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Da anche pieno riscatto alla poesia come arte mimetica.

Lezione XVIII

Lo Ione di Platone confuta una tesi per riproporne una alternativa. Ione è un rapsodo, dunque

recita testi di poeti (simile all’attore) e interpreta e spiega il poeta (simile all’ermeneuta). Ione porta

avanti una tesi: la rapsodia è una techné. Questa tesi viene confutata da Socrate (che nei dialoghi

non è altro che l’alter ego di Platone) e la confutazione si svolge seguendo due principali

argomentazioni, ma proponendo anche una tesi alternativa, cioè che la poesia non è una techné.

Un’attività viene definita techné se e solo se:

1. È produttiva e fondata sul sapere

2. La conoscenza delle cause è o relativa ad un ambito specifico di enti, di un ambito in

particolare. Oppure deve riguardare questo ambito specifico nella sua interezza. Se non ha

questi segmenti è poesia (quindi fondata sul sapere empirico) o mania (quindi proveniente

dall’intervento divino).

La poesia è un’attività derivante dalla divina mania. Il rapsodo fa quel che fa in base a una

combinazione di ignoranza nella non consapevolezza. Lettura del Preludio (Ione). Il dialogo ha un

esodo epidittico (encomio) che riguarda il genere adulatorio. Socrate usa il termine techné che

verrà poi rinnegato.

Socrate vuole adulare Ione: prepara il terreno per poi metterlo in difficoltà. contrastando il rapsodo

vuole mettere in discussione la sapienza del poeta. Più lettura parte prima (Ione); qui Ione dichiara

la propria eccellenza di rapsodo rispetto a Omero: il suo dichiararsi un eccellente interprete di

Omero consente a Socrate di mettere in evidenza la mancanza di alcune caratteristiche:

a. la mancanza di compiutezza: deve essere interprete di tutti i poeti. Fa la distinzione tra

indovino, matematico e medico. Ione ne riconosce la sapienza nel loro ambito, Socrate

induce Ione a dire determinate cose. Ione è esperto di Omero, dunque ha la capacità di

valutare e distinguere il più dal meno. tutti i poeti dicono le stesse cose ma Omero le dice

meglio. queste cose sono:

• il riconoscimento della propria eccellenza

• ambito = Omero

• riconoscimento di saper interpretare Omero (e solo Omero!) meglio di chiunque altro.

Socrate induce Ione ad affermare che in ambiti specifici il vero tecnico è colui che si occupa di

quell'ambito in tutta la sua interezza. i poeti parlano di troppe cose, non di un ambito specifico e lo

stesso fa il rapsodo. Ione dovrebbe essere interprete di tutti i poeti in quanto tutti parlano degli

stessi argomenti; l'arte poetica restituisce un “intero”. Ione non parla secondo arte e scienza

perché non ha le competenze nell' intero

bensì le sue competenze non si applicano in modo plenario.

Poi c’è la formulazione della poesia come divina mania: il rapsodo è scelto dal poeta, così come il

poeta è scelto dalla musa (metafora del magnete): il rapsodo è ispirato dal poeta e il poeta dalla

musa. Anche il fruitore fa parte della catena magnetica; dunque avremo questi passaggi:

MUSA -> POETA -> RAPSODO -> FRUITORE

Il poeta e il rapsodo sono incantati dalla musa e a loro volta producono incantamento, infatti

attraggono il fruitore. L’effetto di incantamento è però pericoloso perché comporta uno

straniamento d sé: quando il rapsodo recita diventa altro da sé e gli sembra di essere nello

scenario in cui si trovano i protagonisti delle vicende che narra (questo è uno dei motivi della

condanna della poesia pseudo – tecnica nella Repubblica).

Gli effetti di incantamento inoltre producono immedesimazione dunque imitazione e

disidentificazione: l’animo viene somosso dal vivere possessioni altrui e fittizie: c’è un disordine

emotivo che ha conseguenze nell’agire umano (aspetto etico). La poesia è intesa negativamente

come elemento di disturbo sul piano psicologico ed etico che colpisce sia il rapsodo che il fruitore.

Lettura della terza parte dello Ione: Ione afferma che sa spiegare tutte le cose di Omero: Socrate

inizia il processo confutativo. L’arte esercita a pieno su un oggetto specifico, l’artista deve avere

conoscenza di un ambito specifico. Il poeta parla di troppe cose fuori dal suo ambito, la

conoscenza è troppo variegata. Non è arte, perché l’arte è data dall’unione tra conoscenza intera

ed ambito specifico.

Il poeta parla di troppe cose fuori dal suo ambito, la sua conoscenza è troppo variegata: non è arte

perché l’arte è conoscenza intera di un ambito specifico. Il rapsodo non ha le stesse conoscenze

del medico. Ione pretende di poter spiegare tutto ciò che dice Omero ma in realtà così non è

perché Omero parla di arti di competenza altrui. ione rivendica a sé di poter dire alcune cose, ma

Socrate gli fa capire che così non è. il rapsodo indica una competenza militare. Per Ione l’arte del

condottiero e quella della rapsodia sono la stessa cosa: come miglior rapsodo dei greci è anche il

miglior condottiero dei greci (tuttavia esercita la professione di rapsodo e non di condottiero!).

<< L’ho imparato dai poemi di Omero >>. Si intende con poemi qualcosa simile all’enciclopedia e

un contenitore di conoscenza. Platone mette in discussione il ruolo educativo del poeta volendolo

sostituire con il filosofo.

