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CROWN
= marre (è anche la coda della balena)
FLUX = palme
HAMS = fuso
SHANK
= doppino di corta
BITE 19/03/2015
Modern Fiction (19181919) – Virginia Woolf
Altre importanti opere di Virginia Woolf sono ad esempio To the Lighthouse
(contrazione e dilatazione del tempo) e Mrs Dalloway (flusso di coscienza).
(1) Indica 3 autori a lei contemporanei, che tuttavia producono le maggiori opere
prima del 1910 e perciò vengono definiti Edwardian: si tratta di Mr Wells (H. G.
Wells, scrive libri di fantascienza, politica…), Mr Bennett, Mr Galsworthy, eccelsi
nella narrativa ma che ancora portano la propria attenzione su aspetti su cui il
materialisti,
romanzo non si dovrebbe più concentrare: sono definiti in quanto si
concentrano sul mondo borghese, ma sono attenti ai soli aspetti concreti della realtà.
Scrivono prevalentemente saghe. Dice che questi narratori sono impeccabili, ma sta
succedendo qualcosa che fa si che essi non siano più adatti.
Questa sensibilità si conclude nel 1910, anno in cui iniziano a diffondersi i Manifesti.
(2) Il paragrafo centrale in cui risponde alle domande retoriche poste alla fine del
paragrafo precedente (Virginia Woolf non afferma mai le cose in modo perentorio,
ma è convinta della sua superiorità).
Le due domande: La vita è come viene rappresentata? I romanzi devono essere così?
Guardiamo dentro e la vita ci sembra diversa da come la leggiamo.
La mente durante un giorno qualsiasi è colpita da una miriade di impressioni. Si
viene colpiti da tanti atomi, non tutti uguali, perché solo alcuni si imprimono nella
mente (libertà dell’epifania). Se lo scrittore non fosse bloccato in convenzioni non ci
sarebbe una trama, questa non sarebbe indispensabile per trasmettere la vita.
Nemmeno la netta distinzione commediatragedia esiste: spesso anche in Shakespeare
questi due generi si compenetrano.
La vita non è ordinata: è una luce indistinta (ma comunque sempre una luce).
Anche quando è aberrante, la realtà deve essere raccontata e si deve soprattutto
rimanere attinenti alla realtà senza aggiungervi elementi esterni.
Poi parla di Joyce: non parla di una sua superiorità, dice che egli è in linea con i
tempi.
Gli autori modernisti come Joyce cercano di stare vicino alla vita e trattare ciò che li
commuove e li intriga, anche se per questo devono abbandonare le convenzioni: è una
sfida.
Cosa bisogna fare per essere realisti? Bisogna registrare gli atomi con l’ordine in cui
cadono, se li registriamo per come li percepiamo i nostri pensieri possono risultare
disconnessi, ma si è coerenti con l’inconscio.
Gli eventi notabili non sono quelli grandi, ma quelli del quotidiano (l’Ulisse di Joyce
è l’esaltazione dell’eroe quotidiano). Virginia Woolf parla in questo suo saggio
dell’Ulisse di Joyce anche se l’opera nel 1918 era ancora incompleta, fa riferimento a
questa e a The Portrait of the Artist as a Young Man. Fino al 1920, infatti, l’Ulisse
viene pubblicato sulla rivista Literary Review fino al capitolo 13 (dal 13 fino al 18
non verranno previamente pubblicati su riviste).
Possiamo solo azzardare che Joyce stia tentando qualcosa di diverso, ma non c’è
dubbio che sia qualcosa di sincero e rilevante, qualsiasi sia il risultato.
Contrariamente ai materialisti, Joyce è spirituale.
A costo di risultare sgradevole e complesso, andando contro la coerenza. Il narratore
classico fa di tutto per mettere nel suo libro qualcosa che l’osservatore esterno possa
credere, Joyce sembra fare il contrario. 19/03/2015
Prefazione The Nigger of the Narcissus
Sahid individual due epifanie nel tema dell’autobiografismo di Conrad: in The Mirror
of the Sea, egli scopre di essere un Seaman, in Personal Record, egli capisce che è
uno scrittore, che ha la capacità di trasmettere.
The Nigger of the Narcissus è il romanzo con cui sfida il destino, quello in cui si
riflette maggiormette e si mette più in gioco. La prefazione è considerata il manifesto
dell’impressionismo letterario.
Impressionismo letterario
Corrente fondata da F. M. Ford, autore che ha anche collaborato con Conrad: “noi
siamo impressionisti perché lasciamo impressioni nella mente, non ci dilunghiamo in
descrizioni, magari presentiamo una sola immagine”.
Imagismo
Corrente di Pound – hard and dry (come recita una poesia di Hardy). È proprio Hardy
ad ispirare questa corrente, che non è fatta più di poesia celebrativa, bensì scevra,
senza orpelli narrativi. Pound scrive ‘In a Station of the Metro’, all’inizio in 30 righe,
ma gli sembrava troppo dispersiva e la riduce a soli 2 versi. Altra imagista è E.
Doolittle.
Conrad precede gli imagisti perché non è ridondante, crea immagini sintetiche, una
stenografia descrittiva (tante immagini incisive).
Un opera che aspira alla dignità dell’arte non deve avere nulla di casuale: tutto deve
essere frutto di uno studio e un tentativo di ‘rendere al massimo la realtà’. Anche le
descrizioni devono essere pensate, non casuali. Gli artisti come i filosofi e gli
scienziati devono rivolgersi alla verità, cercare la verità.
