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ATTEGGIAMENTI INTERIORI HANNO GRANDE IMPORTANZA. LA PSICHIATRIA COME DISCIPLINA

AUTONOMA E' DESTINATA A SPARIRE, POICHE' NON SUFFICIENTE AD INQUADRARE LA PATOLOGIA. IL

FARMACO E' IMPORTANTE, SOPRATTUTTO IN QUELLE SITUAZIONI A RISCHIO PER TAMPONARE

SINTOMI E SENTIMENTI ECCESSIVI, MA NON PUO' ESSERE L'UNICA CURA. E' NECESSARIO INVECE IL

RECUPERO DEL LINGUAGGIO DELL'ERMENEUTICA, DELLE'ASCOLTO E DELL'INDAGINE.

2. INTERPRETAZIONI

1. NOI SIAMO RANOCCHI PENSANTI

Non è possibile fare psichiatri senza riflettere sui paesaggi dell'anima, che resta viva anche se ferita nelle

persone con problemi psicopatologici. Il linguaggio dell'anima è diverso dal linguaggio del corpo e dal

linguaggio della ragione;solo l'ascolto e l'intuizione possono comprenderlo.

Nietsche, La Gaia Scienza:

"Noi non siamo ranocchi pensanti;apparecchi per obbiettivare e registrare, dai visceri congelati. Noi

dobbiamo generare costantemente i nostri pensieri dal nostro dolore e materialmente provvederli di

tutto quel che abbiamo in noi di sangue, cuore, fuoco, appetiti, passion, coscienza, tormento, destino,

fatalità. Vivere vuol dire per noi trasformare costantemente in luce e fiamma tutto quel che siamo,

nonchè' tutto quello che ci riguarda: non possiamo affatto agire diversamente."

La PSICHIATRIA FENOMENOLOGICA:

‐ afferma che non è possibile accostarsi ad anime ferite se non siamo capaci di accogliere la sofferenza

del paziente come se fosse la nostra possibile sofferenza, immedesimandoci e partecipando ad essa,

riconoscendola nella sua dimensione umana. Ogni esperienza patologica presenta delle METAMORFOS

DELL'ESISTENZA: è fondamentale comprendere la soggettività dell'individuo.

‐ Le DIFFICIOLTA' NEL LINGUAGGIO e nel DIALOGO sono dovute all'incontro con l'altro ‐ da ‐ noi, che

prevede sempre una componente imprevedbile e non programmabile, un confronto con una esperienza

misteriosa ed enigmatica, nonchè sofferente.

‐ La DISPONIBILITA' DIALOGICA nasce dalla consapevolezza dell'irraggiungibilità razionale delle situazioni

contraddittorie della psicopatologia. L'asoclto non deve essere solo un prestare l'orecchio, ma un

lasciarsi condurre dalla parola dell'altro là dove la parola o il silenzio conducono.

NIETSCHE: non ci sono fatti, ma interpretazioni di fatti. La psicopatologia è stato d'animo ed esperienza

da interpretare nel suo significato non riducibile al generale.

L'ermeneutica è quindi una forma di conoscenza che si occupa de senso della vita umana, e utilizza

come mezzo l'interpretazione necessaria a far riemergere I SIGNIFICATI CELATI DIETRO ALLE

ESPERIENZE PSICOPATOLOGICHE. Il DIALOGO ERMENEUTICO non è inteso come dialogo

oggetto ‐‐‐> soggetto

ma

soggetto ‐‐‐> soggetto

un incontro tra due orizzonti che si fondono in un orizzonte nuovo, costituito dal cambiamento di

entrambi i soggetti nel momento dell'interpretazione.

Ecco che allora la PAROLA assume importanza: la parola è labile, i modi con cui viene comunicata ne

definiscono la dimensione terapeutica, può esser benefica ma anche rischiosa se utilizzata in modo

errato. La parola è terapeutica secondo B. quando riesce ad essere parola autentica e ad esser colta nel

suo vero significato da entrambi i soggetti. Le parole per questo motivo devono esser essenziali e non

ambigue, che dimostrino la non indifferenza di fronte alla sofferenza. La parola è anche silenzio, nel

quale recuperare tramite gli sguardi e i gesti la dimensione più interiore ed emozionale del paziente.

