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QUATTROCENTO: UMANESIMO E RINASCIMENTO
Umanesimo latino
Dante utilizzava il latino medievale moderno, diverso da quello dei classici, mentre con Petrarca si è verificato un ritorno al latino dei classici, perché cerca filologicamente di ricostruire il modo di scrivere dei latini della classicità (imitazione dei grandi modelli); con lui si apre la stagione dell'umanesimo, sancita anche dalla crisi del volgare; gli umanisti scrivono in latino, considerato superiore perché in grado di garantire l'immortalità letteraria, a differenza del volgare, disprezzato fino a metà XV secolo e considerato inaccettabile nella scrittura d'arte.
L'importanza del latino viene sostenuta da grandi umanisti del Quattrocento:
- Coluccio Salutati, direttore della cancelleria fiorentina, studia le opere di Cicerone per ricavarne un modello di scrittura e di stile in latino influenza su umanisti;
- Giorgio Valla, parla con sufficienza delle opere in
non solo), ed è molto breve infatti è composta solo da 16 carte.
Rimase inedita per moltissimo tempo, infatti venne pubblicata solo nel 1908 da Ciro Trabalza, e questo è il motivo per cui ebbe poca diffusione.
La prima grammatica italiana stampata è di Francesco Fortunio, Ancona, 1516.
Alberti si occupa del toscano d'uso del suo tempo, non si occupa dei testi classici del volgare (es. di Dante, Petrarca...).
La grammatica italiana nasce dal confronto con quella latina, regolare e stabile.
In quest'opera si trovano le prime attestazioni di alcuni termini tecnici e grammaticali (es. articolo, congiunzione..)
Quanto agli articoli, Alberti contempla la/le, el/e' (propri del fiorentino quattro-cinquecentesco, detto 'argenteo'), quando invece nel fiorentino trecentesco ('aureo') ricorrono più spesso il/i, poi scelti da Bembo.
Ci sono altre forme proprie del 400 e non del 300, es. -orno (chiamorno), suo per loro, -o
prima persona singolarepresente indicativo (es. io amavo, al posto di io amava), arò, arai, arà ecc. al posto di avrò, avrai, avrà.- Promosse una competizione, dal nome Certame coronario (1441) in cui i poeti dovevano scrivere una poesia involgare sul tema della vera amicizia. Tuttavia l'impegno dell'Alberti nei confronti del volgare era forse prematuro,infatti non trovava intellettuali pronti ad accoglierlo; la giuria, composta da umanisti che quindiscrivevano/studiavano in latino, in forma di protesta non assegnò nessun premio, dimostrando la sua chiusura neiconfronti della lingua italiana, poco nobile per essere utilizzata nella letteratura.Altri esponenti importanti sono:- Lorenzo de' Medici: propone una promozione del fiorentino anche con valore politico, patriottico.- Cristoforo Landino (maestro di Lorenzo): Firenze deve avere il primato linguistico e il fiorentino non deve essereconsiderato inferiore al latino; per fareciò compie l'impresa di tradurre la Naturalis historia di Plinio il Vecchio per il re di Napoli Ferdinando d'Aragona, proprio per diffondere l'idea della preminenza del fiorentino sugli altri volgari, l'idea del fiorentino che può essere usato per ogni argomento (per questo crea nuove parole). Tappe importanti per la diffusione del fiorentino e per la sua affermazione: - 1476: Lorenzo de Medici incontra Federico d'Aragona, successore di Ferdinando, e parlano di letteratura volgare, della letteratura contemporanea e degli autori che avevano poetato in lingua toscana; - 1477: Lorenzo invia a Federico d'Aragona la Raccolta aragonese, raccolta di poesie dal periodo dello stilnovo in poi, insieme ad una lettera contenente l'elogio del volgare, e in particolare del volgare fiorentino. - Angelo Poliziano scrisse l'opera Le stanze per la giostra, poemetto in ottave dedicato a Giuliano De' Medici (fratello di Lorenzo) per la vittoria di.Una giostra. L'opera rimase incompiuta perché morì il destinatario nel 1478 durante la congiura dei Pazzi. È ricca di parole rare che rimandano a citazioni di opere classiche, che solo un lettore colto poteva riconoscere e comprendere (arte allusiva); riempiendo il testo di citazioni latine tradotte in volgare, egli voleva dare importanza al volgare.
L'umanesimo volgare non produce solo testi dallo stile alto, ma anche di registro basso, comico: - Lorenzo De Medici, Nencia da Barberino poemetto rusticale dallo stile realistico e popolare: Vallera, rozzo pastore innamorato di Nencia, la elogia paragonandola a vari elementi della vita agricola (parodia della poesia lirica, secondo il gusto di Pulci, il quale risponderà col poemetto Beca da Dicomano, di argomento simile).
