in positivo di una, più corretta, lettura critica della nozione di progresso:
Ciò che noi chiamiamo progresso è quella bufera che, pur impedendo all’angelo
della storia di chiudere le ali e di chinarsi misericordioso sulle crescenti macerie, lo
spinge senza sosta nel futuro.
IX. L’ANGELUS NOVUS
Il quadro di Klee Angelus Novus rappresenta un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa
su cui ha fisso lo sguardo.
L’angelo della storia dovrebbe avere proprio l’aspetto dell’angelo di questo quadro, con il suo
sguardo rivolto al passato, la dove egli vede macerie su macerie.
Dal paradiso soffia una bufera che lo spinge verso il futuro a cui egli volge le spalle, mentre
cresce verso il cielo quel cumulo di macerie: ciò che noi chiamiamo progresso è questa bufera.
Lemma “Futuro”
Benjamin polemizza contro l’atteggiamento che proietta le
(prevalente nella socialdemocrazia)
speranze e gli obiettivi della politica nell’avvenire, e che designa in tal modo il futuro come il luogo
del compimento della felicità.
Una socialdemocrazia che troppo spesso considera la situazione politica come “l’anticamera nella quale si
poteva attendere con maggiore o minore tranquillità, l’ingresso della situazione rivoluzionaria”.
Benjamin, di contro, impone la questione del riscatto delle possibilità perdute; un tema di portata
metafisica del quale viene tentata, nella tesi XII, l’applicazione politica:
Contro la socialdemocrazia, che ha preferito assegnare alla classe operaia il ruolo di
redentrice delle generazioni future, Benjamin ricorda che Marx stesso la voleva invece
vendicatrice in nome di generazioni di sconfitti.
Alla cancellazione della memoria della passata schiavitù a favore della prospettiva di un futuro
radioso la classe operaia dovette, secondo Benjamin la perdita delle sue migliori