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Tra i documenti minori si ricorda il calendario gotico, frammento di un martirologio

scritto in Italia. Gli unici testi di carattere profano sono due atti di vendita che

contengono dichiarazioni e firme in gotico, testimoniando l’estensione ad un uso civile

e giuridico della lingua gotica scritta.

Il lessico

Il vocabolario fornitoci dai frammenti è assai limitato rispetto a quello che doveva

essere l’effettivo patrimonio lessicale della lingua gotica.

Sia greco che latino hanno influito in particolare sulla terminologia cristiana attraverso

prestiti e calchi. I prestiti sono penetrati nel lessico gotico in periodi distinti e hanno

aggilus

subito gradi di integrazione a seconda della via di penetrazione, ad esempio

aikklesjo

‘angelo’ o ‘chiesa’, voci comuni di carattere religioso che appaiono ben

integrate e quindi devono essere state acquisiste in epoca antica. Parole come

praufetja ‘profezia’ sono riservate ad un linguaggio più dotto e possono facilmente

costituire innovazioni attuate dalla traduzione di Wulfila.

I calchi hanno notevole impiego nella bibbia gotica perché costituiscono il mezzo più

appropriato per trasmettere i concetti di dottrina e pratica cristiana in un mondo in

origine culturalmente estraneo. Tra i calchi di struttura sono frequenti gli aggettivi

qualitativi e gli astratti. Con i calchi semantici, invece, si attribuisce ad una parola un

nuovo significato sul modello greco per indicare un concetto nuovo di ispirazione

(ahma weihs

cristiana ‘spirito santo’).

L’antico nordico

I testi nordici documentano molteplici aspetti delle tradizioni, della cultura e della

mentalità germaniche in epoca pagana, precedente all’impatto con la civiltà latino-

cristiana.

Conservatività del mondo nordico

L’inizio della tradizione manoscritta risale ad epoca tarda: in Islanda e Norvegia al 12

secolo e in Svezia e Danimarca al 13 secolo, posteriormente all’introduzione del

cristianesimo e al progredire della penetrazione della civiltà europea.

Anche i testi nordici tramandati rappresentano un patrimonio di tradizioni e civiltà

originariamente germaniche, ma mediato attraverso il filtro di una cultura cristiana.

Motivi letterari e religiosi assumono aspetti sincretistici, la morale tradizionale si

confronta con i nuovi ideali apportati dal cristianesimo.

Da una parte si ha la voluta conservatività dell’ambiente islandese per ragioni

politiche che resta attaccato alle tradizioni culturali e religiose indigene; dall’altra si ha

una conversione del mondo nordico che conserva in materia religiosa un

atteggiamento tollerante e non dogmatico.

Suddivisione cronologica dell’antico nordico.

La gran parte della produzione letteraria in antico nordico proviene dall’Islanda e dalla

Norvegia. Il contributo di Svezia e Danimarca è limitato a testi giuridici risalenti al 18-

19 secolo che documentano le differenze dialettali che dovevano esistere tra le varie

regioni del mondo scandinavo antico.

La lingua che si definisce come antico nordico è quella letteraria che è rappresentata

da tutta la documentazione scritta indigena del mondo nordico dalle origini al 18-19

secolo.

Nella tradizione linguistica antico nordica si usa distinguere tre periodi:

- Periodo runico (dal 5 al 9 secolo) documentato dalle iscrizioni runiche,

caratterizzate dall’uso del futhark antico di 24 segni.

- Periodo vichingo (dal 9 all’11 secolo) la cui documentazione è costituita dalle

iscrizioni runiche più tarde in un alfabeto ridotto a 16 segni (futhark recente). In

questo periodo ha avuto inizio la fioritura letteraria dei generi di origine orale

come: poesia eddica, scaldica e saghe.

- Periodo nordico classico o norreno (dall’11 al 14 secolo) al quale risale la

documentazione manoscritta e durante il quale il nordico si identifica con

l’islandese e il norvegese antico. L’influenza delle lingue sudorientali, svedese e

danese, diventerà rilevante nel mondo nordico nell’epoca successiva.

Mentre lo svedese, per la sua posizione isolata, avrà un’evoluzione più regolare

ed appare oggi più conservativa delle altre lingue scandinave, il danese farà da

tramite all’interferenza tedesca e all’espansione politica nel regno di Danimarca.

A partire dal 14 secolo il danese diventa in Norvegia la lingua ufficiale

dell’amministrazione statale a cui, nello scorso secolo, si oppose una lingua

nuova creata sul materiale dialettale indigeno e riconosciuta ora come lingua

ufficiale.

Le origini della cultura islandese

L’evoluzione culturale e letteraria si realizza in connessione a tre fatti storici: il

movimento vichingo, la colonizzazione dell’Islanda e l’acquisizione del cristianesimo.

I vichinghi. La colonizzazione dell’Islanda.

Il dinamismo dei vichinghi li mise in contatto con le civiltà più ricche e diverse.

