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1. LA MOTIVAZIONE COME VARIABILE COMPLESSA

1.1. L'approccio comportamentista alla motivazione

Nell'approccio comportamentista motivazione e apprendimento sono fortemente connessi: la motivazione, come il bisogno di cibo, a spingere l'organismo alla ricerca della sua soddisfazione, cioè al raggiungimento dell'equilibrio omeostatico che la privazione di cibo ha causato. Questa soddisfazione costituisce il rinforzo, che consolida la risposta dell'organismo, cioè il comportamento che ha immediatamente preceduto l'evento rinforzante.

Bisogno (motivazione) > soddisfazione (rinforzo) > apprendimento

Nella prospettiva di Skinner, l'insegnare implica, come negli esperimenti con gli animali, un uso calibrato di rinforzi (come lodi, premi, ma anche rinforzi secondari): l'allievo motivato è quello a cui un sapiente dosaggio del rinforzo consente di mantenersi sempre pronto a imparare. Il ruolo dell'insegnante è quello di

predisporre un ambiente rinforzante. 24© 2018 - Francesco Aveta

Ciò che il cognitivismo ha contestato è l'effetto cieco del rinforzo inteso come evento meccanicamente conseguente a una risposta dell'individuo. Nella prospettiva cognitivista è l'individuo stesso che con le sue esperienze precedenti, convinzioni e aspettative interpreta il risultato delle proprie azioni e lo attribuisce a una causa. Questa attribuzione, a sua volta, influenza l'atteggiamento dell'individuo nei confronti di un analogo compito futuro.

1.2. Tre dimensioni nel concetto di motivazione ad apprendere

1. Un primo aspetto o dimensione è il ruolo attivo dell'individuo: la motivazione non va ricondotta alla soddisfazione inevitabilmente passiva di bisogni primari e secondari, ma sorge nel momento in cui l'individuo si pone degli obiettivi, ossia si rappresenta dei risultati che vuole raggiungere o che vuole evitare. La motivazione non è dunque uno

prima dimensione riguarda la motivazione dell'individuo. La motivazione non è solo uno stato dovuto a una temporanea carenza dell'organismo, ma è l'individuo che costruisce la propria motivazione perché agisce intenzionalmente nel proprio ambiente, valuta le proprie capacità prima e durante l'azione, e utilizza i mezzi di cui dispone per raggiungere l'obiettivo. 2. La seconda dimensione è rappresentata dalle modalità con cui l'individuo si percepisce in rapporto a un compito o attività da svolgere e al risultato positivo o negativo di un'attività svolta. Quello che va messo in evidenza è lo stretto rapporto tra la prestazione dell'individuo e l'idea che egli si fa della propria competenza: l'una influenza l'altra. Le aspettative di un individuo nelle situazioni in cui si viene implicitamente o esplicitamente chiesto di riuscire (come avviene a scuola) sono influenzate dal grado in cui egli si considera competente ed alle sue percezioni delle difficoltà del compito. 3. La

La terza dimensione riguarda gli strumenti che l'individuo mette in atto per raggiungere i suoi obiettivi. Il termine "strumento" non si riferisce a oggetti materiali, ma alle varie modalità (per esempio strategie di studio, monitoraggio e auto-osservazione, contenimento e regolazione delle emozioni) con cui uno studente pianifica, organizza, controlla e valuta il proprio comportamento rivolto a uno scopo: l'autoregolazione.

2. LE RAGIONI DELL'APPRENDERE

2.1. La teoria degli obiettivi di riuscita - teoria di Dwek (padronanza e prestazione)

Il termine "obiettivo" (target) nel linguaggio comune si riferisce di regola a un risultato che si vuole ottenere o che si vuole evitare. Il significato di "obiettivo" nell'espressione "obiettivo di riuscita" (achievement goal) è diverso: non si tratta di un risultato da raggiungere, ma del perché, cioè della ragione per cui un individuo (in questo caso uno studente) si impegna in un compito o

Attività di apprendimento. In questo senso gli obiettivi sono super ordinati rispetto ai risultati particolari che uno si pone di ottenere. In altre parole, l'obiettivo di riuscita non indica un traguardo, ma una tendenza o orientamento dell'individuo. Orientamento che si riflette in un complesso coerente di comportamenti e atteggiamenti nelle specifiche situazioni in cui l'individuo vuole, o deve, riuscire. Così un obiettivo orientamento di riuscita comporta una credenza dell'individuo circa la propria abilità, una tendenza ad attribuire il successo e l'insuccesso a certe cose piuttosto che altre, un grado di perseveranza ed espressioni di affettività positiva o negativa in risposta rispettivamente a un successo o insuccesso.

Possono essere così identificati due obiettivi: obiettivi di padronanza e obiettivi di prestazione.

Gli studenti orientati alla padronanza (centrati sul compito)

perseguono obiettivi relativi al compito, nel senso che sono soprattutto motivati a capire ciò che fanno e a farlo bene. Questi studenti hanno di regola fiducia in se stessi, persistono nel compito anche se incontrano difficoltà ed esprimono un minore affettività negativa quando non riescono. Inoltre mostrano di usare strategie cognitive più flessibili, svolgendo il compito volentieri e con piacere.

