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La situazione delle riforme femminili in Francia e in Germania

In Francia, le riforme erano l'esito della contestazione degli sforzi femminili delle organizzazioni e movimenti, mentre in Germania lo stato stesso aveva promosso delle riforme e voleva migliorare la posizione della donna e di rafforzarne il legame di adesione e di fiducia nello stato e nella società socialista. Questo atteggiamento incerto tra desiderio di aprirsi e paura delle conseguenze, spiega il tono e l'ambiguità dell'approccio della stampa femminile tedesca verso l'estero: era una stampa anche di stato in cui si riflettevano i più frequenti rapporti con paesi occidentali, i rilevanti mutamenti sociali e legislativi, la loro influenza sullo sguardo reciproco e la differente percezione dei cambiamenti in atto. Fino al 1968 il Dfd considerava il mondo capitalista come una società statica. La critica, negli anni '50, si concentrava sull'ascente politica comunitaria che attraverso il Piano Schuman avrebbe subordinato al.

capitaleinternazionale i diritti dei lavoratori, contrapponendoli gli uni agli altri e togliendo il loro unico strumento di lotta, lo sciopero. Differenze ed ingiustizie contro cui i partiti e le organizzazioni femminili combattevano. Gli avvenimenti del 1968 segnarono la svolta. La rivoluzione era scoppiata in tutto il mondo occidentale, sostituiva l'immobilità, il peso della tradizione e il conservatorismo. La Francia e l'Italia erano quelle maggiormente osservate per le proteste studentesche, manifestazioni delle donne e le lotte operaie che confermavano le crisi del sistema politico liberale e capitalista, nel contempo anche la forza del movimento socialista internazionale, che era l'artefice del cambiamento, era la sinistra che si opponeva in Francia al regime illiberale di De Gaulle e in Italia al governo conservatore e patriarcale della Dem. Fd poneva l'accento sul protagonismo delle donne francesi, che erano in prima linea e denunciava le cause non

solopolitiche della mobilitazione legate ad una discriminazione economico-salariale tra i sessi. La rivoluzione italiana, invece, FD poneva l'accento sulla questione universitaria, troppo elitaria e insufficiente strutturalmente per il numero di studenti, e si segnalava come l'impatto delle manifestazioni organizzate dall'ud, in piazza per i diritti dei giovani, donne e masse popolari stesse effettivamente dando dei suoi frutti. Nel contempo DFD temeva il contagio dello spirito di ribellione e spiegava attraverso FD che gli scopi per le quali le donne francesi ed italiani lottavano erano già state realizzate nel loro stato. Si suggeriva di attenuale la rivoluzione con utilizzo di idee nuove, impegnandosi nel lavoro e controllando la qualità in Germania est. Quanto all' Udi, coinvolta anch'essa in prima linea nelle manifestazioni, manifestava grande interesse nella Francia. La situa francese sembrava un caso esemplare, un modello da seguire.

Per organizzare in Italia un movimento di protesta che rivendicasse diritti a lungo negati. In Francia, dopo l'oscoppio delle manifestazioni, si vedeva una Parigi diversa, affrancata da ogni gerarchia in città, si poteva passeggiare, regalava ai cittadini il tempo e lo spazio per comunicare, era una visione molto idealizzata, che riflette però l'approccio emotivo e non solo politico o ideologico. Sul versante francese, a scuotere le HC furono gli eventi del maggio francese. Oltre a lottare per le donne, uno sguardo più ampio era rivolto alla guerra del Vietnam. Un appello che chiamava la risoluzione finale del congresso tenuto sul Vietnam, vittima di un'aggressione imperialista americana. Tutti erano concentrati sulla scossa che aveva dato al sistema capitalistico e liberale francese le varie manifestazioni, e tutti si unirono ancora di più alle proteste. Minore era l'attenzione per l'Italia e i suoi sovvertimenti che erano percepiti come

marginali rispetto al vigore dellarivoluzione francese e era nelle riflessioni fatte al congresso mondiale delle donne di Helsinki del 1969 chela rivista menzionava anche le grandi lotte dell’anno scorso sul salario, sul congedo di maternità, lariduzione del lavoro e questioni all’ordine del giorno sia in Italia che in Finlandia, ma lo sguardo era rivolto14di più alla condizione delle donne nei paesi comunisti e del terzo mondo. Analoga era l’interpretazione del1968 da parte di ND e HC e rivelatrice di affinità molto più numerose di quelle di cui le due riviste fosseroconsapevoli. Mentre Fd (temendo eccessi libertari) lo interpretava come una crisi del sistema politico ecome una rivoluzione di classe contro il capitalismo, insistendo sulle ragioni economiche della protesta epuntando il dito contro le ingiuste condizione di lavoro e disoccupazione che penalizzavano le donne, ND eHC ponevano l’accento sulla liberà che le donnesembravano conquistare e interpretavano la rivoluzione come una rivoluzione dei costumi e della morale, condividendo la critica alla società autoritaria e repressiva tradizionale, che negava alla donna l'aborto e altre cose. Il punto non era la dimensione politico economica, ma quella soggettiva. Il punto di vista individuale o di genere faceva aggio sul profilo politico complessivo. L'80% delle donne francesi avevano vissuto l'esperienza del '68 e si sono riconosciute in una generazione politica di quell'anno, gli uomini no. Era forse questo carattere di genere a condizionare il riposizionamento dell'udi e dell'uff rispetto ai partiti di sinistra, solo in quell'anno le due organizzazioni iniziarono a porre in primo piano obiettivi propri, specifici e di genere. Questa maggiore autonomia di giudizio si tradusse in un distacco rispetto ad alcune posizioni del Dfd, come ad esempio quando l'udi esprimeva una condanna nei confronti.