Alla fine Ione accetta di avere una divina mania e di non avere vera conoscenza, dunque vi è il

riconoscimento dell’ignoranza del poeta.

Lezione XIX

Quindi la poesia è divina mania per quanto riguarda l’esperienza fruitiva dello spettatore, la poetica

esecutiva del rapsodo e la poetica comparativa del poeta. La filosofia invece è amore per la

sapienza che quindi porta alla ricerca di essa. Apporta alla sophia cioè il sapere, la figura del

poeta che possiede il sapere e lo trasmette: qua si intende la posizione passiva di chi riceve la

sophia. Si passa alla filosofia: la sapienza qua non è trasmessa, bensì è concreta, è il risultato di

una ricerca personale.

La concezione della poesia come divina mania non è esclusiva del dialogo Ione bensì la ritroviamo

anche nel Fedro, un dialogo della tarda maturità platonica. Ci sono tre concezioni della bellezza

connessa alla dimensione ontologica del vero e la sequenza di tre discorsi d’amore: quello

nell’amore (1 eros) e quello per amore (2 retorica).

1. Riproponimento della teoria della poesia come divina mania nel Fedro: parte dalla

distinzione tra due forme di follia: quella umana (negativa) e quella divina (positiva). La

forma divina a sua volta si divide in altre quattro forme:

a. Profetica (Apollo) che si divide in mantica (vera mania) o onoicastica (intellettuale)

b. Rituale (Dioniso) cioè catartica (telestica)

c. Poetica: la poesia qua è invasamento e la consapevolezza di questo è essa stessa

dichiarazione di poetica.

d. Estetica (Eros e Afrodite)

2. Per quanto riguarda i tre discorsi d’amore riferiti da Fedro:

a. Discorso di Lisia riferito da Fedro

b. Primo discorso di Socrate (a capo coperto)

c. Palinodia di Socrate

Ione porta avanti una tesi paradossale: bisogna concedere le proprie grazie non a chi si ama ma a

chi non si ama perché l’amore è una forma di follia negativa. Chi ama infatti procura danni e

difficoltà mentre chi non ama è annientato e non presenta danni.

Il discorso di Socrate è interessante perché introduce la tesi di Lisia modificando però il modo di

argomentare. Vuole connotati di deficienza dal punto di vista formale. Applica tecniche retoriche

più corrette ma non interviene per confutare la tesi di Lisia nei contenuti, bensì la attacca solo nella

tecnica argomentativa. Interviene dunque sulla dispositio e sulla elocutio: è un rimando alla

retorica perché vuole dimostrare le sue capacità retoriche.

La palinodia è la revisione della tesi precedentemente sostenuta. L’ eros È una follia positiva,

dunque divina.

La bellezza è l’eros, il quale è aspirazione alla bellezza. L’eros rappresenta la bellezza dei corpi

(immediata), ed è molto pericoloso: verità è la bellezza di tutti i corpi. Nella preistoria dell’estetica

la bellezza è legata al vero (dal punto di vista ontologico) e al bene (dal punto di vista della

dimensione etica e morale).

Gorgia è il dialogo sulla retorica e forma un dittico con il Fedro, esempio di retorica positiva: 2

Discorso di Socrate sull’eros come follia divina positiva. Il Gorgia invece fornisce un esempio di

retorica negativa, prescinde dalla conoscenza e della verità, la quale viene formulata non al bene

dell’anima ma al piacere dei Sensi.

I temi elaborati nello Ione e nel Fedro (tema della retorica e della bellezza)convogliano in un altro

dialogo platonico, l’apologia di Socrate, un’opera giovanile socratica elenctica e periastica. l’opera

è anche l’unico a essere un non – dialogo, in essa infatti Socrate si difende dalle accuse mosse in

occasione del suo processo: fu accusato di rivendicare di essere un sapiente, di opporsi alla

sapienza consolidata e di corrompere i giovani. L’oracolo di Delfi disse che non c’era in Grecia un

uomo più sapiente di Socrate. L’oracolo non può dire menzogne ma bisogna comunque

interpretare la sua affermazione. Socrate va dai possessori della sapienza per tentare di confutare

il vaticinio della sua sapienza.

Gli uomini politici sono una forma di sapienti che derivano da un auto convincimento e da

un’attribuzione dall’esterno; credono di essere sapienti ma non lo sono affatto. Socrate al contrario

è sapiente perché è consapevole della propria ignoranza: so di non sapere.

I poeti non sono sapienti in quanto ispirati dalla divinità. Ciò nonostante si ritengono essere custodi

di sapienza. Infine gli artigiani sono sicuramente competenti nell’esercitare la propria arte e a

causa di questo pensano di essere sapienti anche in altri ambiti (come i poeti).

Socrate è il più ragionevole degli uomini perché sa che la sapienza umana è nulla.

Lezione XX

Nella repubblica Platone espone la seconda teoria sulla poesia. Nella fine del II e inizio III libro il

discorso inveisce contro la negatività della poesia epica e drammatica. C’è la condanna a scopo

pedagogico e la negazione della valenza paidetica della poesia epica e drammatica priva di ogni

qualsiasi forma di efficacia educativa. La critica è anche contenutistica: i logoi che esso propone

sono molto lontani dalla verità. Infine la critica concerne l’aspetto linguistico – formale:

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Publisher
A.A. 2013-2014
34 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Darcy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Vetri Lucio.