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Estratto del documento

ZA

parodia del linguaggio

quinto vangelo che assume la forma della parodia del Nuovo Testamento. La stessa struttura compositiva biblico, quindi

del poema ci consente di accedere al suo significato; lo stile dello dev’essere considerato

Zarathustra funzionale al pensiero

espressione diretta del pensiero. Insegna l’anticristo con linguaggio biblico. Si comprende la funzione della

forma poetica dello solo mettendola in rapporto con la tematica religiosa. La lingua dei poeti

Zarathustra

ha inventato gli dei e deve dunque far parodia di se stessa per mettere in luce la propria falsità. Nietzsche

mira a colpire la tradizione occidentale che dai Greci e dalla Bibbia ha considerato il poeta come

interlocutore privilegiato di Dio. Il fatto che Zarathustra, che si dichiara poeta, dichiari altresì di essere un

mentitore porta a compimento la parodia sia rispetto alla poesia che alla presunta verità contenuta in essa

riguardo l’esistenza degli dei. Cercare nel libro un godimento estetico è un equivoco grottesco, il libro è Lingua di come

ZA

stile di pensiero

l’antipode della creazione poetica (similitudini, ricerca ossessiva dell’antitesi…) La lingua dello è per

ZA

Heidegger uno stile di pensiero.

Zarathustra è l’opposto di un immoralista, egli avendo concepito nella lotta tra bene e male la ruota Zarathustra diede alla

morale un

che spinge le cose ha dato alla morale un fondamento metafisico. È l’inventore stesso della morale! Lo fondamento

Zarathustra nietzscheano ha quindi il doppio compito di ritrattare lo Zarathustra persiano e ritrattando metafisico, quindi

porta a compimento la verità. inventore della

morale, quindi colui

La ritrattazione a cui viene obbligato il mago persiano lo avvicina alla figura di Cristo. Anche lui che per primo deve

avrebbe compiuto questa ritrattazione se fosse vissuto più a lungo ed avesse imparato ad amare la vita. ritrattare

Zarathustra si identifica con Cristo, un cristo che superata l’immaturità del giovinetto ha imparato ad

amare la vita. Zarathustra si pone nei confronti dell’Übermensch in una posizione simile a quella di

Giovanni Battista nei confronti di Cristo. Egli l’Übermensch.

parla per

!

6. «Ecco, io vi insegno il superuomo!»

L’uomo è qualcosa che deve essere superato!»

«Io vi insegno il superuomo.

L’uomo deve dunque riconquistare la terra, e deve ricondurre a sé il principio di trascendimento di che

Dio rappresentava come punto di riferimento esterno. Ciò avviene da parte dell’uomo intendendosi come

colui che sia destinato a La grandezza dell’uomo è essere un non uno scopo, in egli si può

tramontare. ponte, come

Übermensch

amare che sia una transizione, un tramonto. L’Übermensch non è quindi l’uomo ma lo «scopo» tramite il scopo

quale l’uomo rivela a se stesso la sue essenza ovvero il tramontare. Il superamento dell’uomo

nell’Übermensch non disegna una prospettiva antiumana, ma il cammino per il recupero dell’essenza

umana più autentica. L’Übermensch è un obiettivo a cui ci si può approssimare asintoticamente, tenerlo

come obiettivo significa «scagliare una freccia anelante al di là dell’uomo».

Alla figura di concorre in negativo quella dell’«ultimo uomo». Egli è una figura del

Übermensch «ultimo uomo»

nichilismo incompiuto, passivo, colui che non sa tramontare, è l’uomo massa, l’uomo opinione pubblica.

La figura intermedia è invece l’uomo superiore, colui che non vuole essere uguale alla plebe, è in

contrapposizione all’ultimo uomo, ma non l’ha ancora superato del tutto. La sofferenza dev’essere portata

sino a spezzare l’uomo superiore, deve cessare di essere sofferenza individuale e diventare sofferenza per «uomo superiore»

l’essenza dell’uomo: il soffrire di sé è una forma individuale della volontà che solo la sofferenza universale

può svincolare.

!

7. L’anello del ritorno

L’idea dell’eterno ritorno deriva dalla concezione del tragico che si compio nel dire sì alla vita.

L’eterno ritorno esclude ogni prospettiva di salvezza, la storia non ha fine e non possiamo salvarci da essa.

Il fatto che, se tutto ritorna, debbano tornare anche le cose più sgradevoli è il senso più profondo del dire

«Questo fu la vita? Orsù! Da capo!». Nel frangente in cui Zarathustra illustra l’eterno ritorno al nano

sì.

egli rimane avvilito dalla possibilità che la dottrina dell’eterno ritorno possa risultare una dottrina

consolatoria che da vigore al pessimismo della scienza. L’aquila ed il serpente che accompagnano

Zarathustra sono figure dell’eterno ritorno. Esso però dev’essere sollevato dalla semplice condizione di

verità della natura (grande anno delle religioni rituali) e diventare volontà dell’uomo, l’uomo deve volere Eterno ritorno come

volontà dell’uomo

l’eterno ritorno e per far ciò bisogna togliere il punto d’osservazione esterno della scienza: nessuno può

osservare l’eterno ritorno perché egli stesso ne fa parte.