Dell'intervento in Cecoslovacchia. Temi e questioni comuni sembravano percorrere le tre riviste intema di questione femminile: il problema del ruolo paterno nella famiglia e verso i figli. Analizzavano l'immagine della donna restituita da stampa e tv, al centro di entrambe le riviste c'erano questioni di divorzio, contraccezione, libertà della donna nella coppia, tema rimasto sempre marginale per FD però. La rivista mirava a sostenere l'unità delle coppie, la solidità famigliare era funzionale all'equilibrio del sistema. Diversa relazione fra stato ed organizzazioni tra udi e Uff e Dfd introducevano delle grosse differenze. La rivoluzione non scoppiaNel corso degli anni 70 si assiste ad una trasformazione dei rapporti tra le tre sorelle che si riverberano nella stampa. La rivoluzione in occidente non scoppia, le riforme in ritardo arrivano ma senza un significativo sostegno da parte dei partiti comunisti italiani e francesi. Per

L'uff il rapporto con il partito si rivelò più durevole, perché volevano un progetto di sinistra unita che superasse le contraddizioni del passato, l'udi si emancipava dal Pci. Il cambiamento nel PCf allentava lo stretto legame con la Sed, modificando gli equilibri complessivi. Minore era l'interesse che il dfd sembrava riservare per Francia e Italia. Le riforme introdotte in Germania introducevano la rivista a sottolineare i vantaggi che le lettrici avevano e i diritti che lo stato socialista le garantiva. Con la firma nel 1972 della Trattato fondamentale con la repubblica federale aveva intensificato i rapporti tra loro e rafforzato il ruolo internazionale della Rdt, grazie al riconoscimento giuridico di oltre 123 Stati, all'ingresso all'ONU e alla partecipazione alla conferenza per la cooperazione e sicurezza internazionale di Helsinki. Il prestigio dell'altra Germania e il consenso all'interno dello stato ne erano accresciuti.

la dfd aveva creato una rete di contatti in diversi paesi europei, tra cui Francia e Italia. Tuttavia, la ricerca di una rete efficace di contatti era diventata meno urgente in questi due paesi. Il dfd era rimasto deluso dai risultati raggiunti nel movimento femminile occidentale. Nel mondo capitalista, non c'erano più ideali e le donne non scendevano più in piazza. Non avevano più tempo e voglia di impegnarsi politicamente. Il giudizio duro rifletteva la diffidenza della dfd verso un femminismo troppo eterogeneo e figlio di una crisi capitalistica. Questo femminismo era incapace di tutelare i diritti delle donne e generava una profonda insoddisfazione. La risposta di questo femminismo era sbagliata, poiché incitava ad andare contro l'uomo anziché contro il capitalismo, considerato il vero responsabile. La lotta avrebbe richiesto la collaborazione tra i sessi. Se si guardava all'Italia, si poneva in rilievo la persistenza di costumi familiari e sessuali patriarcali. Mancavano figure femminili proposte come modello, come avvenne in Francia. Sul piano organizzativo, la dfd aveva creato una rete di contatti in diversi paesi europei, tra cui Francia e Italia.l'apertura delle frontiere dopo la firma del trattato ha agevolato i contatti fra le tre. Il 1975 è stato proclamato dall'Onu "anno internazionale della Donna", e il congresso internazionale della donna si tenne a Berlino est, una finestra per l'occidente ma anche l'occasione di un confronto molto stretto e ravvicinato tra le femministe americane e quelle dei paesi del socialismo reale, e quelle europee. Dal punto di vista dell'udi, i paesi socialisti continuarono a rappresentare un esempio di società avanzata che riconosceva alla donna servizi sociali, parità di lavoro, diritto all'aborto. Il confronto con la situazione della donna nella Repubblica Federale Tedesca confermava la superiorità dei sistemi socialisti, almeno sul piano dei diritti della donna. A Mosca nel 1975 si svolgeva il Convegno Urss-Italia sulla condizione della donna e sul diritto di famiglia: in Unione Sovietica, una donna può portare a.fine senza timore un iter semplice e lineare di causa di divorzio perché è autonoma, socialmente e culturalmente. La Francia non cessava comunque di suscitare interesse perché ND sottolineava la libertà della donna francese e la forza provocatoria e trasgressiva del movimento femminile in Francia, soprattutto grazie ad una fitta corrispondenza. Venne illustrato alla lettrice italiana una legge francese sul congedo parentale che vedeva al padre riconosciuto di occuparsi dei figli nei primi due anni di nascita senza perdere il posto di lavoro, esito che in Italia sembrava impensabile. L'udi attribuiva la colpa principalmente alla maggiore influenza della chiesa e la pressione che esercitava la morale cattolica in Italia. L'Italia confermava di essere ben lontana dal modello dell'Uff, la situazione sociale e politica comunque non era poi tanto dissimile. La questione dell'aborto in Italia era affrontata con un riferimento esplicito alla.situazione francese, che veniva visto come un diritto e una libertà dell'individuo e della donna, al di là dell'interesse del partito o di un modello economico sociale. Per quanto riguarda il divorzio, si suggerisce la necessità di porre un divorzio-rimedio come soluzione al divorzio-sanzione che ponga quindi rimedio ad una sit
Dettagli
A.A. 2020-2021
39 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariasolegotter di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marchi Michele.