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La neuropsicologia dei disturbi psichiatrici

Esiste un gran numero di disturbi neuropsicologici che si presentano in associazione con disturbi psichiatrici. La neuropsicologia e i disturbi psichiatrici sono connesse, poiché in psichiatria l'valutazione neuropsicologica delle funzioni cognitive di base può aiutare la formulazione diagnostica.

Per molti disturbi puramente psichiatrici è necessario riconoscere e valutare la eventuale presenza di sintomi a carico del funzionamento neuropsicologico. Questa valutazione è fondamentale e è altrettanto importante tenere conto di una valutazione sempre congiunta con il funzionamento intellettivo generale. È importante cercare di capire se, da un punto di vista intellettivo e di abilità logiche, ma anche la reale motivazione che hanno questi pazienti, che può essere una delle cause del cattivo funzionamento cognitivo e neuropsicologico.

Perché

con molte di queste sindromi psichiatriche troviamo in associazione molti disturbi neuropsicologici. Uno dei primi disturbi di tipo psichiatrico è quello della famiglia dei disturbi dello spettro autistico, in cui si parla sostanzialmente sia di autismo vero e proprio che di sindrome di Asperger, non si parla più di uno all'altro ma si parla di spettro perché abbiamo all'interno di questa patologia tantissimi profili con la necessità di capire qual è l'aspetto intellettivo da una parte e motivazionale dall'altra. Perché non solo con l'autismo ma anche con altre patologie come la schizofrenia possiamo avere delle persone che hanno un quoziente intellettivo estremamente variabile, da 50 a 150, possiamo avere una finestra molto variabile ed è importante questa profilazione delle abilità cognitive perché esistono tutta una serie di punti deboli in questi pazienti che variano dall'intelligenza.verbale all'orientamento dell'attenzione, le funzioni esecutive, l'inibizione eccetera ma soprattutto la parte più delicata da considerare in questa famiglia di patologie e il cattivo funzionamento della teoria della mente. C'è il network dei neuroni specchio che è una rete molto densa di strutture e connessioni e di aree ben specifiche che tra di loro rendono possibile il riconoscimento delle emozioni, li immedesimarsi negli altri, l'empatia eccetera. Altro aspetto è la scarsa coerenza centrale, manifesta con una perdita di una visione più olistica ed un'eccessiva attenzione al dettaglio. Queste persone andrebbero testate da un punto di vista neuropsicologico in diverse aree cercando il più possibile di capire se ci troviamo di fronte a situazioni di funzionamento intellettivo basso medio o alto. Altro disturbo a base psichiatrica che può avere un forte coinvolgimento e che quindi merita di essere valutato a livellolivello cerebrale possono manifestare sintomi simili alla schizofrenia, ma in misura meno grave. Per quanto riguarda il trattamento, la terapia farmacologica è spesso utilizzata per ridurre i sintomi della schizofrenia. I farmaci antipsicotici possono aiutare a controllare gli episodi psicotici e migliorare il funzionamento cognitivo. Tuttavia, è importante sottolineare che ogni individuo risponde in modo diverso ai farmaci e che il trattamento deve essere personalizzato in base alle esigenze specifiche del paziente. Inoltre, la terapia psicologica può essere utile per aiutare i pazienti a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutare a identificare e modificare i pensieri distorti e i comportamenti disfunzionali. La terapia di supporto può anche essere utile per fornire un ambiente di sostegno e comprensione. In conclusione, la schizofrenia è una malattia complessa che coinvolge una serie di alterazioni cerebrali e funzionali. Il trattamento può includere farmaci antipsicotici e terapia psicologica, ma è importante che sia personalizzato per le esigenze specifiche di ogni paziente.

livelloanatomico in neuro funzionale dovranno dimostrare tutta una serie di deficit cognitivi che noi possiamo testare.

I profili cognitivi tipicamente attaccati nella schizofrenia sono la velocità di elaborazione, l'attenzione, le funzioni esecutive, dichiarativa e memoria di lavoro, la base neurale e molto anteriore.

Essendoci poi ippocampo e corteccia interinale coinvolge anche tutta la memoria dichiarativa, queste persone non riescono in maniera chiara a mettere in relazione quello che sentono sensorialmente e quello che sentono al loro interno ovviamente una delle prime conseguenze è quella che in neuropsicologia chiamiamo anosognosia, non hanno percezione che ci sia qualcosa di sbagliato nel loro comportamento.