Durante la lunga dominazione dell’Islanda e delle isole britanniche settentrionali

entrarono in contatto con la civiltà celtica ed anglosassone; la debolezza dell’impero

carolingio e la ricchezza ottenuta dalle incursioni piratesche li incoraggiarono alla

penetrazione nell’Europa continentale, dove entrarono in contatto con la cultura

cristiana medievale. L’influsso della civiltà cristiana e dell’organizzazione statale di

tipo carolingio suscita nella civiltà nordica una reazione conservatrice che avrà come

effetto la colonizzazione dell’Islanda e la conservazione dei tratti più caratteristici ed

arcaici del mondo nordico. Fino alla fine del 9 secolo, infatti, i sovrani settentrionali

avevano rispettato l’autonomia delle piccole comunità di origine tribale. Quando il re

norvegese Haralrd Hárfágr cercò di unificare sotto la sua sovranità tutta la Norvegia e

di organizzare uno stato autoritario di tipo feudale, molti norvegesi non accettarono

questo sovvertimento e preferirono emigrare in Islanda. Da ciò si forma in Islanda

quell’ambiente che darà origine ad una grande attività poetica e letteraria.

La conversione

La più profonda trasformazione culturale e sociale avvenne attraverso la conversione

al cristianesimo che rappresentò l’introduzione di un nuovo culto, diverse forme di vita

e di una nuova civiltà. Le nazioni germaniche occidentali svolsero un’importante

funzione mediatrice per la penetrazione della civiltà latino-cristiana. Con la

conversione e l’introduzione della scrittura latina si diffonde anche la conoscenza dei

testi liturgici e dottrinari cristiani, e si afferma l’uso del latino come lingua letteraria.

La concorrenza del latino fu forte sul continente, dove ad esempio lo storico danese

Historia danica

Saxo Grammaticus, scrisse la sua in latino, che tratta anche del mondo

nordico pagano.

In Islanda invece la tradizione norrena non ne resta influenzata in maniera rilevante

poiché la produzione letteraria si esprime essenzialmente in norreno.

La tradizione letteraria

La tradizione scritta in lingua norrena si sviluppò con l’introduzione della scrittura

latina in Islanda e Norvegia a partire dal 12 secolo. A parte le numerose traduzioni, la

produzione scritta consiste nella redazione di un vasto patrimonio letterario che

conosciamo attraverso elaborazioni e copie di epoca più tarda.

Questo corpus è composto da: poesia eddica, poesia scaldica, prosa di carattere

storico, scientifico, narrativo e saghe. La poesia mitica ed eroica e le saghe possono

aver avuto un’origine orale, ma la documentazione che si possiede rappresenta una

redazione rielaborata all’interno della tradizione scritta.

L’Edda

Mentre le liriche sono tramandate singolarmente, la poesia eroico-mitologica è

contenuta in gran parte in un manoscritto del 1270 detto Codex Regius, che fu trovato

in Islanda nel 1643 e denominato dal suo scopritore ‘Edda di Sæmund il Sapiente’.

L’Edda è una raccolta di 29 canti anonimi, vari ed autonomi quanto al contenuto, ma

omogenei riguardo al linguaggio. Apre la raccolta la Vǫluspá, che spazia attraverso la

storia mitologica del mondo, dalla creazione della terra alla nascita dei giganti, dei

nani e degli uomini fino alla previsione apocalittica del ragnarǫk.

Seguono altri canti legati alla figura di Odino e di Thor e alle loro avventure, tra cui

emerge il Hávamál che rappresenta una serie di massime e consigli di saggezza e vita

pratica.

Mentre la prima serie di canti è dedicata agli dei e alle loro avventure, la seconda

parte contiene carmi eroici intervallati da brani esplicativi in prosa.

I primi tre riguardano le avventure dei due eroi Helgi Hundingsbani e Helgi

Hiǫrvađsson, mentre gli ultimi 15 carmi si riferiscono al ciclo di Sigurđr.

Tutti gli studiosi hanno concordato nel riconoscere un nucleo più arcaico di origine

pagana con datazione anteriore all’11 secolo, mentre si parla di rielaborazione o

redazione definitiva per i più recenti.

Anche se i riferimenti al cristianesimo non sono espliciti, si nota in certi carmi la

presenza di una sensibilità nuova rispetto a quella epico-eroica e certe situazioni

possono consentire interpretazioni ambivalenti, sia in senso pagano che cristiano.

La poesia scaldica

Se la poesia eddica interpreta il patrimonio culturale del mondo nordico-islandese, gli

scaldi ne rappresentano l’aspetto attuale, l’ambiente delle piccole e grandi corti

vichinghe e dei loro valori fondamentali. La poesia scaldica è encomiastica e di

occasione, non anonima ma opera di poeti di mestiere. La loro tecnica ubbidisce a

degli schemi stabiliti che si fondano su uno stile descrittivo, virtuosismo metrico e

sull’originalità delle variazioni sinonimiche e metaforiche. Della poesia scaldica

conosciamo anche un’importante trattazione teorica dovuta allo storico Snorri

Sturluson che nella sua Edda ha lasciato un vero e proprio tratto sull’arte poetica.

L’opera è divisa in tre parti:

- La prima contiene un’esposizione della mitologia eddica dedicata alla materia

dell’arte poetica

- La seconda e la terza sono dedicate al linguaggio poetico e alla metrica.

La tecnica poetica

Tutta la poesia nordica è caratterizzata dalla suddivisione in strofe. I tipi di strofe più

comuni di Edda sono:

- Il fornyrđislag (metro epico antico) formato da quattro versi lunghi allitterati ed

è diviso da una cesura dopo il secondo verso.

- il lióđaháttr (caratteristico della poesia gnomica e dialogica) costituito da due

versi lunghi alternati da due brevi. Questi ultimi hanno tre accenti forti di cui

solo due su sillaba allitterante.

Mentre il lióđaháttr può consi

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Julie1402 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Sipione Concetta.