Nel frangente in cui Zarathustra incontra un pastore con un serpente in gola e lo incita a mordere (poi Serpente

lo stesso Za), in questo sta l’eterno ritorno: immagine dell’anello il serpente viene morso indicando l’atto

!

! 16

di volontà con cui l’uomo fa scorrere dentro se la verità dell’eterno ritornare delle stesse cose, il morso non

è una rottura ma un impossessamento.

L’über dell’Übermensch non significa che egli abbia definitivamente superato l’ultimo uomo, ma indica la

consapevolezza che essi sono destinati a tornare: egli portando con se il troppo umano è libero dallo

spirito di vendetta, volendo il già stato la volontà può trasformare ogni così fu in così volli che fosse. Imprimere al divenire

Imprimere al divenire il carattere dell’essere, è questa la suprema volontà di potenza. Che tutto ritorni è il carattere dell’essere

l’estremo avvicinamento del mondo del divenire al mondo dell’essere. Volontà di potenza è dunque

rappresentare il passare come divenire permanente dell’eterno ritorno dell’uguale, rendendolo stabile e

costante. Il divenire, la condizione temporale del tempo, risulta sotto la custodia dell’essere, l’eterno

ritorno disvela il tempo come movimento che si dà all’interno della temporalità stessa.

!

8. Eterno ritorno e fine dei tempi

Secondo Heidegger l’eterno ritorno in quanto compimento rende la metafisica comprensibile: «eterno Heidegger: eterno

ritorno indica l’essente

ritorno dell’uguale è il termine che indica l’essere dell’essente. Superuomo è il termine che indica l’essenza dell’ente

dell’uomo che corrisponde a tale essere». Ancora, quel che risulta occultato da Heidegger è il senso

anticristiano dell’eterno ritorno.

Löwith sostiene che il senso dello consista nel riallaccio a fonti filosofiche del pensiero dei

ZA Löwith: come

ZA

attraversamento

presocratici riattraversando il cristianesimo a ritroso (ZA>CR>PL e AR>PS). all’indietro

Il suo tentativo di superare il nichilismo si muove nell’orbita di un’antichissima provenienza: da un lato

sente la necessità di spezzare la sistematicità della filosofia moderna tramite l’aforisma come ripresa

dell’antica massima filosofica e dall’altro sviluppando la dottrina dell’eterno ritorno. Quest’ultima è un

prelievo dal patrimonio di pensiero dell’antichità e insieme ciò che consente a questo pensiero di ritornare.

In questo senso l’eterno ritorno ha un esplicito significato anticristiano: la vita eterna di cui si parla non è

quella ultraterrena, ma la vita che accetta la propria finitezza. Questa eternità è l’eterno rinascere della

vita dal dolore e dalla morte: è Dioniso. Oltrepassa il cristianesimo risalendo alla sua origine, questa

operazione di ripristino dell’antichità al culmine della modernità ha un valore specificatamente

anticristiano, è la messa in questione della modernità stessa, la negazione del della

progressus ad infinitum

storia.

Dopo la morte di Dio rimane la sua presenza e per eliminarla bisogna pensare che la sua morte potrà

tornare infinite volte, riducendo Dio a simulacro, idolo, reinterpretando la dimensione teologica dell’unico

Dio attraverso la ciclicità della mitologia: la morte di Dio, stadio incompiuto del nichilismo viene portato a

compimento grazie al punto di vista dell’eterno ritorno: del nichilismo compiuto.

Se tutto ritorno anche Dio ritorna, ma il suo ritornare delegittima la sua pretesa all’unicità: non può

esservi smentita più definitiva per una dottrina che annunciava la che riproporne il ritorno

fine

!

9. La giustificazione estetica del mondo

Nel Nietzsche rilegge la dal punto di vista della morale. Il fatto

Tentativo di autocritica Nascita della tragedia

che nel libro si parli di arte e non di morale indica che l’arte rappresenta la vera attività metafisica

dell’uomo. All'universo estetico del libro viene attribuita un’intenzione antimorale. Solo come fenomeno

estetico l’esistenza del mondo è L’uomo deve trovare la sua più altra dignità come opera d’arte.

giustificata.

La teoria antica della tragedia svela l’essenza dell’essere in generale. La creazione divina viene ricostruita

sul modello della creazione artistica che è posta al di là della morale, Dio diviene un Dio artista. Creare e Fanciullo cosmico

distruggere sono propri della natura del e Dio come creatore è quindi anche un fanciullo. Torna il

gioco

fanciullo cosmico di Eraclito. Il gioco diviene l’elemento che fonda la giustificazione estetica del mondo.

Nell’artista si possono scrutare gli istinti fondamentali della potenza. Il gioco, l’inutilità come ideale di chi

è sovraccarico di forza. Metafisica, morale, religione, sono anch’esse creazioni artistiche, negazioni di

verità.

!

10. Jesus contra Paulum

Paolo è considerato l’autentico fondatore del cristianesimo la sua opera consistette nella

storico, Gesù grande

simbolista

dell’originario insegnamento di Cristo. Ciò comporta la messa da parte dell’elemento ebraico.

germinazione

Paolo diede realtà

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
22 pagine
12 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher codal di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gentili Sandro.