Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ARTENATURA SPIRITO
Grecamente l'Essere è ciò che compare davanti ai sensi (i fisici greci contemplano la "fusis", la Natura). L'Essere (mondo delle idee) non conosce la finitezza, è esente dal divenire, ergo è esente dal mondo della storia (è questo il mondo degli dei). Più l'uomo acquisisce senso della storia (da Erodoto in poi) più ci si avvicina al mondo del divenire. L'uomo cerca un significato in ciò che diviene, inserendo l'Essere nel Divenire. C'è una ricerca di VALORE. Si ricercano punti fissi grazie ai quali orientarsi [cfr. il linguaggio dei naviganti che avvicina l'immagine della vita a quella del mare in tempesta (Seneca). C'è un bisogno di punti fissi nel firmamento, di certezze, di valori. Una ricerca di nuclei di Essere nel divenire.]
Il filosofo e lo scienziato non parlano di valori, ma (ricercano) di COSTANTI. Questo
perché l'essere umano, che vede se stesso come spirito, ha bisogno di controllare la natura. Egli percepisce un'affinità tra sé come spirito (entità eterna) e l'eternità delle costanti leggi naturali che divengono quasi proiezione di un suo senso di immortalità. La ricerca di un punto di contatto che permetta alla sensibilità di non essere solo trasformazione, sfocia nell'Arte, che diviene luogo in cui quella sensibilità pretende per sé un carattere Universale. Nel turbinio che prende l'artista, il sentire (come essere appassionati dalla vita, della vita) rivendica il suo carattere eterno. Questo sentire, legato al sentimento, è ciò che congiunge l'estrema intimità dell'individuo all'estrema variegatezza del mondo esterno. L'artista, come essere umano che sente in maniera autentica, diviene, non solamente "figura geniale e creatrice".
come un dialogo tra l'individuo e l'umanità stessa). L'arte diventa quindi uno strumento di conoscenza e di comunicazione, in grado di trasmettere emozioni e pensieri universali. L'individuo, attraverso l'arte, può esplorare e comprendere il suo posto nel mondo, riconoscendo la sua unicità all'interno di una realtà più ampia. Questo processo di immedesimazione permette di superare i confini dell'egoismo e di aprirsi alla dimensione collettiva dell'umanità. Il linguaggio simbolico dell'arte è fondamentale per questa immedesimazione, poiché permette di esprimere concetti e emozioni che vanno oltre le parole. L'individuo deve essere consapevole del potere simbolico dell'esistenza umana e interagire con esso in modo creativo. In conclusione, l'arte è la vera realizzazione dell'umanità, in quanto permette all'individuo di esprimere e comprendere il sentire dell'intera umanità. È attraverso l'arte che l'individuo può riscoprire il suo posto nel mondo e agire su di esso in modo artistico.In un pensiero, o in un'azione. Il carattere universalmente artistico della vita dell'uomo è questa sua continua ricerca di vivere poeticamente per esser poi ricondotto al significato profondo dell'esistenza.
Rinunciare. Rassegnarsi.
Cap. XVI (prima parte - Affinità Elettive). "Credeva di poter esigere dagli altri la forza che aveva imposto a se stessa." (Carlotta) Forza della rinuncia, della rassegnazione.
(seconda parte - Affinità Elettive) Cap. XII. "Davanti ad Amore tutti gli altri diritti scompaiono." (Edoardo) "Ottilia non aveva rinunciato ad Edoardo, e come avrebbe potuto?" È Carlotta, la donna, a rassegnarsi, a rinunciare. D'altra parte però è in primo piano la potenza divina di Amore e la sua forza unificatrice, non tanto i due protagonisti. Edoardo ed Ottilia sembrano "giocati" e volontariamente inattivi, mentre
Carlotta è attivamente "giocatrice". In queste pagine si crea un vero e proprio vortice sentimentale. ER GEBEN rassegnarsi, consegnarsi ad un qualcosa che è rinuncia. Dare. ENT SAGEN è un rinunciare che coinvolge le profondità stesse dell'individuo. È una rinuncia essenziale. (particella "dis-") "DIS - DIRE" L'Entsagen è una rinuncia al mondo, un mettersene (chiamarsene) fuori. È una rinuncia che non dipende totalmente dalla propria volontà. È una formula che rammenta quella usata anche per il Battesimo (es: "rinunci a Satana?") dove, infatti, il battezzato ha bisogno di un padrino che risponda per lui. Questa rinuncia è diversa da quella espressa dal termine VER[ZICHT]EN: qui si intende un "non vedere", un non essere più in grado di percepire un qualcosa. In olandese: SICHT = vista. La rinuncia di Carlotta introduce un conflitto, una lotta.interrogativo ( la sua è una rinuncia contro la sua stessa convinzione ), mentre ad Edoardo ed Ottilia non è lasciata possibilità di scelta.
Nel 1880 Friedrich Wilhelm Nietzsche scrive "Aurora: pensieri sui pregiudizi morali". Quest'opera, che giunge nell'ultimo periodo di crisi del romanticismo e dell'età goethiana (1800-1880), lancia forte un grido: NICHT ENTSAGEN! (non rinunciare!).