Altro dominio colpito a quello della cognizione sociale e quindi un po' come nel disturbo dello spettro autistico c'è difficoltà di elaborare l'emozione, teoria della mente e stili di attribuzione sociale quindi come ci si relaziona.

con gli altri. Per quanto riguarda la schizofrenia sono state sviluppate delle scale specifiche si utilizzano sostanzialmente due scale importanti, una delle quali è la BACS, che è un test carta e matita in cui si possono testare la velocità di elaborazione, le funzioni esecutive, l'attenzione, la memoria di lavoro e quella verbale. C'è poi la Matrix, in cui i test cognitivi sono 10 ed è una batteria che è stata sviluppata essenzialmente per vedere se i trattamenti hanno avuto effetto, e quindi pensata per essere somministrata in fase di test retest. Altro disturbo che è molto noto avere un coinvolgimento a livello delle capacità cognitive è il disturbo bipolare, colpisce strutture e fasci di tipo noradrenergico e serotoninergico, che in qualche modo vanno a far funzionare meno bene alcune strutture nello specifico essendoci questa alterazione metabolica ci sarà un cattivo flusso ematico a livello frontale, del cingolo.del giroangolare, caudato e cervelletto, associa tutta una serie di anomalie di tipo neuroanatomico, allargamento dei ventricoli, assottigliamento corticale, osserviamo quindi una perdita di materiale cerebrale simile a quello che è stato già visto nella schizofrenia. A livello cognitivo sappiamo che i disturbi cognitivi dipendono dalla fase del disturbo bipolare, facendo riferimento alle fasi di up e di down, nel disturbo bipolare si osservano delle fasi sia maniacali che depressive, quindi avremo ovviamente dei quadri che sono adeguati alla fase in cui si trova il paziente. In generale in fase acuta ci possono essere delle difficoltà a carico dell'attenzione, della memoria, delle funzioni esecutive e di coordinamento psicomotorio che è tipica del cervelletto. Questo si manifesta quando i pazienti sono o maniacali o depressivi mentre invece nella fase intermedia, quella di equilibrio tra i due estremi, di solito troviamo una certa difficoltà.nellavalutazione perché questi pazienti sono molto evitanti, la motivazione è la cosa che crolla per questo è importante la valutazione delle capacità motivazionali. Nel disturbo bipolare i domini cognitivi più colpiti sono il funzionamento motorio, l'attenzione, la memoria, le funzioni esecutive, cognizione sociale ed emotività, anche in questo caso il rallentamento motorio lo troviamo anche in familiari che non sono diagnosticati, tutte le funzioni attentive risultano alterate e questi sintomi tendono a rientrare parallelamente al disturbo. Abbiamo poi deficit nei domini cognitivi anche nella depressione in cui abbiamo prestazioni deficitarie per funzioni esecutive, memoria di lavoro, dichiarativa e attenzione poi ci possono essere problemi sia a livello verbale che visuo spaziale, la curiosità rispetto ad altre patologie è che nei casi di depressione anche se la depressione viene trattata da un punto di vista farmacologico questi.che le aree sottocorticali coinvolte nell'elaborazione delle emozioni. Inoltre, il disturbo depressivo può influenzare anche la memoria e l'attenzione, rendendo difficile concentrarsi su compiti o attività quotidiane. È importante sottolineare che il disturbo depressivo non è semplicemente una tristezza o una sensazione di malessere temporaneo, ma è una condizione clinica che richiede un trattamento adeguato. La terapia farmacologica e la psicoterapia possono essere utili nel gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette da questo disturbo. In conclusione, il disturbo depressivo è una condizione complessa che coinvolge diverse aree del cervello e può influenzare il funzionamento cognitivo e sociale delle persone. È importante cercare aiuto professionale se si sospetta di soffrire di questa condizione, in modo da poter ricevere il supporto e il trattamento necessari.sia la sostanza bianca sottostante. Nel disturbo d'ansia invece i problemi sono di solito circoscritti alla memoria visuo spaziale, mentre la memoria verbale a lungo termine è molto potenziata con una prevalenza verso gli stimoli negativi, ci si ricorda molto bene gli eventi passati soprattutto se questi sono stati poco positivi. Oltre all'aspetto della memoria visuo spaziale c'è un serio problema nel mantenimento dell'attenzione, della concentrazione e nella capacità dell'inibizione dei pensieri intrusivi che segnalano un cattivo funzionamento dell'amigdala. Nel disturbo da panico osserviamo un'amplificazione della situazione già legata ai disturbi d'ansia, sulla quale si innesta uno stato di iperattivazione bitemporale e poi a livello dell'ippocampo destro e di tutte i fasci che collegano ippocampo all'amigdala che sono sostanzialmente i circuiti che ci fanno vivere la sensazione di paura. Non tutti i disturbi.

I disturbi cognitivi dipendono necessariamente da un danno cerebrale genetico, poche persone che sviluppano un disturbo post traumatico da stress sono predisposte al DPTS è molto più probabile che persone normali non sviluppano niente finché non gli arriva il trauma, trauma che può essere in questo caso anche psicologico o emotivo e solo a quel punto quella struttura comincia a funzionare in maniera un trauma può cambiare la mia struttura cerebrale e avere conseguenze, un trauma psichico può farci funzionare meno bene.

Quindi il problema può essere genetico, epigenetico o può essere a base esperienziale.

Le caratteristiche fondamentali del disturbo post traumatico sono a carico della memoria dichiarativa, che rimane danneggiata dal trauma che ha rafforzato quella traccia mnestica e influenza anche la memoria procedurale che collega questa traccia mnestica alla sensazione somatica del trauma, quindi quell'oggetto, evento o persona ravvivano

quella traccia dichiarativa che è particolarmente negativa. In questo caso, da un punto di vista più neuropsicologico e neurale, si osserva una
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cristianabusatti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Curcio Giuseppe.