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Analisi di Gadamer

Il problema con cui ci scontriamo nella metafisica del bello (Platone) è tentare di capire in quale misura la sua visione della bellezza si rapporta alla visione delle altre idee. Gadamer, fondatore dell'ermeneutica occidentale, inizia i suoi studi nell'ambito della filologia classica e conduce degli studi molto approfonditi su Platone, tentando di affrontarlo da un punto di vista estetico. Nell'ultima parte di "Verità e Metodo", testo fondamentale di Gadamer, è messa in rilievo la centralità assoluta in Platone del concetto di bello, il quale, a partire dal "Simposio" e dal "Fedro", è un concetto metafisico fondamentale e centrale proprio nella dottrina universale dell'essere. Il kalos 'ciò che è propriamente bello' (per Gadamer) è tutto ciò che sfugge all'utile, alla finalità, allo scopo, alle necessità primarie della vita.

È tutto ciò che riguarda il vivere bene. Addirittura dice Gadamer:«Tutto ciò che i greci riunivano sotto il nome di paideia si chiamava kalon …»La paideia ‘educazione’ ha un’accezione fondamentalmente estetica: concetto inteso e compreso sotto ladimensione del kalos (vivere nel miglior modo possibile).Kalos è ciò che è bello e ciò che rifulge di per sé, si vede e si manifesta da solo, non ha bisogno di altro permanifestarsi (apparizione). Invece ciò che è brutto (aischron) è inizialmente ciò che non sopporta losguardo, ciò da cui lo sguardo rifugge.Il rapporto tra sguardo e oggetto bello o brutto si definisce in primo luogo in termini visivi.Gadamer giunge a dire che il bello sembra subordinare a sé ogni altra cosa intendendola come mezzo perraggiungerlo. Il bello viene assolutizzato nella cultura greca. Tutto è visto come un mezzo finalizzato

al raggiungimento della bellezza, si struttura in una gerarchia del bello, si riassume nella categoria del bello. L'ordine teleologico che governa l'universo è basato su questa gerarchia del bello, si presenta come un ordine di bellezza. Ritorno della Grande Teoria. Questo darsi sarà in primo luogo in termini visivi. Un manifestarsi di cui l'uomo fa esperienza tramite un'intuizione fondamentalmente visiva. La bellezza quasi viene intesa come un principio autenticamente ontologico che svolge ruolo d'importanza: regola che presiede alla definizione del mondo come cosmo. Bello = primato, perché rende accessibile l'esperienza del mondo, il bello è ciò che autenticamente riesce a fare da forza di mediazione tra fenomeno e idea. È possibile dare un'interpretazione estetica della filosofia platonica nel momento in cui riconosciamo la supremazia dell'idea del bello sulle cose ma anche sulle altre idee. Il bello, che

Può essere contemplato, visto come un'idea, rende possibile la comunicazione tra due mondi. Mai bello statico, ma sempre che trascina a sé e che è la causa della dimensione del movimento erotico. Il passaggio successivo è provare a considerare l'altro testo nel quale Platone teorizza proprio il legame tra eros e bellezza: il "Fedro".

MODULO A - Platone 17

IL "FEDRO" (A K H )

ANALISI DI URT ILDEBRANDT

Sulla scorta delle riflessioni gadameriane, altri interpreti del pensiero platonico di inizio '900, affermano frasi di questo tipo: "Platone racconta il suo grande momento, cioè il risveglio dell'uomo per opera di Eros nel 'Fedro', in modo ancor più ardente che non nel discorso di Diotima. E fornisce la sua suprema interpretazione cosmica."

Platone nel "Fedro" porta a compimento la sua visione metafisica della bellezza, collegandola strettamente con la sua interpretazione.

coscienza della sua importanza nella filosofia antica. La bellezza, infatti, non è solo un concetto estetico, ma assume un ruolo fondamentale nella comprensione della realtà e nella ricerca della verità. Attraverso l'idea di bellezza, Eros si risveglia e diventa il motore che spinge l'individuo a cercare la conoscenza e la comprensione del mondo. La bellezza, inoltre, si distingue da ogni altra idea in quanto può essere percepita immediatamente attraverso la vista. È una sensazione che colpisce sia la facoltà sensibile che quella spirituale. Nel processo di compimento della metafisica del bello, la bellezza assume una preminenza assoluta rispetto alle altre idee. È come se rappresentasse un veicolo indispensabile per la comprensione della realtà. La vista, intesa come intuizione greca della realtà, permette di vedere nell'individuo particolare l'universale. Il dialogo "Simposio" è considerato un esempio di dialogo bellissimo, in quanto ha come tema centrale il concetto di bellezza. Questo ci fa comprendere l'importanza che la bellezza ha avuto nella filosofia antica e come essa sia stata considerata un elemento essenziale per l'esperienza filosofica. In conclusione, la bellezza rappresenta un elemento fondamentale nella ricerca della verità e nella comprensione della realtà. Senza di essa, l'esperienza filosofica risulterebbe sterile e priva di significato.inconsiderazione due forme attraverso le quali Platone procede all'annuncio della sua metafisica del bello. Il rapporto tra "Simposio" e "Fedro" può essere visto attraverso due prospettive: - Senso della continuità del pensiero (bellezza come idea e suo rapporto con eros). - Senso del potenziamento/completamento del rapporto fra eros e bellezza. Nel "Fedro" Eros non viene più definito come un demone, ma come un dio, come una forza cosmica che però, incardinata nella visione platonica, rappresenta una forza di connessione tra mondo dei sensi e mondo delle idee. È una forza autenticamente filosofica. Nel "Fedro" viene sancito il primato della bellezza perché la bellezza si impone in primo luogo attraverso la vista. Il dialogo è molto complesso, Platone riflette su almeno tre tematiche fondamentali: - Eros: la prima forma di potenziamento della metafisica del bello la vediamo nella

dimensioneimmediata: la bellezza è un'esperienza immediata, di cui ci rendiamo partecipi attraverso la dimensione della vista.