Ecco perchè la parola e il dialogo vengono spesso evitati: perchè sembrano banali, ma ogni dialogo è

profondamente difficile e anche rischioso, sopratutto se rivolto a personalità cos' fragili.

Secondo Borgna è importante leggere quindi non solo manuali psichiatrici piuttosto che psicologici:

spesso è nella letteratura (poesie, narrazioni, diari..) che si possono trovare le dimensioni più intime e

profonde della malattia sul soggetto;sono tipologie fondamentali per esplorare l'esistenza umana:è

possibile conoscere una patologia solo conoscendone i sintomi, ma senza conoscerne la dimensione più

umana, interiore, emozionale, esperienzale di tale situazioni che viene esperita dal paziente? Secondo

Borgna ovviamente no!

2. NELLA VERTIGINE DELLA GIOIA E DEL DOLORE

DOSTOEVSKIJ: soffriva di epilessia; aveva una capacità estremamente sensibile di autoanalisi e

introspezione di questi momenti di malattia, nei quali subiva un attacco epilettico. La sua malattia lo

portava a provare momenti di pronfonda sofferenza e angoscia (soprattutto negli attimi prima

dell'attacco), ma anche momenti profondamente felici ed emozionanti. Egli era in grado di trasformare

gli istanti di crisi epilettica nel punto supremo delle proprie opere, ma soprattutto non solo come

momenti tristi, ma come momenti di rivelazione, estasti, felicità ("felicità crudele") che addirittura lo

portarono ad affermare

"credetemi, non lo scmabierei con tutte le gioie del mondo"

Tutti i cambiamenti emozionali e interiori che questa patologia portava con se sono finemente descritti

in numerosi dei suoi romanzi e da numerosi dei suoi personaggi, che ovviamente hanno una

connotazione fortemente autobiografica (tra cui PRINCIPE MISKYN, opera L'Idiota).

I suoi testi, secondo Borgna, sono la testimonianza dell'importanza della comunicazione e del dialogo

per comprendere l'interiorità e l'esperienza della malattia. La malattia stessa fu fondamentale secondo

Borgna per D, poichè fu proprio quella a dargli quella sensibilità e quella genialità rintracciabile nei suoi

testi (altro elemento fondamentale della patologia secondo Borgna: patologia non solo come elemento

negativo, ma anche come elemento positivo, fonte di genialità, sensibilità e profondità).

Ciò che vuole concludere Borgna da questo esempio di personalità, è riportato nell'opera de L'Idiota,

scritto da D stesso:

che importa che questa tensione sia ANORMALE, se il suo risultato, la sensazione di un minuto o

secondo, ricordata poi e analizzata nello stato SANO, si rivela formata in sommo grado di armonia e

bellezza, e dà un senso inaudito di pienezza, equilibrio, pace e di trepidante, estatica fusione con la

sintesi suprema della vita?

Borgna vuole trovare un nuovo senso alla sofferenza e alla malattia, che non sia un senso solo

negativo, che non veda la malattia solo come ANORMALITA'. L'importanza di D. è rilevante secondo

Borgna per due motivi:

‐ per la descirizione profonda dell'epilessia, non solo nei suoi sintomi e nella sua manifestazione, ma

anche nella sua profondità esistenziale

‐ per l'importanza che questa esperienza di malattia riveste per il soggetto, anche nell'affrontare la vita o

nello stabilire relazioni, il tutto sempre descritto nelle sue opere

Il romanzo di D insegna che è fondamentale guardare a chiunque abbia in sè dolore e angoscia, malattie

e disperazione, con grande UMANA DISPONIBILITA', poichè l'indifferenza e l'insensibilità farebbero

perdere il vero senso dietro alle loro soggettività.