In questo periodo si riscontra un forte sperimentalismo linguistico, in questo caso viene imitato il volgare del Mugello (zona di appartenenza di Vallera). - Luigi Pulci, Morgante poema eroicomico,
che traspone su un piano colto il genere popolare del cantare cavalleresco; si riscontrano lessico realistico, forme idiomatiche, giochi di parole, neologismi. Quest'opera vennesollecitata da Lucrezia Tornabuoni (madre di Lorenzo), e anche il pubblico a cui è rivolto è colto.- Angelo Poliziano, segretario di Lorenzo, Detti piacevoli opera piena di battute di spirito, facezie.. Lingua di coinè e cancellerie nel 400Il Quattrocento è un periodo di passaggio, in cui il volgare non si è ancora stabilizzato.La prosa aveva una maggiore varietà di impiego rispetto alla poesia, infatti aveva meno uniformità rispetto alla poesia, doveva essere in grado di parlare di qualsiasi cosa.In quel periodo le persone avevano grande dimestichezza con il latino, che veniva usato non come ostentazione della cultura ma per sopperire alle mancanze del volgare, riempire i vuoti lessicali e i vuoti della conoscenza di chi non conosceva bene il.fiorentino.Nei testi scritti vi è una compresenza di latino e volgare, in particolare nelle lettere ufficiali (dove incipit e explicit sono in latino, mentre il corpo del testo è in volgare con alcune formule fisse prese dal latino); vi sono anche inserimenti di parole e formule latine (es. quondam, non solum, ultra, auter…).Koinè/Coinè è una lingua comune, una lingua scritta che mira all'eliminazione dei tratti locali, accogliendo latinismi e appoggiandosi al toscano.In questo periodo il toscano si diffonde anche tra le classi sociali più elevate (es. intellettuali, cancellerie), non solo in Toscana ma anche nel resto della penisola; le cancellerie (uffici amministrativi delle signorie) cercano di scrivere in un modo comprensibile a tutti, superando le particolarità linguistiche locali: vi è un aumento del ricorso al volgare per varie situazioni d'uso.I documenti ufficiali in volgare cominciarono a circolare prima
ad Urbino, poi a Milano, Mantova, Ferrara, Venezia(coesistenza di volgare e latino).I cortigiani inoltre si spostavano a servizio di questo o quel principe, quindi si verificò uno scambio linguistico tra le regioni,dando luogo ad uno sforzo cosciente di livellamento della coinè, per superare il particolarismo e raggiungere un livello sovraregionale.Tuttavia rimane un forte scarto tra lingua letteraria e lingua pratica (es. le liriche d’amore di Matteo Maria Boiardo sono più formalizzate e toscanizzate delle sue lettere, che hanno tratti dialettali settentrionalismi; il latino è un’alternativa sicura al volgare).La letteratura religiosa del Quattrocento - contribuisce alla diffusione del toscano tra il popolo tramite laudari, rappresentazioni sacre, prediche (queste ultime più vicine ai dialetti locali dovendosi rivolgere al popolo; inoltre i predicatori volevano possedere un volgare in grado di comunicare oltre i confini regionali); - nelleprediche vi sono forme latine e dialettali, come nei sermoni subalpini medievali (Piemonte, XII-XIII sec) e nei sermonimescidati (amalgama tra latino e volgare, ognuno dei quali mantiene la propria individualità). Esponenti, predicatori importanti: - San Bernardino da Siena: adotta un parlare semplice e colloquiale, usa una forma di toscano depurato e dialettismi dei luoghi in cui predica; - Gerolamo Savonarola, proveniente da Ferrara, andò a predicare a Firenze quindi si "toscanizza", ma usava ancora forme settentrionali, visibili nelle lettere, non nelle prediche pubblicate dal fiorentino Lorenzo Violi nel 1497. La stampa a caratteri mobili è invenzione di Johannes Gutenberg, orafo tedesco, tra il 1452 e il 1455 a Magonza, in Germania. Il primo libro stampato fu la Bibbia in latino (alcuni ricercatori di Oxford stanno raccogliendo gli incunaboli, e a differenza di quello che si crede, probabilmente il primo testo stampato fu la Bibbia in volgare; ma èuna ricerca ancora in corso). Questo permise un aumento della velocità di diffusione dei testi, la diminuzione del costo dei libri, l'aumento dei lettori e una maggiore regolarizzazione ed.