Nietzsche afferma in maniera decisa che la rinuncia non può più essere considerata un valore, un atto degno di attenzione, ma la considera come atto di debolezza, di rinuncia e di rifiuto della vita. La rinuncia in quest'ottica diviene atto di rassegnazione ingiustificato, un torto che l'essere umano compie verso se stesso.
Il "nicht entsagen" di Nietzsche ricorda il senso religioso della rinuncia ma si contrappone ad esso, distinguendo "la solitudine sterile e triste" dalla "solitudine della vita".
contemplativa del pensatore". Nietzsche cerca di delineare il percorso dello "spirito libero", allontanandosi dal suo senso religioso: la vita contemplativa del pensatore, che conosce il mondo e se stesso, è contrapposta all'arinuncia del religioso, che non entrando nel mondo, non lo conosce. Mentre la prima è testimonianza di forza, la seconda è debolezza. Per Nietzsche sarebbe quasi impossibile parlare di "affinità elettive" per come ne parla Goethe, perché, con Nietzsche, si è formato il soggetto dotato essenzialmente di volontà, la cui natura è quella dell'auto-comprensione. Il rapporto tra io e mondo è gestito attraverso la volontà di potenza. Ma lo spazio delle affinità elettive, nell'età di Goethe, è rappresentato da quella linea che divide io e non io. Una linea che separa l'uomo dall'esterno, che indica lo spazio ed il ruolo.dell'opera d'arte e che rappresenta il momento in cui i due mondi riescono ad intendersi. Fichte 1794. Nietzsche 1880. Io Non-Io Spazio dell'affinità elettiva. Anche per Nietzsche il rapporto tra io e mondo è legato all'arte, ma come risultato della vita (ergo della volontà) dell'artista o del pensatore, come atto in grado di trasformare, rivoluzionare il mondo esterno. Da questa idea nasce il rapporto delle avanguardie con le tesi nietzschiane. 27 Passa sempre più in secondo piano l'opera d'arte rispetto all'artista. Assistiamo agli albori di un atteggiamento che sfocerà poi nella teoria della performance, dell'atto artistico che consuma totalmente se stesso nel momento in cui viene attuato. Il ruolo dell'opera d'arte come "qualcosa che resta" viene sempre più superato. Dando importanza all'atto artistico, passa in secondo piano l'interpretazione.dell'opera d'arte, che spesso si riduce a testimonianza indiretta (es: i video) di un qualcosa che è accaduto in un altro momento... "è così che si getta nella sua acqua. Così che conquista la sua serenità." Nietzsche. HEITER Serenità KEIT Sereno (del cielo). L'heiter tedesco L'individuo sereno non è toccato si riferisce al cielo senza nuvole, terso. da nulla che lo scomponga, nulla può Un cielo senza nulla che disturbi il suo fargli perdere quel sovrano imporsi sull'essere umano, il suo essergli superiore. sguardo distaccato sulle cose. "Serenità" è una parola essenziale nel linguaggio di Hölderlin, ma allo stesso tempo, una parola essenziale della poesia di tutti i tempi quando si parla degli DEI entità serene per eccellenza. La serenità degli dei greci deriva dal fatto che essi non sono coinvolti nella manifestazione più tipica degliuomini: la morte. La loro lontananza dalla fine li rende intoccabili dallo scorrere del tempo, cosa che sempre e comunque tocca malinconicamente gli uomini. Hölderlin "Come nel giorno di festa" (ted. "WIE WENN AM FEIERTAGE"). In Hölderlin troviamo la vicinanza obbligata (amata ed odiata), dei poeti, alla serenità degli dei. Il lavoro del poeta, la sua ricerca della posizione perfetta di una parola all'interno del verso, non è finalizzato al miglioramento della resa metrica ma alla ricerca di quel preciso risultato in cui la poesia, con le parole sistemate in una certa posizione, è compiuta. C'è ricerca di serenità, ricerca di compiutezza dell'immagine, nitidezza ed armonia, un ossequio allo sguardo stesso della vita. Nella poesia Hölderliniana si ricerca la precisione e l'esattezza di tutto ciò che sentimentalmente accompagna i movimenti di un corpo. In questa lirica ("Come nel giorno di festa"), Hölderlin esprime la sua visione della morte come qualcosa di ineluttabile ma anche di misterioso e affascinante.giorno di festa”) interesse del poeta non è descrivere i gesti del contadino, ma descriverne l'intero mondo sentimentale che accompagna i suoi gesti.
Il tema del temporale non è trattato in questa lirica in maniera catastrofica: si parla infatti di “lieta pioggia / quieto sole”. Chi è che nella poesia di Hölderlin, la possente, bella, divina Natura educa? “loro” = I poeti.
Da un lato il contadino ed il suo “dipendere” dal cielo, e dall'altro i Poeti separati da questa vita normale e consueta, sembrano in rapporto più diretto con la Natura stessa.
L'autore ci dice: “..sembrano soli, ma sempre hanno presagi..” Hölderlin (poeta “anche” delle piccole parole) avvicinando il contadino ed i poeti usando le parole “WIE” (come) e “SO” (così), non crea tra di essi un paragone, ma un'analogia poetica: due mondi apparentemente lontani, trovano
vicinanza nella creazione della parola stessa. AHNEN? presagire, presentire. “La