Anima

Dialettica filosofica A 'NALISI DEL DISCORSO SULL EROSDiscorso intorno alla quarta specie di mania.

Eros è forza di possessione (Platone ricollega l'eros al tema dell'anima e del ricordo, tema fondamentale nella teoria della conoscenza platonica).

"... il quarto tipo di follia – quella in virtù della quale quando si scorge la bellezza di quaggiù e ritorna alla memoria quella vera, si acquisiscono le ali e, nuovamente alati, presi dal desiderio di librarsi in volo ..."

La quarta specie di mania è una caratterizzazione dell'eros (essere posseduti dall'eros).

Qui Platone teorizza l'estrema connessione tra il tema dell'eros e quello autenticamente gnoseologico, teoretico, della reminiscenza. La forza che ci permette di attivare il processo

conoscitivo è l'esperienza della22 Platone, Fedro. Verità e arte retorica, traduzione di Roberto Velardi, "I classici del pensiero libero. Greci e Latini" n° 37, BUR -Corriere della Sera, 2012; 249 e (p. 97) MODULO A - Platone 18

bellezza: quando noi vediamo la bellezza di quaggiù, ci ricordiamo di quella vera vista nel mondo delle idee. Il ricordo è la forma prima attraverso la quale si dà il via al processo conoscitivo.

«... Allora invece la bellezza era splendida a vedersi, quando con un coro felice, noi al seguito di Zeus, altri di un altro dio, godemmo della felice visione e contemplazione e fummo iniziati a quella che è lecito definire la più beata delle iniziazioni, che celebravamo integri e immuni dai mali che ci attendevano in seguito, contemplando, noi iniziati ai misteri, integre, semplici, immobili e felici visioni, in pura luce, essendo noi stessi puri e privi di questo sepolcro che ora portiamo in

"giro e che chiamiamo corpo, imprigionati in esso come nelle23valve di un'ostrica."

Platone parla il linguaggio del mito. Corpo come carcere della vita: vita è l'anima che nelle sue peregrinazioni dopo la morte giunge alla contemplazione del vero e poi torna a vivere nella connessione (non sempre positiva) con il corpo (Pesantezza che ci porta verso il basso, prigione dell'anima, tumulo/sepolcro). Vedere il bello ci ricorda quel momento in cui l'anima slegata dal corpo poteva contemplare liberamente i valori, le idee (nel linguaggio del mito: Zeus).

La bellezza, quindi, intesse un legame fondamentale con la visione con quello che poi la filosofia chiamerà intuizione (visione sia sensibile sia intellettuale).

"La visione infatti è la più acuta delle sensazioni che ci arrivano attraverso il corpo - ma con essa non si vede l'intelligenza, perché se questa, giungendo alla vista, offrisse di sé l'immagine"

altrettanto chiara, ci mostrerebbe amori prodigiosi – e non si vedono nemmeno le altre cose che suscitano amore.

L'intuizione ci fa cogliere immediatamente in maniera luminosa l'oggetto che vediamo, ma allo stesso modo ci fa capire che quello che vediamo non è tutto, c'è qualcos'altro al di là. La visione lascia sempre qualcosa di non visto. Vedere e non vedere allo stesso tempo.

Affrontando ancora il problema della quarta specie di mania (erotica) dice: "Ora, soltanto alla bellezza è toccato in sorte di essere la più evidente e la più amabile."

Il bello ha due caratteri fondamentali. Rispetto alle altre idee: l'evidenza e l'amabilità.

"... accogliendo attraverso gli occhi il flusso della bellezza, si surriscalda..."

Il bello esercita una forma di effluvio che attraverso la vista infiamma colui che ne fa esperienza. "... ribolle tutta ed erompe,

e l'anima di colui al quale cominciano a venir fuori le ali prova la stessa sensazione che avvertono i bambini ai denti, quando cominciano a spuntare: pizzicore e infiammazione delle gengive. Alla crescita delle ali, l'anima ribolle, si irrita e prova prurito. La crescita delle ali è un'esperienza dolorosa, molto simile a quella di chi viene impossessato da eros. Platone utilizza un'immagine molto semplice e cruda, come lo spuntare dei denti. La bellezza ha un primato, dato non solo dalla modalità dell'esperienza, ma anche dal fatto che la bellezza ha una dimensione essenzialmente formativa e creativa. È una forza motrice del mondo. Il "Fedro" può essere visto come un potenziamento del "Simposio", si differisce nel momento in cui Eros non viene più definito come desiderio (demone), ma anche come compimento (dio) attraverso l'esperienza del bello. Platone può dire che Eros è unpartire dal desiderio e raggiungere la pienezza dell'amore.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
30 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fasloos di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Lacchin Giancarlo.