Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 41
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 1 Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ermeneutica contemporanea - Appunti Pag. 41
1 su 41
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La filosofia ermeneutica del diritto

1. Premessa

Il termine "ermeneutica" viene oggi usato in più sensi: in un primo senso, esso è un semplice sinonimo di "interpretazione"; in un secondo senso, indica ogni dottrina filosofica o giusfilosofica che attribuisca un rilievo centrale al problema dell'interpretazione; in un terzo senso, designa l'anticatradizione dell'interpretazione dei testi sacri (religiosi, ma anche giuridici); in un quarto senso, denomina una corrente filosofica del Novecento, fondata da Hans Georg Gadamer[1]; in un quinto senso, denota l'idea che - contrariamente a quanto

la filosofia analitica, ampiamente analizzata nel capitolo precedente. Richiamando il primo capitolo per quanto concerne le origini della filosofia ermeneutica in generale, va comunque aggiunto che l'ermeneutica filosofico-giuridica, come del resto la filosofia analitica del diritto, non può ridursi all'applicazione di una filosofia generale del diritto: da questo punto di vista, anzi, l'ermeneutica potrebbe già considerarsi al confine tra le tradizionali filosofie del diritto in senso stretto e le filosofie del diritto in senso ampio, oggi coltivate sia dagli analisti che dagli ermeneutici. Almeno una corrente dell'ermeneutica, che fa capo al romanista e filosofo del diritto Emilio Betti[3] e alla sua "Teoria generale dell'interpretazione" del 1955, prosegue infatti quella tradizione di riflessione sulle tecniche interpretative dei testi sacri che abbiamo visto costituire il terzo senso di ermeneutica; e anche l'ermeneuticafilosofica di Gadamer, il cui testo fondamentale è "Verità e metodo", del 1960, ha sinora influito sulla giurisprudenza, in particolare tedesca, non meno di quanto abbia influito sulla filosofia del diritto in senso stretto. Ciò è potuto avvenire soprattutto grazie all'elaborazione di due nozioni, che negli ultimi anni hanno attirato l'attenzione spasmodica di giuristi e filosofi: le nozioni, già heideggeriane e poi gadameriane, di precomprensione e circolo ermeneutico, di cui abbiamo fatto accenno nel primo capitolo[4]. Analizzando più ampiamente tali nozioni, diciamo che per "precomprensione" (tedesco Vorverstandnis) si intende la tesi secondo la quale la comprensione di oggetti culturali in generale e l'interpretazione di testi giuridici in specie, sarebbe orientata da una sorta di rappresentazione anticipata del risultato, determinata dalla appartenenza dell'interprete ad un determinato contesto vitale ediscorsivo[5].La comprensione, in altri termini, nascerebbe da una pre-compresione, fondata sui pre-concetti e i pre-giudizi dell'interprete, che questi progressivamente supererebbe per accedere a una precomprensione più articolata[6]: tesi che, applicata, all'interpretazione giuridica, ha almeno il pregio di caratterizzarla, non come una sorta di flash intellettuale, ma come un processo articolato in più fasi. Per "circolo ermeneutico" (tedesco hermeneutischer Zirkel), invece, s'intende anzitutto la vecchia regola interpretativa, appartenente alla tradizione ermeneutica nel terzo senso del termine, per la quale, nell'attività di interpretazione di un testo, il risultato dell'interpretazione di una parte va sempre confrontato all'interpretazione del tutto e viceversa: e questo fino a che le due non finiscano per corrispondere. Anche qui, come nel caso della precomprensione, molte formulazioni della nozione hanno spesso finito

per oscurarne i contorni; essa, peraltro, sembra avere almeno il pregio di attirare l'attenzione dei teorici dell'interpretazione sul fatto che questa, oltre a consistere di una successione di atti, ha anche carattere circolare, dovendo spesso tornare indietro e riconfigurare i propri presupposti.

La circolarità, che è viziosa in logica, potrebbe quindi risultare virtuosa nella teoria dell'interpretazione.

Comunque sia, quasi contemporaneamente all'ermeneutica filosofica di Gadamer, si è formata anche un'ermeneutica più strettamente giuridica, qui rappresentata dall'opera del civilista tedesco Josef Esser[7]: autore le cui opere più importanti corrispondono ai due momenti nei quali si è sviluppata la discussione tedesca sull'interpretazione giudiziale[8].

In un primo momento, proseguendo la vecchia polemica contro il formalismo interpretativo, Esser ha sostenuto soprattutto che il giudice partecipa creativamente

Al processo di produzione del diritto: e questo senza troppe differenze tra il giudice di civillaw, che per i formalisti dovrebbe limitarsi ad applicare la legge e il giudice di commonlaw, che sempre per costoro dovrebbe limitarsi ad applicare i precedenti giudiziali.

Dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti, in effetti, Esser, pubblica "Principio enorma", nel 1956, in cui riscopre, ben prima di Dworkin, il tema dei principi, come norme giuridiche elaborate in relazione al caso concreto.

In un secondo momento, nel quale si dà ormai per assodato che i giudici producano diritto, l'attenzione si sposta sull'accertamento dei vincoli razionali cui tale produzione dovrebbe comunque obbedire: e in questa fase del dibattito cade "Precomprensione scelta del metodo nel processo di individuazione del diritto", del 1972.

La nozione ermeneutica di precomprensione, qui menzionata sin dal titolo, viene impiegata per mostrare che l'attività del

giudice è orientata da una rappresentazione anticipata del risultato da ottenere: rappresentazione che gli suggerirebbero sia le norme cui ricorrere, sia l'interpretazione da attribuire loro per conseguire il risultato. Superando l'opinione tipica del giusrealismo americano secondo cui le argomentazioni dei giudici sono semplici razionalizzazioni di decisioni fondamentalmente a-razionali, Esser insiste sulla razionalità del processo che dalla precomprensione porta alla decisione giudiziale: posizione che l'accomuna all'odierna analisi del ragionamento giuridico. L'ermeneutica filosofica e quella sua prosecuzione che è l'ermeneutica giuridica, sfociano dunque nell'analisi dei problemi dell'interpretazione e della argomentazione sviluppata dalla filosofia del diritto in senso ampio: analisi non più estrinsecamente filosofica, nel primo e più tradizionale significato di filosofia, ma condotta dallo stesso punto di vista.vista del giurista, come riflessione concettuale e metodologica interna all'agiurisprudenza e dunque da considerarsi filosofica piuttosto nel terzo dei sensi di "filosofia" considerati a suo tempo[9]. Anche l'ermeneutica, da questo punto di vista, ha concorso in modo decisivo a quel superamento della filosofia del diritto in senso ampio. 2. L'approdo ermeneutico della scienza giuridica Il passaggio dalla dogmatica tradizionale all'analitica e da questa all'ermeneutica giuridica non individua una scansione esclusivamente temporale o di sviluppi teorici tutti interni alla scienza giuridica, che si vengono succedendo l'uno all'altro [10]. E' vero: essa incide sul merito delle differenti raffigurazioni del diritto che le diverse prospettive presentano: diritto come concetto logico, come proposizione linguistica, come interpretazione. Deve essere chiaro che la prospettiva ermeneutica non rigetta né la funzione di garanzia e di controllo che

La dogmatica è in grado di assicurare, né l'aspirazione analitico-linguistica ad una formalizzazione sintattica del linguaggio giuridico: ma intendere recuperare gli aspetti più fecondi dell'uno e dell'altro approccio in una visione più ampia, che riconnetta la teoria alla prassi del diritto e in questo senso superi la radicata abitudine dei giuristi di professare teoricamente una dottrina che nella pratica quotidianamente sconfessano.

La prassi giuridica, sulla cui rilevanza richiama l'attenzione il modello ermeneutico, è "oggetto" da osservare, indagare e descrivere teoricamente, perché fornisce gli elementi sui quali il giurista viene elaborando le sue concettualizzazioni[11].

Nella scienza giuridica teoria e prassi risultano strettamente connesse, modello "operativo" e modello "conoscitivo" si trovano intimamente compenetranti in un'incessante interazione che ha per fine ultimo di

conoscere per operare e operare conoscendo. È infatti nella prassi interpretativa che il giurista comprende qualcosa come diritto o come appartenente al diritto[12]. In contrapposizione alla rigidità dell'antico imperativismo di stampo giuspositivistico e negando l'autosufficienza semantica sostenuta da una parte della filosofia analitica, l'approccio ermeneutico attribuisce alla prassi giuridica, alle connessioni di significato temporalmente vissute, un carattere intersoggettivo e plurale e porta in evidenza le "perdite" antropologiche che la modernità giuridica, pur con le sue importanti conquiste di uguaglianza di trattamento e di imparzialità, è latrice di una valutazione depersonalizzata delle situazioni umane, ha portato necessariamente con sé. Più che dal potere, la giustificazione giuridica procede da una attività ermeneutica, dalla manifestazione di una competenza che si manifesta all'interno del

cato delle parole.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
41 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher niobe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ermeneutica contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Treppiedi Anna Maria.