Gli studenti orientati alla prestazione (o a dimostrare la propria abilità) cercano di ottenere risultati derivati dalle aspettative sociali associate al compito: cercano di ottenere valutazioni positive o evitare negative da parte di insegnanti, genitori e compagni. A questo orientamento è associato un pattern maladattivo (Dweck): lo studente orientato alla prestazione mostra una maggiore vulnerabilità per lo sconforto, soprattutto nei casi in cui ha una bassa percezione della propria abilità.

Tuttavia è doveroso precisare che uno

studente può avere una concezione entitaria della propria capacità in una determinata materia, è una concezione incrementale in un'altra. Da qui se ne può trarre il carattere specifico degli obiettivi di padronanza e prestazione. Un altro costrutto, quello di teoria dell'intelligenza, fu ipotizzato come predittore dell'adozione di obiettivi di riuscita. Per teoria dell'intelligenza si intende l'insieme di convinzioni relative ad abilità o capacità specifiche di un determinato settore. Per chi ha un obiettivo di padronanza il riuscire significa migliorare le proprie conoscenze e abilità in un settore e acquisire e sviluppare la propria competenza: ciò che conta è l'impegno, e l'individuo ritiene che l'abilità possa essere appresa e sviluppata. Invece, per chi ha un obiettivo di prestazione, il successo è definito in termini di bei voti, superiorità sui pari, riconoscimento da.parte degli altri: la riuscita viene considerata in rapporto agli altri. Lo sviluppo della teoria di Dweck stabilisce che l'orientamento di prestazione non porta sempre necessariamente a pattern maladattivi (come sosteneva Dweck) ma può avere effetti sia positivi sia negativi sulla motivazione: il desiderio di fare bella figura non porta necessariamente allo sconforto in caso di insuccesso, ma anzi uno studente può sentirsi spronato dall'insuccesso a impegnarsi maggiormente è meglio. Nella teoria di Dweck manca una distinzione che caratterizza le precedenti teorie della motivazione, e cioè la distinzione nella motivazione di una componente di approccio o avvicinamento da una componente di evitamento. Sia la padronanza sia la prestazione sono orientamenti di approccio o avvicinamento, in quanto per raggiungervi l'individuo deve coinvolgersi in una qualche attività legata all'uscita: nel primo caso per sviluppare ladi prestazione, focalizzati sulla paura di fallire o di essere giudicati negativamente. Per dimostrarla. Mentre nell'orientamento di approccio l'importante è riuscire, nell'evitamento l'importante è evitare l'insuccesso. Elliot ipotizzo dunque che questi risultati apparentemente contraddittori potessero essere spiegati mediante la distinzione tra approccio o avvicinamento (approach) ed evitamento (avoidance): l'approccio di prestazione caratterizza lo studente che vuole dimostrare la propria capacità, mentre l'evitamento della prestazione caratterizza quello che vuole evitare di dimostrare la propria incapacità. Pertanto Elliott propose di sostituire alla dicotomia padronanza-prestazione una tricotomia: 1. Obiettivi di padronanza, focalizzati sullo sviluppo della competenza: l'individuo non si confronta con altri, ma con se stesso. 2. Obiettivi di approccio di prestazione, focalizzati sul raggiungimento di un livello di competenza in relazione agli altri. 3. Obiettivi di evitamento di prestazione, focalizzati sulla paura di fallire o di essere giudicati negativamente.della prestazione, focalizzati sull'evitare unostandard di incompetenza in rapporto ad altri.Il pattern è adattivo sia per la padronanza sia per la prestazione (ilmiglioramento della competenza, rapporto rispettivamente a se stessi e aglialtri), mentre è maladattivo per gli obiettivi di evitamento, che si focalizzanosulla perdita della competenza.

2.1.1. Obiettivi di riuscita e struttura di obiettivo

Gli obiettivi di riuscitaincludono una componentesituazionale e unacomponente personale.

La componente personaledegli obiettivi di riuscitariguarda gli obiettiviorientamenti di riuscitapropriamente detti e descrittifinora.

La componente situazionale riguarda la classe frequentata dall'alunno e ingenerale la scuola. Benché il particolare obiettivo orientamento di uno studentepossa essere influenzato da esperienze di apprendimento e dalle convinzionidei genitori, la salienza di un obiettivo e quindi la sua adozione da parte di unostudente sembrano essere

Particolarmente influenzati dal modo in cui il lavoro viene strutturato in classe. © 2018 - Francesco Aveta

La struttura di obiettivo è data dai messaggi circa gli obiettivi dominanti in una classe o scuola, che possono influenzare gli obiettivi personali degli individui.

L'organizzazione della classe può essere analizzata in relazione alle dimensioni del compito, dell'autorità e della valutazione:

  1. La tipologia di compiti, e nel senso generale di attività, che l'insegnante assegna convoglia messaggi importanti circa quello che ha valore nella classe
  2. Per quanto riguarda l'autorità, le classi in cui agli studenti è dato un certo grado di autonomia tendono a promuovere obiettivi di padronanza
  3. Per quanto riguarda la valutazione, adozione di obiettivi di prestazione o evitamento è legata al modo in cui l'insegnante sottolinea il confronto tra le prestazioni degli allievi
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
54 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesco3654 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mason Lucia.