Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MICRO:
Contatto diretto con gli attori sociali
- Si avvale di teorie di “medio raggio”
- Fornisce spiegazioni di aspetti circoscritti del comportamento sociale umano
-
La MACROSOCIOLOGIA si avvale dell’indagine QUANTITATIVA, affonda le sue origini nel
positivismo, si basa su una logica tipicamente DEDUTTIVA, rappresenta i suoi oggetti di
studio in modo ATOMISTICO, attribuisce molta importanza alla fase di
OPERAZIONALIZZAZIONE e a quella di analisi dei dati.
Giustifica le proprie conclusioni in modo formale e numerico.
Il disegno della ricerca è diverso, qualsiasi indagine empirica deve far riferimento ad un
apparato teorico e concettuale.
L’INDAGINE QUANTITATIVA è molto più rigida rispetto alla qualitativa, l’inatteso è un
problema che pone nella condizione di dover ricominciare il processo, è STRUTTURATA
IN FASI:
Teoria
- Ipotesi
- Raccolta dati
- Analisi dati
- Conclusioni, presentate con tabelle, statistiche e grafici.
-
La MICROSOCIOLOGIA si avvale dell’indagine QUALITATIVA, affonda le sue origini
nell’anti-positivismo, utilizza la logica INDUTTIVA, rappresenta i suoi oggetti di studio in
modo OLISTICO, attribuisce maggior rilievo alla fase di raccolta dati, argomentando le sue
conclusioni in forma narrativa.
L’INDAGINE QUALITATIVA è CIRCOLARE e più flessibile, l’inatteso non è un problema.
Rilevazione
Analisi Organizzazione
I sociologi della sociologia QUANTITATIVA pongono il loro interesse sulla COERENZA E
PUREZZA DEI DATI.
I sociologi della sociologia QUALITATIVA si soffermano sull’ IMPREVEDIBILE REALTA’
DEL QUOTIDIANO.
Nel tempo si è delineata una terza dimensione, la MESO, studia oggetti che stanno nel
mezzo tra MICRO e MACRO, i GRUPPI.
Moreno introduce la SOCIOMETRIA, particolarmente usata nelle scuole, è un modo
interessante di studiare i gruppi.
Attraverso la sociometria il sociologo comprende l’andamento relazionale che si instaura
tra i membri.
I nodi in sociometria possono comprendere gruppi stretti, come una classe, ma anche
gruppi più complessi.
Dal test sociometrico si elabora una risultanza grafica che rappresenta l’idea di come si
costruisce una relazione interpersonale, consente di comprendere leadership e relazione
anche senza avere sotto gli occhi l’oggetto dello studio.
Per conferire legittimità alla sociologia occorre liberarsi del senso comune, cioè quel
patrimonio di informazioni acquisite nell’arco della vita, il senso comune non è scientifico,
la sociologia non si avvale del senso comune, per il disegno della ricerca sociologica
occorre abbandonare il senso comune.
La sociologia può esistere solo in società democratiche, perché svela connessioni che non
sono evidenti e le svela con senso critico.
La sociologia nasce dalla domanda: “cos’è la società?”
Auguste Comte viene considerato padre fondatore della sociologia, avvia la riflessione
sociologica coniando il termine sociologia, prima denominata fisica sociale e poi fisiologia
sociale.
Ma già prima della teoria positivistica comtiana, tra la fine del 1.700 e l’inizio del 1.800 il
pensiero filosofico occidentale si è andato concentrando sempre di più sullo studio della
società, rilevandone la crescente complessità e la forte tensione evolutiva, con Emile
Durkheim avviene il distacco dai paradigmi filosofici e nasce la sociologia empirica, a lui si
deve la distinzione tra psicologia e sociologia, mise in atto questa distinzione per dare
legittimità alle scienze sociali, produce il primo vero studio empirico,
l’ETNOMETODOLOGIA avvierà alcune critiche nei suoi confronti.
Marx, Durkheim e Weber, i tre pilastri della sociologia classica, si occupano di
macrosociologia, intorno alla metà del ‘900 nasce la microsociologia.
La sociologia nasce dunque in un contesto di estrema complessità e modernità, il concetto
di modernità è insito nella definizione stessa della sociologia.
Modernità che ha sullo sfondo trasformazioni politiche, economiche e culturali,
l’industrializzazione, il distacco della vita familiare da quella lavorativa, la nascita della
famiglia nucleare (diminuisce il numero dei componenti).
La sociologia nasce nel periodo storico in cui si definisce il concetto di stato, nasce con
l’obiettivo di essere scientifica e quindi con la necessità di un impianto metodologico.
Tra le discipline che studiano l’individuo possono verificarsi sovrapposizioni, la sociologia
si occupa di fenomeni che riguardano l’essere umano ma non tanto nella sua individualità,
quanto nella capacità di associarsi, di darsi regole, di organizzare la propria condotta
relazionale, l’essere sociale, che è il mio essere in relazione agli altri (ad alter).
Il concetto di società è insito nell’etimologia della parola, fa riferimento ad un rapporto di
collaborazione in cui i soggetti mettono in comune le proprie risorse. Se gli individui non
collaborano per il raggiungimento di uno scopo comune, non c’è società.