3. MORIRE DELL'INDICIBILE FIORE DEL SENSO

ANTONIA POZZI: una malinconia lacerante la portò al suicidio all'età di soli 26 anni. Già a 14 anni mostrò

grandi capacità introspettive, scrivendo sullo scorrere del tempo percepito dall'alto della sua malinconia

esistenziale: un tempo lacerato, sfuggente, angosciante. Scrisse numerosi diari, nella quali riportava ogni

suo stato d'animo. Si paragonava a Tonio Kroger, protagonista di Thomas Mann, a causa del desiderio di

vita sopraffatto dalla nostalgia, in un esistenza piena di sofferenza.

Qui, o si muore o si comincia una nuova

Il tema del SUICIDIO è ricorrente, esplicito nei diari del 1935 ("

vita" ), anche se in questi anni sembra che un barlume di speranza sia ancora presente. La nostalgia di

morte diventa sempre più forte tra il 1936 e il 1937: qui troviamo descrizioni di smarrimento,

isolamento, invidia nei confronti dei morti per il loro esser appunto deceduti, stanchezza vitale (tutti

sentimenti molto forti, evidenti sintomi della sua malinconia). Spesso nei suoi diari viene rievocato

l'amore perduto e infranto per Antonio Cervi, suo professore di latino con cui ebbe una relazione, unico

amore che finchè resistette sembrò esser appiglio alla vita. Nel 1937 iniziano le esperienze allucinatorie,

ad esempio Borgna rievoca un pezzo di diario nel quale Antonia parla di un angelo che la prende per

mano e la fa inginocchiare, obbligandola a baciare la terra. Altre tematiche individuabili negli ultimi anni

di vita all'interno dei suoi diari:

‐ l'amore perduto, unico motivo di speranza

‐ sentimenti di estraneità e isolamento: si paragona ad acqua ferma sull'orlo di un precipizio

‐ la morte diventa un concetto positivo, come sollievo all'insensatezza dei giorni.

Oltre ai diari, scrisse numerose poesie, anch'esse specchio della sua anima. Qui la malinconia prende

forma in figure differenti: ad esempio, una poesia fa riferiemento alla solitudine, in cui lei si trova a

girovagare per delle strade buie, sentendosi una piccola ombra.

L'elemento che Borgna vuole porre all'attenzione del lettore è il seguente: tutta questa sua malinconia

interiore passò del tutto inosservata alla famiglia, sottolineando la DIVARICAZIONE E LA DISSONANZA

TRA L'ESTERIORITA' O I MODI DI VIVERE E APPARIRE E L'INTERIORITA'/PROFONDITA' DELL'ANIMA. La

sua sofferenza fa parte di quelli che l'autore descrive come misteri e segreti dell'anima, non decifrati e

colti dagli Altri; sono maschere non svelate. Solo il confronto dialogico può cogliere questi aspetti che

altrimenti, come nel caso di Antonia, non vengono colti!

Anche in questo caso la psicopatologia è fonte di ispirazione e creatività per l'autrice:tutte le poesie di

Antonia partono infatti dalla sua lacerazione inteirore; le sue opere si presentano come le custodi della

sua anima.

4. COSì SILVIA BRUCIA DALIE GIALLE

Sylvia Plath scrisse sia diari (in cui si individuano le incrinature psicotiche comparsee già a 20 anni) che

poesie. In entrambi i casi emerge il conflitto tra la malattia e l'ispirazione creativa.

Nei diari emerge una vita fatta di alti e bassi, lacerata da angoscia e dolore, risucchiata dal fascino della

morte volontaria: dopo il primo tentativo fallito di suicidio nel 1953 all'età di 21 anni, morì esattamente

10 anni dopo, nel 1963, sempre con suicidio. Tra le tematiche di questo primo periodo possiamo

individuare:

‐ un mondo che crolla, insensato, indesiderato

‐ forte a

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Publisher
A.A. 2014-2015
11 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher desidesi92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ermeneutica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Giannetto Enrico.