Filosofo e scienziato cercano le leggi universali della natura, parlano della nostra
razionalità, a volte di timori o superstizioni che gli scienziati cercano di
‘smascherare’. Scienziati e filosofi fanno appello alla nostra capacità di credere. Alla
fine del 1800 la scienza aveva fatto grandi progressi ed era all’apice della
consapevolezza, serenità. Poi subentra Darwin ed il pessimismo che ispira i
modernisti.
Gli scienziati ed i filosofi parlano di ragione, ma la nostra mente ha anche bisogno di
altro, di quello che può offrire l’artista.
Anche l’artista è messo di fronte allo spettacolo enigmatico della natura e si confronta
con sé stesso. Possiamo costruirci un’armatura ma non c’è scienza che tenga: dentro
siamo vulnerabili. Il messaggio dell’artista non si basa su leggi ma è eterno.
Conrad esprime un concetto lontano dal principio positivista, non discute
sull’importanza della scienza, dice che non è tutto, non è abbastanza. L’arte non
essendo dipendente da leggi negabili e fallibili crea un sentimento di fratellanza,
concretizzato poi nei romanzi di Conrad nella societàmicrocosmo della ciurma. I
sentimenti sono più evidenti in mare in quanto è solo il senso di solidarietà che spinge
gli uomini ad unirsi contro il mare.
Conrad è preoccupato di dare un senso alla propria opera.
Quello che inizia con Fiction – è il paragrafo modernista in cui si intrattiene sulla
poeticità della narrativa.
Fiction è il genere in cui si inserisce: scienziati e filosofi si appellano alla credulità,
gli artisti al temperamento. Lo scrittore deve saper dare a cose effimere il loro vero
senso: dare ad esse un tempo ed un luogo. Perché l’impressione sia efficace deve
ispirare i sensi (il mondo visibile è percepibile).
Il punto chiave consiste nel raggiungere la rispondenza emotiva.
Il fatto che secondo Conrad bisogna mettere sullo stesso piano tutte le arti in modo
che si compenetrino è modernista.
Viene inoltre sottolineata nuovamente l’ossessione di Conrad per le parole: non vanno
usate a caso ma vanno scelte per il loro senso: non bisogna usare parole consunte a
vanvera.
To make you hear, to make you feel, ma soprattutto to make you see, vengono usati
verbi sensoriali.
È facile quando si cresce chiedere solo l’utile e l’immediato, di essere consolati,
edificati. Il lettore ha esigenze: evasione, divertimento, edificamento, miglioramento,
consolazione… potrete trovare tutto quello che chiedete ma farò anche di più: vi darò
un barlume di realtà. 26/03/2015
Letteratura Inglese
Prefazione a The Nigger of the Narcissus
Nel paragrafo 6 si fa riferimento all’esperienza: ogni studioso ha il proprio compito:
scienziato, filosofo… il compito dello scrittore è quello di afferrare un momento di
particolare intensità della vita umana.
(paragrafo 7: it is evident that…)
Nella storia della letteratura per convenzione si creano tendenze: un autore fa parte di
una tendenza che poi si codifica; un autore non è però solo una tendenza: è più
tendenze insieme (mentalità modernista, di compenetrazione); in quanto ogni
corrente ha una propria verità.
“Sentimentalismo che come poveri è difficile da eliminare”: purtroppo la povertà è un
male difficile da sconfiggere.
Riguardo all’estetismo di Oscar Wilde (art for art’s sake) dice che quando l’autore ha
in mente che il proprio mestiere è la ricerca della verità, anche il richiamo
dell’estetismo, dell’arte per l’arte, non è più così allettante.
Lo scrittore è come un workman della terra, forse capendo meglio il suo lavoro si può
apprezzare di più perché sapendo il fine di un progetto si è più propensi ad
apprezzarlo. C’è un invito a fermarsi e a dare attenzione a ciò a cui noi nell’ozio non
prestiamo attenzione. Se veniamo a sapere che tutti quei movimenti a cui di solito non
prestiamo attenzione hanno uno scopo, siamo più disposti ad ascoltarlo; e se siamo
ben disposti possiamo perdonargli l’insuccesso. Lo scrittore è un lavoratore dell’arte,
workman dell’arte.
Il buon esito per lo scrittore è lontano (Conrad scrive questa prefazione per il suo
terzo libro, in cui si mette particolarmente in gioco dopo due insuccessi). Lo scopo
dell’arte è difficile: il compito dello scienziato ha un esito, un trionfo, il compito del
filosofo porta ad una legge di natura, invece quello dello scrittore no. Tuttavia il suo
compito non è meno grande, solo più difficile perché non ha un chiaro esito.
C’è la traccia dell’epifania nel momento in cui parla del fermare per un momento le
mani affaccendate al lavoro della terra e fermare gli uomini per gettare uno sguardo
alla visione di forma, colore, luci, ombre; dicendo che questo è il compito degli
scrittori e non tutti hanno questo destino ma chi è fortunato o merita può riuscirci ed
ecco che si è di fronte alla verità. 26/03/2015
Capitolo I – La Critica Conradiana (leggere)
Il testo di riferimento è ‘A Personal Record’, opera in cui fa annotazioni critiche,
poetiche e di stile.
In A Familiar Preface
Nascere ossia cadere in mare (Magris).