La società intesa come collettività di individui si può declinare attraverso quattro
componenti:
Relazionalità: definisce il fenomeno sociale come rapporto tra individui, ci si rende
- conto di far parte di una società nel momento in cui assumiamo un ruolo e da quel
ruolo noi deviamo dalle aspettative che gli altri ci attribuiscono.
Sovradimensionalità: rispetto all’individuo, determinata dai processi di associazione
- Forme organizzative
- Modelli culturali
-
Il sociologo
Il sociologo studia la società in primis dovrebbe essere capace di OSSERVARE, di
analizzare, di essere interprete della realtà sociale sia a livello macro che micro.
L’osservazione è un atto fondamentale, non consiste nella ricezione passiva delle
informazioni provenienti dagli oggetti e dai fenomeni del mondo esterno, a prescindere
dalle modalità attraverso le quali questa avviene il sociologo si serve dell’osservazione
come tecnica.
Bisogna dunque distinguere tra OSSERVAZIONE NATURALE, della quale Ferrarotti ne
offre una visione quasi poetica, e OSSERVAZIONE SCIENTIFICA.
La tecnica dell’osservazione deriva dall’antropologia, l’OSSERVAZIONE SCIENTIFICA è
la base della sociologia, non è superficiale, è l’atto di osservare con uno scopo preciso e
ben definito.
Esiste uno scopo che guida l’atto dell’osservazione e deve seguire diversi criteri.
La scelta dei fenomeni da osservare è sempre legata alla concettualizzazione, occorre
ordinare il visibile, organizzare l’esperienza del mondo esterno, secondo schemi di
riferimento e concetti e allora si potrà dare un senso alla realtà e scegliere l’oggetto di
studio.
Esiste un altro tipo di osservazione che è l’OSSERVAZIONE IN LABORATORIO, dove il
sociologo è lontano dalla realtà che sta osservando.
Il sociologo VISUALE si avvale per l’osservazione di supporti visivi quali macchina
fotografica e videocamera per osservare la realtà, è come se il suo occhio fosse
potenziato.
Ci sono studi di cui si occupa la sociologia che impongono la tecnica dell’osservazione,
come ad esempio lo studio di un territorio.
Il sociologo quindi osserva, a prescindere dalle modalità attraverso le quali attua questa
osservazione.
Werner Sombart (1863-1941)
Sombart apre alcune critiche, ma si concentra in maniera particolare su due autori:
Ferguson e Smith che criticano l’impostazione di Hobbes, secondo il quale lo STATO DI
NATURA era uno stato tendenzialmente BELLICOSO, contrariamente a Rousseau che
invece riteneva che lo STATO DI NATURA fosse uno stato di INDIFFERENZA, che però si
è trasformato nel momento in cui gli individui hanno istituito la proprietà privata, creando
quindi disuguaglianze dal punto di vista delle relazioni interpersonali.
Hobbes, Rousseau, Montesquieu e gli empiristi scozzesi Ferguson e Smith sono
considerati PRECURSORI della sociologia.
Nel 1800 autori come DURKHEIM, MARX e Weber hanno studiato la sociologia secondo
un’ottica differente, ma sempre tenendo in considerazione questo mondo nuovo a cui la
sociologia si dedica e si orienta.
Sombart ritiene che si può parlare di sociologia nel momento in cui si dà avvio ad una
riflessione di tipo scientifico, in concomitanza con una nuova idea di scienza, fondata
principalmente sull’osservazione dei fatti e del mondo reale, seguendo un percorso di tipo
logico-razionale e ricercando l’oggettività.
L’osservazione della realtà sociale ha le sue origini da Bacone e Galileo ma si compirà tra
il ‘700 e l’800 con l’affermazione del positivismo e del metodo scientifico, nasce così
un’osservazione che cerca oggettività, tale oggettività non è stata più determinante nei
primi anni del ‘900 in quanto messa in discussione dal principio di indeterminazione della
fisica quantistica che spiegava come l’oggettività fosse difficile da raggiungere anche nelle
scienze naturali, perché l’intervento del ricercatore dentro l’esperimento era un dato di
fatto (studio delle particelle quantiche) favorendo così lo sviluppo della sociologia
qualitativa (micro).
In tutta la prima parte del testo di Sombart “LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA” viene
spiegato come questi 3 poli:
Rivoluzione industriale
- Rivoluzione francese
- Nuova concezione della scienza
-
Costituiscono il terreno fertile per lo sviluppo e l’evoluzione della sociologia intesa in senso
moderno.
La rivoluzione industriale ha portato cambiamenti dal punto di vista tecnologico, ma
soprattutto dal punto di vista della produzione.
Nel settore industriale la società afferma se stessa e attraverso il mercato, attraverso le
logiche della domanda e dell’offerta, in qualche modo la società si autoregola, secondo
Smith questa autoregolamentazione avviene in maniera quasi naturale ed equilibrata,
Marx smaschererà il circolo della produzione industriale e le ingiustizie che si vengono a
creare nella produzione dei beni, mettendo in discussione l’analisi di Smith.
Dal punto di vista politico la rivoluzione francese ha portato la trasformazione delle leggi,
che non sono più nelle mani del sovrano, ma sono il frutto di un’elaborazione da parte di
individui preposti a governare e sono perfettibili.
L’illuminismo porta ad avere una nuova visione dell’uomo, non solo come essere
pensante, ma come individuo capace di creare delle trasformazioni all’interno della società
in cui vive.
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.